Questione d'Abitudine
Il
Rosso appariva calmo e tranquillo, nonostante avesse appena perso l'arto
sinistro.
Benn era stato il primo a soccorrerlo, quando si era trascinato fuori
dall'acqua con un Rufy piangente stretto a sé.
Non aveva potuto credere ai suoi occhi, quando lo vide in quello stato. Per la
prima volta, non era stato in grado di fare niente per il suo Capitano, lui che
era sempre stato disposto a tutto per cercare di aiutare Shanks, da bravo vice.
Invece
stavolta non c'era stato niente da fare.
Shanks aveva sacrificato il braccio per salvare quel moccioso.
Strinse i denti, sforzandosi di apparire calmo mentre soccorreva il ragazzo. L'afferrò
per la vita non appena Makino riuscì a staccargli il bambino di dosso,
incurante degli sguardi di tutti puntati sul minore, e l'aveva avvicinato a sé,
cercando di fermare l'emorragia.
-"Che
diavolo fate lì impalati, branco d'idioti? Chiamate William!"- urlò
perentorio in direzione di Yasopp e pochi altri, che
fissavano storditi la scena. All'ordine di Benn però, Yasopp
saltò su, correndo a cercare il loro compagno. Lo trovò secondi dopo, che si
stava divertendo insieme ad altri contro i poveri malcapitati che avevano osato
sfidarli.
-"WILL!"-
il medico alzò lo sguardo, ma vedendo quello di Yasopp
e il pallore del suo viso, non ci mise molto a capire che era successo qualcosa
di grave.
Molto
più di quanto chiunque di loro si sarebbero potuto aspettare.
-"Che
succede?"- domandò Lucky, strappando un pezzo
del cosciotto.
-"Il
braccio...il Capitano..."- Yasopp deglutì,
sembrava sconvolto e forse lo era davvero.
-"Che
è successo al Boss?"-
-"A
dopo le domande"- riuscì comunque a riprendersi, perché non c'era tempo
-"Corri, cazzo, Shanks ha bisogno d'aiuto adesso"- William non se lo fece ripetere due volte, la faccia
di Yasopp in quel momento era quanto di meno
rassicurante ci fosse a quel mondo. Quando arrivò, c'era Benn che si stava
occupando del Capitano, ma la situazione sembrava -ed era- critica.
Benn vide arrivare il medico a tutta velocità, ma non riuscì a sentirsene
sollevato. Shanks non aveva smesso di
sorridere per un solo istante, ma il maggiore sapeva che lo faceva solo per
Rufy, che ancora lo guardava piangendo disperato in un misto di paura e senso
di colpa.
Ma Benn li sentiva, gli spasmi di quel corpo ferito e dolorante.
Strinse
la fasciatura sul braccio amputato più che poté. In quel momento, sporco di sangue,
bagnato e tremate, il suo Capitano sembrava ancora più piccolo e fragile dei
suoi ventisei anni, e sicuramente non sarebbe parso un temibile pirata.
Makino era riuscita a trascinare via Rufy solo qualche secondo più tardi con
l'aiuto del sindaco, e solo perché Benn, col suo fare calmo e controllato e il
sorriso sornione sulle labbra, era riuscito a convincerlo che sarebbe andato
tutto bene. Che era Shanks, e che un braccio in meno non avrebbe sicuramente
fatto la differenza per lui.
Poi aveva sentito il ragazzo gemere appena, quando Rufy aveva voltato l'angolo
ed era sparito, come se fosse finalmente riuscito a lasciarlo andare. Quando
Benn aveva riabbassato gli occhi sul Rosso, aveva trovato i suoi chiusi, con la
testa cremisi abbandonata sulla sua spalla. Per un attimo si era davvero
preoccupato -e spaventato, in quel misto fra terrore e paura che giurava di non
aver mai provato.
Shanks non aveva mai perso il suo sorriso, ma di contro sembrava aver perso i
sensi e il sangue continuava ad uscire a flotte.
Solo il tempestivo intervento del medico era riuscito a salvarlo dal morire
dissanguato.
Aspettavano
tutti sulle spine che il medico uscisse dall'infermeria/sala operatoria della
Red Force per sapere come stesse il loro Capitano.
Era stato Benn a portarlo fino alla nave, ma poi William li aveva cacciati
tutti dicendo che doveva sbrigarsi a fermare l'emorragia, disinfettare e
ricucire la ferita. E anche lui sembrava davvero molto preoccupato. O forse, la
parola giusta era terrorizzato.
In
un primo momento nessuno di loro ci aveva pensato, tutti troppo preoccupati per
Shanks per pensare a qualcosa che non fosse la vita del rosso, ma adesso che i
due erano chiusi lì da più di mezz'ora, avevano avuto tutto il tempo per
rimuginare su ciò che era successo.
Benn
fumava il sigaro apparentemente indifferente, e nessuno si accorse delle
occhiate che di tanto in tanto scoccava alla porta che portava sottocoperta. Lucky fissava il cosciotto che aveva sempre in mano, ma
fin'ora non gli aveva dato neanche un morso, cosa che aveva fatto aumentare
l'ansia di Yasopp, che dopo aver visto Shanks in
quello stato si era ritrovato, per un istante, nel panico totale. Il resto
della ciurma borbottava, e se Benn di volta in volta ringhiava al loro
indirizzo, facendo tornare nell'immediato il silenzio, Yasopp
e Lucky si limitavano a scambiarsi occhiate,
aspettando che l'amico medico uscisse per annunciare come stava il Capitano.
William
lasciò Shanks a riposare sotto anestetici dopo poco, uscendo sul ponte dove fu assediato da tutti i suoi
compagni, senza nemmeno dargli il tempo di rispondere.
-"Okay,
ora basta!"- urlò poco dopo, esasperato, guardandoli uno ad uno,
professionale, ma con una scintilla di panico e paura negli occhi -"Shanks
sta bene, deve solo riposarsi adesso. Ha perso molto sangue e...la...ferita è
grave, ma per il resto sta bene. Almeno fisicamente, penso"-
Yasopp lo fissò
perplesso -"Pensi?"-
William
sospirò, grattandosi la nuca -"Non posso dirlo con certezza finché non si
sveglia. E se devo essere sincero, non è quello che mi preoccupa"-
Alcuni
si guardarono negli occhi, ansiosi, preoccupati e dubbiosi.
Non
avevano mai dubitato del loro Capitano e sicuramente non avrebbero iniziato
adesso, non ne avevano alcuna intenzione. Anche perché, adesso, Shanks
probabilmente avrebbe avuto bisogno di loro più che mai. Però...però c'era il
problema del braccio, che il Rosso aveva perso per salvare il piccolo Rufy.
-"Ma...è
vero?"- sussurrò qualcuno, quasi come se non fosse in grado di
capacitarsene, o stesse pensando e sperando che fosse un sogno, non la cruda
realtà.
Benn
si voltò verso di lui e gli scoccò un'occhiata raggelante, ma Yasopp lo precedette prima che potesse mangiarselo.
-"Piuttosto
che cosa dovremmo fare adesso?"- chiese anche lui, all'indirizzo del
vicecapitano, che si limitò a storcere la bocca.
Nessuno
rispose per un lungo periodo. Non sapevano se si dovevano preoccupare davvero
oppure no, avere semplicemente fiducia in Shanks come sempre e limitarsi ad
aiutarlo quando -sicuramente purtroppo- ne avrebbe avuto bisogno. C'era
qualcosa che li terrorizzava ancor di più di sapere che il loro Capitano aveva
perso un braccio: la reazione che avrebbe potuto avere il Rosso.
Loro
dopotutto, anche se forse per i primi tempi sarebbe stato difficile, si
fidavano di lui, non lo avrebbero sicuramente abbandonato per così poco.
Era
difficile immaginare un pirata senza un braccio, difficile immaginare qualcuno
come Shanks, così poco incline ad appoggiarsi agli altri e così legato alla sua
libertà e alla sua indipendenza, costretto invece a dipendere dagli altri.
Altri che erano compagni, amici, fratelli, ma pur sempre un bisogno continuo
d'aiuto che per il Rosso sarebbe stata dura accettare.
Loro
lo sapevano, ma lo stesso e forse proprio per quello non riuscivano davvero ad
accettare quello che era successo.
Per
un moccioso aveva perso il braccio sinistro.
Per
un loro piccolo amico moccioso, ma era lo stesso dura.
E
più ci pensavano, più la maggior parte di loro non sapeva se sperare che il
capitano si svegliasse in fretta, o dormisse e riposasse anche a lungo. Quasi
forse, svegliandosi fra qualche giorno, l'incubo finisse.
Ma
le braccia non ricrescono come funghi, nemmeno quello dell'Imperatore pirata
Shanks 'il Rosso'.
-"Benn,
diccelo tu. Come dobbiamo comportarci con Shanks?"-
-"Adesso
che non ha più un braccio...forse dovremmo.."-
-"Fate
silenzio!" ruggì Beckman, sputando il sigaro in
acqua, ormai quasi finito "Qualcuno ha qualche problema che vorrebbe far
presente? Perché se è così, può benissimo lasciare la Red e cercare un'altra
ciurma, non sarò certamente io a fermarlo" il tono di voce basso e calmo e
gli occhi stretti a fessura non aiutarono gli altri a calmarsi, ma nessuno si
mosse "Detto questo, il nostro comportamento nei confronti del Capitano
non dovrà cambiare. Sono stato abbastanza chiaro? Che nessuno si faccia venire
più simili dubbi e non davanti a Shanks, o vi faccio a pezzi"-
Lucky annuì, come
pochi altri, mordendo il cosciotto. Yasopp, insieme
ai più, continuava a guardare il moro con sguardo ora perplesso.
-"Ma
Benn...so cosa vuoi dire, ma non possiamo ignorare che cambieranno molte
cose..."- lo disse quasi timoroso della reazione del vicecapitano.
Di
fatti, però, Benn si limitò ad incenerirlo con lo sguardo. Possibile che quel
branco d'idioti non capisse che in quel momento più che mai Shanks aveva bisogno
di normalità, di essere trattato come se non avesse di fatto un arto in meno,
di non sentirsi pesare quella situazione sulle spalle più di quanto
probabilmente non faceva già da solo?
-"Non
cambierà un bel niente. E se anche fosse, questo comporterebbe problemi a
qualcuno di voi?"- ululò, la voce bassa e profonda resa roca da quel misto
di preoccupazione, rabbia e paura che provava in quel momento.
Tutti
stavolta scossero la testa, convinti e Benn si limitò a borbottare un 'molto
bene' prima di sparire sottocoperta.
William
sospirò, scambiandosi un'occhiata con Yasopp e Lucky. Anche lui era molto preoccupato, e nonostante come
tutti lì si fidasse ciecamente di Shanks, nonostante tutti lì avrebbero
affidato la loro vita all'Imperatore e sarebbero stati disposti a sacrificarla
per lui, nessuno poteva evitare quel senso d'angoscia che gli attanagliava le
viscere.
-"Ragazzi,
lo so che al momento è difficile, ma insomma, pensiamo anche al capitano no?
Dopotutto, è il Capitano!"- borbottò, non sapendo bene cosa dire.
Yasopp sogghignò,
appoggiandosi alla nave -"Infatti è di Shanks che stiamo parlando, secondo
me ci preoccupiamo troppo"-
Le
risa un po' forzate e i commenti generali fecero capire a medico e cecchino che
il panico iniziale era scemato, e che adesso non restava che aspettare il
risveglio del Rosso.
Shanks
si era svegliato qualche giorno prima, ma William gli aveva vietato qualsiasi
genere di movimento potesse essere troppo stancante -quindi, qualsiasi cosa
potesse venire in mente al rosso- per i tre giorni successivi al risveglio.
Shanks non aveva protestato più di tanto, anche perché si ritrovava rintontito
dagli antidolorifici e antisettici, assimilati ovviamente per il suo bene,
quindi non aveva nemmeno la forza di mettersi seduto il più delle volte.
Da
medico, William sapeva perfettamente che stare a riposo era la cosa che potesse
far più bene fisicamente al ragazzo, anche solo un paio di giorni conoscendolo.
Da uomo però, pur non essendo affatto bravo con la psicologia umana, sapeva
anche che stare fermo e solo non poteva fare bene a Shanks, che si sarebbe
ritrovato nuovamente con più tempo per pensare, cosa che con l'Imperatore non
era mai buona.
Per
questo motivo, era più il tempo che il medico passava nel suo regno -l'infermeria appunto- che quello che passava con gli
altri.
Era
stato ore e ore a parlare col Capitano di tutto e niente, senza mai affrontare
nemmeno lontanamente gli argomenti braccio,
Rufy, salvataggio e ciurma.
Will stava al gioco dell'altro, limitandosi a seguire i suoi discorsi e a storcere
la bocca quando ad una sua domanda il Rosso rispondeva con uno snervante
"è solo un braccio".
C'era
una cosa che l'uomo aveva temuto davvero da quando aveva soccorso Shanks la
prima volta giorni prima, trovandolo in quello stato ma sorridente: sarebbe
stato uno shock difficilmente superabile quello del Rosso, che probabilmente
non si era reso conto fin dall'inizio di quello che era successo, più impegnato
a pensare al bambino che a se stesso.
William
sapeva che la mente di Shanks era forte tanto quanto il suo corpo, e che era
difficile scalfirla tanto quanto lo era ferire quel corpo -anche se, a quel che
pareva, quel mostro marino ci era riuscito, e gravemente anche-, eppure più
sentiva ripetere quella frase le poche volte che riusciva ad intavolare il
discorso -che non durava mai più di due secondi e mezzo e che finiva con quella
frase-, più pensava che la psiche del Capitano aveva subito una ferita molto
più grande del corpo.
"E'
solo un braccio" diceva "Che vuoi che sia" continuava, ma la
convinzione scemava "Due giorni e sarò come nuovo" solo per poi
finire nuovamente con "E' solo un braccio, nient'altro".
Autoconvinzione
o pazzia, ma William era più propenso per la seconda.
Salì
sul ponte raggiungendo gli altri, sedendosi alla base dell'albero maestro da
cui scese Yasopp poco dopo, acquattandosi accanto
all'amico. Gli altri ancora borbottavano, Benn era sparito dal pomeriggio
precedente, infastidito da quel comportamento da parte degli altri. Nonostante
l'atmosfera si fosse chetata da quando Shanks si era svegliato e ripreso,
l'animo di tutti pareva più confuso che sollevato.
Nessuno
aveva perso fiducia nel Capitano, ma le parole del medico spaventavano i più, e
l'idea che Shanks potesse essere impazzito non piaceva a nessuno di loro.
-"Come
sta? Pensi ancora possa essere impazzito?"- si riscosse alla domanda
dell'amico cecchino, William, guardandolo confuso. Il chiacchiericcio scemò
all'istante, tutti in attesa delle risposte del medico di bordo.
William
sembrò pensarci su un solo istante prima di rispondere.
-"Io
non penso che Shanks sia mai stato sano di mente" disse, ridacchiando
"Però evitare che perda completamente il lume della ragione sta anche a
noi"- dicendolo, guardò uno a uno tutti i suoi compagni.
Yasopp si alzò in
piedi, tirando una pacca sulla spalla del compagno che per poco non si ritrovò
disteso a terra e che gli rivolse subito dopo un'occhiataccia, massaggiandosi
suddetto arto leso, mentre il cecchino sogghignava in sua direzione.
-"Allora
non penso ci siano problemi, visto che da qui non cambierà niente"-
Qualcuno
rise -"E nessuno vuole l'ira di Benn, poi"-
-"Nessuno
vuole morire precocemente, più che altro"-
-"Ma
a proposito, che fine ha fatto Benn?"-
Il vicecapitano, intanto, era sceso sottocoperta, raggiungendo la stanzetta
dove riposava Shanks, sostando per qualche secondo sulla soglia. Il capitano
dormiva tranquillamente, o almeno sembrava, col capo adagiato sul cuscino e i
filamenti cremisi sparsi su di esso. La testa un po' reclinata di lato e la
bocca appena schiusa, per permettere al leggero russare di uscirne e la pelle
scura imperlata di leggero sudore.
Shanks aprì di poco gli occhi, sentendo dei passi nella stanza. Aveva temuto
per un attimo fosse ancora Rufy -che Benn aveva visto sgattaiolare di nascosto
un paio di volte solo quella mattina, ma che aveva bellamente finto di non
vedere- ma per sua fortuna era solo il moro. Sorrise apertamente aspettando che
il suo secondo entrasse.
Era strano un silenzio del genere in una stanza in cui c'era anche un casinista
come Shanks, eppure nessuno dei due aveva ancora spiccicato parola né sembrava
volerlo fare.
Era evidente che il Rosso cercasse ancora di convincersi che un braccio in meno
non avrebbe fatto la differenza, se non per il fatto che avrebbe dovuto
prendere l'abitudine di impugnare la forchetta con la destra, lui che aveva
sempre mangiato con la sinistra.
Beckman non aveva
bisogno di convincersi che quella menomazione non sarebbe stato un handicap per
il suo Capitano, né di sperare che la sua potenza non ne sarebbe rimasta
variata. Sapeva semplicemente che era così.
Quello che lo preoccupava di più era sapere come il rosso avesse realmente preso quel problema.
Forse era l'unico a conoscere Shanks abbastanza bene da capirlo, ma quel
sorriso che sempre mostrava spesso era solo una maschera per nascondere altro.
Shanks era un tipo allegro ed estroverso, ma che tendeva a tenersi per sé
qualunque preoccupazione che non riguardasse i suoi compagni e amici.
In quell'occasione doveva essere così.
Il rosso si alzò a sedere facendo forza sull'unico braccio rimasto e guardò il
suo secondo.
-"Come stai, Shanks?"- gli chiese il maggiore, con tono di voce
neutro.
L'altro sorrise apertamente, cercando con gli occhi il suo prezioso cappello di
paglia e, trovatolo accanto al cuscino, se lo infilò.
Quasi
fosse il suo scudo da occhi indiscreti e in quel momento quelli del maggiore
per lui dovevano esserlo molto, Benn ne era consapevole.
-"Perfettamente. Un braccio in meno non sarà sicuramente un problema, solo
questione di abitudine"-
Benn annuì. Certo, l'unico problema sarebbe stato quello di abituarsi e
cambiare un po' stile di vita quotidiano. Per sua fortuna aveva sempre
impugnato la spada con la mano destra, non sarebbe stato un grosso dilemma.
-"Partiremo appena possibile"- continuò il Rosso -"Per il momento
ho solo una gran fame!"-
-"William
non aveva ordinato riposo assoluto?"-
-"Sono
due giorni che sto a letto" lo guardò scandalizzato, cosa che fece
sogghignare il maggiore "Andare a mangiare non mi ucciderà, o si?"-
Visto che non lo sentì ribattere in alcun modo, ma anzi limitarsi a prendere
una boccata di fumo, Shanks lo prese come un consenso da parte sua. Benn lo
osservò alzarsi dal letto e prendere i pantaloni poggiati su una sedia poco
distante da lì.
-"Spero che Rufy non si sia già pappato tutto"- sorrise, cercando di
mascherare, malamente, una smorfia di disappunto. Si era anche seduto sul
letto, ma continuava a non riuscire ad infilarsi i pantaloni con i suoi
movimenti impacciati.
Corrugò la fronte -"Uff"- sbuffò -"E'
difficile con una mano!"- esclamò, e il tono di voce era consono al suo
usuale, anche se Benn individuò facilmente una nota esasperata ed amareggiata.
Si alzò quindi e si apprestò ad aiutare il suo capitano a vestirsi. Gli infilò
i pantaloni, allacciandoli, e poi passò alla camicia, indugiando appena sulla
fasciatura che nascondeva la menomazione.
Shanks rimase in silenzio per tutto il tempo, quasi contrariato di essersi dovuto
far aiutare anche a vestirsi e si morse appena il labbro inferiore.
-"Se hai bisogno di aiuto, Shanks, chiedi"- gli soffiò all'orecchio,
prima di apprestarsi ad abbottonare la camicia. Sapeva quanto per il rosso,
nonostante non sembrasse alle apparenze, fosse difficile aprirsi e chiedere
aiuto, ma nessuno lì l'avrebbe giudicato per niente.
-"Ma non ce n'è bisogno, è solo questione d'abitudine"- rispose il
minore, sorridendo furbo. Ne era fermamente convinto.
-"Sì"- fece semplicemente Benn, alzandosi e dirigendosi verso la
porta sapendo bene che Shanks l'avrebbe seguito. Il Rosso infatti gli andò
dietro, ma sulla soglia della porta si bloccò e Benn, girandosi, l'aveva visto
sfiorarsi appena la fasciatura sulla spalla sinistra. Per un attimo rimase in
silenzio, limitandosi a fissare il Capitano cercando di capire se ci fosse
qualcosa che non andava e aspettando che tornasse a sorridere e lo superasse,
proclamando di aver fame.
Ma Shanks non fece niente di simile.
-"Cosa c'è, Shanks?"- gli chiese quindi, avvicinandosi di qualche
passo.
Il Rosso alzò lo sguardo verso di lui, gli occhi nerissimi e pericolosamente
lucidi.
Il sorriso era ancora lì, ma maledettamente fasullo.
Shanks si limitò a scrollare le spalle e a superarlo, senza dire nulla. Ma la
voce calma di Benn lo costrinse a fermarsi, pur mantenendosi di spalle.
-"Se per te non si dimostra essere un problema, per noi è indifferente che
tu non abbia più un braccio, Shanks. Sei il nostro Capitano e saremmo tutti
disposti ad aiutarti, lo sai. Spero tu non voglia farti venire qualche sorta di
crisi adesso, per la prima volta nella vita"- disse, capendo bene come si
dovesse sentire il minore in quel momento.
Non doveva essere affatto facile, soprattutto sapendo di doversi far aiutare
costantemente anche in cose che prima erano semplici e quotidiane, almeno nei
primi tempi.
Ma Benn era certo che uno come Shanks se la sarebbe cavata benissimo, era solo
un momento di crisi iniziale. Questione d'abitudine, come aveva detto il Rosso
stesso.
-"Ma certo, lo so"- rise l'Imperatore, e il maggiore fu sollevato di
vedere il suo solito sorriso sincero.
-"Andiamo? Ho bisogno di un bel bicchiere di sakè!"- esclamò,
avviandosi verso il ponte pronto a scontrarsi con William per il suo meritato
liquore.
Benn ghignò, sbuffando una nuvoletta di fumo dal sigaro che aveva sempre fra le
labbra. Ora si che riconosceva il suo Capitano, anche se sarebbe stato
difficile non era da Shanks arrendersi a niente, tantomeno un braccio.
Note
dell'Autrice:
Ehm...Posso dire di apprezzare tanto tanto il
mio Will <3 senza un motivo in particolare? Massì,
io lo dico lo stesso XD
Bene, dopo aver sofferto per i maledetti esami e aver saputo di essere
felicemente diplomata *stappa spumante*
sono riuscita a finire di scrivere questa mezza schifezza.
Come al solito non mi convince, ma a me non convince mai nulla di quello che
scrivo per cui, a voi il giudizio. Sperando di non aver storipiato
troppo la ciurma del Rosso, seppur non la conosciamo praticamente per niente XD
Visto che il mio Benn -che spero capisca xD- tanto lo
desiderava e mi ha dato il via libera almeno ad un quarto del capitolo, codesta
cosa è tutta per lei v.v
E grazie infinite alle ragazze che hanno commentato la prima shot, di cuore <3
Un bacione,
Vostra,
Asuka <3