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Autore: LoryFoxie    01/09/2011    1 recensioni
Ether e la sorella sono due principesse del regno di Ezriel.
Da quando il padre parte per la guerra, la sorella maggiore non si da più pace, immergendosi sempre di più nello studio della magia oscura, Alla fine della guerra, ricevuta la notizia della morte del re, decide di andarsene.
Ether non può fare molto, e rimane a "badare" al regno, nella speranza che lei torni prima o poi.
Tre anni dopo sua sorella ritorna, ma non sembra intenzionata a restare... è così che lei decide di seguirla.
Come andrà a finire?
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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« Non ce la farò mai... »
La voce di Helen mi arriva quasi supplicandomi, mentre mi stringe le mani, in piedi davanti al trono.
Le sorrido, scuotendo la testa.
« So che puoi farcela! Starò via solo una settimana, ho bisogno di qualcuno che badi... »
« Ma Ether! Pensavo di farcela, te lo giuro, ma è così difficile... »
Continuai a mantenere il mio sorriso, accarezzandole una guancia dolcemente.
« Ce la farai. Ti adorano. »
Dico annuendo, mentre proprio in quel momento una porta si apre di scatto.
« Zia, zia! »
Una piccola bambina mi corre in contro, saltandomi fra le braccia.
Dietro di lei un ragazzo dai lunghi capelli castani e gli occhi verdi, sorride e sospira.
« Scusa. Ma appena ha saputo che stai per partire non l'ho più trattenuta. »
Sorrido a mio cognato, Matthew.
Helen l'ha conosciuto qualche mese dopo il ritorno ad Ezriel, e in quel momento era sembrato quasi assurdo che una come lei potesse innamorarsi a prima vista.
Invece eccoli lì, sposati e con una bimba di quattro anni.
Così tanto tempo era passato da quando avevamo ucciso Jerela?
Eppure c'era stato così tanto da fare, che io e Aeth non avevamo mai davvero preso una vacanza tutta per noi.
Ci eravamo sposati, ad Ezriel.
Ricordo quel giorno come il più bello della mia vita: lui era magnifico, in un abito nero contrastante con il mio gonfio ma semplice abito bianco.
La cerimonia si era tenuta proprio nel giardino del palazzo reale, con la presenza di tutti.
Quello stesso giorno avevamo annunciato al mondo l'alleanza commerciale fra Ezriel e Jerela, facendo venire allo scoperto gli gnomi; raccontando a tutti ciò che era accaduto.
La festa era durata a lungo, io ero così felice che non riuscivo veramente a ragionare.
Tornai al presente, mentre ancora la piccola Sofie mi stringeva.
« Ti prego, non partite! »
Insistette, abbracciandomi.
Helen sembrò lanciarmi uno sguardo che intendeva la stessa cosa.
Mi alzai, tranquilla, e tornai a stringere le mani di mia sorella.
« Puoi farcela. Riesci a mandare avanti un regno da quattro anni, cosa ti fa pensare di non riuscire a badare a ... »
« MAMMAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!! William non mi fa giocare con la palla nuova! »
In quel momento vidi tre persone entrare, voltandomi verso la porta.
Uno era Aeth, che teneva in braccio un bambino dai capelli biondi, le ali bianchissime, e gli occhi celesti.
Stringeva in mano una palla, ridendo così adorabilmente che corsi subito a prenderlo in braccio.
L'altro, era Jack, il più grande di quattro anni. Aveva capelli neri, ali bianche ed occhi viola come i miei.
Avevo scoperto di essere incinta di due mesi proprio due giorni dopo il matrimonio. Ero stata così felice che non ero più riuscita a pensare ad altro, regno compreso, lasciandolo nelle mani di mia sorella.
Con Will in braccio, mi chinai verso Jack.
« Jackie amore, è piccolo non lo capisce. Perchè non ci giocate insieme? »
Jack sbuffò, incrociando le braccia e distogliendo lo sguardo.
Gli scompigliai i capelli, prima di abbracciarlo con l'unico braccio libero che avevo e depositando un bacio fra i suoi capelli.
« Dai, fate i bravi o spaventerete la zia. Io e papà torniamo fra una settimana! E poi, tu sei il più grande, mi fido di te affidandoti tuo fratello Will. »
Gli dissi, sapendo di toccare un suo punto debole.
Adorava quando lo 'responsabilizzavo' affidandogli compiti degni di un adulto.
Guardò a lungo Will, prima di avvicinarsi a lui e sbuffare nuovamente.
« D'accordo. »
Disse alla fine, mentre anche Sofie si avvicinava e prendeva a baciare Will sulla guancia.
Stravedeva per i cugini, erano sempre insieme.
Lasciai Will a terra, vedendo che subito si metteva a gattonare qua e là, giocando con la palla ed i due cugini.
« Dicevo, hai badato al regno per quattro anni, è impossibile che tu non riesca a pensare a loro due per una settimana! »
Dissi, alzandomi e voltandomi verso Helen, che mi guardò a lungo prima di sospirare.
« Per favore! Voglio solo vedere Selah! Una settimana passerà velocemente! »
La supplicai, facendole gli occhi dolci.
Intanto, Aeth e Matthew erano rimasti a parlare di qualcosa su un torneo di magia.
La magia era stata ufficializzata, erano iniziati corsi per imparare a chi aveva doti magiche a controllarla senza cadere nell'eccesso.
Purtroppo c'era sempre chi combinava casini, ma quelli c'erano anche prima e ci sarebbero sempre stati.
Finalmente Helen annuì, anche se poco convinta, ed Aeth mi si avvicinò, avvolgendomi le spalle in un abbraccio.
« Andiamo? »
Mi chiese sorridente. I bambini ridevano e ci salutarono con una manina ciascuno prima di fuggire in direzione di qualche altra stanza.
Ebbi l'istinto di seguirli, preoccupata, ma Aeth mi trattenne.
« Eh no, non iniziamo! Staremo via solo una settimana. »
Sospirai, e annuii.
Uscimmo dalla stanza, ritrovandoci presto su una carrozza, ai cancelli, diretti a prendere una nave volante.
« E se Helen non ce la fa? »
Chiesi improvvisamente, voltandomi verso la donna che da lontano ci salutava con una mano.
« Ce la farà. »
« E se invece no? Se Jack si caccia nei guai? Se a Will viene il raffreddore? Se gli manchiamo!? »
Aeth scoppiò a ridere, dandomi un bacio sulla fronte.
« Se la caveranno, staremo via solo una settimana! Non volevi vedere Selah? »
C'è un'altra cosa sulla quale non vi ho aggiornato: le strade.
I mostri del deserto sono stati quasi tutti trasportati nel deserto attorno al vulcano Furos, visto che ucciderli sarebbe stato impossibile e comunque uno sterminio ingiusto nei confronti di quelli che, seppur carnivori, sono esseri viventi.
Invece la Foresta attorno alle Grotte di Selah esiste ancora.
E' stato impossibile rimuovere la barriera e 'disinfestarla' dalle creature che la abitano.
Ora però sono costantemente controllate da una squadra speciale che si assicura che nessuno vi entri per sbaglio.
Insomma, tutto è apparentemente più sicuro.
In più c'è un diretto Ezriel-Jerela che, prendendo per la strada del Nulla, ci impiega solo cinque ore a viaggiare da una città all'altra.
Molti più prototipi della Nave del Nulla sono stati riprodotti, e quindi spostarsi da un capo all'altro del mondo è diventato molto più veloce.
Finalmente sulla nave, prendiamo posto sul ponte in una delle panchinette messe apposta per far sedere i viaggiatori.
Lì rimaniamo in silenzio, sorridenti, guardando tutte le persone che chiaccherano allegramente, pronte ed emozionate a partire.
Alcune di loro forse non hanno mai preso quel veicolo, e sento la loro agitazione.
Il mio sguardo va ad Aeth e gli regalo uno dei miei sorrisi migliori.
Ricambia con un bacio sulla guancia, avvolgendomi le spalle con un braccio e tenendomi stretta a lui mentre appoggio la testa sul suo petto.
Arriviamo a Jerela cinque ore e mezza dopo.
Prima di dirigerci a Selah, andiamo a fare un saluto a Marie.
La sua parentela con Lucas è stata ufficializzata, ed ora gestisce il suo negozio.
Jerela è molto più vivace rispetto a prima; ci sono turisti, e non è cosa da poco.
Dopo aver salutato la gnoma, ci dirigiamo in direzione delle Grotte.
Qui la squadra di controllo ci ferma, chiedendoci i documenti.
Quando vedono chi siamo, ci lasciano entrare nelle grotte.
Rientriamo nella caverna che quattro anni prima ci ha visti risvegliare una delle fate più malvagie al mondo, e lì sento il mio cuore battere velocemente.
Quando raggiungiamo l'altare poi, mi sento invadere da una marea di ricordi. Aeth sorride vedendomi pensierosa.
« Sta tranquilla, è tutto passato. »
Mi dice tenendomi per mano, e sorridendomi.
Oltrepassiamo l'altare, continuando ad andare dritti, in una diramazione che quattro anni prima non avevamo avuto il tempo di controllare.
La grotta diventa magnifica: cristalli escono dalle pareti, di tutti i colori e dimensioni, risaltando nella roccia candida.
Rimango ad osservare tutto a bocca aperta, mentre vedo mio marito sorridere con la coda dell'occhio.
Alla fine, infondo al tunnel, arriviamo in un'immensa apertura.
Il tetto della caverna non è chiuso, ma si vede il cielo azzurro ed il sole.
Tutto è così luminoso che tengo gli occhi socchiusi per non accecarmi.
Aeth mi stringe a se ed usa le ali come parasole, per aiutarmi a vedere meglio.
Non avevo mai visto un luogo così luminoso in vita mia!
Eppure, pian piano i miei occhi si abituano un pò: nel vasto spazio circondato dalle pareti cristalline, vi sono quelle che sembrano palazzi di cristallo.
Ma la città era silenziosissima e vuota. Abbandonata da chissà quanti secoli.
« Ma... dove sono tutti gli spiriti? »
Chiedo, mentre stringevo gli occhi.
« Sono qui amore, tu non puoi vederli ma loro possono vedere te. »
Mi risponde, ridendo ed accompagnandomi verso una delle palazzine.
Le abitazioni non hanno porte, o meglio, hanno il 'buco' della porta ma senza la barriera.
Lo stesso vale per le finestre.
« Ma così... come farò a conoscere la tua gente? E che faremo per una settimana intera? »
Chiedo seria, entrando in casa, dove il sole comunque riesce a filtrare benissimo il cristallo.
A differenza di quel che si possa pensare, la temperatura non è alta. Anzi, si sta davvero bene.
« Beh un modo c'è, ma ti fidi di me? E' un incantesimo temporaneo... »
Lo guardo in silenzio, trattenendo una risata.
Perchè mi chiede se mi fidavo di lui? Chi ho sposato? Chi amo?
« Mi fido di te, Spirito. »
Dico, assumendo un'aria ferita, sospirando.
Sorride, scompigliandomi i capelli e guidandomi al piano superiore della palazzina di cristallo, dove in una stanza troviamo un letto di cristallo con un materasso però normale.
« Incantesimo, eh? »
Chiedo ironica, roteando gli occhi e battendomi leggermente una mano in fronte.
Aeth ride di gusto a queste parole, prima di riprendersi e facendomi sedere sul bordo del letto.
« Okay, chiudi gli occhi. E rilassati. »
Sospiro, sorrido, e chiudo gli occhi, provando a tranquillizzarmi.
E' comunque un incantesimo.
Improvvisamente, nel silenzio più totale, mi sento debolissima e svengo.
Così veloce che non faccio nemmeno in tempo a riaprire gli occhi o a preoccuparmi.
Quando li riapro, tutto sembra uguale a prima.
L'unica differenza è che li sento e li vedo.
Una decina di persone attorno al mio letto, tutte con bellissime ali piumate.
« Ah! Si è svegliata Aeth! »
Dice una donna sulla cinquantina, prima che mio marito le si avvicini e mi sorrida.
Mi prende per mano e mi aiuta a mettermi seduta, mentre provo a trattenere un leggero imbarazzo che mi è venuto.
« Ben svegliata dormigliona. L'incantesimo durerà una settimana a partire da adesso, però può essere interrotto quando preferisci. »
Mi dice, sorridendo e prendendomi per mano aiutando ad alzarmi.
Mi guardo attorno e succede una cosa strana: vedo il mio corpo e quello di Aeth distesi nel letto, che dormono e respirano regolarmente.
Guardo l'altro Aeth, quello accanto a me in cerca di spiegazioni.
« Siamo momentaneamente spiriti. »
Mi spiega semplicemente, lasciandomi basita.
« Quest'incantesimo è antichissimo, eppure facile da eseguire. Per noi spiriti, ovviamente. »
Mi dice la donna sulla cinquantina, mentre alcune persone lasciano la stanza, che a guardarla meglio non era più luminosa del normale.
« Piacere di conoscerti, sono Jade, madre di Aeth. »
Rimango a bocca aperta per non so quanto tempo prima di riuscire a risponderle un 'Piacere mio' balbettando.
Aeth e la madre si guardano e si mettono a ridere, mentre la donna mi abbraccia e mi comunica di essere felice di aver una nuora come me.
« Basta adesso! E' ora di festeggiare e farvi divertire durante la permanenza qui! »
Dice allegramente, uscendo dalla stanza e lasciando me e Aeth da soli.
« Mio Dio, è tua madre. Mia suocera. Capisci?! Non potevi avvertirmi prima? »
Chiedo arrossendo fino alla punta dei capelli.
Aeth sorride, e mi dà un dolcissimo bacio fra i capelli.
« Sono così contento. Ti amo più di ogni altra cosa al mondo. »
« Anche io ti amo. »
Rispondo, circondandogli il collo con le braccia e guardandolo intensamente prima di regalargli un bacio.
Chissà quanti anni abbiamo davanti a noi, chissà quante sorprese dietro l'angolo.
Ma siamo insieme. Questo conta, nient'altro.



E così, la storia finì definitivamente <3. Grazie a tutti <3
   
 
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