Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Seren_alias Robin_    09/09/2011    13 recensioni
Chiedimelo.
Se ti fa stare così male,allora chiedimi di rimanere.
Per qualche strana coincidenza del destino Ron quasi la sentì,come una telepatia del cuore.
“Come posso chiederti di rimanere con me? Si tratta della tua vita.”
Hermione cercò i suoi occhi,combattendo con l’istinto di piangere. “Ma anche tu sei la mia vita adesso.”
***
La continuazione di "Nuvole Bianche".
Come nella mia prima ff si parla ancora del rapporto tra Ron e Hermione,e i nomi dei capitoli sono le canzoni che mi hanno ispirato.
"Ah la musica,una magia che supera tutte quelle che noi facciamo qui!" Non diceva così forse il più grande mago di tutti i tempi?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"Può andare peggio di così?
Si,certo che si. Potresti innamorarti."
 
I’m back,come promesso.

 
 
 

 

In casa Granger si respirava una strana aria quella mattina.
Il signor Granger,un tipo solitamente tranquillo e pacifico,se ne stava sul divano a gambe e braccia così serratamente incrocate che dava da pensare che probabilmente sarebbe rimasto pietrificato in quella posizione per sempre. La sua espressione celava sotto l’apatia una palese nota di irritazione. Di sicuro non fu di molta compagnia e dava l’impressione che avrebbe mandato al diavolo chiunque gli si fosse avvicinato troppo o gli avesse rivolto la parola. Da quando si era alzato non aveva detto nulla,ma aveva fatto velocemente colazione e si era ritirato in soggiorno,sbuffando di tanto in tanto. Gli sembrava quasi che il mondo girasse più lentamente,per il gusto di infastidirlo e di dargli modo di riflettere ancora di più su quello che di lì a poco sarebbe successo.
Sua moglie,al contrario,era estremamente euforica. Metteva a dura prova la pazienza di tutti nel vederla girare continuamente alla ricerca di ricettari,oppure per togliere la polvere a qualche banalissimo oggetto che aveva scordato di lucidare. Aveva comprato un vestito nuovo a lei e a sua figlia per l’occasione (Hermione lo aveva guardato con sufficienza dichiarando che avrebbe indossato i suoi jeans e una felpa qualsiasi)ed era passata dal parrucchiere per una piega,ma l’umidità l’aveva rovinata e ogni volta che passava davanti ad uno specchio imprecava ad alta voce. Non si fermò un attimo per tutta la mattina e quasi non si accorse del marito,come se fosse un pezzo particolarmente grande di mobilio.
A completare il tutto c’era appunto lei,la piccola Hermione.
Piccola però non lo era più,e forse era questa la vera causa di tutta quell’inquietudine. La piccola Hermione era decisamente cresciuta. Era di fatto una donna. E l’avvenimento che tanto sconvolgeva i signori Granger ne era ulteriore conferma.
Fidanzata.
Un altro sbuffo sfuggì dal signor Granger,quasi impercettibile. Aveva promesso  a sua figlia che si sarebbe comportato bene,che avrebbe fatto di tutto per mettere a suo agio Ron. E per quanto si sforzasse,non riusciva neanche ad odiarlo,aveva capito subito che era un bravo ragazzo. Proveniva da buona famiglia con dei valori tanto per iniziare,lo sapeva,e non si preoccupava nemmeno che fossero così diversi,del resto anche sua figlia faceva parte di quel mondo. Quello che lo inquietava era che,bravo ragazzo o no,gli avrebbe portato via lasua Hermione.
Sapeva che sarebbe successo prima o poi,ma in fondo questo genere di cose succede sempre troppo presto.
Osservò a sottecchi la figlia. Era raggiante. Mai vista più felice di così. Nemmeno quando aveva ricevuto la lettera per la scuola di magia. Quella luce sul volto era nuova e sarebbe stata quasi contagiosa se non fosse stato per il conflitto interiore che suo padre avvertiva dentro le viscere.
Ogni tanto dava un’occhiata all’orologio appeso al muro. Erano le undici e un quarto. Sarebba arrivato a momenti.  La consapevolezza dell’arrivo imminente fu come una scossa. Si alzò dalla sua posizione di scatto,e poco ci mancò che si strappasse un muscolo.
Hermione si girò verso di lui con mezzo sorriso. “Tutto bene papà?”
Suo padre la studiò per un attimo. Gli occhi scuri che lo guardavano divertiti erano esattamente quelli di sempre,un pozzo di saggezza e di bellezza che metteva in soggezione. Eppure il suo viso era diverso. Era meno tondo e più delicato. Le labbra carnose e piene come quelle di sua madre che nascondevano i denti così regolari. Anni e anni di terapia con l’apparecchio cancellati da un semplice incantesimo. La guardò ancora,così cresciuta,alta ormai quanto lui.
Hermione era una donna. Una splendida donna.
Si avvicinò senza dire nulla e la strinse a sé,cercando di metterci un “ti voglio bene” nelle sue braccia.
Hermione rimase rigida qualche secondo dallo stupore,poi si strinse al padre come faceva da bambina,e gli stampò un piccolo bacio sulla guancia ruvida.
Nello stesso istante suonò il campanello.
 
***
 
 
 
Quella mattina,pioveva. E lui avrebbe volentieri dato fuoco alla pioggia.
Sembrava che il mondo volesse prenderlo in giro completamente,mettendogli i bastoni tra le ruote. Una settimana splendida,un caldo bestiale di cui avevano avuto pochi precendenti negli anni passati per sei giorni di fila. E la domenica,pioggia.
Ron si trattenne dall’imprecare ad alta voce. Avrebbe dovuto smaterializzarsi direttamente a casa di Hermione,ma aveva avuto la brillante idea di comprare dei fiori e adesso era in ritardo,bagnato e i fiori erano completamente annegati. Li buttò nel primo cestino e si avviò a grandi passi verso la casa della sua ragazza. Bel modo di iniziare. In ogni caso,pensò che non avrebbe potuto comunque smaterializzarsi in casa Granger se non voleva far venire un infarto alla signora. Doveva rispettare il bon ton. Miseriaccia.
Si chiese come avesse fatto Hermione a coinvolgerlo in una cosa simile.
Ah,già. Era innamorato perso di lei.
Ogni tanto,riflettendoci a mente lucida e ragionando con la testa e non con cuore,stomaco e pancia,si sentiva un rammollito. Era così preso da Hermione che probabilmente avrebbe potuto mangiare ragni per lei. Continuò con quella fila di pensieri fino a trovarsi davanti al cancelletto,aperto. Con un sospiro attraversò il giardino di casa Granger e una volta al riparo dalla pioggia sotto la tettoia asciugò tutta l’acqua con un semplice incantesimo. Almeno era presentabile. Per in fiori era troppo tardi. Forse.
Idiota,pensò. Sei un mago o cosa?
Ricordò un incantesimo che la stessa Hermione gli aveva insegnato e fece apparire delle splendide orchidee dal nulla,dalle delicate tonalità di rosa e viola. Sorrise soddisfatto e suonò  il campanello.
Dei passi svelti si avvicinarono,e in pochi secondi si ritrovò il viso di Hermione di fronte.
Se lo aspettava,ma gli procurò lo stesso un tuffo al cuore così grande che quasi lasciò cadere le orchidee. Non si vedevano solo da un giorno e la sua mente aveva già dimenticato quanto fosse bella. I ricordi non le rendevano giustizia,niente poteva farlo.  Si ricompose,convinto a ragione che in quel momento avesse un’espressione da ebete che non gli donava affatto,e le diede un piccolo bacio all’angolo della bocca,prudentemente. Hermione sorrise contro le sue labbra e si staccò appena in tempo. Sua madre era poco distante da loro.
Si fece avanti e sorrise a Ron. “Benvenuto Ronald.”
“Ehm. Salve.” Sorrise di ricambio Ron,guardando in un punto impreciso della porta aperta,mentre le orecchie si sfumavano del familiare rosso che Hermione amava tanto. Per qualche secondo piombò un  silenzio rotto solo dal rumore fastidioso della grondaia,e della pioggia che scendeva sempre più prepotente.
“Vieni entra pure.” Si sposò per farlo passare. Sempre senza guardarla,entrò in casa e le porse i fiori.
“Questi sono per lei.”
Ron sentì Hermione sorridere al suo fianco. Nonostante fosse prevedibile,amava quei gesti di galanteria. Anche sua madre era dello stesso avviso. “Che pensiero carino,grazie! Cerco subito un vaso.” E si allontanò da loro mentre annusava le orchidee,che davano un prufomo delicato ma quasi impercettibile,se non fosse stato per l’olfatto esperto della signora.
“E a me niente?”chiese Hermione,fintamente imbronciata.
Ron sorrise di rimando,decisamente più rilassato ora che erano soli. “Questo è per te,invece.”e si chinò su di lei per baciarla,non prima di aver dato una rapida occhiata in giro. Si staccò quasi subito.
“Mione,dov’è tuo padre?”chiese,pentendosene quasi subito.
“Vieni.” Gli sorrise con fare rassicurante e lo prese per mano,trascinandolo fino al soggiorno dove suo padre era in piedi di spalle vicino alla finestra,apparentemente presissimo dalle gocce di pioggia che scivolavano sul vetro. La stanza era molto grande e luminosa,con lunghe tende bianche e una parete attrezzata piena di fotografie di Hermione da piccola che restavano però immobili e fredde nella loro posizione. Ron ne fu incuriosito e affascinato,avrebbe voluto guardarle più da vicino,ma non appena il signor Granger accortosi di loro si girò,Ron lasciò immediatamente la mano ad Hermione,che sbuffò. Suo padre invece si avvicino e strinse la mano a Ron.
“Fatto buon viaggio?” chiese cordiale.
“Oh,tutto molto tranquillo,grazie.”rispose,con lo stesso sorriso di poco prima.
“Siediti pure.”disse,indicando il divano di pelle beige.
Ron si sedette vicino ad Hermione,agitato quasi come prima di un esame,e forse il signor Granger capì,perché si sedette affianco ai ragazzi e per la prima volta sorrise.
“Come sta tuo padre Ron?”
Ron sospirò,terribilmente grato e felice che il signor Granger lo avesse chiamato Ron e non Ronald, e rispose: “Non molto bene,signore…non so se Hermione glielo ha detto…”e guardò la sua ragazza,scura in volto,che fece un cenno di dissenso. Con un altro sospiro si rivolse di nuovo al signor Granger. “Abbiamo perso mio fratello Fred in maggio.”
L’uomo si sentì ancora meno ostile nei confronti di Ron e,anche se non poteva immaginarlo,ugualmente colpevole di aver mancato di tatto. Si chinò ancora di più verso di lui posandogli una mano sulla spalla in modo molto paterno. “Mi spiace figliolo.”
“Grazie.” Rispose Ron con mezzo sorriso. Ne seguì un silenzio prolungato,mentre Hermione infilava la propria mano nella sua.
Dopo pochi minuti entrò in soggiorno la signora Granger,recando in mano un bel vaso con dentro le orchidee. Lo poggiò sul tavolino di fronte al divano e  si sedette anche lei.
Nonostante l’impatto iniziale,Ron cominciava pian piano a sentirsi a proprio agio,e smise di subire la pressione della presenza dei genitori di Hermione. Era anche piacevole parlare con loro,che si erano dimostrati aperti nei suoi confronti e curiosi di tutto quello che era successo. Per rispetto ai suoi sentimenti non chiesero più nulla riguardo Fred,ma parlarono molto della guerra magica e di come si erano sbarazzati una volta per tutte di Voldemort. In un certo senso era quasi come spiegare la situazione a due bambini molto cresciuti,in quanto conoscevano ben poco del mondo della magia.
Si era trovato così bene con loro che quasi non si accorse che erano già passate due ore.
“Oh cielo! Devo finire di preparare il pranzo!” esclamò la signora Granger,e Ron trattenne il sorriso vedendola scappare velocemente verso la cucina,pensando a quanto quella donna in alcuni aspetti gli ricordasse sua madre.
Anche il signor Granger si alzò per aiutare la moglie a preparare la tavola e quando i ragazzi fecero per seguirlo,sorrise alzando una mano. “Tranquilla Hermione,per oggi me la vedo io. Ron qui non sei ospite,sei di famiglia,ma almeno per oggi non muoverai un dito. Ne avrai di tempo per aiutarmi.” E sorridendo li lasciò soli.
Ron si lasciò cadere con la schiena sul divano. “Cavolo,Hermione,sono forti i tuoi!”
“Cosa ti aspettavi,con una figlia del genere?” sorrise lei.
“Hai ragione tesoro.” Rispose chinandosi verso di lei per baciarla. “Avevo scordato questo piccolo particolare.”
“Particolare? Io sarei un piccolo particolare?”rispose lei sdegnosa,scrollandoselo di dosso.
“Già.” Rispose lui con un ghigno. “il particolare più bello della mia vita.”
Ormai sapeva come prenderla e non si stupì nel vederla cedere e sorridere avvicinandosi un po’ di più a lui. In quello stesso momento una voce li chiamò facendoli sobbalzare.
“Ragazzi venite,è pronto!”
 

   
 
Leggi le 13 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Seren_alias Robin_