Epilogo
“Beh, grazie.
Grazie lo stesso!”
Kakashi si appoggia di schiena
all'acquaio della propria cucina, ha le braccia lungo il corpo e le
mani sorreggono il suo peso, puntate sul piano. L'occhio scoperto non
è chiuso, ma sorride.
C'è qualcosa di buffo, di
strano, di dolce, di strano e anche... strano, in quella situazione.
A partire dal fatto che lui non è mai stato bravo con le
smancerie e i ringraziamenti se non quelli di circostanza, fino ad
arrivare alla visione dei suoi allievi, in piedi nella sua cucina, in
silenzio. È tutto strano.
Naruto ha un sorriso pieno,
raggiante. Sakura è imbarazzata, lo è dall'inizio e
Kakashi sa che nonostante lei fosse al corrente dell'errore degli
altri non ha avuto il cuore di informarli. Sai ha quel suo sorriso
falso che, adesso lo sanno, non è altro che una maschera per
proteggersi. Sasuke invece sembra indeciso se pestare Naruto in suo
onore o evitare di rompergli la casa spaccandoci sopra la testa
dell'idiota.
“È... è davvero un bel pensiero,”
continua Kakashi, con vago imbarazzo.
Spesso si mantiene distante
dalle persone, da una parte ne avverte la necessità e
dall'altra c'è il meccanismo innescato dalla severa educazione
ninja, così mantiene i rapporti sociali tiepidi e non si
lascia coinvolgere. Con i suoi allievi invece non deve fingere,
istintivamente reagisce in modo diverso: non si sente salire il
nervoso quando si parla di Sasuke, non si sente indisposto a
concepire una visione diversa dalla sua quando si parla di Sakura,
non si sente stanco quando si parla di Naruto e non crede che Sai sia
meno importante perché arrivato per ultimo.
C'è una
buona dose di molliccio affetto, in questo, lo riconosce con una
punta di fastidio, giacché ha in testa la voce di Tenzo che lo
canzona per l'età che avanza. C'è un dolce sapore in
bocca, una bella sensazione che passa dalla gola e scivola giù
nello stomaco, legato al fatto che sono di nuovo tutti e tre lì,
a Konoha, sani e salvi. Sono in cinque adesso, perché le
famiglie che funzionano si allargano e per funzionare non deve
necessariamente andare sempre tutto liscio bensì bisogna
superare gli ostacoli insieme.
Sasuke deve aver deciso pochi
istanti prima che il suo tavolo non gli piace e ci sta schiacciando
sopra la testa dura del jinchuuriki.
“È il quindici
di settembre, cialtrone, non di agosto,” ringhia,
soffocando gli starnazzi di Naruto sulla superficie lignea.
Kakashi
non si scompone perché la sorpresa continua ad essere, da
qualsiasi parte lui la guardi, davvero bella. Pur se in anticipo,
pensa, massaggiandosi la testa.
La torta è pure buona,
scopre, quando Sakura gliene offre una fetta. Mancava qualcosa,
infatti. Mancavano le grida e i pugni dell'allieva. Lei però
si siede sul piano vicino a lui e mangia la torta con occhi lucidi,
guardando gli uomini della sua vita tutti lì, in quella
stanza. Tutti sani e salvi.
E il loro problema più grande è
azzeccare il mese del compleanno di Kakashi, finalmente.
Owari
(500 sudate parole)
Bleah. Detto questo, sappiate comunque che questa flash mi piace più dei precedenti capitoli. È vero che non c'è SasuNaru evidente - anche se so che molte di voi ce lo vedranno lo stesso u_ù - ma soprattutto c'è il team sette, il team Kakashi, quello che vi pare, ma sono tutti lì, c'è pure Sai, e sono davvero belli. Bellissimi.
Vi ringrazio molto per i complimenti, per l'incoraggiamento in questo parto gemellare e per averla seguita. Grazie.
I personaggi e i luoghi non mi appartengono e non c'è lucro.