Capitolo 2
-Tramezzini al formaggio e succo di zucca-
Quando Oliver oltrepassò la porta che conduceva
alla Sala Grande non si stupì affatto di trovarla semivuota. Solo un paio di
sedie dei tavoli di Tassorosso e Serpeverde erano
occupate. Per il resto, era pressoché deserta.
Buttò un occhiata al tavolo Tassorosso, incerto se chiedere o no a Cedric Diggory un pezzo del
suo panino, ma rinunciò.
La bruciante sconfitta era ancora troppo fresca
per chiedere asilo politico proprio a lui che ne era la causa.
Certo, si era scusato e aveva cercato di far
annullare la partita – e insomma, sembrava in buona fede – ma restava il
fatto che Tassorosso aveva vinto per merito suo, e
probabilmente era un capitano migliore di quanto lo fosse lui.
Rabbuiato salì le centinaia di scale fino alla
torre di Grifondoro con passo particolarmente funereo, e quando entrò si beccò
le occhiatacce di Angelina Johnson, intenta a
studiare Trasfigurazione Avanzata sulla poltrona davanti al camino.
La ignorò e salì lentamente le scale del
Dormitorio, fino a spalancare la porta con aria melodrammatica.
Dentro c’era Percy, chino sul suo compito di
Pozioni.
«’Giorno» disse senza troppo
entusiasmo. Percy alzò la testa incuriosito dal suo compito
e lo fissò per un paio di secondi.
Oliver incrociò il suo sguardo e stettero a
fissarsi per un tempo abbastanza lungo, fino a che Percy non sbuffò esasperato.
«Cos’hai?» chiese, riponendo la piuma e il
compito nella borsa.
«Assolutamente niente» rispose Oliver, aggrottando la fronte. Percy che metteva via
un compito per chiedergli cos’aveva?
Il sopraccitato Caposcuola sbuffò sonoramente e
gli lanciò un’occhiataccia.
Oliver si arrese senza fare troppe storie e si
buttò sul letto, mentre Percy stendeva una pergamena e iniziava a scrivere una
lettera a chissà chi.
«E’ il Quidditch. La squadra mi odia, Harry è
mezzo morto in Infermeria e Katie oggi mi ha trovato mezzo nudo nello
spogliatoio» elencò, cercando di non sembrare troppo
tragico.
«Mhm» fu l’unica risposta di Percy.
«Silente si è messo a ballare un tango con
«Mhm»
«Percy, Caramell è morto»
«Che, cosa, dove, COME?» saltò su Percy,
guardandosi intorno terrorizzato.
Oliver strinse gli occhi per un attimo e si passò
una mano sulla fronte.
«Stavo scherzando, Perce» spiegò, sentendosi profondamente
magnanimo.
L’amico lo guardò male, ma ripose la lettera e
finalmente gli prestò attenzione.
«Credo di aver captato le parole Quidditch, Katie
e mezzo nudo» elencò, diligente.
Il cervello di Percy Weasley non era da
sottovalutare. Il ragazzo non era il massimo in consigli sulle relazioni
amorose, ma era bravo ad uscire dalle situazioni ingarbugliate.
«Hai captato bene. Katie mi stava aspettando
nello spogliatoio e io portavo addosso solo un asciugamano » raccontò. «Ah, e
la squadra mi odia »
Lo sguardo di Percy si addolcì un po’, e Oliver
sospettò che l’avesse già
perdonato per aver interrotto il suo studio, ma soprattutto per aver
declamato la morte del suo idolo, Cornelius Caramell.
«Accidenti, Oliver, magari sta iniziando a
interessarsi a te » lo esortò l’amico. «Provaci,
buttati. Io e Penelope…»
Oliver smise rassegnato di ascoltare i consigli
di Percy nell’esatto istante in cui lui fece il nome di Penelope. Quei due
stavano insieme per puro miracolo divino, e passavano le giornate insieme a
studiare o a giocare a scacchi – e Percy perdeva dignitosamente ogni volta –
quindi non erano esattamente il modello giusto da prendere in considerazione.
Da quando Percy si era buttato e si era
dichiarato, prendendo coraggio, non la smetteva più di gongolare sulle sfortune
di Oliver in fatto di ragazze.
Katie non era un tipetto
facile da capire. Sarà anche stata tranquilla e molto dolce, ma quando ci si
metteva era una tipa tosta, ed era anche molto combattiva.
E non era mai sembrata molto interessata ai
ragazzi.
Eccetto quelle memorabili due occhiate di troppo
a Fred, ma niente di che. Ed era questo che lo preoccupava tanto. Se Katie non
era nemmeno interessata ai ragazzi, come pensava di farla interessare proprio a
lui? Insomma, roba da matti, no? Natale era appena passato, tra l’altro, e
prima della prossima uscita a Hogsmeade –se mai avesse avuto coraggio di
invitarla – c’era ancora una settimana.
Come si fa ad avere solo una settimana di tempo
per decidersi? E poi, non è che poteva dirglielo il giorno prima, no? E avrebbe accettato?
«…quindi ti consiglio vivamente di chiederle di
uscire, almeno per capire se è interessata o no» concluse Percy,
guardandolo raggiante come se avesse appena annunciato di essere diventato
Ministro della Magia.
Oliver sorrise
mesto.
«Grazie, Perce, sei stato davvero molto utile »
~°~
Alicia non era il tipo che di solito perdeva
tempo in inutili convenevoli. Anche quella volta, infatti, la trascinò dritta
in Sala Comune.
Trovarono Angelina seduta davanti al
fuoco e si sedettero poco lontano, in modo da non essere a portata d’orecchio.
«Bene, affrontiamo l’argomento» proclamò Alicia con fermezza.
«Non c’è nulla da affrontare, Ali» brontolò Katie
a disagio. «Perché ti sei messa in testa che mi piace Oliver?»
Cercò disperatamente di non arrossire, ma dalla
faccia di Alicia poteva dedurre facilmente di aver miseramente fallito nel suo
intento.
«Senti, è la sesta volta oggi che arrossisci
quando si nomina Oliver. Prima l’hai aspettato negli spogliatoi. Mi
vuoi dire che è successo lì dentro?» chiese, prendendole una mano.
Katie sospirò. Tanto valeva arrendersi, a questo
punto.
«Ecco, stavo aspettando
quando si è spalancata la porta e lui è saltato fuori tutto bagnato
e gli sono andata a sbattere addosso. Eh, abbiamo scambiato due parole e me ne
sono andata» disse, sperando che l’amica non
indagasse oltre.
Il solo pensare a quell’avvenimento
la mandava in catalessi.
«Capisco» disse Alicia. Poi un sorrisetto
furbo le si dipinse in faccia. «Ed
era vestito?»
Katie non poté fare a meno di arrossire e darle
un amichevole pugno sul braccio, mettendoci forse un po’ troppa energia.
«Insomma, Alicia!» sbottò, non riuscendo a non
scoppiare a ridere. Alicia si unì alla sua risata, e Katie si sentì meno
confusa per un attimo.
«Comunque no, non era esattamente vestito» annunciò, tanto per stare un po’ al gioco.
Alicia ridacchiò ancora più forte, quando una
voce alle loro spalle interruppe i loro importanti discorsi.
«Chi è che non è esattamente vestito?» domandò
uno dei gemelli Weasley – probabilmente Fred – a voce più alta possibile.
«Che combini, Katie? Che argomenti sono questi?»
rise l’altro gemello – a questo punto George – in maniera alquanto sguaiata.
Katie cercò inutilmente di evitare di arrossire,
ma non riuscendoci optò per infervorarsi.
«Evitate di farvi sentire da tutta
Gli ultimi che dovevano venire a sapere del suo scontro con Oliver
erano proprio quelle bocche larghe dei gemelli Weasley.
«Parlavamo di ragazzi. E ora sciacquate, Weasley
uno e due» ordinò Alicia, ridacchiando.
Fred fece un inchino e George strizzò loro
l’occhio – ma che avevano tutti quanti? – poi se ne andarono schiamazzando a
importunare Angelina.
Katie pregò con tutta se stessa che non avessero
sentito parte della conversazione.
«Guarda che anche loro due sospettano che ti
piaccia Oliver» le fece presente Alicia, facendo crollare tutte le sue certezze.
Katie si passò una mano tra i capelli neri, in
imbarazzo.
«Ma è una fissazione, allora!» brontolò.
Rimasero a chiacchierare un altro po’, poi Alicia
annunciò di volersi fare una doccia. In fondo era sabato e non avevano lezione.
Katie la osservò salire le scale del dormitorio
delle ragazze per un po’, poi estrasse un libro e si mise a leggere.
Un rumore di passi riscosse Katie dalla sua
lettura. Alzò il viso giusto per vedere Oliver girovagare per la stanza,
infilando la testa sotto le poltrone visibilmente in cerca di qualcosa. Ripose
la sua copia di Lupo Mannaro per un giorno e lo osservò per qualche secondo.
Quando sbattè distrattamente
la testa sotto un tavolo si decise a rivelare la sua presenza nel miglior modo
possibile.
Diede un lieve colpo di tosse e Oliver scattò in su come una molla,
finendo solo per dare un’altra testata al legno duro.
D’accordo, forse non era il miglior modo
possibile.
Quando Oliver si accorse della sua presenza,
tutto quello che fu capace di dire fu “Ahio.”
Si alzò lentamente, massaggiandosi la testa, e
Katie gli sorrise incoraggiante.
«E’ possibile che ti trovo sempre nelle
situazioni più strane?» chiese, osservandolo mentre si buttava con
un gemito nella poltrona di fronte alla sua.
Oliver le lanciò uno sguardo atterrito e lei si
affrettò a spiegare.
«Scherzavo, Oliver»
Risero insieme, più per occupare il silenzio che
per altro. Quando anche le risate si furono calmate rimasero a guardarsi per un
po’.
Fu Oliver a rompere il silenzio.
«Stavo cercando il mio modellino del Campo da
Quidditch. Volevo sperimentare una nuova idea» disse timidamente.
Katie sorrise.
«Non vuoi far provare a Harry la finta Wronsky, vero?» domandò. «Si ammazzerebbe, è troppo piccolo »
Oliver ridacchiò.
«Ma no, è un nuovo schema per i gemelli. Ma non
voglio annoiarti prima del tempo con le mie tattiche folli» mormorò.
«Non mi annoiano le tue tattiche» se ne uscì Katie sorprendendo sia Oliver che se stessa.
Lui sorrise, grato.
«Pronta per la partita di domani?» chiese.
«Scherzi? Sono nata pronta»
Oliver fece un sorriso strano, molto caldo e
molto dolce, e lei si ricordò improvvisamente della scena delle docce, e del
pranzo, e di un altro minuscolo particolare.
“Non hai fatto pranzo, vero?” gli chiese, sorridendo.
“Non ho fatto in tempo, sono arrivato tardi. E
poi disponibili a dividere il panino con me c’erano solo Diggory e Montague. Forse non era il caso” rispose lui, incuriosito.
Katie frugò nella sua borsa per un secondo, senza
parlare, poi estrasse due tramezzini al formaggio e un succo di zucca e li
porse a Oliver.
Lui spostò lo sguardo da Katie al suo pranzo e
poi di nuovo a Katie, e deglutì.
«G-grazie per avermi
portato qualcosa da mangiare» balbettò.
Katie arrossì per la millesima volta in quella
bizzarra mezza giornata.
«Di niente» rispose.
Rimasero zitti per un po’, mentre Oliver buttava
nello stomaco i suoi tramezzini.
Alla fine si decise.
«Senti, volevo chiederti, se per caso per la
prossima…»
Purtroppo però un urlo agghiacciante si levò dal
Dormitorio maschile e Oliver non fece in tempo a finire la frase. Scattò in
piedi, allarmato, e Katie si sporse dalla sua parte in tempo per vedere Percy
Weasley, compagno di stanza di Oliver, fiondarsi a
rotta di collo giù per le scale, ululando come un gufo impazzito.
Si parò davanti a loro con aria infuriata.
«Baston, dove sono quei maledetti parameci
dentati di Fred e George?» domandò, quasi sibilando.
Oliver alzò le spalle, osservando incuriosito – e
anche un po’ spaventato – l’amico furente.
«Cosa hanno combinato?» chiese Katie, vedendo
Percy incavolato come un Ippogrifo imbizzarrito.
Lui spostò lo sguardo affilato su di lei.
«Hanno di nuovo trasfigurato la mia spilla da
Caposcuola»
Fece un gesto con una mano, e la scritta Zuccaposcuola brillò tra le sue dita,
arancione e lampeggiante.
Oliver e Katie si guardarono per un istante, poi
ci fu un attimo di panico.
«Sono andati di là!» gridarono all’unisono,
indicando il retro della tela della Signora Grassa.
Percy li fissò più allibito che furente per
qualche secondo, poi si riscosse.
Afferrò Oliver per la cravatta.
«Muoviti, Baston, devi aiutarmi a dare la caccia
a quei maledetti traditori! Sangue del mio sangue!» borbottò, irritato.
Oliver lanciò uno sguardo impotente a Katie, che
però non riuscì a trattenersi e gli ridacchiò impunemente in faccia.
Il ragazzo si rilassò appena e sorrise.
Venne trascinato via
da Percy, che borbottava incessantemente come una teiera. Prima di attraversare
il buco del ritratto della Signora Grassa lanciò un’ultima occhiata a Katie.
Li stava osservando andare via con un sorriso
divertito stampato in volto.
~°~
Alicia scese le scale del Dormitorio femminile
con la vaga speranza che Katie avesse nel frattempo riflettuto sul loro
discorso e su Oliver. Il compito di Cupido le era sempre piaciuto un sacco.
Nelle sue più rosee aspettative Katie ammetteva di essere vagamente interessata
a Oliver, mentre in quelle meno rosee cercava di ucciderla a suon di librate.
Non si aspettava assolutamente di trovare Katie
seduta sulla poltrona, con aria sognante, a fissare bellamente il vuoto.
Le si avvicinò cauta,
iniziando a sospettare che fosse stata stregata – conoscendo la fortuna di
Katie, era possibile – ma quella si accorse della sua presenza e si riscosse dai
suoi pensieri, arrossendo in maniera assolutamente colpevole.
Alicia 1 – Katie 0.
~°~
Selene’s Corner
Ehilà!
Spero vivamente che questo capitolo non vi faccia
letteralmente schifo! Qui appaiono Percy Weasley e un po’ più di Alicia, quindi eccoci qui, insomma.
Bene, passiamo alle cose serie: santo cielo, vi
ringrazio per avermi fatto notare l’errore riguardo agli anni in cui si svolge
la storia. Avevo scritto il capitolo in due periodi differenti, e mi ero
dimenticata di cancellare le invettive di Oliver contro Allock. Quello era
successo l’anno prima!
Beh, sappiate che ho sostituito quella parte
errata con una più appropriata, in cui Oliver se la prende con gli alberi. Eh,
già.
Come potete leggere in questo capitolo, Percy è
una persona terribile, ma non è poi così male. Oliver stava per buttarsi e
chiedere a Katie di uscire, e Katie non si sa per quale astruso motivo è
l’unica a non aver capito che Oliver le sbava dietro.
Nei prossimi capitoli vi anticipo
un’alleanza DoubleWeasley-Spinnet, e una sanguinosa partita Grifondoro-Serpeverde.
Detto questo, vorrei ringraziare infinitamente Queen_, AresEris, Tinotina, Roxar e Melardhoniel per le loro
splendide recensioni, che mi hanno fatto ridere a crepapelle, ma anche
inorridire quando ho scoperto di aver scritto NiNbusanziché Nimbus. Che io
sia maledetta.
Inoltre, un ringraziamento va anche a Ceci Weasley che ha
recensito il prologo e il primo capitolo insieme.
Vorrei anche ringraziare i tre ricordati e i nove seguiti.
Ragazze, vi adoro!
Spero che questo capitolo vi piaccia come
l’altro. Questo non dovrebbe contenere errori di trama madornali, a mio avviso,
ma fatemi sapere. Non si sa mai!
Fatemi sapere anche cosa ne pensate, ci tengo
molto!
Un bacio,
Selene