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Autore: Kagome_86    06/08/2011    7 recensioni
Embry è seduto sulla veranda di casa e riflette sul cielo di Forks. Quil va a trovarlo e si mettono a parlare.
[Storia partecipante al contest "One Shot per l'Estate" indetto da EFP, per la sezione 'Libri, Twilight']
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Embry Call, Quil Ateara V, Quileute
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Eclipse
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Il cielo d'estate

Il cielo d’estate era uguale a quello d’inverno, a Forks. Un’infinita distesa grigia che gli metteva tristezza. Solo la frequenza dei giorni di sole era diversa: in estate una volta a settimana la luce riusciva a bucare quella barriera impenetrabile che gli impediva di scaldare la terra della penisola olimpica e faceva rimpiangere ai poveri cittadini i giorni grigi. L’umidità che si sollevava dal terreno rendeva l’aria irrespirabile e tutti cercavano conforto sulla spiaggia – grigia come il cielo – di La Push.

Morale della favola, ogni volta che usciva il sole gli era impossibile scendere a divertirsi con i suoi amici, perché la spiaggia era invasa dai visi pallidi.

A dodici anni Embry Call rifletteva su quell’ingiustizia seduto sugli scalini della veranda. A quattordici faceva comizi con gli inseparabili Jacob e Quil. A sedici cercava di non pensarci, sapendo che se si fosse arrabbiato sarebbe diventato una palla di pelo a quattro zampe e con i denti aguzzi.
Ma non sapeva dove altro indirizzare i suoi pensieri.
Jacob era fuggito, dopo aver ricevuto la notizia del matrimonio di Bella. Sperava che tornasse presto, gli mancava davvero il suo migliore amico, così come gli mancava l’altro suo migliore amico, portato via dall’imprinting su una mocciosa di tre anni.

Quil.

Come in risposta ai suoi pensieri gli si parò davanti.
«Oggi niente turno come babysitter?»
«No, c’è il sole.» rispose mentre si sedeva sui gradini della veranda accanto a lui come quando erano bambini. Embry non capiva cosa c’entrasse il sole con il turno da babysitter di Quil.
«Sole uguale visi pallidi alla spiaggia, Em. Non capirebbero.»
«No, penserebbero che tu sia il padre o il fratello maggiore della piccoletta. Non vedo cosa ci sarebbe di strano.»
«Niente.» sospirò e si alzò in piedi. Al pensiero che se ne sarebbe andato lasciandolo di nuovo lì da solo, Embry ebbe un sussulto.
«Vuoi un bicchiere di tè freddo? Mamma l’ha preparato prima di andare a lavoro.»
«Perché no? Con quest’umidità mi si sta appiccicando tutto il sudore addosso.»
Entrarono in casa e si sedettero fianco a fianco sul piccolo divano del soggiorno in perfetto ordine. Accesero il televisore e guardarono le immagini scivolare sotto i loro occhi mentre sorseggiavano i tè.

«Manca anche a te, eh?»

Impossibile non capire a chi si stesse riferendo Quil. Jake era assente fisicamente, eppure più presente che mai, per loro.

«Tra una settimana Bella si sposa. Sai che Seth andrà al matrimonio?»
«Seth non ha tutte le rotelle a posto, l’abbiamo sempre saputo. E comunque anche Billy e Sue sono stati invitati.»

«Billy ci va solo per Charlie. Sai che se potesse lo salterebbe!»

«Sei passato a trovarlo?»

«Sì. Tu hai Claire e io passo un sacco di tempo da solo… perciò ho pensato che forse avesse bisogno di un po’ di compagnia. La prima settimana da quando Jake se ne è andato sono passato tutti i giorni. Poi è tornata Rachel, e Paul ha avuto l’imprinting con lei. Non ha più bisogno della mia compagnia.»

Silenzio.

Nessuno aveva bisogno di lui, si trovò a pensare in un istante particolarmente buio, poi gli venne in mente sua madre e tutto quello che aveva fatto per lui. Aveva lasciato la sua casa, l’aveva fatto crescere in mezzo alla sua vera famiglia, nonostante non gli avesse mai rivelato chi era suo padre.

«Ne ho bisogno io.» affermò Quil serio. Le mani strette a pugno sulle ginocchia e le spalle rigide. Non si era voltato a guardarlo, e la cosa dava molto più valore alle sue parole. Se se ne vergognava, allora era vero.
«Ma tu hai Claire.»

«Sì, e ho bisogno di te per sentirmi normale. Hai idea di quanto mi sento stupido a stare vicino a una bambina di tre anni e preoccuparmi per lei come se fossi suo padre? Sam e Jared la fanno facile. Hanno avuto l’imprinting con delle coetanee. E Paul con una di quattro anni più grande! È normale per loro sentirsi fighi… io ho la testa piena di pannolini, pappette, para-angoli, copritermosifoni in gommapiuma e copri-prese elettriche. Ho bisogno di te per sentirmi un sedicenne cazzone! Sono diventato padre senza nemmeno essermi goduto una sana scopata!»

Embry non capiva perché si sentisse imbarazzato dalle parole di Quil. Avevano passato anni a prendersi in giro, lui, Quil e Jake.
Ecco, forse era proprio per l’assenza di Jake che si sentiva imbarazzato.

Jake che buttava tutto sul ridere, Jake che gli impediva di ragionare troppo sulle parole di Quil. Jake che gli mancava davvero, perché forse solo lui aveva capito come si sentiva nei confronti dell’imprinting di Quil.

«Avrai bisogno di me anche quando Claire sarà cresciuta e non ti farai più tutte queste paranoie?»
«Ma che dici? Certo che avrò sempre bisogno di -»
Quil non poté continuare la frase. Embry gli aveva chiuso le labbra con le proprie. Era solo curioso di sapere come sarebbe stato, e prese immediatamente le distanze. Si alzò dal divano, anche.
Quil lo imitò e uscì dalla casa balbettando qualche scusa.

Sette giorni dopo Jacob ritornò dal suo esilio e per Embry e Quil fu come se nulla fosse mai successo.

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Ringrazio: Kukiness, che mi ha fatto venire voglia di scrivere una Embry/Quil, Dragana che pensa che sia un pairing quasi canon, e Abraxas che come al solito fa da lettore di prova e da beta.

Un grazie enorme a tutti e tre per la compagnia in questi caldi giorni estivi ;)

 
E ovviamente ringrazio tutti voi che state leggendo queste parole, perché ci siete.

   
 
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