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Autore: Fire_Fight    16/10/2011    1 recensioni
Hai
mai pensato di tirarti indietro? Di vivere normalmente sperando che
qualcuno più valoroso di te combatta e vinca una guerra
senza
speranze? Magari sentendoti vigliacco a pensare che se quel qualcuno
dovesse fallire non saresti tu a giustificarti con il tuo popolo? La
tua città.... La tua famiglia?”

Chiesi
sperando in parole di conforto. Lui rispose da persona adulta,
diversa e le cose che disse superarono di gran lunga le mie
aspettative.

La
mia vita non è mai stata normale. Da quando mia madre fu
uccisa da
questi... bastardi io ho cercato di coprire le orme di mio padre, di
essere un uomo vero, l'uomo di casa riuscendo quindi a mettere da
parte un pezzo di me. Ragione per cui tornare a casa, con nessuno che
aspetta il mio ritorno e stare comodo ad aspettare che questa guerra
si vinca da sola, non mi passerebbe nemmeno per l'anticamera del
cervello. Preferirei mille volte perdere ed essere ucciso per
ciò in
cui io credo veramente, piuttosto di sapermi vivo come un
vigliacco.”

Senza
dare una risposta lasciai mio fratello ai suoi pensieri e mi accodai
alla fila. Nel lungo viaggio che ci attendeva provai a non avere
paura, a ricordare le persone che amavo e, affidata alle braccia
dell'oscurità, cercai un modo per pensare il meno possibile
al
domani.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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CAPITOLO SECONDO


Il giorno seguente non avevo ancora deciso cosa fare ma, nel dubbio, decisi di alzarmi presto. Gli indumenti che indossai me li cucii io: presi uno dei miei vestiti migliori ed iniziai a modificarlo con ago e filo. Ci misi più di metà mattinata a finire il tutto, ma rimasi molto soddisfatta del risultato; avevo creato dei pantaloni e un lungo mantello con cappuccio di velluto nero che sfiorava il terreno con il bordo... Dovevo essere irriconoscibile se non volevo fallire.

Li provai e rimasi sorpresa della perfezione e dei dettagli che avevo creato, ma mancava ancora il pezzo che copriva il busto. Per quello usai una corazza particolare che mi aveva regalato Liam anni prima, quando mi usava come allenamento, e che avevo tenuto da parte per ogni evenienza; ovviamente non ne vendevano per donne, ma in qualche modo lui era riuscito a procurarselo e ci sorprendemmo tutti e due per la comodità e per la sua efficacia. Prima di mettere il cappuccio creai altre due bandane con i piccoli pezzi di veste che avevo ritagliato: una la usai per bloccare al meglio i capelli che un attimo prima avevo cercato di tagliare con un pugnale, mentre l'altra la usai per avvolgere metà del viso... Dal mento al naso. Quando mi guardai allo specchio fui molto contenta del risultato perchè tutto quello di umano che si riusciva a scorgere erano le pallide e piccole mani, il piccolo pezzo di candida pelle tra il naso e le ciglia e, per finire, due enormi occhi grigi lievemente screziati di un viola che, fortunatamente, si impossessava del mio sguardo solamente al calar del sole.

Spero che quando combatterò tutto questo grumo di pezzi di veste non mi sia di impiccio. Feci un lungo sospiro pensando a cosa sarei andata incontro... Sarei davvero stata capace di uccidere? Sarei davvero stata capace di vivere un'avventura così irta di pericoli con un segreto così grande sulle spalle? Sarei davvero stata capace di vivere come un uomo dimenticando la mia vera identità? Probabilmente no. Ma per nessuna ragione al mondo avrei preferito restare ad Elath, anzi... A breve mi sarei trasferita a Soria, una città lontana e montuosa con un clima rigido. Certo, sarei stata al sicuro dagli attacchi degli Assassini, secondo mio fratello. Ma per lui era tutto così facile! Infatti non era lui che doveva sposare un perfetto sconosciuto sapendo tutti i suoi famigliari lontani a combattere una battaglia senza sapere se sarebbero morti!

Mi stavo ancora guardando allo specchio quando colsi una goccia solitaria rigarmi una guancia. Perchè era tutto così difficile? Mia madre era morta, mio padre era stato rapito, mio fratello stava andando ad uccidersi... Non volevo rimanere da sola, non volevo sopportare quel dolore tutto da sola e così decisi di andare. Di andare con i Ribelli per stare un ultima volta con mio fratello e morire per quello che credevo veramente.

Feci tempo a prendere la cinta con la spada e la cavigliera con il pugnale che nascosi sotto il pantalone per le evenienze, quando un'enorme esplosione mi fece cadere a terra dando un forte colpo allo specchio con la nuca. Quando riaprii gli occhi non mi fu subito tutto chiaro... Vedevo la mia casa sfuocata e con un eccessiva tonalità rossa, sentivo sempre più caldo però non riuscivo a muovermi.


Buio.


Kali! Kali! Se mi senti rispondi!! Ti prego” era la voce di mio fratello! Quando questa volta riaprii gli occhi mi accorsi di aver ripreso totalmente i sensi. Liam. Intorno a me c'erano solamente fiamme che si alzavano sempre di più, avevo paura. Sentii ripetere il mio nome e, finalmente, trovai la forza di alzarmi. Dovetti aggrapparmi al muro perchè avevo perso molto sangue. Il mio sguardo si posò prima sul vetro rotto per terra, poi sulla finestra davanti a me... Era abbastanza lontana ma lì le fiamme non erano così alte come in tutto il resto della casa. Con le ultime forze rimastemi in corpo feci una goffa corsa e, attraversando le fiamme, rotolai giù dalla finestra che fortunatamente era aperta. Appena sentii il fresco contatto dell'erba gattonai cercando di allontanarmi il più possibile dalla casa in fiamme mentre tossivo per espellere tutto il fumo che avevo respirato.

Quando mi accasciai a terra sentii qualcuno cadermi sopra... Era Liam! Che sollievo non fosse ancora partito. Mi girò lentamente ma, quando vidi il suo volto prima felice, poi distaccato e imbarazzato, capii. “Mi scusi” disse lui “Ha gli stessi occhi di mia sorella” disperato si avvicinò quanto più poté alla casa con le mani tra i capelli. Mi alzai e lo raggiunsi cercando di camuffare la voce. “Mi sono buttato dentro la casa credendo che ci fosse qualcuno...” Liam in preda al panico non mi lasciò finire “Mi dica che non c'era nessuno... La prego!” Implorò. Non potevo inventarmi la mia morte, anche se avrei tanto voluto... Non lo feci solamente perchè non volevo dare a quel fratello tanto triste e pieno di sensi di colpa un'altra mazzata dalla vita. “No, non c'era nessuno.” dissi infine. Fece un lungo sospiro, poi mi diede la mano: “Io sono Liam, figlio di Lord Sonnar. Abito... Abitavo qui” disse con aria triste. Risposi alla stretta di mano mettendo la mia testa, che già pulsava per la botta che avevo preso e per il vetro che mi aveva strisciata, sotto un'enorme sforzo nel tentativo di trovare un nome, un nome abbastanza figo che potessi portare con orgoglio: “Piacere... Io... Io sono Alek, figlio di lord Jerrik” Mio fratello sembrò per un attimo perplesso “Non sei di qui, vero?”


no, infatti.” la testa mi faceva ancora troppo male, nonostante ciò cercai una storia plausibile “Sono qui per aggiungermi ai Ribelli e vendicare la morte di mio padre ucciso per mano loro, solo che non so dove trovarli.”


Abbiamo una storia molto simile, Alek. Vieni con me, tutti noi saremo lieti di darti il benvenuto... Anche perchè non siamo in tanti e abbiamo bisogno di uomini”


Allora sono capitato nel posto giusto! Bene, avevo paura di essermi perso”


Liam! Liam!”


Un ragazzo da capelli neri che gli coprivano leggermente gli occhi verdi, ci venne incontro urlando.

Kellan? Che ti prende?” Il possente torace del ragazzo si muoveva molto velocemente verso l'alto e verso il basso a causa della corsa... Non potei fare a meno di notare i suoi muscoli. Era molto più alto di me e tre volte più largo, perfino mio fratello, uomo molto ambito dalle ragazze, sembrava piccolo piccolo nei suoi confronti.

Abbiamo preso qualcuno! Credo che sia lo stesso Assassino che ha dato fuoco alla tua casa...”


L'avete messo nella prigione di massima sicurezza?”


Ovvio... Però non vuole parlare”


E siete sicuri che si tratti di uno della Gilda?”


Assolutamente! Porta lo stesso tipo di pugnale degli altri e anche il tatuaggio dalle quattro stelle posizionate come un rombo con al centro una mezza luna...” Appena sentii la descrizione del tatuaggio mi sentii mancare... Non era possibile che fosse esattamente uguale a quello che era spuntato a me! Liam non potè fare a meno di sorridere, poi disse: “Non ti preoccupare Kellan, lo farò parlare io... E, se non apre bocca, c'è sempre la tortura!” A quelle parole deglutii rumorosamente e, per un attimo, ebbi per la prima volta paura di mio fratello.


  
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