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Autore: Jezabel_89    03/08/2011    4 recensioni
Harry non l'aveva mai veramente amato. Mai prima d'ora.
Un vecchio amore è come un granello di sabbia, in un occhio, che ci tormenta sempre
(Voltaire)
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Niente di troppo pretenzioso, una storia semplice, un po' triste, ma che parla di un grande amore. (...ovviamente a lieto fine XD)




Vi presento il risultato di qualcuna delle mie troppo frequenti notti insonni e con l'occasione presento anche me stessa ^^Sono nuova del fandom e questa è la mia prima HarryXDraco quindi spero che voi siate clementi con me, ma allo stesso tempo spero che possiate inondarmi di critiche costruttive che mi fanno tanto bene e mi piacciono tanto.
La storia che state per leggere è fondamentalmente una one shot, ma essendo scritta con tre diversi punti di vista, credo che sia meglio postarla in tre diverse parti, più che altro per renderne più chiaro il contenuto. Sappiate però che la storia è conclusa, e verrà postata in tutte le sue parti entro i prossimi giorni.
La trama di per se è semplice ed essendo io un'appassionata sostenitrice del lieto fine, non potrei mai darvi in pasto un finale troppo amaro... fidatevi di me XD
Vi ringrazio per la vostra attenzione e vi prego di farmi sapere se notate qualche incongruenza con i generi e i rating, o con qualsiasi altra cosa in modo che io possa rettificare seduta stante^^
Vi mando un grosso bacio "umido",

Jez




***
Un vecchio amore è come un granello di sabbia, in un occhio, che ci tormenta sempre

(Voltaire)









L'abbandono











Che genere di mani accarezzano il tuo corpo ora, Draco Malfoy?

Mentre brindi con il primo affascinante funzionario del Ministero a cui hai accordato le tue grazie stasera, sfoderando il tuo sorriso ipocrita e brillante, non posso toglierti gli occhi di dosso.

Sei il principe dei seduttori, Draco Malfoy, abbastanza affascinante da riuscire ad aggiungere persino il Salvatore del mondo magico alle tacche della tua cintura.

Questa dannata festa del Ministero doveva essere un piacevole svago per me, per passare un po' di tempo con i miei amici che, per via del mio lavoro, non vedo molto spesso. Invece mi sono ritrovato intrappolato da Ron, che lavora con me, da sua moglie Hermione, di nuovo incinta, e dalla loro marmocchietta lentigginosa, che si è aggrappata alle mie gambe non appena mi ha visto, e non ha voluto lasciare le mie braccia al punto che ora, mentre guardo te parlare con lui e intanto fingo di ascoltare i discorsi dei miei amici, ridacchia divertita del mio scarso interesse.

Ultimamente penso che questa bambina così piccola riesca a comprendere i miei stati d'animo meglio di chiunque altro .

Conversate in apparenza amabilmente, ma ai miei occhi indagatori, agli occhi di un Auror, non sfuggono le frecciatine che vi lanciate, i tentativi fugaci di toccarvi mentre il mio primo istinto è quello di separarvi e maledirlo soltanto per aver guardato, toccato, qualcosa di mio, qualcosa che credevo fosse mio.

Il tuo lavoro ti si addice, Draco Malfoy.

Il Ministro ci ha visto giusto quando ti ha offerto quel posto: sapeva, probabilmente per esperienza personale, che nessuno ti batte nelle pubbliche relazioni e, da come i nostri rapporti con la Romania sono migliorati da quando hai accettato l'incarico, è chiaro che stai sfruttando al massimo le tue doti da ammaliatore.

O da puttana, a seconda dei punti di vista.

Hai voluto ignorare il mio consiglio e porti i tuoi lunghi capelli biondi, che fanno assomigliare così tanto a tuo padre, legati in una coda bassa.

Eppure ricordo di averti detto, una volta, quanto mi piacciono i tuoi capelli di seta ed il modo in cui addolciscono il tuo volto spigoloso, quando scivolano liberi sulle tue esili spalle.

Dolce, direbbero molti, è un termine che non si addice proprio a te, Draco Malfoy, ma io posso smentire, io ti ho conosciuto.

Io,quei bellissimi capelli di luna li ho scostati dalla tua fronte sudata quando eri troppo occupato ad abbandonare te stesso tra le mie braccia.

Io, Harry Potter, conosco la dolcezza della tua pelle, il suono rauco e cadenzato che ti lasci sfuggire, a malincuore, dalle labbra mentre perdi il controllo e il tuo piacere si scalda.

Io ho subito l'amarezza delle parole che cadevano come macigni dalla tua bocca e che mi hanno sotterrato e schiacciato sotto tonnellate di rimorso.

Non mi fidavo di te, dicevi.

All'epoca negavo, ma adesso, col senno di poi, mi rendo conto che avevi ragione tu.

Esattamente come avevi ragione quasi tutte le volte.

Durante le nostre guerre domestiche, protetto dalla tua trincea di ferocia e di sufficienza, lo ribadivi in continuazione, tanto da farla diventare una frase fatta :-"Non finirà bene, se non imparerai a fidarti di me, come io ho imparato a fidarmi di te"-.

Ma io non ti ascoltavo.

No, io ero troppo preso dal suono cantilentante e strascicato della tua voce, dalla tua espressione furiosa, dai tuoi occhi arrabbiati.

-"Mi fido di te"- ti rispondevo mentre con le mani cominciavo già ad accarezzare il tuo corpo teso -"Come potrei non fidarmi di te e dormire al tuo fianco ogni notte?"-.

A quel tempo questo ragionamento sembrava sensato.

Ora non più.

Prima eravamo giovani, ma ci sentivamo adulti, per via delle mille responsabilità della guerra: io, il Prescelto, tu, il Mangiamorte redento, la serpe in seno alle fila di Voldemort.

Credevo che il mio compito fosse rischioso, ero fiero delle mie imprese e disperato per le mie perdite .

Portai il piccolo Teddy Lupin a casa mia, trovando delizioso il pensiero di essere suo padre, ma eri tu a vegliare le sue notti, quando ti si stringeva al petto piangendo per la mancanza dei genitori. Eri tu a vegliare le mie notti, quando mi stringevi al petto soffocando le mie lacrime per la mancanza di suo padre.

Non davo mai davvero peso a quello che stavi rischiando tu, Draco Malfoy, nè a quello che stavi perdendo. Ne a ciò stavi sacrificando pur di combattere al mio fianco, camminare al mio fianco, vivere al mio fianco.

Poi eravamo euforici, quando la guerrà terminò: io ero il Salvatore del Mondo Magico, l'eroe che aveva liberato l'umanità!

Non mi ero mai reso conto che non avrei potuto fare nulla davanti a Tom Riddle, da solo. Non avevo realizzato che tu eri seduto vicino a me, durante le riunioni dell'Ordine in cui cercavo di inventare una strategia per combattere, eri nel mio letto quando di notte non riuscivo a dormire, nè a ricordare il motivo per cui combattevo.

La tua bacchetta era puntata su Bellatrix Lestrange, quando lei cercò di impedirmi di colpire il suo Signore col raggio verde della mia bacchetta. E tu sei stato più veloce di lei.

Ci sentivamo liberi, quando finalmente potevamo stare insieme alla luce del giorno, quando su di noi non incombeva più nessun velo oscuro della guerra. Ci venivamo incontro, chiudevamo gli occhi davanti a noi stessi e fingevamo che andasse tutto bene, dopotutto chi mai avrebbe potuto separarci? Chi mai avrebbe potuto mettersi fra di noi? Abbiamo sacrificato i nostri spazi, condividendoli, e abbiamo fatto si che le nostre abitutini combaciassero. Non era stato difficile ma non siamo mai stati in grado di fare altrettanto con i nostri difetti.

I nostri occhi sono rimasti chiusi per anni, i tuoi perchè sapevi che una volta aperti avresti dovuto accettare la verità su di me, i miei perchè non avevo bisogno di occhi per guardarti, e non dovevo necessariamente vederti per toccarti.

Cos'eri tu per me, Draco Malfoy?

Ed io? Cos'ero io per te, Draco Malfoy?

Perchè non mi sono mai reso conto che i nostri sentimenti erano così diversi? Soltanto adesso mi accorgo che probabilmente quello dei due ad essere innamorato non ero io.

Eppure ora è tutto diverso.

Tu sei ovunque nella mia casa. Sei nel mio letto, e dormi ancora al mio fianco tutte le notti. Sei seduto in cucina e aspetti che ti serva la colazione illuminato dai raggi di sole che filtrano dalla finestra. Sei sul nostro divano, e pretendi di essere sempre il primo a leggere il giornale.

Sembravamo cane e gatto, allora. Forse lo eravamo.

Credevo di darti tutto ciò di cui avessi bisogno, eppure tu ti lamentavi del thè troppo caldo o troppo scuro, del divano troppo morbido, del letto troppo duro, della stanza troppo fredda, dei miei vestiti troppo sciatti, dei miei amici troppo invadenti.

Io sbuffavo e poi sorridevo, all'inizio. Mi piaceva viziarti. Ti faceva sembrare una principessa tra le mie braccia, ed io mi sentivo il tuo cavaliere, il tuo eroe. Ti rendeva dipendente da me, ai miei occhi./Poi, i tuoi vizi sono diventati fastidiosi, ed infine insopportabili.

Era facile, allora, quando non avrei sopportato di doverti guardare ed ascoltare oltre, abbandonarti per andare a riscaldarmi nella pace di qualcun altro e chiunque avrebbe fatto al caso mio, perchè chiunque mi avrebbe rassicurato che eri tu il "cattivo", tu eri il colpevole, tu eri il Mangiamorte, mentre io ero l'eroe.

Volevo vederti piangere ed implorarmi di perdonarti, di tornare da te, ma tu non lo facevi. Tu ti vestivi del tuo stesso orgoglio e mi indicavi la porta, ribadendomi che, no, tu non avevi bisogno di me. Ed io me ne andavo scodinzolante verso altri porti, porti lontanissimi da te, con altri odori, altri sapori, porti sorridenti ed accomodanti, che mi avrebbero viziato e coccolato, che mi avrebbero fatto sentire importante, che mi avrebbero permesso di abbassare lo sguardo ed arrossire davanti alle loro lusinghe.

Sai, Draco Malfoy, un giorno ho fatto finta di andarmene arrabbiato, ma sono rimasto dentro casa protetto dall'invisibilità del mio mantello.

Tu eri in camera di Teddy, che piangeva e ti chiedeva se anche io l'avessi abbandonato, se avesse perso un altro padre.

-"Non devi aver paura"- dicevi con tono sicuro accarezzandogli la schiena -"Vedrai che papà tornerà presto. Lui ti vuole bene"-.

Poi, quando si è addormentato, ti ho visto scostargli piano i capelli dalla fronte, sorridendo con una tenerezza che non appartiene al tuo viso. Sei uscito dalla sua stanza lasciando la porta accostata e ti sei andato a sedere al tavolo della cucina. Hai lanciato un incantesimo Silenziante attorno a te stesso, hai appoggiato i gomiti sul marmo freddo, ti sei preso la testa tra le mani e hai pianto.

Perchè non mi sono mai accorto che i tuoi vizi, i tuoi difetti, non erano altro che il tuo modo di difenderti?

Perchè oggi mi vergogno così tanto di non essere stato il tuo porto sicuro, qualcuno in grado di proteggerti e farti sentire a casa, bensì attorno al quale avevi bisogno di alzare un muro di difesa?

Mi amavi al punto di accettare consapevolmente il fatto che, si, sarei tornato, e si, ti avrei ferito ancora, ti avrei fatto di nuovo sentire colpevole del tuo brutto carattere, dei nostri litigi, del tuo passato oscuro?

Eppure se essere un Mangiamorte significa fare del male ad un innocente, nella nostra casa il Mangiamorte non eri tu, nonostante il Marchio Nero sul tuo avambraccio.

Il mio sguardo ti insegue, stasera, mentre tu ed il tuo accompagnatore vi spostate davanti al camino dove ti passa un braccio intorno alla vita, ti bacia la guancia e poi sussurra qualcosa nell'orecchio. Tu sorridi ancora. Sembri felice.

Avevamo un camino anche a casa nostra.

Mi piaceva, dopo aver messo a letto Teddy, prendere un cuscino dal divano e sdraiarmi sul tappeto, davanti al fuoco scoppiettante. Allora tu, avvolto nella tua vestaglia di seta, mi guardavi dall'alto con il tuo ghigno sprezzante, incrociavi le braccia al petto e dicevi:-"A forza di stare con te, Potter, finirò per abbrutirmi"-.

Poi ti inginocchiavi in mezzo alle mie gambe e ti abbandonavi al mio abbraccio. E allora io ridevo, e ti baciavo la guancia, e ridevo.

Sembri felice.


***
...a domani per il secondo capitolo!

   
 
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