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Autore: Writer96    09/07/2011    8 recensioni
"Potter e l’essere interrotta mentre scriveva e la sua pergamena sbaffata..ma soprattutto (e questa era la cosa che la faceva imbestialire di più) il fatto che avesse riconosciuto la mano di Potter nell’esatto momento in cui l’aveva toccata. Pessima, pessima combinazione."
DALL'ULTIMO CAPITOLO:
"-Buffo, mi aspettavo un’accoglienza più in stile urla melodrammatiche...- commentò Lily, mentre il calore ormai familiare di James la calmava, rendendo tutta quella luce meno accecante. Aprire gli occhi non era stato troppo difficile, si rese conto. La parte difficile era stata capire perché voleva farlo.
Una risatina isterica le ricordò che l’essere che stava abbracciando era Potter e che effettivamente aveva fatto qualcosa di un po’ melodrammatico.
-Scusa, la parte alla Romeo e Giulietta me la riservo per la prossima volta...- commentò lui staccandosi piano da lei. La guardò negli occhi e per la prima volta si rese conto di quanto avevano rischiato. Aveva rischiato di non vederla più. Aveva rischiato di non esserci più una Lily da abbinare alla perfezione al suo cognome.
Rise anche lei, sollevata. Ci sarebbe stato un altro momento per pensare al dolore, si rese conto. La gioia di essere viva era talmente soffocante da minacciare di ucciderla. Ogni respiro era una conquista, qualcosa di imperdibile. E Potter era con lei."
Ecco qui... la prima long che pubblico, nel senso vero e proprio di storia a capitoli. Mi pare ovvio che si tratti di una James/Lily. Ma questa parte da un punto un po' più strano.. che ne direste voi se vi dicessi che Lily è già leggermente innamorata di James? Chissà come andrà a finire.. per ora.. un bacione, Writ
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini, James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Combinazioni'
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Lily aprì gli occhi, scoprendo di essere al buio.

Un gran bel guadagno, insomma...

A dire il vero, non era nemmeno sicura di aver aperto gli occhi, perché lì dove sarebbero dovuti essere i suoi occhi sentiva una forte pressione, che non voleva  togliere.
La ragazza si chiese se fosse morta.

O andiamo Lily, morta per... per che cosa?

Se non altro, sapeva di avere un nome e sapeva pure quale fosse, una cosa che non era comune a chi perdeva la memoria. Quindi, amnesia scartata, rimanevano poche altre ipotesi.
Era abbastanza sicura che fosse successo qualcosa, sicuramente qualcosa di brutto, ma non riusciva a capire cosa.

Le immagini di ciò che sapeva essere successo le sfrecciavano via dalla mente, come scope volanti cavalcate da quell’idiota di Potter.
A quel nome, ebbe un sussulto e non soltanto la lei che aveva aperto gli occhi, ma anche la lei che non li aveva aperti.
Lily decise, molto diplomaticamente, che esistevano due lei, in quel momento. Si chiese come mai al nome di Potter avesse reagito in quella maniera.

O beh, quando succede qualcosa di strano, Potter c’entra sempre...

Quel pensiero venne fuori con naturalezza, come se fosse sua abitudine farlo.

-Lily? Lily, ti prego, svegliati!-


Ecco, quella voce avvalorò la sua tesi che Potter, in una qualche maniera, c’entrava sempre, indipendentemente dalle situazioni.
Si chiese come mai Potter stesse parlando con lei, anche se  probabilmente con la frase con lei s’intendeva la Lily dagli occhi chiusi.

Un’immagine sfrecciò velocissima davanti agli occhi della ragazza che, ne era certa, se la sarebbe persa se non l’avesse guardata con una tale forza.

Mangiamorte, tre Mangiamorte. Sulla soglia di una casa babbana, la sua molto probabilmente. Una porta che cadeva e una ragazza con il volto contratto dal dolore. Una bacchetta stretta in mano, delle parole lasciate sulla punta della lingua, parole pronunciate appena. Tre cuori, oltre a quello della ragazza e dei Mangiamorte, battevano. Tre cuori di tre persone estremamente importanti.
Mamma.
Papà.
James.

E un’altra ragazza che mancava all’appello, una ragazza  la cui assenza non era mai stata più bella.
Petunia.

L’immagine si dissolse e Lily socchiuse la bocca, lasciandosi sfuggire un piccolo verso di sorpresa, subito seguito da un gemito di dolore. Tutto nella sua mente acquistò un posto preciso, ogni ricordo tornò a dov’era prima.

All’improvviso gli occhi di Lily si riempirono di lacrime e lei non potè fare a meno di chiedersi cosa fosse successo ai suoi genitori e a Potter.
Già, James. L’aveva salvata, questo era riuscita a dirlo prima. Sia lei che la Lily di fuori. Era contenta di averlo fatto.

-Lily, ti prego, non morire!-


Di nuovo la sua voce, carica di apprensione. Si chiese se anche la lei di fuori la sentisse e sentisse il cuore scaldarsi in quel modo, mentre il ragazzo pronunciava il suo nome.

-Lily!-
-Potter, ti ho detto mille volte di non chiamarmi Lily! Io sono Evans!- urlò lei, arrabbiata, dicendo addio a tutto l’autocontrollo che aveva sperato di ottenere in ben quattro anni di conoscenza.
-Andiamo, Lily, lo sai anche tu che non ti ci chiamerò mai! Arrenditi all’evidenza.... e poi, se tutti ti chiamano Lily e io solo Evans, non credi che questo faccia di me una persona speciale?- le chiese lui, facendola avvampare per la rabbia. Era questo che non sopportava di lui, quel suo modo sempre ottimistico di vedere le cose. Anche lei era ottimista, dannazione, ma non arrivava all’idiozia nel portare avanti la sua Campagna-Allegria!
-Arrenditici tu all’evidenza, Potter... purtroppo, nemmeno giocando tanto a Quidditch riuscirai a far avere al tuo cervello una dimensione maggiore di quella di un Boccino!- lo aveva rimbeccato, ghignando e lasciandoselo alle spalle. Sapeva che in quel momento lui la stava guardando incerto se arrabbiarsi, scimmiottarla o memorizzare la battuta. E odiava
sapere di sapere ciò che stava facendo Potter.

-Evans, te lo chiedo come un favore personale, svegliati oppure dovremo far addormentare anche noi James... Per sempre!-
-Andiamo, Sirius, non dire cavolate... Ehi, Lils, se mi senti... uhm... batti un colpo?-
-Rem, non fare il medium da strapazzo, per favore!-
-Ragazzi.... c’è la mamma di James che vi guarda preoccupata!-
-Oh, scusa Pete... Dai, Evans, svegliati! E’ disperato l’idiota!-
-Ehi, l’idiota è qui!-


La Lily che aveva aperto gli occhi sorrise con affetto, sentendo quelle voci. I Malandrini. Aveva passato anni a combatterli, a contrastarli e ad arrabbiarsi con loro. Eppure, questo lo sapeva con certezza, facevano parte di lei in maniera indissolubile. Riusciva a vederli, mentre si spintonavano per parlarle, Black in testa che cercava di essere distaccato e Remus che invece la guardava preoccupato, mentre Peter sgomitava per guardarla. Potter... non riusciva a collocarlo, sfuggiva alla sua immaginazione. Era come uno specchio d’acqua, i cui cambiamenti erano imprevedibili eppure era sempre  trasparente.

Specialmente quando era con i suoi Malandrini.

-Ehi, Prefetto Evans!-
-Black, sappi che non stai parlando con il tuo amico Lupin!- gli disse, senza alzare gli occhi dal libro che stava leggendo, un libro
estremamenteinteressante. Un libro sul corretto allevamento dei Vermicoli.
-Non ti avrei chiamata Evans, se ti avessi scambiata per Remus. Comunque sia, devi farci un favore. Rem è d’accordo però servi anche tu!- replicò, sorridendo in maniera tanto sfacciata da risultare grottesco. In effetti, poteva aver imparato a sorridere in quel modo solo dal suo grande amico Potter. Lily strinse i denti in maniera quasi inconsapevole, pensando che Potter se non altro appariva scemo, sì, ma non grottesco.
-Black, sappi solo che io non sono Remus, perciò convincere me andrà al di là del promettermi di non copiare più i compiti o di lasciarmi in pace a lezione....- brontolò, chiudendo il libro perché effettivamente persino quell’idiota di Black era più interessante dei Vermicoli.
-Evans, dolce Evans, non ti preoccupare. Per questa volta non si tratta di niente di illegale!- a Lily non sfuggì l’accento posto sul “Per questa volta”, ma decise che la cosa la incuriosiva abbastanza. In quel momento, Potter affiancò l’amico e cominciò a parlare a bassa voce, in maniera molto concitata. Sirius annuì un paio di volte poi si voltarono in contemporanea verso di lei, tanto che Lily sobbalzò.
-Vedi, Evans, ci chiedevamo se...- la tenne in sospeso Black, mentre Potter annuiva ad ogni sua parola come un vero e proprio idiota. Lei rimase a bocca chiusa, privandoli della soddisfazione di sentirla rispondere con un altro “se...” segno che era interessata.
-Gliel’avete già chieeesto?- urlò Peter Minus, entrando di corsa dal buco del ritratto. Lily alzò le sopracciglia, chiedendosi il motivo di tanta attenzione verso di lei. Se solo Black si fosse dato una mossa.... per quanto noioso, leggere quel maledetto libro era parte di un compito...
-No, Pete, stavamo appunto per farlo...- gli disse Potter, sorridendo con calma. Lily si era sempre chiesta come facesse Minus a stare tra quei ragazzi così... beh,
particolari. Eppure, vedendo Potter nella parte di Simil-papà le era sembrato di avere una risposta.
-Allora, Evans, dicevamo... volevamo chiederti se ci puoi correggere i compiti che
abbiamo fatto!- esclamò Black, sorridendo di nuovo in maniera esasperante. Lily rimase a bocca aperta, guardandoli in attesa che qualcuno cominciasse a ridere dicendole che era uno scherzo e che volevano chiederle qualcosa di stupido.
-State scherzando, vero? I malandrini che fanno i compiti?- domandò, con aria scettica. Sirius, dopo qualche istante di silenzio cominciò a ridere, seguito subito da Peter, mentre Potter esibiva un sorriso che doveva essere accattivante, ma che nascondeva molto di più. Sorrise anche lei, capendo di essere caduta nel loro tranello.
-Ci sei caduta come un’idiota, Evans! Ahah! No, volevamo chiederti se domani puoi prendere appunti per noi e per Remus, che non ci saremo...- le disse Black, sorridendo ancora. Lei, dopo una sorta di riflessione, annuì, riaprendo il libro per far capire loro che la conversazione era terminata. Ascoltò i passi dei Malandrini allontanarsi mentre ripartiva a leggere. Remus stava di nuovo male, doveva ricordarsi di andarlo a trovare.
Qualche giorno dopo, alla restituzione dei compiti di Incantesimi, a Lily capitarono sotto gli occhi quelli di Potter, Black e Lupin. E, si accorse lei con sorpresa, non avevano di uguale niente, a parte il titolo e il voto. Uguale al suo.
Forse, si disse, tornando seduta, avrebbe dovuto leggere meglio la non-risata di Potter.

 

-Lily, svegliati... dai, Lily, tesoro!-


Altre due voci conosciute giunsero alle orecchi di Lily, che sentì un sorriso salirle spontaneo alla bocca. Si domandò perché fossero lì, visto che una specie di vocina nel suo cervello (in quel momento Lily si sentiva molto simile ad una scatola cinese) le ricordava che loro non sarebbero dovute essere lì.

-Io sono Lily, piacere!- sorrise alla ragazzina di fronte a lei, con i capelli lunghi e leggermente arruffati, di un indefinibile colore a metà tra il biondo e il castano chiaro.
-Lo so, ho seguito lo Smistamento...- rispose quella, aprendosi in un piccolo sorriso timido. A Lily piaceva già, era una di quelle persone che probabilmente sapevano tirare fuori la grinta al momento giusto. Altrimenti non si spiegava la sua assegnazione a Grifondoro. E soprattutto, a Lily piaceva il fatto ch avesse prestato
attenzione.
-Anche io, anche se devo ammetterlo, ci vuole molta più capacità e sangue freddo per seguirlo prima di essere Smistati!- le disse, cominciando a studiare attentamente una forchetta. Era.. incredibile. Emanava una sorta di aura magica anche quella...
-Non me ne fare un merito, io l’ho seguito solo perchè speravo di capitare insieme a lui!- disse la ragazzina, avvicinandosi a Lily e indicando un ragazzino davanti a loro. Lily storse la bocca, vedendo come la sua nuova amica indicasse chiaramente...
-Black? E’  un idiota, se mi permetti di dirtelo...- ma le sue parole si persero nel vuoto, perché l’altra si era voltata a salutare la nuova arrivata al tavolo. I capelli neri e ricci, tenuti indietro da una fascetta arancione, continuavano a muoversi seguendo il movimento della nuova arrivata, una ragazzina con un sorriso quasi sfacciato che sembrava composto di fossette, più che altro.
-Io sono Alice, lei è Lily, tu sei?- chiese Alice, facendo scoppiare a ridere Lily. Severus non era ancora stato smistato, pensò. Mancavano ancora due persone prima di lui. Sperò scetticamente che fosse messo a Grifondoro, con lei.
-Io sono Mary, Mary MacDonald!- disse dopo un po’, mentre seguiva lo Smistamento rapita.
Ma anche la sua risposta si perse, mentre Potter veniva smistato a Grifondoro e si sedeva accanto a lei, seguito da Severus che si sedeva al tavolo. Di un’altra casa. Fu la rabbia e la tristezza della fine della serata che le fecero passare di mente, per qualche tempo, che accanto a Black c’era un timido e silenziosissimo Frank Paciock.


Quel ricordo ne portò altri, che erano più che altro immagini o suoni senza una vera e propria connessione con la realtà. E, unito ad essi, il bisogno disperato di sentire altre voci che la chiamavano, con la stessa dolcezza e tenerezza delle altre.

-Lily!-
-Sev, piantala, dai! Sto cercando di concentrarmi!- rispose, sorridendo leggermente, mentre con la punta della piuma si grattava il mento con aria pensosa. Erano seduti sotto un albero del parco, uno dei loro preferiti. Lily stava cercando di fare i compiti, mentre Severus non faceva niente in particolare, se non richiamarla  di tanto in tanto quando la vedeva distratta.
-E come, Lils, guardando la squadra di Grifondoro allenarsi? Guardando
Potter?- concluse, con amarezza mentre lei si girava a guardarlo sbuffando leggermente e con gli occhi al cielo.
-Dai, quel decerebrato sbruffone? Per favore... forza, mi mancano due o tre righe per finire il tema e poi sono libera!- disse, concludendo il tema con uno svolazzo. Severus sorrise nel vederla riporre il tema nella borsa e le venne spontaneo chiedergliene il perché.
-Sembri contenta. Non sapevo che fare i compiti ti mettesse di buon umore...- le disse, passandole una mano sulla zazzera rossa che stava ricrescendo dopo il taglio radicale dell’anno prima. Si alzarono, cominciando a camminare fianco a fianco lungo il perimetro del Lago Nero. Era bello stare così, in compagnia l’uno dell’altra, come due amici
normali.
E Lily continuava a sorridere. Ma non avrebbe mai detto a Severus che il motivo di tanta allegria era che un certo Tom Bootes l’aveva salutata, prima di cadere dalla scopa. Anche perchè sennò avrebbe dovuto ammettere che Potter volava decisamente meglio di lui... e decisamente, non aveva voglia di farlo.

Severus. Ripensare a lui era strano. Lily non riusciva a pentirsi di quell’amicizia, nonostante le avesse causato tanto dolore. Prima di ricordarle che era una Mezzosangue che non si sarebbe mai adattata, Severus non gliel’aveva mai fatto pesare...

-Lily!-
-Tunia! Tanti auguri!- esclamò una bimbetta dai capelli rossi che non poteva avere più di dieci anni. Tra le mani stringeva un pacchetto e lo porse alla sorella, che la guardava con gli occhi che brillavano per la contentezza. Petunia scartò il pacchetto con impazienza, buttando la carta accartocciata per terra nello scoprire il contenuto del regalo. Spalancò gli occhi, nel prendere in mano una bambola di porcellana con i vestiti ricamati a motivi floreali. Sorrise e strinse la bambola tra le braccia. Prima che potesse fare qualcosa, la sorellina l’anticipò.
-E non è tutto, guarda!- disse, corrugando le sopracciglia. La bambolina si agitò qualche secondo prima di battere le manine, senza che nessuno la toccasse. Lily si aspettava che Petunia ridesse di gioia, invece il suo viso si contrasse in una smorfia e lasciò quasi cadere la bambola.
-Smettila, falla smettere per favore!- urlò e subito la bambola cessò di muoversi mentre gli occhi di Lily si riempivano di lacrime. Sua sorella si accorse del turbamento e le si avvicinò cercando in qualche maniera di confortarla.
Senza toccarla.
-Era molto bella, Lils...- provò a dire, ma l’altra scosse la testa e sorrise tristemente. Lily vide la sorella rabbuiarsi e poi anche lei cominciò a piangere.
-Tu... tu cosa volevi dimostrarmi? Di essere migliore? Di essere
speciale?E allora corri, tornatene dal tuo Piton, tu e quell’altro arrogante che pensate di essere migliori solo perché... solo perché...- chiuse la bocca e Lily scappò via, facendo cadere il biglietto che teneva in mano. Sentì i suoi genitori chiamarla, ma li ignorò, chiudendosi la porta di casa alle spalle. Sedendosi sotto un albero si mise a piangere, senza sapere che qualche tempo dopo avrebbe detto le stesse cose ad un’altra persona, furiosa come non mai.

Lacrime inconsistenti scendevano sulle guance della Lily di dentro e all’improvviso capì molte cose. Prima di tutto, i suoi genitori non ci sarebbero più stati per richiamarla dopo l’ennesima lite con Petunia. Non ci sarebbero stati e basta. Capì che nemmeno Severus sarebbe tornato, perché alla fine l’aveva dovuto ammettere che Potter volava molto meglio di quell’idiota di Bootes. Alla fine, tutto il suo mondo si era rivoltato, come un calzino appena lavato.

Ma lei non aveva ricevuto quella lettera solo per litigare con sua sorella, non era stata smistata a Grifondoro per poi starsene lì a piangersi addosso, non era tornata a casa solo per vedere la morte in faccia.

Lei era una strega e in quanto tale avrebbe lottato. Non si sarebbe fatta sottomettere ancora, non avrebbe permesso a quei bastardi di distruggere altre famiglie. 

Avrebbe lottato. Lily avrebbe lottato e sarebbe scesa in campo, difendendo ciò che amava e ciò che avrebbe amato. E non poteva certo farlo rimanendo lì a dormire.

-Lily, ti prego, svegliati...-
-James, si sveglierà quando penserà che sarà giusto farlo...-
-Mamma...-
-Tesoro mio...-
-Va, mamma, resto io...-
-Non la tormentare troppo, povera ragazza...-
-Lils,ti prego, svegliati. Anche se solo per picchiarmi perché ti ho chiamata così, anche se solo per dirmi di smetterla di blaterale, anche se solo per dirmi che sono un tremendo mammone...-


Per una volta nella sua vita, Lily pensò di fare qualcosa che andava contro i suoi principi: dare ascolto a James Potter.

Aprì un occhio, poi l’altro e si trovò davanti un James Potter con la testa chinata e le mani tra i capelli. Era l’emblema della tristezza e della stanchezza. Non si era ancora accorto che lei era sveglia e continuava a borbottare, il suo nome oppure qualche altra parola indistinta, tra cui “cagnaccio traditore”, “Pollo allo spiedo” e anche “dentifricio nuovo”.

Avrebbe voluto chiedergli cosa significasse ognuna di quelle cose, ma prima doveva dire qualcosa di cui si era accorta in quei momenti di buio. Qualcosa che forse diceva da tanto tempo, ma che mai aveva avuto un significato così... vero.

-Tu c’entri sempre, Potter...- brontolò, senza riuscire a reprimere un sorriso stanco.







E quando pensavo di non farcela più, sono riuscita a finire il capitolo. Che permettetemi di dire, fa schifo. Non mi piace molto, non era così che me l'immaginavo. A dire il vero, non lo immaginavo affatto. Dovevo andare avanti con la storia, ma allo stesso tempo non potevo andare troppo avanti perchè per tre settimane non ci vedremo. E così vi ho lasciato questo capitolo, strano e addurdo. Un buone vacanze a tutte, le spiegazioni nel prossimo capitolo, che arriverà a inizio agosto. Buone vacanze, dunque, e buon HP7 parte due a tutti! :D
Writ

 
   
 
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