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Autore: hunter95    12/07/2011    1 recensioni
Ciao a tutti! questa è la mia prima ff e, personalmente, penso sia un po' strana. è ambientata appena prima di incontrare Usopn quidni siamo agli albori e una ragazza cercherà di far il proprio ingresso nel mondo. basta, non vi dico altro, spero vi piaccia, recensite, mi racocmando!!!
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Roronoa Zoro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sapeva che doveva stare all’erta, non poteva permettere che nessuno depredasse la sua isola, ma quei ragazzi appena sbarcati non sembravano avere cattive intenzioni ed erano solo in tre.
Deciso di uscire allo scoperto, tanto per accertarsi di avere ragione.
- Chi siete? – Domandò per quanto fosse evidente la risposta.
Il ragazzo più giovane rispose: -  Siamo pirati, Io sono Rufy e loro sono Nami e Zoro – Disse indicando i suoi compagni.
- Che intenzioni avete? – Non voleva sembrare ostile, ma doveva mettere in chiaro chi comandava.
- Vogliamo solo fare rifornimento di cibo e acqua, il nostro capitano è un ingordo e in una settimana ha mangiato la scorta di un mese – Spiegò Zoro indicando Rufy.
- Che ci posso fare se ho sempre fame? – Rispose bonario Rufy.
A Jane sembrava incredibile che quel ragazzino fosse il capitano di una nave pirata, ma al mondo tutto era possibile!
- Venite con me, vi porto al villaggio. Il mio nome è Jane. – Disse addolcendo il tono.
Il suo istinto non si era sbagliato, non erano pericolosi. Giusto per curiosità, durante il tragitto gli fece qualche domanda
- Come mai un ragazzino come te ha deciso di diventare  il capitano di una nave?
 Rufy rispose: - Anni fa promisi a un uomo, un pirata, che sarei diventato capitano di una nave e avrei viaggiato per il mondo insieme alla mia ciurma e sarei diventato il re dei pirati! –
- Un sogno ambizioso, e come intendi fare? – Chiese scettica Jane.
- Non lo so, ma se si è determinati, si può fare qualunque cosa! – Quella risposta la colpì molto, un ragazzo con grandi ambizioni, sogni e progetti, ma così libero da non legare la sua avventura a nessun piano. 
- E voi, ragazzi? Perché siete diventati pirati? – Chiese a Zoro e Nami
- Noi non abbiamo mai sognato di diventare pirati, ma gli eventi ci hanno fatto incontrare. Però anche noi abbiamo sogni ambiziosi: io voglio essere la prima a disegnare tutta la carta geografica del mondo! – Spiegò entusiasta Nami.
- Io invece, voglio diventare il miglior spadaccino del mondo. Lo promisi anni fa a una mia cara amica, prima che morisse e farò tutto il possibile per realizzare questa promessa! – Disse Zoro. A Jane sembravano tutte ambizioni importanti e impossibili ma era proprio per questo le piacevano un sacco! Quei ragazzi sembravano quei tipi di persone che nel villaggio di Jane erano sempre mancate: forti, temerari, coraggiosi e ambiziosi. I tipi di ragazzi che sarebbero morti piuttosto che arrendersi e rinunciare al loro sogno.
- Tu invece, che cosa vuoi fare nella vita? – Domandò Zoro.
Jane non lo aveva mai detto a nessuno, ma non sapeva perché, sentiva di potersi fidare di loro: - Tra un anno partirò, andrò in giro per il mondo cercherò una ciurma di pirati ai quali unirmi e se avranno da ridire perché sono una ragazza, li convincerò facendogli  vedere quanto valgo. Una volta diventata un pirata, cercherò di far cadere il Governo Mondiale. –
- Wow! Che bel sogno! – Commentò Rufy, - Come mai partirai solo tra un anno? Ormai che hai deciso è inutile aspettare, no? – Continuò Rufy.
- Non sono ancora pronta a partire. Conosco bene i pericoli che il mare nasconde e al mio livello attuale di forza non andrei molto lontano. –
- Come combatti? – Domandò Nami.
Jane strinse istintivamente le spade che aveva avvolto in un telo per nasconderle, però glielo disse lo stesso: - Io sono una spadaccina. Combatto usando principalmente due spade, ma so anche lanciare coltelli. – Gli occhi di Zoro si accesero d’interesse – Davvero? – Disse
- E sei brava? –
- Me la cavo, sono la migliore dell’isola, ma non posso fare il paragone con contadini e negozianti. Siamo arrivati, questo è il villaggio di “Ringtown” – Disse uscendo da un cespuglio e sbucando in una piazza gremita di gente.
Il villaggio di Ringtown era simile a molti altri che erano sparsi in tutto il mondo. Era formato da una piazza con i negozi intorno e le case dietro disposte a circolo e dal centro della piazza si diramavano cinque strade principali con i vicoli che portavano in tutte le direzioni.
Doveva essere un giorno di mercato, vista la moltitudine di aromi diversi che si mescolavano e giungevano a stuzzicare il palato di Rufy, che in un battibaleno sparì dicendo solo: - PANCIA MIA FATTI CAPANNAA! –
Nami, quale donna che si rispetti si era già diretta verso l’abbigliamento con un avvertimento: - Non spendere tutti i soldi! Servono per le provviste! – Poi sparì, sommersa da una marea di abiti e un’orda di ragazze. Erano rimasti solo Jane e Zoro.
- Come mai hai fatto una promessa tanto impegnativa alla tua amica? – Domandò Jane. Era curiosa di sapere che cosa avesse spinto un ragazzo a prendersi sulle spalle un impego così gravoso.
- Da bambino, iniziai ad allenarmi al Dojo del mio villaggio. In poco tempo riuscì a combattere alla pari anche con gli adulti. Ma c’era una persona che non sono mai riuscito a battere: Kuina. Kuina era la figlia del “Sensei” del Dojo. Era più grande di me, aveva un paio anni in più ed era la più forte di tutta la palestra. Ogni giorno la sfidavo e ogni volta mi batteva, senza eccezioni. Ma il tempo era contro Kuina. Solitamente un uomo è più forte di una donna, e quando Kuina lo comprese, si disperò. Anche lei come me voleva diventare la migliore spadaccina al mondo, ma credeva che quel sogno fosse irrealizzabile. Una sera, dopo che avevamo combattuto e mi aveva nuovamente sconfitto, Kuina mi rivelò le sue preoccupazioni. Non riuscivo a credere che la persona più forte e abile che conoscessi si fosse arresa in quel modo. Una donna, se è determinata, può affrontare e vincere qualsiasi avversario! Ci scambiammo una promessa: UN GIORNO UNO DEI DUE SAREBBE DIVENTATO IL MIGLIORE AL MONDO! Ma Kuina morì il giorno dopo, cadendo dalle scale e sbattendo la testa. Quindi solo io posso mantener la promessa fatta – Spiegò Zoro.
- Ti fa onore cercare di mantener fede alla parola data dopo così tempo. – Disse ammirata Jane.
- No, non lo faccio per l’onore, o per la gloria del successo. Lo faccio perché non riuscirei mai a perdonarmi se mi arrendessi-.
- Hai un sogno stupendo e difficile. Mi piace! –- 
- Anche il tuo non è una passeggiata. Far cadere il Governo Mondiale cambierebbe il mondo e ti renderebbe una delle persone più ricercate del mondo. Perché lo vuoi fare? – Zoro era incuriosito da quella ragazzina così tenace e ambiziosa.
Jane aveva paura che se avessero rivelato a Zoro le sue origini sarebbero diventati nemici. Ma lui le aveva raccontato la sua storia e secondo Jane lei doveva raccontarle la sua.  Così decise finalmente di dirglielo affrontando le sue paure:
- Da quando sono nata, fino ai dodici anni io, ho vissuto tra i marine - Jane si attese una qualche reazione ma Zoro era impassibile-
- Precisamente al Quartier Generale della marina- Questa volta Jane vide un guizzo nei suoi occhi ma non sapeva dire che cosa fosse.
- Ho sempre creduto nella giustizia e le lame sono la mia passione, quindi fin da piccola mi sono allenata per diventare marine. Essendo solo una bambina riuscivo a infilarmi ovunque senza problemi e origliavo le conversioni degli ufficiali, anche se non comprendevo tutto quello che veniva detto. Ma crescendo i loro discorsi sono diventavano più chiari e mi facevano inorridire. –
- Come mai? – Chiese Zoro.
- Quei marines erano corrotti, spietati e assassini. Erano peggio di molti criminali che avevano arrestato. Poi a nove anni ero tornata su quest’isola per qualche tempo e incontrai un uomo. Non mi disse mai il suo nome, probabilmente per proteggersi dalla possibilità di  una bambina troppo chiacchierona. Mi disse di chiamarsi “Pirata” e mi narrò di avventure incredibili vissute su una leggendaria nave alla ricerca di tesori, emozioni e fama, alla scoperta d’isole sconosciute e misteriose e di fantastici combattimenti tra pirati e marines. Capii che la vita da marine non era l’unica strada che potessi intraprendere e l’idea di bene e male in cui la marina è il bene e i pirati il male mi sembrava sempre più irreale. Alla fine non mi allenavo più per diventare ufficiale ma per vivere delle avventure come l’uomo che mi cambiò la vita – Dopo che gli ebbe raccontato tutto, si sentì come se si fosse tolta un peso dallo stomaco.
- E gli abitanti del villaggio, i tuoi genitori come l’ hanno presa la notizia? – Commentò Zoro
- Non l’ho mai detto a nessuno – Spiegò Jane. -  Mi vergognavo. La figlia di due marine che vuol fare il pirata sarebbe una cosa assurda. Preferisco lo scoprano quando è troppo tardi per tornare indietro! -
- Io credo che non dovresti vergognarti delle tue ambizioni e dei tuoi sogni, anzi, dovresti esserne fiera. –
- Io ne sono fiera ma gli altri no. La gente crede che mi arruolerò l’anno prossimo ed io glielo lascio credere. Li rassicura! –
Zoro stava per ribattere che non bisogna preoccuparsi di cosa pensano gli altri, quando sentirono provenire dalla piazza del mercato delle urla …
Jane e Zoro accorsero e videro Rufy, Nami e altre decide di persone impaurite.
-Che cosa sta succedendo? – Chiese Zoro a Nami.
-Lei rispose semplicemente: - Briganti. –
Jane ebbe un sussulto: I briganti erano la maledizione dell’isola. Non si sapeva mai quando sarebbero apparsi a portare scompiglio e ogni volta se ne andavano lasciandosi dietro distruzione e desolazione. Jane passò tra la folla e si diresse con sgomento dai briganti e rivolgendosi al loro capo con tono minaccioso, domandò cosa volessero.
-Che cosa vogliamo? Avete sentito ragazzi?!? – Urlò rivolto ai suoi compagni che si misero a ridere sguaiatamente.
-Ascoltami bene ragazzina. Noi deprederemo questo villaggio e ci ubriacheremo alla locanda e uccideremo chiunque sia così stupido da mettersi in mezzo! –
Zoro osservava Jane, che li fissava con occhi privi di espressione.
“Jane non sembra spaventata, chissà cos’ha in mente” pensò Zoro.
-ANDATEVENE. – Disse Jane con fare imperioso
- Allora non hai capito mocciosa? Noi non ce ne andiamo! Non avete nessuna possibilità di batterci quindi VATTENE! –
- ANDATEVENE!!!- Ripeté Jane!
Il brigante si mosse così velocemente che nessuno ebbe il tempo di reagire. In un istante Jane si trovò avvinghiarla a lui con una spada puntata alla gola. Tutto il villaggio cadde per un attimo nel silenzio più assoluto. Per un secondo sembrò che il tempo si fosse fermato! Zoro portò la mano all’elsa della sua katana pronta a sanguinarla per attaccare, ma si accorse che la gente iniziava a ridere. Prima una risatina trattenuta, poi una risata sguaiata e collettiva. Zoro non capiva. Erano impazziti? Una loro concittadina era appena stata presa in ostaggio. Possibile che non gliene importasse nulla?
Quando guardò Jane per poco non gli venne un colpo. Stava ridendo anche lei! Una risata controllata e per nulla intimorita. Era così che reagivano alla paura Ringtown? Improvvisamente una voce si levò dalla folla: - HAI SCELTO L’ OSTAGGIO SBAGLIATO, SBRUFFONE! –
- Che intendi dire?!? – Urlò il capo dei briganti,
- Intende dire che se non vuoi morire ti conviene spostare la tua spada dal mio collo- rispose pacatamente Jane.
-  Stupida ragazzina insolente! ORA MORIRAIII! – Sbraitò il capo dei briganti alzando la spada. Stava per calarla sul collo di Jane! Zoro s’immaginò il sangue che colava da lei e si preparò a difenderla. Ma non ce ne fu bisogno: il movimento di Jane fu repentino e preciso, estrasse una sua katana e parò il colpo un attimo prima che le recidesse la trachea! L’espressione crudele del brigante si tramutò in un puro stupore mentre su Jane dominava l’euforia. Con un colpo veloce e preciso disarmò e stese il nemico, mentre  l’ orda dei briganti l’ attaccò contemporaneamente per vendicare il loro capo, ma Jane era pronta. Sguainò anche l’altra katana e si mise in posizione di attacco.
La battaglia fu tremenda: decine di briganti che si accanivano contro una sola ragazzina. Zoro avrebbe voluto aiutarla, ma mentre la osservava combattere capì che non ne aveva bisogno: parava ogni attacco con facilità, schivava e colpiva in modo leggiadro ma forte e nemmeno gli attacchi alle spalle la sorprendevano. Ogni suo colpo andava a segno e i nemici cadevano uno dopo l’altro come instabili birilli. In breve non c’era più nessuno in grado di combatterla e Jane rifonderò le spade soddisfatta.
Un grido di vittoria si levò dagli abitanti del villaggio e Jane si sentì al sicuro. Ma non fece in tempo a godersi la vittoria che vide il capo dei briganti rialzarsi da terra.
- Me la pagherai – Sibilò furente. Estrasse un lungo pugnale riccamente decorato, bottino di una scorreria precedente, e lo lanciò verso Jane. La mira, a causa della debolezza, era scarsa e Jane vide che non l’avrebbe colpita. Ma notò che avrebbe colpito una ragazza se non avesse fatto qualcosa. Non c’era tempo di estrarre la spada così fece l’unica cosa possibile: usò il scopro come scudo. Il pugnale si conficcò nella schiena fino all’elsa. La ragazza che aveva salvato lanciò un grido d’orrore. L’espressione di Jane era indecifrabile ma sembrava contenta.
- Stai bene? – Chiese con un filo di voce alla ragazza mentre una macchia rossa si allargava sulla maglietta intorno alla lama.
Jane iniziava a vederci male, sapeva che stava per cedere, ma non avrebbe mollato tanto facilmente. Estrasse la spada e si avvicinò a passo incerto verso il brigante.
- Vuoi uccidermi? – Chiese con un ghigno malefico e soddisfatto. Jane alzò sulla testa la katana, ma non sferrò il colpo.
- Non sono come te, non uccido un nemico ferito – Disse rinfoderando l’arma – Ci penserà la marina a te! – concluse.
Iniziò a sentirsi debolissima, la voce niente più che un sussurro e il brusio della voce si fece lontano e ovattato e il dolore alla schiena si affievolì. Poi il buio.
   
 
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