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Autore: Hikari93    09/08/2011    4 recensioni
Naruto è un ragazzino ricco, che si ritrova, quasi per puro caso in un locale niente male, soprattutto per quanto riguarda un cameriere moro dalla "doppia personalità". Niente di complicato, se vi va, leggetela.
Genere: Comico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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FACCIA A FACCIA

 
 

 

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-Oggi gli parlerò.-
-E’ un suicidio, teme!-
-Al massimo mi ritrovo con un’insufficienza ingiustificata.-
-Se ne sei così sicuro.-
Sasuke Uchiha è l’unico individuo del pianeta a essere tanto stupido da volersi rovinare l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di Natale. Non so come né perché, ma ha deciso di parlare direttamente al professor Sabaku e di risolvere la questione, come la chiama lui, una volta per tutte. Dal mio punto di vista, però, non penso che sia la cosa giusta da fare, anche perché conosco i modi di fare di Sasuke che, diciamocela tutta, non sono per niente sgarbati. L’Uchiha è fatto così: o si chiude nel suo mutismo da interpretare o ti urla contro, e, di certo, per intrattenere un semplice colloquio con un insegnante non dovrà starsene sulle sue, a meno che non voglia fargli capire il suo punto di vista a furia di occhiatacce. Fino a ieri, ero riuscito a desisterle dal suo intento ma, a quanto pare, oggi non c’è alcunché che io possa fare, oltre che stare in disparte a guardare. D’altronde, a sentirglielo dire, l’unica cosa che può beccarsi è un quattro ingiustificato.
-Durante la festa, allora?- gli chiedo, affiancandolo, mentre camminiamo diretti verso scuola. L’aria è pungente: si sente proprio che è il 22 Dicembre. Le buste che tengo in mano – contenti patatine, dolcetti e bibite varie – cozzano contro le mie gambe aritmicamente, facendomi anche del male quando lo spigolo della scatola dei biscotti mi urta.
-Sarà la centesima volta che te lo dico: sì.- risponde, piccato. Osservo le nuvolette di fumo bianche che escono dalle sue labbra, quando parla. Sono adorabili, in netto contrasto col tono acido con cui mi si sta rivolgendo.
-Dobe, che fai, guardi le nuvole?- sibila.
-In un certo senso. Diciamo che sei vuoi metterla così, ci potrebbe anche stare.- rido, gustandomi l’espressione confusa sul volto del mio Sasuke. Senza fornirgli ulteriori spiegazioni, accelero il passo, superandolo –Non posso che augurarti buona fortuna, dato che non vuoi saperne di lasciar perdere! Ad ogni modo, ora è meglio sbrigarsi, così prepariamo già tutto!-
 
-Allora, Shikamaru, sistema quel banchetto a sinistra, e no, non voglio sentire lamentele. Shikamaru, ho detto a sinistra è vero, ma non troppo! Kiba, a te tocca tirar fuori ogni cosa dalle buste, così che, non appena il nostro caro Shika avrà finito, potrai iniziare a posarle sui banchi…-
-Scusami, Ino, e voi ragazze che fate?- borbotta Kiba, mentre obbedisce agli ordini ricevuti dalla Yamanaka.
-Chi noi? Beh, oltre a portare un tocco di stile in questa classe- si sente una risatina provenire dal fondo dell’aula, risatina che viene subito zittita da un’occhiata di Ino –Dicevo, oltre lo stile, abbiamo anche il compito di assicurarci che tutto vada bene.- conclude la ragazza, che più che una femmina sembra il capitano di un esercito.
Quando entriamo io e Sasuke, la situazione che vediamo è pressoché questa. Il ragazzo al mio fianco sbuffa impercettibilmente, quasi non emettendo suono, tant’è che credo di essere stato l’unico ad averlo sentito. A quanto ho capito, non sopporta tanto né Sakura né Ino – capirai, chi sopporta lui? A parte me, s’intende –, perché le ritiene troppo appiccicose, per i suoi gusti. Come se le due dirette interessate avessero sentito i miei pensieri, interpretandoli a modo loro, si girano di scatto verso di noi, focalizzando la loro attenzione completamente sul bell’Uchiha, ignorando del tutto i miei cordiali saluti.
-Ah, Sasuke, come stai oggi?- gli si avvicina Sakura, gli occhi che le luccicano e la voce maledettamente e insopportabilmente mielosa. Ino le scocca un’occhiata omicida, ma poi si comporta esattamente allo stesso modo, come tutte le mattine del resto: ogni momento è buono per cercare di accaparrarsi il mio ragazzo. Lo salutano, gli chiedono come sta, si seggono vicino a lui e, ovviamente, vengono palesemente ignorate. Ammetto che è l’unico momento in cui il carattere distaccato e seccante di Sasuke mi piace. Anche oggi è la stessa cosa: Sasuke le guarda dall’alto in basso, come se le ritenesse esseri inferiori, per poi dribblarle semplicemente.
Sorrido soddisfatto.
-Anch’io ho portato qualcosa.- alzo la mano, esponendo la dannata busta che, durante il tragitto casa-scuola, mi ha fracassato un punto impreciso della gamba –Sistemo tutto sul banco lì?- indico un punto dove vedo accantonate le altre pietanze.
-Sì, lì può andare, Naruto-kun.- mi sopraggiunge la voce flebile di Hinata. La fisso, rivolgendole un sorriso di ringraziamento e distolgo lo sguardo dalla sua figura quando la vedo diventare rossissima. Per inciso: questa è un’altra cosa che, oltre Gaara, a Sasuke non piace. Ma approposito del professore… dovrebbe arrivare a momenti, quindi ciò significa guai per tutti, ma soprattutto per me, anzi, per noi. Non mi sembra il caso che Sasuke vada da Gaara e gli racconti per filo e per segno della nostra relazione, cioè, non mi sembra proprio il caso. Che cosa dirà? Gliel’ho chiesto, ho preteso i dettagli, ma mi ha zittito, intimandomi di non dovermi preoccupare perché avrebbe pensato a tutto lui. Credo sia inutile domandare altre spiegazioni proprio ora, quindi è meglio starsene in silenzio e aspettare che avvenga l’inevitabile. Nel frattempo, non sarà male aiutare questi poveretti dei miei compagni – maschi – di classe, a sfuggire dalle grinfie delle arpie.
 
Sebbene mi abbiano concesso la facoltà di restarmene seduto a guardare invece che dare una mano, ma non ho ritenuto saggia tale opzione. Stranamente, sembra che Gaara, questa mattina, ci stia mettendo più del dovuto per arrivare, dato che sono già le otto e un quarto. Chissà come mai… proprio oggi che ho l’occasione di parlargli…
-Buongiorno ragazzi.- lupus in fabula, direi –Ho avuto un contrattempo a causa del preside.- si accomoda sulla cattedra, sistemando borsa e registro, poi apre quest’ultimo e fa l’appello. Quando chiama il mio nome, rispondo con un secco “presente”, come se volessi preparare il terreno per la sfuriata che – sicuramente – gli farò poi. Ormai è inutile che lo neghi: Naruto mi ha proprio coinvolto fin dentro le viscere e non sopporto che qualcuno che non sia io lo affianchi o gli dedichi troppa attenzione.
-Professore posso parlarle?- non mi piace perdere tempo, quindi è meglio sbrigarsi. Giurerei di aver visto, con la coda dell’occhio, il dobe sussultare. Fosse dipeso da lui, non sarei dovuto mai farmi avanti.
-Certamente.- firma velocemente in prossimità della sua ora, poi mi guarda, fissando le sue iridi verdemare nelle mie scure –Dimmi pure.-
-No, non qui. In privato, se è possibile.- il mio tono è nettamente in contrasto con quanto ho detto: quel “se è possibile” è stato pronunciato con talmente tanta enfasi, da trasformarsi in un “deve essere possibile: andiamocene fuori di qui”.
-Andiamo.- si alza, dirigendosi all’esterno, e io lo seguo.
 
-Ehi, Naruto, ma cos’ha Sasuke?- la voce di Ino è piena di preoccupazione. A farle da manforte, si aggiunge Sakura che, tanto per “distinguersi” dalla sua “rivale in amore”, mi chiede la stessa cosa.
-Non ne ho idea, non me ne ha parlato.- scrollo le spalle, ostentando una sicurezza che non ho. In questo momento, non so nemmeno cosa significhi sicurezza. Sento solo il cuore che batte all’impazzata, quasi a volermi uscire dal petto e lo sguardo accusatore di Shikamaru. Mi sa che, prima o poi, dovrò affrontare lui, così come Sasuke sta affrontando Gaara. Non credo di poter far altro, oltre che sperare.
 
-Allora, cosa vuoi dirmi?- il suo tono è calmo, come quello di un normale docente pronto a sentirsi dire di rispiegare la lezione passata. O qualcosa di simile, almeno.
-Non che sia qualcosa di personale, ma ho notato che il suo sguardo si posa un po’ troppo su Naruto Uzumaki.- odio i giri di parole. Meglio arrivare subito al sodo, evitando sproloqui inutili che renderebbero soltanto la questione più complicata. –Sbaglio, forse?-
-Perché ti interessa, Uchiha?-
Scrollo le spalle, mostrando indifferenza. Per mia fortuna, esprimere i miei sentimenti non mi riesce bene. Dovrebbe vedermi quel dobe! E lui che si lamenta sempre per la caratteristica della mia personalità che mi sta salvando la vita.
-Nulla di personale, come le avevo già detto, è soltanto che non sopporto i favoritismi.- avevo già preparato questa scusa in precedenza, ma non ne avevo parlato a Naruto. Non volevo che le sue opinioni mi rendessero meno sicuro di me, per quanto ciò sia impossibile.
-I miei non sono favoritismi, Uchiha, mi limito solo a osservare il carattere del figlio di una mia conoscente, oltre che alcuni tratti fisionomici pressoché identici.- esclama, calmo. Una calma che mi sa di verità.
-Una sua conoscente?- ripeto, allibito.
-Esattamente. Anzi, proprio ora, approfittandone della festa, volevo chiedere a Naruto di raccontarmi un po’ di sua madre, una mia cugina per l’esattezza.-
Trattengo un “eh?” che, a chiunque, sarebbe venuto spontaneo, e mi limito soltanto a impedire alla bocca di spalancarsi “alla Naruto”.
-Non te lo rubo il tuo Naruto, tranquillo.- a tali parole arrossisco. Non ho uno specchio, ma so di averlo fatto. Mi sento come non mi ero mai sentito prima, con le guance che vanno in fiamme e le mani che mi tremano leggermente. Capisco dal suo sguardo, che sarebbe vano ogni tentativo di protesta, qualunque cosa dica, non servirebbe a distoglierlo. Questo tizio ci ha scoperti e magari… magari lo dirà alla madre di Naruto. Non so se essere felice perché lui non è interessato al dobe o preoccupato perché potrebbe far saltare la nostra copertura.
-So cosa stai pensando. Ma tranquillo, non dirò nulla.- si incammina, lasciandomi imbambolato al mio posto, non più padrone di me stesso –Solo una cosa. Evitate atti osceni in bagno.- il mio pensiero vola immediatamente a quel primo giorno di scuola.
 
Il professor Gaara rientra in classe e, al seguito, Sasuke, più bianco di un cencio. L’insegnante mi scocca delle occhiate che non so come interpretare, per cui, non posso – né so – far altro che alternare lo sguardo dall’uno all’altro, senza capire.
-Non ti senti bene?- domando, prima che possano farlo le ragazze.
-No… sto bene.- risponde, sempre pallido, ma almeno più padrone di sé –Andiamo in bagno.- mi afferra per il braccio e mi trascina via. Mentre cammino, tirato a forza dell’Uchiha, mi sovviene la voce ferma del professore: -Uchiha, ricorda l’ultima cosa che ti ho detto.- la stretta del moro diventa più forte, per un breve istante.
Al trotto, alla fine giungiamo dove dovevamo e solo allora Sasuke mi lascia e mi osserva. Stranamente, per tutto il tragitto non ho posto domande: ebbene, anche io ero piuttosto preoccupato, volevo sapere il peggio quanto più tardi possibile.
-Allora che ti ha detto?- a questo punto, però, esigo delle spiegazioni.
-A quanto pare è parente di tua madre.- afferma, diretto, tipico di lui.
-Pa-parente?- non ci credo.
-Così ha detto: una sottospecie di cugino, se ho capito bene.-
-Cugino?- la storia si fa sempre più… interessante.
-Dobe, smettila di ripetere ogni cosa che dico!-
-Ah, giusto, scusami.- non mi ero accorto di star facendo il pappagallo. Ma il problema è che questa questione sta diventando un po’ inverosimile. –Quindi avevi preso un granchio?-
-Avevamo, al massimo.- replica, innervosito. Se si scalda, vuol dire che sta ritornando in forma. So che non ha senso discutere ancora su questo punto, quindi gliela do buona.
-Quindi non c’è nulla di cui dobbiamo preoccuparci?- sorrido, abbracciandolo –Escluso il tuo ex.-
-Il mio ex non ha importanza, come ti ho già detto è “ex”. Ma toglimi le mani di dosso, ora!- m scosta in modo alquanto brusco e muove alcuni passi verso la porta.
-Mi sa che non mi hai detto tutto, eh?- in questi mesi ho imparato alcune cosette su di lui. –E dai, dimmelo!- il suo silenzio mi fa spazientire. Cerco di usare un tono da cucciolo, ma so che lui non sortisce l’effetto desiderato.
-Niente atti osceni in bagno.- proferisce, in modo quasi solenne.
-Come?- non credo di aver ben capito. In questo periodo, Sasuke ha mostrato di amare le mie attenzioni – in tutti i sensi, anche quelli più spinti, e soprattutto quelli – allo stesso modo in cui io amo le sue.
-L’ha detto il professore, e ora andiamo.- sta per incamminarsi, quando lo blocco.
-C’è un’altra cosa che devi sapere.- gli dico.
Non mi risponde, ma so che l’ho incuriosito.
-Per Natale tornano i miei, e credo sia ora che tu li conosca. Oltretutto…- indugio, non so come la prenderà –Non pensi che sia il caso di uscire allo scoperto?-

 
 

 




 
Chiedo scusa per il capitolo più breve del solito, ma “uno” la questione Gaara si era chiusa e “due” mi piaceva questo po’ di suspance finale è///è
Per la parentela di Gaara e Kushina, non chiedetemi come mi sia venuto, perché non lo so! XD
Mentre scrivevo, ho pensato che Gaara e Kushina hanno i capelli dello stesso colore e gli occhi più o meno entrambi verdi. Spero di non avervi deluso >////>
Beh, ci rivediamo tra 11 giorni, perché il 19 è festa al mio paese, e non credo che avrò il tempo per scrivere! XDD
 
 
Se vi va: MinaNaru ~ All'insegna del fluff 

 

   
 
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