Autrici: abbiamo modificato la
‘grafica’ della nostra storia perché prima faceva veramente… schifo! Comunque
se volete farci sapere qualsiasi cosa, se vi è piaciuta o meno potete anche
lasciarci un commentino-ino-ino! Grazie a chi legge a proprio rischio e
pericolo… un bacio!!
CAPITOLO 1
UN INCONTRO PARTICOLARE
Al numero 4 di Privet Drive c’era un gran fermento, il sig. Dursley avrebbe dovuto ricevere la visita di un suo ex compagno di college e della sua famiglia nel tardo pomeriggio. Non si erano visti ne sentiti per molti anni e di sicuro Vernon avrebbe preferito non incontrarlo, non fosse stato a causa di Dudley. Già, il suo adorato figliolo necessitava di un apparecchio per i denti e Petunia aveva insistito perché lo portassero dal miglior dentista di Londra. Immaginatevi il suo viso paffuto quando si era ritrovato faccia a faccia con il suo vecchio ‘amico’, forse la parola amico è un po’ esagerata, molto meglio conoscente; avevano chiacchierato del più e del meno e la cosa sarebbe finita lì, ma la moglie aveva tanto insistito perché li invitasse a cena, che dovette per forza ubbidire.
“Caro” gli aveva detto “devi pensare ai vantaggi! Avere un ottimo dentista come amico può avere i suoi aspetti positivi”. Logicamente, pensavano di sfruttare il loro legame per ottenere uno sconto.
Così Harry era stato confinato in camera propria senza avere il permesso di uscire “o ti puoi scordare che ti permetta di trasferirti a casa di quei tuoi amici strambi per un mese!”. Sapeva benissimo che lo zio non lo avrebbe mai fatto ‘figuriamoci, può sbarazzarsi di me prima dell’inizio della scuola’.
I Weasley alcuni giorni prima gli avevano mandato un gufo proponendogli di passare Agosto ‘alla Tana’ e aggiunsero dopo che fosse terminata la scuola e diventato maggiorenne loro sarebbero stati ben lieti di ospitarlo finché avesse voluto. Lui fu felicissimo, ma gli zii lo furono ancora di più.
“Ci sbarazziamo del moccioso Petunia cara” continuava a ripetere Vernon saltellando gioioso per l’appartamento ed imballando le poche cose del nipote che dopo furono chiuse nell’ormai ben noto sottoscala.
Harry era steso a letto ed indossava un paio di jeans logori ed una maglietta troppo grande. Negli ultimi anni era cresciuto moltissimo, ed era diventato proprio un bel ragazzo, persino suo zia aveva dovuto ammetterlo (seppur malvolentieri e continuando a ritenerlo inferiore al suo bambino-maialino-parrucchino).
La cosa che più gli importava però era il fatto di essere riuscito finalmente a conquistare il cuore di Cho, la cercatrice di Corvonero, di cui era innamorato sin dalla quarta; erano insieme da quasi un anno e mezzo ed era la cosa più bella che gli fosse capitata, si girò su di un fianco e guardò la foto della sua ragazza, che teneva sul comodino. Le finestre erano spalancate e facevano entrare un leggero venticello anche se l’aria era estremamente calda anche se era quasi sera, in quel momento entrò un piccolo gufo marrone che nel becco teneva una lettera e che, dopo averla consegnata volò via.
‘Caro
Harry,
come
va?
Questa
sera io e i miei genitori siamo invitati a casa di loro certi amici a Londra.
Ho
saputo che fra alcuni giorni andrai da Ron, è magnifico perché la Sig. Weasley
è stata così gentile da invitare anche me.
Io
parto domattina che ne dici di chiedere ai tuoi zii di lasciarti venire con me?
Rispondi
presto (via gufo)
Hermione
P.S.
Ti piace Brown? È il mio postino personale! Me lo hanno regalato i miei per il
compleanno... grazie per gli auguri.’
“Hermione, sarebbe magnifico…” detto ciò scese cautamente le scale “zio Vernon?”
“Che
cosa c’è?! Mi è parso di averti detto di non farti vedere per alcun motivo!”
grugni l’uomo sistemando il nodo della cravatta al figlio.
“Siiii…
ma…una mia amica…” tentò
“No!!
Assolutamente no!” urlò l’uomo che non aveva nessuna voglia di sentire parlare
il nipote dei suoi amici o dei suoi compagni di classe.
L’orologio
della cucina segnava 7:55 p.m.
DLIN
DLON.
“Sono
arrivati! Petunia vieni subito qui! E tu Dudley, ricordati di trattare bene
loro figlia…” disse sistemandogli i capelli. “e tu, fila in camera tua e fingi
di non esistere!” sibilò al nipote che, rassegnato, era già a metà scala.
Harry
prese una pergamena dal cassetto della scrivania dove teneva anche numerose
lettere di Cho e degli amici e rispose:
‘Ciao Hermione,
purtroppo mio zio non e’ in vena di ascoltarmi! (e quando mai?!) .
Ti ringrazio comunque x l’offerta.
A presto…
Harry’
Colse l’occasione per scrivere una lunga lettera anche a Ron, poi prese Edvige e le diede le due buste.
Il
gufo fece un rapido giro per la stanza e dopo uscì dalla finestra.
Verso le 11 p.m. andò in bagno per lavarsi silenziosamente i denti come aveva imparato a fare, mentre percorreva i corridoi per tornare in camera sua si fermò un attimo vicino alla tromba delle scale ad ascoltare ciò che stava accadendo al piano di sotto. Poteva sentire le risate, probabilmente lo zio stava raccontando qualche barzelletta, nell’aria c’era il delizioso profumo dei biscotti appena sfornati…la sua mente tornò a cinque anni prima quando Dobby aveva fatto irruzione a casa sua… all’improvviso sentì un frullare di ali e vide la civetta bianca uscire dalla porta della sua camera e dirigersi verso di lui con una lettera in becco.
“Ferma!”
Le intimò a voce bassa “torna dentro…”.
L’uccello
però non accennava ad obbedire e si precipitò verso di lui “Fermati ti
prego…n-no non scendere “ disse tentando di afferrarla rincorrendola. Chissà
cosa sarebbe successo se fosse piombata nel bel mezzo del salotto, non osava
immaginarlo, probabilmente lo avrebbero rinchiuso in camera senza cibo e
rimesso le sbarre alla finestra.
“No!...”
Ormai
era troppo tardi erano già in cucina e Edvige volava verso la sala.
“E
così gli feci trovare tutti a gambe per aria!” Dudley aveva terminato uno dei
suoi ‘divertenti’ aneddoti per tentare di fare colpo sulla figlia del dentista
che lo guardava con aria annoiata.
In
quel preciso istante il gufo entrò seguito dal maghetto, appena il padrone di
casa si rese conto di ciò che stava accadendo e vedendo che ‘l’Uccellaccio’ si
stava posando proprio sul vestito bianco della ragazzina saltò in piedi e
afferrò per il collo il povero nipote.
“Tu,
come hai osato combinare questo disastro!… Io ti…”
Era
furibondo, si girò verso i suoi ospiti “Scusatelo… e solo che…”
Non
fece però in tempo a finire la frase che la ragazza si era alzata tenendo in
mano la busta.
“Harry?!”
“Hermione…
cosa ci fai qui?!” disse il ragazzo liberandosi dalla presa e correndo ad
abbracciarla sotto gli sguardi sconvolti di Petunia e Vernon che in un battere
d’occhio avevano capito che quella era una stramba (come chiamavano loro i
maghi).
“Anche
voi siete…” balbettò l’uomo rivolgendosi ai sig. Granger
“No,
noi siamo babbani…” Rispose
“Così,
sei tu Harry… Abbiamo sentito molto parlare di te!” disse Rosy, la madre della
compagna di classe, una donna giovane con dei lunghi capelli bruni e degli
occhi vivaci.
“Molto
piacere” disse stringendole la mano “allora voi, siete gli amici di mio zio
Vernon…”
Sentendo
quelle parole l’uomo andò su tutte le furie e a nulla valsero i tentativi della
moglie di calmarlo.
“AMICI?!…Figuriamoci,
io non voglio avere nulla a che fare con gente simile!” sbraitò lasciandoli di
stucco” ed ora vi prego di uscire immediatamente da casa mia!”
“Ma
perché ?” chiese John poi si ricordò
che la figlia gli aveva raccontato che la famiglia del ragazzo odiava i maghi.
“Lascia perdere papà…” poi parlò
nell’orecchio ai genitori e strizzò l’occhio ad Harry.
“Senta
…“disse con estrema cortesia il dentista ”non capiamo il vostro punto di vista,
ma vi saremmo grati se ci affidaste vostro nipote…ci penseremo noi a portarlo
alla Tana.”
“Non
se ne parla neppure!” urlò l’uomo, pio ci pensò meglio” però sia ben chiaro che
non avrete un soldo.”
Dopo
poco si trovava in macchina con Hermione ed i suoi genitori a chiacchierare del
più e del meno mentre si dirigevano nel centro di Londra.
“Questa
notte dormiremo tutti al Paiolo Magico e domani pomeriggio il Signor Weasley e
Ron verranno a prendervi…dove devo svoltare?” chiese il padre.
“A
sinistra…Harry sai che quest’anno arriveranno delle nuove studentesse per
l’ultimo anno?!”
“Come fai a saperlo?” le domandò
“Me
l’ha riferito un mio amico che frequenta la figlia dell’addetto alle
iscrizioni…Papà fermati, lo stai sorpassando!”
Entrarono
nel piccolo pub anche se era molto tardi (la pendola in un angolo segnava le
11:51 PM) c’erano ancora alcuni giovani che, seduti ad un tavolino, bevevano
della Burrobirra e ridevano. Da dietro il bancone spuntò il proprietario.
“Chi
è a quest’ora?” domandò
“Ciao
Tom “lo salutò Harry
“Perbacco
guarda un po’ chi si rivede… il giovane Potter .Chi è questa stupenda signorina
?”
“E’
Hermione Granger, una mia compagna di classe. E questi sono i suoi genitori,
John e Rosy.”
“Molto
piacere, signori.”
Gli
spiegarono che desideravano fermarsi per la notte, quindi il mago diede
loro tre grosse chiavi ed augurò loro buona notte.
La mattina seguente, dopo un’abbondante colazione, i genitori ripartirono e i due amici si prepararono per andar a far spese a Diagon Alley .
Mentre
passeggiavano nei dintorni del Ghiriogoro, scorsero una loro vecchia e sgradita
conoscenza.
“Guarda
un po’ chi c’è Potter e la sua amichetta babbana! Che fine ha fatto
pel-di-carota-Weasley?” disse un ragazzo con dei profondi occhi grigi e dei
capelli biondissimi.
“Malfoy,
chi non muore si rivede!” borbottò Harry.
“Già”
soggiunse Vincent Tiger arrivando elle spalle di Draco con l’amico Gregory
Goyle col viso interamente sporco di cioccolata.
“Devono
aver aperto lo zoo.” rise sarcastica Hermione.
“Senti,
brutta mezzo…”
“Non
ti azzardare a dire un’altra parola o sono grossi guai!”
A
parlare era stata la potente voce di Hagrid che era apparso e alle spalle del
gruppo e aveva sollevato il ragazzo per le spalle.
“Mettilo
giù, come ti permetti!” urlò il biondino estraendo la bacchetta da sotto il
mantello.
“Mettila
subito giù…SUBITO HO DETTO!” disse Lucius Malfoy che usciva in quel momento da
un negozio di Arti Oscure, imponente e minaccioso come al solito.
“Ma,
padre…”
“Niente
ma, obbedisci…Signor Potter è in giro a causare risse e disordini come sempre…
Draco, muoviti, andiamocene.” E prese il figlio per il bavero del mantello
trascinandolo via in malo modo seguito dai due Serpeverde.
Harry
odiava il carattere arrogante del ragazzo, ma vedendo il modo in cui veniva
trattato dal padre provò un po’ di pena per lui. Poi chiese al guardiacaccia
cosa ci facesse da quelle parti, lui gli spiegò essere venuto alla ricerca di alcune sementi per l’orto.
“Piuttosto
tu cosa fai a Diagon Alley, i tuoi zii non credo te lo premettano…non sarai
scappato?”
“No,
non è evaso… passeremo l’estate da Ron e così stavamo cercando alcuni regali
per lui e la famiglia!” rispose Hermione in tono puntiglioso.
“Oh, oh, oh si è fatto tardi, meglio che vada. Il prof. Silente mi aspetta per pranzo “ dopo di che l’omone abbracciò contemporaneamente i ragazzi sollevandoli da terra “…ti sei fatto proprio un uomo Harry, mi sembra ieri che ti portavo a Privet Drive piccolo, piccolo…” proseguì preso da un attacco di malinconia “l’ultimo anno… mi mancherete ragazzi” e gli abbracciò nuovamente, poi si asciugò gli occhi con un enorme fazzoletto viola a pois verdi che teneva in una tasca del grande cappotto.
“Dai non fare così… altrimenti mi commuovo anche io…” disse Hermione.
“Ma guarda come sei diventata bella… Ron sarà felicissimo di vederti!”
“Perché
sei tutta rossa?” le chiese l’amico
“Lascia
perdere!” disse in tono sconsolato “Non hai speranza”.
Poi
salutarono il guardiacaccia e se ne andarono.
“Mi
ha fatto davvero piacere rivederlo… mi sembra di essere tornato a casa…” disse
Harry mentre passava da una libreria all’altra con l’amica che acquistava
decine di testi che le sarebbero stati utili per integrare i compiti estivi.
Passarono
l’ora seguente a comprare regali per gli amici: da ‘Madama Blue’ presero per
la signora Weasley e la figlia due scialli magici che cambiavano colore a
seconda della stagione e dell’umore di chi lo indossava; a Ron una P.A.p.P.
(Pluffa Autolanciante per Portieri), in modo tale che l’amico, diventato
portiere in quinta, potesse allenarsi da solo.
Al
signor Arthur regalarono un libro intitolato ‘Gli elettrodomestici Babbani, a cosa servono?’ dato il grande
interesse che l’uomo aveva per tutto ciò che riguardava i non-maghi, ogni volta
che se ne presentava l’occasione sommergeva i due ragazzi di domande.
A
Percy un trattato su i calderoni, un giubbotto ignifugo per Charly, una
stilografica per Bill e ai gemelli un campanello antifurto da mettere
all’entrata del loro negozio.
Erano
circa le tre, e ad un tavolino coperto di borsine, libri e bicchieri vuoti di
Acciaghiaccia al limone i ragazzi stavano ripassando trasfigurazione.
“Speriamo che gli piacciano” disse Harry
mentre mangiavano una coppa di gelato.
“Il pensiero è quello che conta…” proferì la ragazza continuando a trasformare un cucchiaio in uno specchio.
“Sei davvero brava!”
“Perché io invece di ingozzarmi, studio!” lo riprese ritornando per un attimo la ragazza antipatica che avevano conosciuto in prima…”scherzavo…offrimene un po’!” disse sorridendo e sbattendo le palpebre.
All’improvviso dal caminetto in fondo alla sala uscì un lampo verde seguito da una nuvola di fumo dalla quale spuntarono i due Weasley; i ragazzi gli corsero incontro salutando calorosamente l’amico e il padre.
Pagarono e ringraziarono Tom, dopo ciò ognuno prese una manciata di polvere magica e a voce chiara urlò “la tana”.
Tutti i membri della famiglia furono entusiasti dei doni ricevuti, anche se la signora Weasley li ‘sgridò’ per essersi scomodati tanto. Visto che Bill e Charly si trovavano rispettivamente in Egitto e Normandia, i loro pacchi furono spediti.
Le giornate trascorrevano velocemente: ogni mattina dopo la colazione, Hermione costringeva i compagni di corso a ripassare le materie e svolgere i compiti incurante delle lamentele degli amici, il signor Weasley andava al Ministero e i gemelli andavano ad aprire il loro negozio ‘da Romeo e Giulietta… naturalmente scherziamo’ che vendeva articoli per scherzi di tutti i tipi ed era molto popolare.
Il pomeriggio lo passavano a nuotare in un laghetto fresco in un bosco non troppo lontano da casa. Spesso a giocavano a Quidditch con i ragazzi del circondario che erano ben lieti di giocare con o contro il famoso Harry Potter . Hermione e Ginny intanto parlavano del più e del meno salvo cambiare subito discorso quando i ragazzi si avvicinavano.
Finita la cena che si faceva all’aperto, si ballava o parlava e Arthur riusciva sempre a monopolizzare i ragazzi facendo loro 1000 domande sull’utilizzo, ad esempio delle campane a vento o del mascara.
In questa atmosfera di pace e tranquillità il tempo sembrava volare e così arrivò l’ultima settimana d’Agosto.
Un giorno mentre stavano pranzando arrivarono i gufi portando le lettere di Hogwarts per i loro padroni; in ogni busta, oltre all’iscrizione c’era una copia della lista dei libri d’acquistare:
‘Mille erbe e funghi magici’ vol. 7 di Phillida Spore
‘Manuale dì incantesimi’ vol.7 di Miranda Gadula
‘Storia della magia degli ultimi 150’ anni’ di Bathlda Bath
‘Infusi e
pozioni magiche’ vol.7 di Arsenius Brodus
‘Le forze
oscure: come combatterle e difendersi’ vol.7 di Dante Tremante e Berta
Tremella
‘Guida alla trasfigurazione superiore’ di Emeric Zoot
‘Svelare il
futuro’ vol.4
di Cassandra Vablatsky
‘Gli animali fantastici: dove trovarli’ di
‘Cura delle
creature magiche’ vol.4
‘Maledizioni e
contromaledizioni’ vol.7 di Vindicus
“Chissà chi sarà il nuovo insegnante di Difesa contro le arti oscure!” disse Ginny
L’anno precedente la signorina McQueen si era gravemente ammalata e aveva comunicato loro che avrebbe lasciato il posto, cosa che dispiaceva molto agli alunni in quanto era stata l’unica insegnante ‘normale’ da quando Harry aveva iniziato a frequentare la scuola.
Il
1° Settembre si svegliarono presto e con i loro bauli si recarono sulla collina
nei pressi della Tana dove era stata aperta una passaporta per i ragazzi che,
come loro dovevano recarsi a King’s Cross.
Appena
arrivati alla stazione incontrarono altri studenti di Hogwarts, tra questi
c’era un ragazzo bruno con gli occhi verdi che frequentava il 6° anno al
Grifondoro, che appena li vide corse loro incontro.
“Ciao
Ginny, è da tanto che non ci vediamo” disse col fiatone sistemandosi i capelli.
“Ciao,
hai passato bene le vacanze, Frank?” gli domandò con sorriso radioso e arrossendo
leggermente.
“Bene,
bene…io…mi chiedevo…se per caso verresti con me…” poi notò lo sguardo truce di
Ron e si corresse ”volevo invitarti con noi a bere qualcosa prima della
partenza. “ e indicò un gruppo di giovani seduti fuori da un bar “ Se tuo fratello
vuole, naturalmente…”
“Certo!”
poi senza aspettare il consenso salutò gli amici e si allontanò prendendo per
mano il ragazzo.
“Chi
è quello?” domandò appena la sorellina si fu allontanata.
“E’
il suo ragazzo” rispose soprappensiero Hermione, poi si ricordò che doveva
restare un segreto e tentò di rimediare ”… amico… cioè cugino…volevo dire
compagno di classe, si volevo dire questo!”
“Gi-Gi-Ginny…hai
un ragazzo?!?!” piagnucolò Ron geloso.
L’amica lo guardò sconsolata poi con un sospiro gli disse:
“Avresti
anche tu una ragazza se fossi un pochino PIU’ SVEGLIO!”
Rassegnati
iniziarono a spingere i loro carrelli verso il loro binario quando si avvicinò
loro una ragazzina di circa dieci anni, aveva i capelli castano rossicci
raccolti, gli occhi grigi con un corpo minuto, indossava un abito senza maniche
rosso e delle scarpe da ginnastica.
“Scusate
il disturbo, sapete dove è il binario 9 ¾?”
“Primo
anno?” le chiese Ron
“Si!
Ero qui con mio fratello, ma non riesco più a trovarlo e dato che mancano solo
15 minuti alla partenza ho pensato di avviarmi per conto mio!” spiegò.
“Non
ti preoccupare, seguici…” Harry non sapeva il suo nome, lei parve essersi
ricordata di non essersi presentata e tendendo la mano al giovane con gli
occhiali che le stava di fronte disse:
“Judy!”
“JUDY!!! JUDY! DOVE SEI
FINITA?! JUDY!”
Un
ragazzo correva disperatamente per la stazione fermando i passanti e chiedendo
loro se avessero visto la bambina rappresentata nella fotografia che teneva in
mano.
“JUDY!
Che imbecille come ho fatto a perderla” diceva correndo da un binario
all’altro, poi la notò parlare con alcune persone di cui non poteva vedere il
volto visto che gli davano le spalle. In pochi secondi la raggiunse.
“Dove
eri finita?! Sai che mi sono preoccupato moltissimo!? …con tutta la brutta
gente che c’è in giro… non farlo più ti prego!” disse sull’orlo del pianto
inginocchiandosi e abbracciandola stretta stretta lasciando Harry, Ron e
Hermione a bocca aperta.
“Non
fare così Draco…” tentò di consolarlo la bimba accarezzandogli dolcemente il
viso “Stavo per andare a prendere l’Espresso e mi stavo facendo spiegare come
raggiungerlo da questi gentili studenti”.
A
quel punto lui alzò lo sguardo e la sua espressione cambiò da preoccupata
divenne rabbiosa e rossa di vergogna; strinse i pugni e parlò con voce
sibilante e piena di disprezzo.
“Potter…se
ti azzardi a dire anche solo una parola…”
“Malfoy…prima
di tutto non sei nelle condizioni di dare ordini e poi, chi sarebbe?” chiese
Ron indicando Judy.
“E’
mia sorella… problemi?” s’infastidì il biondino continuando a tenere stretta a
sé la bimba
“E
da dove spunta, non ce ne hai mai parlato!” dissero Tiger e Goyle che erano
appena arrivati.
“Non
sono affari vostri, imbecilli!”
I
due amici del Serpeverde, come tutti avevano potuto notare, non erano affatto
cambiati ne fisicamente ne psicologicamente, negli ultimi anni.
Il
loro ‘capo’ invece, si era alzato notevolmente e aveva potenziato i muscoli per
giocare meglio a Quidditch, inoltre da quando a Giugno la sorellina gli aveva
detto che con i capelli ingellati sembrava un Nonno-Maki li teneva ‘al
naturale’ ovvero ricadevano a ciuffetti un po’ scomposti sulla fronte ad
incorniciargli i profondissimi occhi argento di quel viso perfetto da angelo
maledetto. Indossava un paio di jeans chiari a vita bassa con alcuni strappi,
una maglietta senza maniche nera aderente coperta da una camicia bianca con le
maniche rimboccate fino ai gomiti e i primi bottoni slacciati a causa del molto
caldo. In poche parole era diventato un gran figo, anche se nessuno avrebbe mai
immaginato di vederlo indossare abiti Babbani.
“Ehi,
Dracuccio, non mi presenti i tuoi amici?” chiese Judy tirandogli un braccio
visto che era diventato alto ben 180 cm e lei solo 140.
“Non
sono amici miei!” rispose offesissimo e sgarbato, poi rivolgendole un
incredibile sorriso dolcissimo, che contrastava con la sua solita faccia ‘sono
un Serpeverde e anche molto cattivo’, presentò i tre ragazzi di Grifondoro
“Questa è Hermione Granger, la secchiona, lo straccione lì in fondo è Ronald
Weasley e questo sfigato è Harry Potter”
“Hermione
e Ron, hai detto? si, me ne avevi parlato! Lui è quello così inganfito da non
accorgersi che lei è inn...” Hermione fu così svelta da cacciarle un Chupa
chupa in bocca prima che lei finisse la frase.
“Assaggialo,
è squisito” poi guardando distrattamente l’orologio da polso urlò “10:58!!!”
A
quel punto presero tutti una rincorsa e scomparvero nel muro diretti verso il
famoso binario 9 ¾.