CAPITOLO
II
-Piton!-
-Potter!-
-Ma…-
-Che diavolo ci fai qui, ragazzo? Non avrai già
ucciso il Signore Oscuro?-
-Io…credo di sì! Ma si può dire diavolo qui?-
-Non divagare Potter! Come sarebbe a dire credo?
Non ne sei sicuro?-
-Beh stavo giusto tornando indietro ad accertarmene
quando ho sentito…-
-Sentito cosa?-
-Ehm…voci…rumori…-
Il professore chiuse gli occhi e scosse la testa.
-Potter…voci…hai sentito delle voci!
Non hai imparato nulla al tuo secondo anno, la parola Basilisco ti dice
niente?-
-Oh andiamo! Nella mia mente non avrei certo messo
un Basilisco!-
Piton inarcò le sopraciglia.
-Nella tua mente? Ma di che sciocchezze parli?
Questo sarà….qui siamo…- disse vago gesticolando con le braccia per indicare il
posto.
-…A
King’s Cross?-
-Sì!- rispose l’uomo per nulla convinto.
Harry annuì silenziosamente. Piton guardò il treno
fermo, poi il ragazzo e si schiarì la gola.
-Dunque…tu devi andare di là immagino. Io di certo
non torno indietro-
-Ah quindi lei sa già che deve prendere il treno?
Chi è venuto a trovarla?- chiese Harry curioso.
-A trovarmi? Trovar…Potter ma ti sei fumato questa
insulsa nebbiolina forse? Chi sarebbe dovuto venire?-
-Non lo so, io ho incontrato il preside!-
Piton lo guardò sorpreso.
-Ah…no, nessuno. Suppongo…di dover prendere questo
treno, tu dovresti tornare da dove sei venuto-
-Non saprei…- rispose Harry incerto.
Il professore emise un verso di esasperazione.
-Potter, devi o non devi tornare indietro?-
-Sì, ma Silente ha detto che potevo prendere un
treno, se lo desideravo! Chi mi dice che questo treno non mi porti indietro? –
- se lo prendo io, di sicuro non ti riporta ad
Hogwarts!- rispose risoluto il professore.
-Però…non sente come un…una spinta? Un richiamo?-
-Mm…no, so solo che mi sono risvegliato qui su
questo binario ed ora c’è un treno che non sembra voler partire-
-Forse perché la sta aspettando…magari la persona
che deve incontrare è lì sopra-
Severus distolse lo sguardo dal giovane e si
concentrò sul treno. Sembrava un treno ordinario, se non fosse per il colore
bianco che dominava la carrozzeria. Osservò attentamente l’interno dei vagoni
che si intravedeva attraverso i finestrini, ma non sembrava esserci nessuno.
Regnava il silenzio.
“Dovrebbe esserci qualcuno? Forse per me no, non me
lo merito…chi potrebbe mai venire a prendermi?”
Fu distolto dai suoi pensieri dal ragazzo che con
voce sottile gli chiese.
-Professore…cosa mi consiglia di fare? Forse dovrei
seguire le direttive del preside…-
-Non saprei come consigliarti, non sono mai morto
prima d’ora- rispose sarcastico.
Il giovane assunse un’espressione cupa. Severus non
lo avrebbe mai ammesso, però…poteva capire che cosa stava provando, ma cosa
poteva consigliargli? Era una situazione nuova anche per lui! Almeno il ragazzo
aveva incontrato Silente! Tuttavia non voleva che la loro separazione, le loro
ultime parole fossero caratterizzate da un tono brusco e di risentimento, così
aggiunse:
-Forse…tu
senti di dover prendere il treno?-
-Così mi sembra-
Piton lo scrutò attentamente.
-Beh potresti…-
Il dialogo tra i due fu interrotto da un fischio
acuto del treno, dall’innalzarsi della nebbiolina e dal rumore dei motori in
accensione.
Il professore si voltò di scatto verso il treno, poi
rivolse subito lo sguardo sul giovane e gli posò le mani sulle spalle.
-Qualunque sia la tua decisione, Potter, prendila in
fretta, io devo andare!-
-Ah…sì allora…arrivederci?- disse Harry confuso e
spaventato.
-Può darsi…un giorno forse!-
Il professore guardò intensamente un’ultima volta
quel giovane che era stato al centro della sua esistenza per molti anni e
fattosi mentalmente coraggio si avviò con passo deciso verso la porta aperta
più vicina.
“Bene, Severus, è il tuo momento.” Pensò
solennemente.
Giunto agli scalini guardò di sfuggita dietro di sé:
voleva accertarsi che il giovane si avviasse verso la sua destinazione, ma vide
che era ancora dove lo aveva lasciato. Si stava mordendo il labbro e la sua
testa scattava dal treno al punto da cui era arrivato.
“Non sa cosa fare!” pensò il professore
irritato e ansioso sia per sé stesso che per il ragazzo.
Ma il tempo di fargli la guida era finito, doveva
pensare al suo nuovo…percorso.
Mettere i piedi su quei tre scalini che lo
separavano dal suo posto a sedere sembrava un’azione lentissima e pesante.
Erano dei passi importanti per chiunque e Severus, per quanto fosse forte, non
poteva non essere intimorito da quel grande passo.
Voleva voltarsi ancora una volta, “Solo per
vedere se quello stupido ragazzo ce la farà a fare pace con il suo cervello!”,
ma decise di lasciar perdere.
Ecco, era salito e già sentiva la porta dietro di sé
scattare meccanicamente per richiudersi.
Si inclinò in avanti, per lanciare una prima
occhiata all’interno, pronto a raggiungere il suo posto quando…
-Professore aspetti!-
Si voltò di scatto e istintivamente, come se la
richiesta d’aiuto del giovane fosse ormai un segnale decodificato in lui
dall’esperienza, mise la mano sulla porta e con tutta la sua forza la fece
ritornare completamente aperta. Il cuore gli batteva a mille.
-Potter! Cosa vuoi!?- urlò affannato.
Il ragazzo non rispose e cominciò a correre verso la
porta, ma il treno si stava movendo.
-Il treno…sta partendo Potter! Che diamine stai
facendo? Sali?!-
-Sì…sì eccomi! Merlino sto facendo una
stupidaggine!- disse Harry con voce tremula.
-Lo credo anche io!-
Harry alzò la gamba per appoggiare il piede sullo
scalino, ma il treno fece un sobbalzo in avanti e la scarpa scivolò dallo
scalino lucido. Il treno stava prendendo velocità e la nebbia era ancora più
alta e fitta.
-Potter…lascia perdere…fai come ti ha detto
Silente!-
- E’ tutta la vita che faccio come vuole lui! Adesso
decido io!-
Severus non poté che comprendere il pensiero del
giovane visto che anche lui aveva passato così tanto tempo seguendo le…
“direttive” di Albus. Sospirò pesantemente e senza pensarci due volte allungò
il braccio e afferrò Potter nello stesso momento in cui il giovane, con
un’ultima, disperata spinta si sbilanciava in avanti verso di lui.
Persero l’equilibrio e caddero a bordo del treno in
un ammasso di braccia e gambe. I loro occhi sgranati si incrociarono nel
momento in cui sentirono il tonfo sordo della porta che si chiudeva. Un ultimo
fischio del treno e…
Partiti.
Ciao a tutti!
Innanzitutto grazie mille per le recensioni e
l’entusiasmo! Spero di non avervi deluso con questo secondo capitolo! Fatemi
sapere cosa ne pensate. J
La canzone che accompagna questo capitolo, cioè che ho ascoltato durante la stesura è “I do believe in fairies” della colonna sonora del film Peter Pan. Penso che sia l’ideale per descrivere l’aria misteriosa/angelica di questa King’s Cross paradisiaca e ottima per “costruire” la tensione che sfocia con la partenza del treno.
…che volete farci, sono una musicista: mi perdo in
queste digressioni musicali! ^_^ voi ignoratele se preferite!
Un abbraccio,