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Autore: 9Pepe4    28/09/2011    6 recensioni
In un eccesso di insofferenza nei riguardi della sorellina, Trunks compie uno sbaglio che rimpiangerà amaramente.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bra, Trunks
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 14 – Oltre la ragione

Bra, poco lontano, si era accucciata tra l’erba.
Tremava lievemente.
Guardava in alto, verso i due combattenti, che a lei sembravano macchie sfumate senza un significato particolare. A volte, quando Trunks e Algid si arrestavano per squadrarsi e soppesarsi a vicenda, li poteva vedere meglio, ma il loro senso non cambiava.
Per lei, il ragazzo che un tempo era stato suo fratello non aveva un significato diverso dall’alieno che l’aveva rapita. Algid faceva solo più paura.
Bra si rannicchiò più stretta, senza staccare lo sguardo dal cielo. Aveva gli occhi spalancati. E le iridi azzurro intenso, così simili a quelle della madre e del fratello, sembravano ancora più grandi nel visino pallido della bimba.
Probabilmente, se quei tre anni li avesse passati a casa propria, a farsi viziare dai genitori e a farsi coccolare dal fratello – quando questi era di buonumore –, a quel punto si sarebbe messa a piangere, impaurita ed esausta com’era.
Ma quei tre anni Bra non li aveva trascorsi a casa propria.
Aveva conosciuto il tradimento e, sebbene ormai il ricordo di quella giornata grigia e fredda fosse ormai solo una macchia sfumata nella sua memoria, ne portava ancora dentro la pallida desolazione.
Aveva passato tre anni con un alieno che non aveva nulla di umano, nel corpo o nella mente. Un alieno dalla mente calcolatrice, che in ogni singolo momento passato con la bambina non aveva fatto altro che pregustare la propria vendetta, senza mai provare un unico bagliore di pietà per lei, nonostante avvertisse la sua disperazione.
Bra aveva passato anni con un mostro che detestava la razza di suo padre e disprezzava la gente di sua madre, e che portava un odio sconfinato nei riguardi di suo fratello. Un mostro che non aveva mai provato un barlume di sentimento verso nessuno. Un mostro che non conosceva altro che il rancore tanto vecchio da essere ormai marcito e una cieca e assoluta venerazione per colui che un tempo era stato giudicato padrone della Galassia, il potente Freezer.
La bambina non osava piangere, per timore delle conseguenze che le sue lacrime avrebbero potuto portare. Non conosceva più la consolazione che le avrebbe offerto la sua mamma, il burbero incoraggiamento di suo padre, l’affetto di suo fratello.
Sapeva solo che Algid non sopportava i singhiozzi, che li detestava dal profondo dell’anima. Perché lui li considerava segni di una debolezza che, da parte sua, non si era mai potuto permettere.
La bambina tremava lievemente.
Aveva il viso serio, immobile, gli occhi all’erta.
Ma non piangeva.

Algid era euforico.
I ricordi della sua controparte del futuro destabilizzavano il giovane Trunks più di quanto l’alieno avrebbe mai potuto sperare.
Quel ragazzo era davvero vissuto nella bambagia – gli unici grandi problemi che avesse mai dovuto affrontare erano quelli che gli aveva causato lui – e come se non bastasse suo padre era il suo principale punto di riferimento.
Non sapeva come fronteggiare la sensazione di non poter crescere con Vegeta accanto, di non avere l’amicizia di Goten a sostenerlo.
Si sforzava di recuperare la lucidità, di schiarire i propri pensieri, di spingere lontano le sensazioni che Algid scatenava dentro di lui, ma era in evidente difficoltà.
Non reagiva più con la prontezza che aveva dimostrato inizialmente, e tra i colpi dell’alieno erano sempre di più quelli che andavano a segno.
E il ragazzo ne era consapevole.
Erano tre anni che non si allenava. Nel momento in cui Bra era scomparsa, aveva perso ogni sorta di interesse per quegli esercizi che, a dire il vero, non avevano mai costituito per lui una grande attrattiva.
Con uno scatto, si allontanò bruscamente da Algid, alzandosi di parecchi metri nell’aria. A quella distanza, i calci e i pugni dell’avversario non potevano raggiungere, ma quei ricordi spezzati che non gli appartenevano – e che allo stesso tempo gli sembravano così suoi – continuavano a rincorrersi nella sua mente.
Trunks scosse velocemente la testa. Ingoiò alcune avide boccate d’aria, nella speranza che quella freschezza potesse aiutarlo a schiarirgli le idee.
Certamente, però, Algid non era intenzionato a lasciargli il tempo per una pausa. Infatti, con un ghigno freddo stampato sulle labbra, l’alieno si lanciò verso il ragazzo.
Trunks serrò rigidamente la mascella, e compiendo una sorta di capriola a mezz’aria si allontanò da Algid, scagliandogli contro una sfera d’energia.
Di nuovo, però, un’ondata di emozioni che non gli erano mai appartenute gli si riversarono addosso, facendogli scorrere i brividi lungo tutto il corpo.
Era insopportabile e frustrante, e lui sapeva che era anche stupido, eppure non poté fare a meno di seguire il filo di quei pensieri… Era assurdo… Non aveva mai visto tanti cadaveri in vita sua…
Vedendo sopraggiungere un globo infuocato creato dalle dita di Algid, si scansò rapidamente, ma era tanto confuso che il risultato fu una mossa goffa. Riuscì ad evitare la sfera, questo sì, ma non a impedirsi di trovarsi nella traiettoria del pugno di Algid.
«Ma… cosa…?» gli sfuggì dalle labbra.
Si sentiva stordito e disorientato. Gli sembrava che le mosse dell’avversario stessero avvenendo ad un ritmo insostenibilmente rapido. Aveva sentito tante volte, sul fondo della gola, il sapore amaro della sconfitta, e l’umiliazione che quei cyborg…
Con un’esclamazione soffocata, cercò di sottrarsi all’incalzare di Algid, ma senza un particolare successo.
Quei terribili robot avevano un sorriso glaciale ed inumano, e ormai lui era rimasto il solo a combatterli.
“Maledizione!” imprecò Trunks, mentalmente, quasi disperato. “Non ci sto capendo più niente!”
E nel momento stesso in cui quel pensiero prese forma nella sua mente, gli sembrò di udire la voce di suo padre che lo rimbrottava.
Se hai la testa tra le nuvole in quel modo, non riuscirai mai a portare avanti un duello decente!
Con una sorta di sorpresa, il ragazzo unì rapidamente le mani, dopodiché le utilizzò per colpire violentemente Algid, ma quella mossa non smarrì l’alieno come Trunks aveva sperato.
Intanto, però, quasi fosse stata estranea al combattimento, la sua mente correva.
Ricordava benissimo quando gli erano state rivolte le parole che aveva appena rammentato. Era stato più o meno cinque anni prima, durante uno degli allenamenti a cui aveva cercato di sottrarsi sino all’ultimo momento. E anche quando suo padre aveva dato il via al combattimento, lui vi aveva partecipato distrattamente, focalizzato sulla festa che lo attendeva quella sera… Vegeta lo aveva atterrato in poco tempo, rivolgendogli quindi quel brusco rimprovero.
L’aura dorata che circondava il ragazzo si accese come una fiammata, mentre Trunks schivava agilmente il pugno di Algid, poggiando poi le mani sul braccio dell’alieno in modo da prendere la spinta giusta per scagliargli un violento calcio a piè pari in piena faccia.
Si sentiva ancora dolorante e un po’ intorpidito, ma finalmente era riuscito a riportare chiarezza nei propri pensieri.
Lui non si era mai allenato in quel modo, lui non aveva mai trovato il cadavere di Gohan, lui era cresciuto con un padre vicino.
Già… Lui aveva sempre avuto Vegeta accanto… E aveva avuto Bra.
Quella sorellina dolce e insopportabile, affettuosa e detestabile.
Mentre un urlo gli raschiava la gola, Trunks bloccò prontamente il pugno di Algid, piantando i propri occhi – occhi smeraldini, splendenti di furia, gli occhi del super saiyan – in quelli dell’alieno.
I suoi denti si scoprirono appena in una smorfia di rabbia, e dopo un attimo il giovane colpì il suo avversario con una violenta testata.
Nella sua infanzia, era riuscito a trasformarsi senza alcuna difficoltà, al punto che lì per lì non gli era nemmeno parsa una faccenda da dover mostrare a suo padre nella speranza di un elogio.
Di conseguenza, gli parve di capire solo in quell’istante l’ira che poteva ardere nelle vene del guerriero leggendario, di percepire solo allora il furore che il suo petto era in grado di contenere.
È la rabbia che ci trasforma in super saiyan, sussurrò flebilmente nella sua testa una voce familiare e sconosciuta al contempo, una voce alla quale lui non prestò la minima attenzione.
Era come se il sangue, da sangue, si fosse trasformato in collera.

Quando Trunks lo colpì ferocemente al basso ventre, Algid dovette piegarsi su se stesso, e sul fondo della gola riuscì a sentire il sapore del sangue.
Con un sibilo gutturale, l’alieno cercò di allontanarsi dal giovane saiyan.
Era esterrefatto. La forza spirituale che attorniava come una vampa il corpo di Trunks sembrava ardere con più energia di prima.
Uno strappo alla maglia e alcune contusioni – nonché un livido che si allargava lentamente sotto l’occhio sinistro – mostravano chiaramente che il ragazzo non era passato indenne attraverso il combattimento. Eppure sembrava che la sua potenza fosse esplosa in quel momento, con una forza del tutto nuova.
Era come se avesse cominciato a lottare seriamente solo in quell’istante.
Ed era un pensiero assurdo, dato che fino a quel momento si era chiaramente battuto con le unghie e con i denti, con la disperazione che gli deriva dal desiderio di tornare ad abbracciare la propria sorellina.
Trunks lo colpì in pieno viso. Ma Algid, più forte del dolore, sentì la frustrazione.
Com’era possibile? Eppure era certo di aver dato a quel bastardo abbastanza ricordi da fargli perdere completamente l’orientamento.
Furibondo, tentando al contempo di non venire ferito troppo brutalmente, Algid tese la propria mente a cercare la barriera che separava le due dimensioni in cui erano cresciuti i due Trunks differenti. Poi, con tutta la sua forza, la spinse contro il proprio avversario, per avvicinarlo violentemente alla vita del suo alter ego.
Eppure aveva già contorto tanto quella barriera spazio temporale… Possibile che Trunks non risentisse più di quelle sensazioni estranee?
Algid aveva sempre saputo che il proprio era un potere che andava utilizzato con cura. In quel momento, però, fuori di sé per la rabbia, continuò a far forza su quella barriera… E lo fece oltre il limite della ragionevolezza.
Davanti a lui, Trunks si fermò di colpo, irrigidendosi e sbattendo le palpebre come se i pensieri che l’aveva travolto all’improvviso gli avessero annebbiato la vista.
Il ragazzo non fece in tempo a distinguere quei ricordi estranei l’uno dall’altro, che gli parve di sentire esplodere qualcosa di immateriale tra sé ed Algid.
E la forza di quell’esplosione invisibile fu sufficiente per scagliare brutalmente all’indietro sia lui che il suo avversario.
Trunks sbatté con violenza la schiena contro il terreno. Il colpo fu così duro che il ragazzo sentì il proprio corpo reagire abbandonando la trasformazione in super saiyan. Confuso, ma con i sensi all’erta, il giovane si tirò a sedere, e i suoi occhi corsero subito a cercare Bra, con la paura che fosse stata travolta da quell’esplosione di energia.
Fortunatamente, ancora rannicchiata tra l’erba, la bambina sembrava illesa, sebbene si fosse abbassata maggiormente.
Algid era stato scaraventato più in là ed era finito bocconi. Si rialzò di scatto, ma quando i suoi occhi si sollevarono istintivamente verso il cielo, perse di colpo ogni interesse nei riguardi del duello che lo aveva catturato sino a quel momento.








Spazio Autrice:
Buondì!
Dunque, come al solito spero di non aver scritto niente di pesante. Devo dire che stavolta forse la faticaccia maggiore è stato scegliere il titolo del capitolo (e forse si nota xD).
Per il resto… be’, speravo di poter accorciare i tempi d’attesa tra un aggiornamento e l’altro, ma purtroppo credo sia meglio darvi di nuovo appuntamento tra due settimane (quindi al 12 d’Ottobre).
Perdonatemi, ma la scuola mi sta uccidendo ç_ç Cioè, dopo le mattinate di lezione non riesco a scrivere niente, quindi dovrò ripiegare sulle domeniche e su eventuali miracoli.
Alla prossima!
  
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