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Autore: DreamWanderer    20/06/2011    2 recensioni
Karen, i suoi pensieri e le sue paure, riguardo a un po' tutto... dagli scontri con lo specchio, alla nostalgia.
Fa parte della saga "Shards & Shades".
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Shards & Shades'
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4.
Recensione.


Karen’s PoV

È sera, è buio, e io sono in casa da sola.

Di nuovo.

Eccheppalle!

Il film che ho messo nel lettore DVD scorre sullo schermo, fotogramma dopo fotogramma, rigorosamente in inglese. Io non sto nemmeno facendo finta di guardarlo.

C’è il computer acceso vicino a me, con una finestra aperta sulla pagina della mia mail, una sulla home di Facebook e una sulla pagina account di EFP. Lo sbircio una volta ogni tanto, quasi sperando che succeda qualcosa pur di dar tregua alla noia che mi rende irrequieta.

È sabato sera, e io sono a casa da sola, ad annoiarmi a morte. A meditare piani omicidi di vendetta, ma so benissimo che non li considererò nemmeno di striscio… mi faccio i film solo per passare il tempo.

I miei sono fuori a cena, a dare la caccia a uno di quegli infiniti piatti del buon ricordo che mio padre ama tanto. Mia sorella invece è uscita con i suoi amici, è andata a ballare. Grazie per l’invito, eh.

Certo, logico, io studio in un’altra città, torno qui per il weekend e regolarmente --no, dico, REGOLARMENTE-- quelli escono, o fuori per un giretto tra città, o fuori a cena con amici e colleghi, o a ballare in discoteca o a una festa di compleanno. E regolarmente --no, dico, REGOLARMENTE-- io sto a casa. Fantastico.

Le parole della mia bellissima sorella mi rimbombano nelle orecchie, portando anche una bella pugnalata:

--Esci coi tuoi amici, deficiente!--

E non è tanto quel deficiente a ferire, so che lo dice un po’ per rompere le scatole e un po’ per affetto, quanto la quarta parola.

Amici.

Averceli gli amici, vorrei ribattere. C’ho provato una volta, e m’ha riso in faccia. Tanto per cambiare.

Ne ho appena cinque o sei di amici, idiota d’una bionda. Ma Dalila la sera non esce, con Andrew è un casino da quando Judith m’ha tirata in mezzo, Mel è in vacanza con il suo ragazzo. Seli e Annie stanno in altre città.

Apro di scatto gli occhi e fisso la luce, cercando non tanto di accecarmi quanto di scacciare le ombre che già sento premere attorno a me.

Le ombre dei miei pensieri, della mia rabbia, del mio rancore.

E così ritorno su EFP, recupero una storia e comincio a recensire un capitolo che avevo lasciato indietro per questioni di tempo.

E la recensione si forma pian piano, con pazienza infinita, mentre io allineo ogni parola, ogni punto esclamativo, ogni faccina digitata con i simboli matematici. E viene lunga, lunghissima. C’è il saluto iniziale, dove rispondo ai ringraziamenti, sempre molto calorosi, degli autori. Ad esso, ovviamente, seguono il solito “chiedo venia” per aver saltato il capitolo precedente, che prometto di recuperare qui in seguito. Sono scuse esagerate simpatiche, giocose, tanto per ridere, anche se il dispiacere d’origine un po’ c’è. E non è per manie di persecuzione, anche se quelle non mancano, ma perché so benissimo quanto gli autori apprezzino le mie recensioni.

Dopo questi due primi trafiletti, comincia il vero commento. Ed è un commento che si articola seguendo i paragrafi della storia, lasciando un parere e un complimento su ogni aspetto che ritengo sia di rilievo o che semplicemente mi è piaciuto tanto. E sono sempre tanti, forse anche troppi, gli elementi che mi colpiscono. Dal banale aggettivo per caratterizzare il gesto di un personaggio al cliff-hanger mozzafiato con cui è stato concluso il capitolo. Sono recensioni complete, quasi professionali, ma anche simpatiche… perché le urla contro il personaggio che fa il bastardo non mancano mai, così come non mancano gli scleri o le faccine.

E infine ci sono le mie “note a fondo pagina”, dove faccio ulteriori complimenti sullo stile, sulla storia in generale, sulle descrizioni, sulla trama. E chiudo con la mia firma, il mio “famoso” bacio.

Io sono contenta che gli autori mi apprezzino tanto, perché è importante anche per me sapere di aver lasciato una bella recensione. Anche se è più corta di quelle che lascio ai miei autori preferiti, anche se contiene una piccola critica scritta ovviamente con tatto e umiltà --sì, perché non sono una ruffiana, se faccio dei complimenti vuol dire che li meritano--. Mi piace far sentire loro che ci sono, che sarò lì per loro se mai saranno insicuri su un capitolo, o se hanno paura che i fan li abbandonino perché hanno un blocco o dei problemi che impediscono loro di pubblicare. Mi piace far sentire loro che sono un’amica, oltre che una fan, anche se non li conosco personalmente.

Ma alla fine forse un po’ li conosco, perché nonostante i personaggi siano tanti lo scrittore è sempre uno. E da qualche parte, in quei personaggi, c’è sempre in pezzo d’identità del loro creatore. A volte è anche più di un pezzo, forse.

E così scrivo ogni frase, mettendoci complimenti, ironia, stima, rispetto, emozione, risate. Metto tutto quello che posso, e forse so anche perché. O almeno, lo immagino. Me lo dicono anche loro che sono un angelo, a scrivere sempre così tanto.

Quello che forse però non sanno, e che di per certo non so nemmeno io, è che sono sempre in due le persona che finiscono per beneficiare di quelle recensioni: una è ovviamente, l’autore; l’altra invece, sono io.

Perché tutte quelle parole messe pazientemente in fila una dietro l’altro sono le parole che io ho lasciato nella valigia. Sono tutte le parole che non ho detto mai, che non dico mai, che non dirò mai. Ed è per questo che il mio grazie a loro diventa ancora più sentito, più vero: perché condividendo i loro sogni mi permettono di immedesimarmi un po’ nei loro personaggi e di vivere altre esistenze, e di dire altre parole.

E forse anche loro lo sanno, a livello magari inconsapevole, perché quando mi ringraziano lo fanno con repliche altrettanto dettagliate, altrettanto intrise di rispetto e gratitudine.

Ecco perché mi piace recensire, perché passo serate come queste non a scrivere a mia volta ma a stilare un commento dettagliato della storia di qualcun altro. Perché è un atto non solo voluto e apprezzato e spontaneo e bello, ma è anche un atto dovuto. A loro, e anche un po’ a me stessa.






Angoletto!


Ed eccomi qua, puntuale di lunedì sera! Vabbè, puntuale come i cavoli a merenda, ma sorvoliamo...


Allora, questo è il secondo capitolo di Bottled Up inside, e il quarto se vogliamo prendere in esame tutta la saga. Non ho molto da dire a riguardo, se non ammettere che è un po' strano e che non ho la minima idea di come sia venuto fuori (un po' come quest'intera saga, a dirla tutta)... ma è venuto fuori, perciò eccolo qui!
E diciamocelo, a chi di noi autori non piacerebbe ricevere sempre recensioni così? :)

Se qualcuno di voi lettori ha voglia di lasciare un commento, non preoccupatevi: apprezzo di sicuro! Per qualsiasi domanda, curiosità o quant'altro, vi ricordo che potete trovarmi sia su EFP che qui su Facebook: DreamWanderer


Un bacio a tutti voi!
;*
   
 
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