INTRODUZIONE
Ciaoooooooo!!!!!
Millyray è tornata a scassare con una
nuova fanfiction!!!!
Lettori:
nooooo!!!! Vattene via!!!!!!
Milly:
ahahah, calma ragazzi. Non scannatemi perché
comunque non vi libererete di me neanche se mi mandate qui Chuck Norris
quindi
calmate gli animi e sopportatemi.
Chi
ha già letto le mie altre fanfiction mi conosce
già,
sa come scrivo, o almeno così credo. Mentre, chi non mi
conosce, beh, avrà modo
di scoprirlo presto, se deciderà di leggere questa storia.
E
non so se sia un male o un bene… boh, lo scoprirete voi
XD.
Prima
di iniziare a pubblicare però, devo fare una
piccola premessa: questa fanfiction è ispirata a Came back
to the hell di Ino
Chan (vi consiglio di andare a leggere le sue storie perché
sono veramente
molto belle, soprattutto Came back, se non l’avete ancora
fatto) quindi, per
chi avesse letto la sua storia, troverà alcuni personaggi
che appartengono a
lei e forse anche qualche scene. Per chi invece non l’ha
letta, beh, pazienza,
meglio per me. Ihihih… :p io naturalmente ho chiesto il
permesso a Ino di
pubblicare questa storia e lei me lo ha concesso molto volentieri.
Ci
tenevo a fare questa precisazione perché non voglio
essere accusata di plagi o robe del genere. Voglio essere una persona
giusta,
soprattutto nel campo della scrittura che secondo me è una
cosa molto
personale.
Spero
comunque che voi leggerete lo stesso la mia storia
perché, anche se ispirata a un’altra fic, penso
che comunque valga la pena di
leggerla, non in quanto a bravura della scrittrice o bellezza della
storia, ma
semplicemente perché una storia, anche se ispirata a
un’altra, vale comunque la
pena di leggere. Tutte le storie che si scrivono sono in un certo senso
personali e ogni scrittore è diverso.
Quindi,
se avete aperto questa pagina, provate a dare
un’occhiata al prologo e al primo capitolo che ho
già pubblicato e allora
decidete se vale veramente la pena di leggerla.
Basta,
ho finito di rompere. Vi auguro solo buona lettura
e lasciatemi anche qualche commentino, così so se posso
continuare o se è
meglio lasciar perdere.
An
sì, prima però anche un po’ di
pubblicità. Eh sì, ci
vuole.
Per
la categoria di Harry Potter ho già pubblicato
S.Potter, ancora in fase di completamento. Per la categoria di Twilight
ho
pubblicato The Power of the Love e Stessi occhi stesso sangue. Invece,
per la
categoria di Maximum Ride, per chi di voi la conoscesse, può
dare un’occhiata a
La luce dei miei occhi.
Adesso
ho veramente finito.
Un
bacio.
Kisskiss,
Milly.
PROLOGO
I was riding
shotgun with my
hair undone
In the front seat of his car
He’s got a one-hand feel on the steering wheel
The other on my heart
I look around, turn the radio down
He says “baby is something wrong?”
I say “nothing I was just thinking how we don’t
have a song”
And he says
Sì,
rieccola, quella
sensazione che provava tutte le volte che suonava la sua chitarra e che
sentiva
la sua voce uscire dalle sue corde vocali. Quella sensazione che le
dava un po’
di brividi, ma anche emozione e adrenalina. Quando cantava si sentiva
più
forte, più potente, come se niente potesse abbatterle in
quel momento perché
era una cosa che le riusciva facile e bene e c’erano pochi
che la potevano
battere in questo.
Our song is the
slamming
screen doors,
Sneakin’ out late, tapping on your window
When we’re on the phone and you talk real slow
’cause it’s late and your mama don’t know
Our song is the way you laugh
The first date “man, I didn’t kiss her, and I
should have”
And when I got home before I said amen
Asking God if he could play it again.
Alzò
lo sguardo e puntò di
nuovo i suoi profondi occhi grigi in quelli del ragazzo che la stava
guardando
con un sorriso sghembo che sembrava dire: “Visto che ce
l’hai fatta? L’avevo
detto io”. E le pareva uno dei sorrisi più belli
che avesse mai visto, così
come i suoi occhi. E no, assolutamente non c’era niente che
adesso avrebbe
potuto buttarla giù perché stava
cantando… ed era con lui.
I was walking
up the front
porch steps
after everything that day
Had gone all wrong and been trampled on
And lost and thrown away
Got to the hallway, well on my way to my lovin’ bed
I almost didn’t notice all the roses
And the note that said
In
quel momento c’erano
soltanto loro due, loro due e nessun altro, loro due e i loro occhi che
continuavano a
puntarsi. E i loro volti
sorridenti. Perché quella canzone faceva sorridere, era una
canzone allegra,
una canzone allegra che non pensava sarebbe riuscita a cantare ora come
ora.
Anzi, pensava che non sarebbe mai più riuscita a cantare
canzoni allegre. Ma quella canzone
la rispecchiava.
Our song is the
slamming
screen doors,
Sneakin’ out late, tapping on your window
When we’re on the phone and you talk real slow
’cause it’s late and your mama don’t know
Our song is the way you laugh
The first date “man, I didn’t kiss her, and I
should have”
And when I got home before I said amen
Asking God if he could play it again.
L’aveva
composta lei quella
canzone, poco tempo fa tra l’altro, quando aveva avuto la sua
prima cotta, una
cotta che adesso le sembrava ridicola e stupida. Però la
canzone le piaceva lo
stesso, perché rappresentava i momenti più
importanti della sua vita. Ogni
testo delle sue canzoni è collegato a qualcosa, a qualche
momento, a qualche
evento…
I’ve
heard every album,
listened to the radio
Waited for something to come along
That was as good as our song
Cause our song
is the slamming
screen doors,
Sneakin’ out late, tapping on your window
When we’re on the phone and he talks real slow
’cause it’s late and his mama don’t know
Our song is the way he laugh
The first date “man, I didn’t kiss her, and I
should have”
And when I got home before I said amen
Asking God if he could play it again
Play it again.
Ed
era stato un momento felice
quello, quando aveva composto quella canzone, il momento di un periodo
particolarmente felice e spensierato. Una felicità che
avrebbe tanto voluto
avere anche adesso, ma non ci riusciva.
Beh,
forse quello era un primo
passo. Aveva ripreso a suonare e… c’era lui con
lei.
I was riding
shotgun with my
hair undone
In the front seat of his car
I grabbed a pen and an old napkin
And I wrote down our song.