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Autore: Hikari93    17/07/2011    7 recensioni
[Dedicata ad Uchiha Miku]
Un Uchiha e una ragazza sognatrice... cosa potrà mai nascerne?
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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 Il bagnetto

 

 
 

Il momento del bagnetto era sempre il più difficile.
 
“Non ti farà male provarci, almeno per una volta!”, aveva detto Sakura, sghignazzando, prima di chiudersi la porta alle spalle e sparire.
 
Sasuke l’aveva fissata, truce. Mancava poco che dai suoi occhi uscissero fiamme ardenti capaci di consumare lievemente – e dolorosamente – la consorte. Tuttavia, se l’aveva scelta non era stato di certo per farle fare quella fine.
Si passò una mano tra i capelli, come se in quel modo potesse scacciare via tutta la rabbia che stava provando verso una donna che, ultimamente, lo stava stuzzicando troppo.
-Vedi di fare il bravo tu.- disse ad Itachi, con fare minaccioso, mentre con la mano controllava la temperatura dell’acqua.
 
Il bambino mosse la testa di lato, gli occhioni sgranati, ad indicare assoluta meraviglia. Aprì la bocca per emettere qualcosa, ma ne uscì soltanto un suono senza senso. Era seduto a terra, sulle mattonelle fredde del bagno, ed alternava lo sguardo tra la vastità del luogo in cui si trovava e la figura alta e imponente del padre. Talvolta, stufo di stare lì a far niente, cercava di richiamare l’attenzione, lanciando urli terribili per le orecchie del giovane Uchiha oppure battendo le manine a terra, allungandosi sempre di più verso il pavimento.
Si stufava subito, il piccolo di casa.
Non per niente era figlio di due individui che di pazienza ne avevano ben poca. Uno dei due non sapeva nemmeno cosa volesse dire tale parola.
 
-No, le mani in bocca, no!- lo rimproverò Sasuke, accorrendo verso di lui.
Per quanto l’Uchiha volesse – e potesse – mantenere un atteggiamento freddo e distaccato con chiunque, non poteva negare di voler – e dover – tenere quattro occhi aperti con quel pestifero. Innanzitutto, era il suo primo figlio, per cui l’inesperienza totale in materia si faceva sentire.
Non sapeva perché, ma talvolta si sentiva inferiore a Sakura – cosa assolutamente non accettabile. Vedeva nella figura della madre qualcosa in più, soprattutto se ripensava al legame che lo teneva unito alla sua famiglia. Sasuke voleva bene ad entrambi i suoi genitori, ma la mamma… era pur sempre la mamma.
Ammise a sé stesso, con un po’ di malinconia, di essere geloso.
Ad accentuare questo sentimento, c’era il ricordo sempre presente del momento del parto: lui cosa aveva potuto fare per sua moglie? Niente. Non si era mai sentito inutile come quella volta. Più di un momento le aveva chiesto cosa potesse fare per lei, ma quale risposta si era aspettato per davvero? Lui e il suo orgoglio in quel caso non avevano potuto far nulla.
Scosse il capo e strabuzzò più di una volta gli occhi, così da rimuovere quell’argomento da cui non c’era via d’uscita. Perso in tanti pensieri dolorosi, quasi non si accorse di star ancora pulendo le manine di Itachi con quelle nauseanti salviettine puzzolenti.
Il bambino continuava a guardarlo, con un’espressione davvero buffa sul volto, tant’è che al ragazzo spuntò un accenno di sorriso.
Mai un sorriso che si fosse esteso da una parte all’altra del viso. Mai quella soddisfazione: né ad Itachi, né ad altri.
 
-E adesso, è l’ora di fare il bagno.- lo disse come se fosse una condanna.
Alla stesso modo, il più piccolo lo recepì proprio come tale. Prese ad agitarsi tutto, a divaricarsi tra le braccia forti del papà, che delicatamente lo sollevava da terra per portarlo verso la vasca, riempita con talmente poca acqua che a Sasuke sarebbe arrivata a malapena a ricoprire tutto il piede.
Tra uno sbuffo e l’altro, l’Uchiha maggiore era riuscito a far entrare quella peste del suo bimbo in acqua. Era sempre quella la solita, stufante situazione: Itachi non ne voleva sapere di entrare farsi lavare, era come se avesse paura. Poi, una volta che veniva immerso, sembrava divertirsi. Ad ogni modo, per evitare tragedie di pianti o roba varia, Sasuke con l’altra mano pensò bene di acciuffare una ridicola paperella giallo squillante, che gli ricordava tanto i capelli di un tale Naruto Uzumaki.
-Guarda qui, Itachi, è Naruto!- disse, premendo il pupazzo così da farlo suonare.
Itachi, che nel frattempo continuava imperterrito a cercare di ottenere quella che viene chiamata libertà, lottando con le unghie e con i denti per opporsi alla dittatura del padre, si zittì di colpo, alzando gli occhi verso colui che aveva prodotto il rumore. Rise soltanto a guardarlo. Chissà perché, il bambino associava il nome “Naruto” a tante risate. Di questo Sasuke non poteva che essere fiero: persino un bambino tanto piccolo capiva quanto fosse ridicolo quella testa quadra del suo migliore amico. E ciò che contava era che il piccolo in questione fosse suo figlio.
-Naruto.- ripeté, osservando suo figlio alzare le braccia per acchiappare l’oggetto che andava sotto la denominazione di un certo biondo.
Ovviamente Sasuke se ne approfittò: tenendo conto della distrazione di Itachi, riuscì a lavarlo quasi senza problemi e, nel frattempo, a mantenerlo. Per compiere al meglio questo dovere, aveva appoggiato “Naruto” sul bordo della vasca, in modo che ad Itachi fosse ben visibile. Tuttavia, si trattava sempre di un Uchiha.
Questi, infatti, tutto ad un tratto si stancò.
 
Capì che tutti i suoi sforzi erano inutili, che per quanto si allungasse non sarebbe mai riuscito a raggiungere quel suo obiettivo, per cui ricorse all’unica arma che aveva in suo possesso, quella da cui nemmeno Sasuke Uchiha sapeva difendersi.
Cominciò a piangere, ad urlare e ad agitarsi.
-Stai buono, abbiamo quasi fin…-
L’Uchiha non potè nemmeno concludere quella semplice frase, che uno spruzzo d’acqua gli finì proprio in un occhio. Sebbene fosse stato svelto a ritornare padrone di sé – dato che si trattava solo di un goccio di pura acqua – venne investito lo stesso da un fiume in piena di liquido cristallino, che non fece altro che bagnarlo tutto. A momenti, era più bagnato lui di suo figlio: e dire che non aveva riempito eccessivamente la vasca!
-Sta. Fermo.- cominciava inevitabilmente a scandire le parole quando le cose non andavano per il verso giusto. E in quel caso, proprio non ne volevano sapere di andare.
Per tutta risposta ne ricavò un altro bagno, ma stavolta fu più pronto, riuscendo ad immobilizzare Itachi e a sollevarlo dalla vasca.
-Dannazione. Chissà come avrai combinato il bagno!- gli disse, vedendolo finalmente sorridere ad un centimetro dal suo volto.
Deglutì con leggerissimo nervosismo, prima di voltarsi.
Beh, la stanza non stava meglio di lui, bagnata in più punti.
-Non avrai ereditato tutta la forza di tua madre, spero! Per fare tutto questo macello!-
Ottenne soltanto un’altra risatina, come se il bambino volesse rispondergli affermativamente.
-Ad ogni modo, è meglio sciacquarti per bene, e poi pulire.-
Detto questo, riempì di nuovo la vasca – dato che non c’era quasi più nulla – e vi rimise il bambino.
-Tieni questa.- gli pose la paperella tra le mani, sorbendosi tutti i fastidiosi suoni che provenivano da essa.
 
“Naruto, sei fastidioso anche sottoforma di papera”, pensò.
 
Vide Itachi mettersela in bocca e mordicchiarla. Quella era igienica e pulita, ma preferì comunque togliergliela. Tanto, ne aveva usufruito abbastanza, ed il bagnetto era stato fatto.
 
Appoggiò Itachi sul fasciatolo, e dopo averlo asciugato gli mise il pannolino, per poi fargli indossare una tutina azzurra. Lo guardò, gli occhi che gli si chiudevano, quella dannata papera ancora tra le mani. Gli spuntò un sorriso, stavolta più largo. Era un gesto che non gli apparteneva, lo sapeva, ma come resistere davanti a quella che sarebbe stato per sempre la luce dei suoi occhi? Si sentiva incredibilmente romantico, forse anche stupido, ma di certo l’affetto profondo che provava per quel meno di mezzo metro di bambino non era paragonabile a niente.
Pensò. Per lui poteva anche sforzarsi di sorridere, ogni tanto.
 
Si passò una mano tra i capelli – di nuovo -, e stavolta li trovo bagnati.
Forse non aveva potuto fare nulla per Sakura, quando aveva partorito quel piccolo angelo demoniaco che ora dormiva beato, ma era sicuro che ora poteva fare qualcosa…
 
… come buscarsi un raffreddore per un bagnetto finito a male!
 



 




 
 
Ebbene, ho una “bella” sorpresa per voi! Dato il “successo” che la fic aveva ottenuto a quello che doveva essere il suo primo e unico capitolo (ovvero 8 preferenze e 3 “ricordanze”) ho deciso di farla diventare una raccolta, incentrata sull’allegra famigliola.
 
yuki21 ho provato a pensare qualcosa del parto, ma l’ho inserito solo come un mezzo accenno. Quando mi verrà una buona idea, magari la svilupperò meglio, promesso ;)
 
 
 
Vi inviterei, infine, a passare per la mia round robin, invitandovi, se volete, a partecipare ;D: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=762141

 
 

   
 
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