Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: hunter95    14/07/2011    2 recensioni
Ciao a tutti! questa è la mia prima ff e, personalmente, penso sia un po' strana. è ambientata appena prima di incontrare Usopn quidni siamo agli albori e una ragazza cercherà di far il proprio ingresso nel mondo. basta, non vi dico altro, spero vi piaccia, recensite, mi racocmando!!!
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Roronoa Zoro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Andò immediatamente a rispondere.
-         Chi è? – chiese Jane arrivando alla porta.
-         Sono Maggie, sono venuta a vedere come stai! –
-         Vuoi che me ne vada? – domandò Zoro.
-         No, puoi restare, Maggie non è pettegola e non vedo cosa ci sia di male nel trovarti qui! – rispose Jane schiettamente.
Aprì la porta e Maggie entrò.
-         Ah, vedo che non sei sola … - disse con tono illusorio guardando Zoro.
-         Era venuto a vedere come stavo. – spiegò Jane, non specificando quando era venuto a controllare.
-         E come stai? – domandò Maggie.
-         Sto bene, fa un po’ male, ma niente di serio. Ha quasi smesso di sanguinare.-
-         Allora siediti che ti cambio le bende. -
Una volta tolte le bende, Zoro poté vedere la schiena nuda di Jane. Era magra, con i muscoli ben definiti di chi è abituato a sforzi fisici intensi, riuscendo però a mantenere la delicata grazia di una figura femminile. La pelle rosata era tirarata, i nervi sempre pronti a scattare, la spina dorsale appena visibile e in mezzo si vedeva un profondo taglio. La pelle attorno era arrossata e il sangue usciva lentamente dalla pelle formando piccole strisce rossastre lungo la schiena. Maggie disinfettò la ferita e la rifasciò di nuovo.
-         Va bene – sentenziò – Stai guarendo bene, fra circa due giorni puoi togliere le bende. Per ora tieniti abbastanza tranquilla e se ti alleni limitati ai pesi, evita di maneggiare le spade per almeno due giorni .
Fece per andarsene ma si fermò – Tieni – le tirò un sacchetto –Sono i 15 milioni di denari, il valore complessivo delle tagli dei briganti, ci vediamo! – concluse uscendo e chiudendo la porta.
-         Quindi è così che ti mantieni? – domandò Zoro.
-         Con le taglie? No ogni tanto qualche criminale ha una taglia sulla testa e tutte le volte che Maggie le riscuote me le consegna, ma non faccio la cacciatrice di taglie. I miei genitori ogni tanto mi mandano dei soldi, è così che mi mantengo. I cacciatori di taglie di mestiere non sono veri combattenti, ma solo dei buffoni. -
Zoro arrossì lievemente e, visto il suo passato, tentò di deviare il discorso:
-         Io ora dovrei tornare alla nave, ma non mi ricordo più la strada, Non è che mi puoi accompagnare tu? –
-         Certo! In effetti, è difficile orientarsi in questa isola se non si è di queste parti, anzi, mi sorprende che tu sia arrivato qua sul promontorio. –
-         In realtà io cercavo la nave, poi, però sono sbucato qui, ho visto casa tua e mi sono incuriosito. è per questo che sono entrato. –
-         Capisco,ora si spiega cosa ci facevi in camera mia ieri.-
S’incamminarono. Zoro cercava di ricordarsi la strada, ma, in effetti, vide che era molto contorta e difficile da memorizzare. “E’ ottima se ti vuoi difendere dai nemici che vengono dal mare, se mai fossimo stati intenzionati a saccheggiare il villaggio di probabilmente ci saremmo persi in mezzo a tutte queste strade e stradine.
-         Siamo quasi arrivati – disse Jane a un certo punto.
Zoro se ne accorse non tanto perché era familiare la zona, ma perché vide la spiaggia, e perché sentiva Rufy che cercava di entrare in cambusa per rubare il cibo e la voce di Nami che gli diceva di stare alla larga.
-         Cè movimento oggi! – esclamò Zoro
-         Fanno sempre così? – chiese Jane
-         Praticamente tutti i giorni, la maggior parte delle volte il cibo lo finiamo perché Rufy riesce a chiudere la sorveglianza di Nami e si sbafa tutto. -
-         Ciao Zoro! – Rufy si era accorto del loro arrivo.
-         Ciao ragazzi! –
-         Dove cavolo eri finito? È da ieri mattina che sei sparito! Non dirmi che ti sei perso di nuovo! – lo accusò Rufy. Zoro lo zittì con un pugno
-         Stai zitto che non è che tu sei tanto più bravo, ti ricordo che prima di incontrare Nami che facesse da navigatore hai naufragato un sacco di volte! –
Mentre Rufy e Zoro si azzuffavano, Nami si avvicinò a Jane.
-         Stai bene? – chiese premurosa
-         Sì, sto bene, grazie – rispose Jane
-         Hai deciso che cosa fare? –
Jane ebbe un sussulto: - Come … ? –
-         Zoro può sembrare un tipo tutto muscoli, ma scommetto che ti ha parlato e quando lo fa, porta sempre la gente a una decisione da prendere e credo che anche nel tuo caso non sia diverso. –
-         Sì, infatti, è così. Ho deciso che non posso continuare a vivere in questo posto. Mi sembra una prigione e ogni volta che guardo il mare, è come se fossi in una gabbia fuori da una finestra. La libertà è vicina ed io non posso raggiungerla perché imprigionata. Partirò, ormai sono pronta.  Prenderò il mare e cercherò una ciurma disposta a sopportarmi – concluse.
-         Nami – disse Rufy che nel frattempo aveva smesso di litigare con Zoro – qual è la nostra prossima meta? – Nami consultò velocemente una cartina.
-         È il villaggio di Shirop, cercheremo una nave vera da sostituire a questa mini bagnarola che ci ritroviamo. –
-         Allora buona fortuna – disse Jane – Magari un giorno ci ritroveremo e quando accadrà, saremo nemici ~.
-         E perché mai dovremo lasciarci – disse Zoro.
-         Infatti, tu vieni con noi – propose Rufy – Mi piace come combatti e visto che io sono il futuro re dei pirati ho bisogno di compagni forti come te! –
-         Davvero mi proponete di diventare una di voi? – Jane sembrava incredula!
-         Noi non ti proponiamo un bel niente! – esclamò Rufy – Tu vieni con noi senza ombra di dubbio, non è una proposta, ma una costatazione! –
-         Ci stai? – chiese Zoro
-         Certo che c sto! – Jane era euforica – Non posso credere che mi prendiate con voi! –
-         Domani all’alba salpiamo, hai tempo sino ad allora per preparare le tue cose alla partenza, ci vediamo qui  –disse Nami
-         Allora, non ho tempo da perdere! Ci vedremo domani! – Jane era al settimo cielo. Aveva realizzato il suo sogno! Era diventata un pirata, sarebbe partita presto, se ne sarebbe andata da quella prigione e avrebbe smesso di vivere nell’ombra dei suoi genitori e dei loro desideri sul suo futuro. Decise per prima cosa di avvisare Maggie. Entrò nell’ambulatorio e non appena l’ebbe trovata le raccontò tutto.
-         So che tu eri a conoscenza del mio sogno e quindi ti chiedo un favore, avverti tu gli altri del villaggio ~.
-         Ma sei sicura della tua scelta? –
-         Sì, non posso continuare così a nascondermi, e a illuderli, IO NON SONOUN MARINE, IO SONO UN PIRATA! –
-         Allora buona fortuna – disse Maggie abbracciandola.
-         Tieni questo – le disse porgendole un pugnale riccamente decorato.
-         È quello che ti ha tirato il brigante, è grazie a questo che è iniziato tutto e poi è stato tirato a te, è tuo! –
-         Grazie, anche per esserti presa cura di me in questi cinque anni, non lo dimenticherò – detto questo, uscì, consapevole che probabilmente non l’avrebbe rivista mai più. Non perse tempo con inutili sentimenti nostalgici, soprattutto perché aveva la certezza che quel posto non le sarebbe mancato. Solo un posto avrebbe rimpianto un po’: Il promontorio. Adorava quel luogo, dove poteva pensare in pace, in cui poteva dimenticare di essere reclusa e dove poteva ammirare il mare e la sua potenza in tutto il suo splendore. Ammirò il tramonto da lassù, un affascinante spettacolo in cui un’enorme palla di fuoco si butta dentro il mare e spegne la sua luce gettando il mondo nell’oscurità più totale. Entrando in casa venne la parte più difficile: cosa avrebbe portato nel suo viaggio? Prese alcuni cambi di vestiario, scelse i libri che potevano essere più utili in viaggio, svuotò il suo arsenale, composto per lo più da coltelli da lancio e stelle ninja, prese tutto ciò di cui aveva bisogno per la cura delle armi, un po’ di materiale per il primo soccorso, vari oggetti indispensabili per la vita il mare, come accendino e astrolabio e tutti i risparmi. Stava per rendere anche il libro coni suoi racconti, ma lo lasciò al suo posto perché non le sarebbe servito più visto che avrebbe vissuto lei in prima persona tutto ciò che aveva immaginato e sognato.
Aprì un libro, intitolato “Grandi pirati  dell’era di Gol D. Roger” e aprì immediatamente la pagina in cui sapeva avrebbe trovato la foto di Pirata, l’uomo che le aveva aperto la mente su quel tipo di vita. Lesse velocemente il capitolo a lui dedicato, capitolo che ormai sapeva a memoria e si soffermò sul nome: “Silver Raileigh, detto il Re Oscuro, vice capitano della ciurma del re dei pirati”. Chissà se l’avrebbe rincontrato nel suo viaggio? Chiuse il libro, ripensando alle parole che Raileigh le aveva detto anni prima: “ Non pensare mai al passato, perché non lo puoi cambiare, non pensare nemmeno al futuro, perché non lo puoi prevedere, pensa solo al presente e vivilo con intensità.” Era ciò che avrebbe fatto, non avrebbe più permesso a nessuno di decidere della sua vita.
 Impiegò tutta la notte a pensare bene cosa portare e a sistemare tutto in uno zaino. Quando mise la borsa con i coltelli da lancio attaccata alla cintura e assicurò le sua due spade ai fianchi, ormai albeggiava. Quando uscì, ammirò la bandiera della marina che per anni aveva sventolato e se ne andò senza guardarsi indietro. Quando arrivò alla spiaggia, Zoro, Rufy e Nami la stavano già aspettando.
-         Finalmente sei arrivata! Come mai ci hai messo tanto?!! – Nami era già pronta a salpare da un pezzo.
-         Ma che dici! È l’alba adesso! – esclamò Rufy
-         Non vedo l’ora di salpare! – Jane era entusiasta. Stavamo per partire quando si sentì un brusio di molte persone.
-         Sbrigati, è tardi! –
-         Speriamo non siano partiti –
-         Ahi! Mi hai pestato un piede! –
-         Non spingere! Ormai siamo arrivati, la spiaggia è qui! –
All’improvviso dagli alberi sbucarono in massa tutti gli abitanti di Ringtown, con a capo Maggie.
-         Maggie! Che cosa ci fate qui? – Chiese sorpresa Jane
-         Indovina! Siamo venuti a salutarti! – Rispose come se fosse la cosa più normale del mondo.
-         Ma io sono un pirata! Com’è possibile che non mi odino? –
-         Sai, la gente ha sempre creduto che tu diventassi una marine, perché hai sempre difeso il villaggio e i suoi abitanti, una cosa non normale per una pirata, ma è po’ che qualcuno aveva dei sospetti su di te e sulla tua passione. Nessuno ti odia, ti sono grati per ciò che hai fatto. Sei una di noi e ti vogliamo augurare buona fortuna per il tuo viaggio e il tuo futuro. Vero ragazzi!?! –
-         Verissimo Maggie!!! – rispose il villaggio in coro.
Jane aveva le lacrime agli occhi, aveva sempre creduto che le persone la odiassero e la considerassero solo come una, regima che si faceva massacrare per loro, ma in quel momento capìì che non era vero. Era una di loro e le erano grati per gli anni passati a proteggerli. La salutarono tutti, uno per volta, ringraziandola e scusandosi per averla esclusa, che non era loro intenzione. Finalmente finirono e Jane e gli altri salirono su’’ imbarcazione e presero il largo.
Quando la prua si staccò dalla sabbia, ci fu l’ovazione e si risero tutto a sbaracciarsi e a urlare saluti e auguri. Man mano che si allontanava il coro voci si affievolirono e i loro cori rimpicciolirono, fino a che non scomparvero del tutto dalla vista. Era fatta, Jane era diventata una pirata, aveva realizzato il suo desiderio più grande. La gabbia che in tutti quegli anni l’aveva imprigionata si era finalmente rotta e lei era uscita. Sarebbe diventata una spadaccina fantastica, sarebbe migliorata moltissimo con la pratica, avrebbe vissuto tutte le emozionanti avventure che aveva sempre soltanto immaginato e si sarebbe definitivamente staccata l’ombra che la fama dei suoi genitori le gemeva addosso fin da piccola, avrebbe dimostrato al mondo intero il suo valore e che non era solo una ragazzina! Il mondo avrebbe imparato a temerla e a rispettarla e il suo nome sarebbe stato pronunciato con onore e reverenza.
Quel giorno era L’ INIZIO DELLA VITA!
   
 
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