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Autore: LucreziaPo    21/10/2011    5 recensioni
Attenzione spoiler su Harry Potter and the Deathly Hallows! chi non vuole rovinarsi la sorpresa, non legga nulla!!!! e se dopo la morte di Voldemort, Dio decidesse di far esprimere ad Harry il desiderio di far tornare in vita le persone care che lui ha perso nella lotta??? e se lui accettasse?? ci saranno baci, battute e scherzi con i Malandrini di nuovo riuniti, amore, scommesse e risate!!!! mi raccomando ditemi che ne pensate!!! un bacione Lily Black 90
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'I protecting you & A new Life'
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Novembre passò velocemente, senza nessun cambiamento o minaccia da parte dei Mangiamorte.

Harry era sempre tenuto d’occhio, e se ne rendeva conto, ma non c’erano stati più attacchi riconducibili a loro.

Keira, ormai al quarto mese, era sempre più incinta ed ora il pancione si notava, come James le faceva notare sempre per punzecchiarla, per poi sfuggire abilmente alle sue fatture.

“Sei insopportabile!”

James sfuggì ad uno Schiantesimo, ridendo, allegramente.

“Oh, andiamo! Che ho detto di male?”

“Mi hai chiesto come volevo chiamare i miei tre gemelli.”

James rise di nuovo.

“Andiamo, è probabile che siano tre…o quattro data la…”

Harry s’abbassò, entrando in cucina, per evitare un lampo di luce viola.

“Oh, scusa, Harry. Ti ho colpito? Miravo a quell’idiota di tuo padre.”aggiunse la giovane, alzando la voce, dato che James era fuggito dalla cucina.

“Ignoralo.”rise Harry. “Ma faceva così anche prima?”

“Faceva l’idiota? Oh, sì. Era un cretino. E lo è ancora.”gridò rivolta alle scale, in cima alle quali James li guardava, ghignando.

“Sento i tuoi dolci e soavi suoni, milady.”declamò.

“Smettila o Lily s’ingelosisce.”

James rise.

“Ma tu sei come una sorella per me! Ed è per questo che non la finirò di punzecchiarti finché non partorirai almeno 3 gemelli!”

“JAMES! È solo un bambino, non tre!”

“Quali 3 bambini?”

Sirius entrò in casa in quel momento e li guardò senza capire.

Tre?

“Che mi sono perso?”chiese.

“Papà punzecchia Keira perché è incinta e dice è troppo grossa per aspettare solo un bambino.”spiegò Harry in fretta, mentre Keira riprendeva a scagliare incantesimi su James che li schivava, ridendo.

“Solita giornata in casa Potter-Black, vedo.”

 

Harry sbuffò, sonoramente.

Si stava annoiando da morire.

Aveva incontrato poco fa un Ron terrorizzatissimo all’idea di andare a trovare i genitori di Hermione.

La vedeva come una cosa terribile ed Harry notò le orecchie dell’amico, rosse dall’imbarazzo.

Oh, l’avrebbe costretto a dirgli tutto, al suo ritorno!

Li aveva salutati, sconsolato, prima di tornarsene a casa.

Erano tutti al lavoro e lui era chiuso in casa.

Aveva provato ad andarsene, ma c’erano incantesimi anti-smaterializzazione ovunque e non poteva uscire neanche dal cancello.

Era come trovarsi in una bolla.

Sospirò, fissando il soffitto.

Era una cosa folle.

Adesso capiva come s’era sentito Sirius, chiuso a Grimmauld Place.

Oppresso e prigioniero.

Poi sentì qualcuno aprire la porta d’ingresso.

Il viso di Keira s’affacciò in salotto e lo scrutò.

Era visibilmente stanca, ma abbozzò un sorriso.

Era di ritorno dagli studi di registrazione ed era ricoperta di neve.

“Tutto bene? Tua madre mi ha chiesto di vedere se tutto andava per il meglio.”chiese, scrollandosi la neve di dosso e formando una piccola montagnella ai suoi piedi, che fece scomparire con un colpo di bacchetta.

“Se per bene intendi che ucciderei per non stare qui, sì. Sto a meraviglia.”

Keira appese il mantello, l’asciugò con la magia e rise, sedendosi sul divano accanto a lui.

Harry la guardò, notando che ora il pancione era davvero evidente.

“E tu? Stai bene?”

“Sì, meravigliosamente. Se mio figlio smette di tirare calci, starei meglio, però.”

Harry rise.

Keira aveva sentito il primo calcio qualche giorno fa ed aveva avvisato tutti, emozionatissima.

Ora non lo era più di tanto.

“Non sei curiosa di sapere il sesso?”

“No. Cioè, sì, ma voglio che sia una sorpresa.”

“E Sirius?”

“Oh, lui vuole un maschio, ma stavolta mi sa che non ci ha preso. Sarà una femmina, me lo sento.”

“Stavolta?”

Sirius aveva avuto altri figli?

La guardò, senza capire.

“No, niente altri figli. Sirius non voleva avere figli, mi ricordo. Diceva che il nome Black era una maledizione e che non voleva che altri avessero a che fare con la sua famiglia. Comunque, ora è di opinione diversa, perché è più contento di me all’idea di avere il bambino!”

“E che intendevi con stavolta?”

“Che indovinò il sesso del bambino di Lily. Sapeva che sarebbe nato un maschio, cioè tu.”

Harry sorrise.

Keira lo scrutava, senza parlare.

“Ti va di uscire?”

“Sai eludere le protezioni che mio padre ha messo tutto intorno alla casa?”

“Beh, puoi uscire se sei con un membro dell’Ordine ed io…guarda caso, lo sono.”

Harry sorrise.

“Su, ho voglia di una cioccolata calda e di entrare da Zonko!”

 

“Mi piacciono queste cene enormi che organizziamo sempre.”

“Ti piace perché puoi mangiare tanto!”

“Zitto, tu! Io qui nutro due persone!”

Keira zittì Sirius, sgranocchiando un gambo di sedano.

“D’accordo, mammina isterica. Puoi almeno aiutarmi a portare i piatti in salotto?”

“James e Remus che ci stanno a fare? Ed Harry? Ron?”

“Vuoi elencare tutti i maschi presenti? Ti ci vorrà un’ora almeno e tra un’ora arrivano i Weasley. Muoviti, aiutami.”

Keira sbuffò e fece levitare una pila di piatti verso il salotto.

Era una scena buffa.

Sirius era seguito da quest’orda di piatti di tutti le dimensioni, che levitavano dietro di lui.

“Ouch! Tua figlia ha intenzione di distruggermi la schiena.”decretò Keira, afflitta, mentre con un colpo di bacchetta i piatti di rimettevano a posto.

“Figlio.”

Sirius s’avvicinò a lei, ghignando.

“Figlia. So che è femmina. Lo sento.”

Keira avvicinò il viso al suo, mormorando a pochi centimetri dalle sue labbra.

“Rassegnati.”mormorò, mordicchiando le sue labbra, seducente.

Lo baciò, dolcemente, prima di approfondire il bacio e tirarlo a sé.

Sirius la guardò, sorpreso da tale atteggiamento, ma compiaciuto.

Il pancione si frappose fra loro e Sirius sentì un calcio, incredulo.

“Ehi! L’ho sentito!”

“Credo che a nostra figlia piace che io ti baci.”

“Mmm…”

Sirius affondò le mani tra i suoi capelli castani e la trasse a sé, cingendole la vita e baciandola con più passione.

Le loro lingue s’intrecciarono, sfiorandosi e sentirono brividi di piacere lungo la schiena.

Si staccarono ansimanti.

“Camera, ora! Altrimenti lo faccio qui!”disse Keira decisa e arrossita.

Sirius scoppiò a ridere, con la sua risata a latrato che Keira amava e la portò di sopra, dove si concessero un intenso pomeriggio di passione.

 

“Siete voi i Malandrini?”

Fred guardò con occhi sgranati James, Sirius e Remus, dopo averli sentiti chiamarsi con i loro soprannomi.

“Andiamo, non lo sapevi?”chiese Hermione.

“Che loro erano i Malandrini? No! Tu!”

George puntò il dito verso Harry, minaccioso.

“Cosa?”

“Dovevi dirci che tuo padre, il tuo padrino ed il nostro professore di Difesa contro le Arti Oscure erano i Malandrini!”

“Pensavo lo sapeste.”

“Non li abbiamo mai sentiti chiamarsi con i soprannomi.”

“Vero.”ammise Sirius, guardando Fred.

“Non ci posso credere! E’ stato grazie a voi ed alla vostra mappa che abbiamo scoperto tutte quelle cose sul castello, tutti i passaggi segreti e…siete dei geni!”

James rise, compiaciuto.

“Erano delle pesti.”li corresse Lily. “Impossibili.”

“Anche Fred e George. Ho ricevuto più lettere da Hogwarts per i guai che loro avevano combinato, che da tutti i miei figli!”disse Molly, servendosi della salsa al cumino.

“Già, anche James e Sirius. Hai fatto impazzire tua madre, ragazzo.”

Albus Dumbledore osservò il figlio, da sopra agli occhi a mezzaluna e James ghignò.

“Non c’era bisogno che glielo scrivessi, papà. Bastavi tu a rimproverarci.”

“Già. Abbiamo preso quante…300 punizioni?”chiese Sirius, punzecchiando James con la forchetta.

“Padfoot, piantala!”

“Erano almeno 400.”disse Remus.

“E tu ci hai accompagnato solo qualche volta…sei un cattivo Malandrino, Remus.”

Remus alzò appena un sopracciglio alla frase di Sirius.

“No, era più furbo a non farsi beccare.”fece Lily e tutti risero.

“400 punizioni? In tutti e 7 gli anni? Complimenti!”rise George. “Noi siamo arrivati a 200.”

“Già. Gazza ci odiava. Quasi supplicava che facessimo i bravi per non doverci sopportare durante le punizioni!”disse Sirius.

“Esatto! Abbiamo pulito più noi Hogwarts che gli elfi domestici addetti alle pulizie!”

“Dovevate responsabilizzarvi...”disse Dumbledore.

“Preferivo un giro nella Foresta Proibita che pulire.”

“James non è mai andato molto d’accordo con le pulizie ed il resto.”disse Remus ad Harry.

“Sono negato.”

“Perché avevi Gil che faceva tutto per te.”disse Dumbledore.

“Chi è Gil?”domandò Ron.

“L’elfo domestico di casa Potter.”

“Ritornando alla mappa, siete stati davvero grandiosi. Ci voleva una cosa del genere ad Hogwarts.”

Fred guardava i Malandrini come se fossero delle star.

“Che mappa è?”chiese Arthur.

“Mostra tutte le persone di Hogwarts, dove sono, dove vanno, e tutti i luoghi, anche i passaggi segreti.”disse Ron.

“Ci sono passaggi segreti? Per dove?”

“Per uscire dal castello.”disse Harry.

“E scommetto che voi li avete usati.”

Molly guardò Harry, Ron, Hermione ed i gemelli, severamente.

“Un po’.”

“Da vero Malandrino.”disse James, guardando il figlio.

“E irresponsabile.”aggiunse Molly, severa.

“So badare a me stesso.”rimbeccò Harry, serio.

“So che è così.”disse James, dolcemente. “Ma per evitare che i Mangiamorte ti facciano in pezzetti così piccoli da darli a mangiare a Grattastinchi è meglio se rimani al sicuro in casa.”

Harry alzò gli occhi al cielo.

“Per quanto ancora?”esclamò, arrabbiato.

“Harry…”

“No, Harry nulla! Sono stufo di starmene rinchiuso in casa!”

Stava impazzendo!

Odiava essere tenuto d’occhio e non essere libero di andare da nessuna parte senza una scorta.

James sospirò, passandosi una mano sul viso.

Capiva cosa stava passando Harry, ma non poteva allentare le protezioni o lasciarlo andare dove voleva.

Sicuramente sarebbe finito nei guai.

“Credevo di aver finito di scappare, dopo Voldemort.”

“Harry, non stai scappando. È solo pericoloso, al momento.”disse Lily, cercando di calmarlo e posandogli una mano sulla spalla.

Harry non disse nulla, né la guardò.

“Non essere arrabbiato con me.”disse James, piano.

Odiava litigare con il figlio.

Il problema era che entrambi avevano un carattere forte e spesso si ritrovavano a discutere.

 

Lo trovò in biblioteca, seduto su una poltrona, con in mano un album di fotografie.

Lily sorrise al figlio, osservandolo prima di annunciare la sua presenza.

Harry era identico a suo padre.

Lily ne coglieva gli atteggiamenti, l’espressioni del volto, i capelli sempre ribelli che tanto amava. Adorava passare le mani tra quei capelli soffici e sparati in tutte le direzioni come se avessero una vita propria più di quanto non piacesse farlo a James.

“Harry…”

Harry fece un balzo, guardando la donna sulla soglia.

Lily rise, piano.

“Non volevo spaventarti.”disse, notando che Harry stringeva la bacchetta.

“Scusa, sono teso.”

Era ormai mezzanotte, ma Harry non riusciva a dormire.

Era troppo preoccupato.

“Per tuo padre e Sirius?”

Lily sedette accanto a lui, dolcemente.

“Temo che possano attaccarli.”

“Lo so, lo temo anche io. Ma meglio non dire nulla a Keira o diventerà più isterica di quello che è già. Odia che Sirius vada in missione. Ed anche io non impazzisco di gioia quando lui e James escono.”

S’interruppe, notando il suo sguardo preoccupato.

“Staranno bene. Sanno badare a sé stessi.”disse, cingendogli le spalle con un braccio e sbirciando l’album che il figlio sfogliava distrattamente.

“Ricordo quella foto. La scattammo il giorno della tua nascita.”

Lily indicò una foto in cui Sirius e James dormivano, l’uno appoggiato alla spalla dell’altro su sedie del…

“E’ il San Mungo.”disse Lily, confermando i suoi sospetti. “Ho fatto impazzire James durante le mie doglie.”

Lily rise nel ripensarci. “Lui era agitatissimo, ha costretto Sirius a venire da noi alla 4 di notte in pigiama e non la finiva di camminare su e giù per la sala d’attesa quando stavo partorendo.”

Harry rise.

Se l’immaginava il padre, andare su e giù, le mani tra i capelli, nervosissimo, con accanto un Sirius più agitato di lui.

Il rumore della porta che s’apriva li fece sobbalzare entrambi e stavolta fu anche Lily a prendere la bacchetta.

Poi Sirius e James entrarono in biblioteca.

“Cosa ci fate ancora svegli?”chiese James, stupito. “State bene?”

Lily gli corse incontro, abbracciandolo.

James sgranò gli occhi, sorpreso e le carezzò i capelli lunghi.

“Ehi…sto bene. Stiamo bene. Che vi prende?”chiese, poi, guardando il figlio.

“Eravamo preoccupati.”spiegò come se fosse la cosa più naturale del mondo.

“Bene. Apprezzo la gente che si preoccupa, ma non ce n’era bisogno. È andato tutto liscio, nessun Mangiamorte, Dissennatore o altra roba pericolosa.”

Sirius crollò sul divano, mezzo addormentato.

James approfittò del fatto che tenesse gli occhi chiusi per gettarsi su di lui e prendere a fargli il solletico.

Sirius sussultò, cacciando un grido.

“Prongs! Vedi di levarti dai…”

Sirius si zittì ad un’occhiataccia di Lily, ma afferrò James per un braccio ed iniziarono ad azzuffarsi.

“Dovremmo…uhm…separarli?”chiese Harry, titubante, guardando la madre.

“No. Fanno sempre così.”ridacchiò Lily, prima di andare a dormire e pilotare Harry di sopra, lasciando James e Sirius ad azzuffarsi.

 

“Mi serve un accompagnatore per andare a Diagon Alley?”domandò Harry, quando mancavano pochi giorni a Natale.

James alzò lo sguardo dal giornale e lo guardò.

“Diagon Alley?”chiese Sirius, la forchetta a mezz’aria, mentre stava mangiando una salsiccia.

“Sì. Quel posto magico, presente?”fece Lily, ridendo. “Ignorali, Harry. Sono un po’ lenti per certe cose. Comunque sì. Andare da solo è troppo pericoloso.”

Harry se l’era aspettato.

“Ti accompagnerei io, ma devo andare da Tonks per aiutarla con la cena con i suoi. Sai che è un disastro in cucina.”

Harry rivolse lo sguardo a James e Sirius che si sentirono sotto i riflettori.

“Devo accompagnare Keira dal finegologo.”

“Ginecologo, Sirius.”lo corresse Lily, con un sorriso.

“Sì, lì.”

“Papà? Andiamo, devo comprare i regali per Natale!”

Harry si stava innervosendo.

“Remus è in missione. A chi vuoi che chieda dato che tu ti ostini a non farmi uscire di casa senza un accompagnatore?”

James s’arrese.

“Ok. Ti accompagno io. Ma se dovesse esserci il primo accenno di attacco, tu ti smaterializzerai via, chiaro?”
Harry alzò lo sguardo al cielo.

“Se un giorno di questi ti uccide nel sonno, non ti meravigliare, Prongs.”rise Sirius, di fronte all’espressione bellicosa di Harry.

 

“Credi che Sirius sarà apprensivo con sua figlia quanto lo sei tu con me?”

James alzò gli occhi al cielo, affondando le mani nelle tasche.

Faceva freddo ed il cielo minacciava neve.

“Se fossi un padre, capiresti la mia paura in una situazione del genere.”

“Non ti fidi abbastanza.”disse Harry, ferito.

Era da un po’ che ci pensava, ma non avrebbe mai immaginato lo sguardo sconvolto del padre.

“Ma sei impazzito? Certo che mi fido di te! È solo che preferisco tenerti d’occhio. Harry, sei un mago in gamba e mi fido di te. Ma chiunque si ritroverebbe in difficoltà se circondato da un gruppo di Mangiamorte assetati di vendetta. Hai già deciso il regalo per Ginny?”chiese, cambiando argomento.

“L’ho comprato quando sono uscito con Keira.”disse Harry, freddo.

James incassò il colpo.

Sapeva che Harry ce l’aveva con lui ed avrebbe trovato il modo di sistemare tutto.

Poi sentì un’esplosione così forte da creare un’onda d’urto che li sbatté a terra.

Dopo fu il caos.

 

“CORRI!”ruggì James, spingendo Harry via.

“No! Te lo scordi! Non voglio lasciarti da solo con i Mangiamorte!”

James sbarrò gli occhi dall’orrore, mandando velocemente un Patronus all’Ordine per chiedere rinforzi.

“Harry, è te che vo…”

James non riuscì a finire la frase perché qualcuno l’aggredì alle spalle, colpendolo con un incantesimo così violento che lo mandò a sbattere contro le vetrine di un negozio, rompendole.

Il Mangiamorte era coperto da una maschera, ma Harry poté indovinare il suo sorriso soddisfatto, mentre avanzava verso di lui.

“Bene, bene, bene. Chi abbiamo qui? Harry Potter. Hai finito di nasconderti, vero? Sei qui per fare il coraggioso?”

 

James si massaggiò la testa, riprendendosi immediatamente e con dolore dalla botta.

Era ricoperto di vetri, le urla intorno a lui erano aumentate e la testa gli doleva moltissimo.

Ma Harry era là fuori. Con dei Mangiamorte.

Scattò in piedi così velocemente che gli venne la nausea e corse verso Harry.

 

“Stupeficium!”

Il Mangiamorte evitò l’incantesimo di Harry e dalla sua bacchetta schizzò un lampo di luce verde che il ragazzo schivò, con il cuore in gola.

“L’hai trovato? Finalmente.”

La voce di Nott giunse da dietro una maschera, il cui proprietario s’avvicinò alle spalle di Harry.

Harry arretrò, colpendolo con un Reducto e questo fece infuriare il Mangiamorte.

“CRUCIO!”ruggì ed Harry non riuscì ad evitare la maledizione in tempo e si sentì invadere da un dolore così intenso da mozzargli il fiato.

La bacchetta gli cadde di mano, mentre crollava su un fianco nella neve, urlando di dolore e contorcendosi.

Sembrò durare un’eternità e non riusciva a pensare, non riusciva a reagire.

C’era solo dolore.

I Mangiamorte continuarono ad infierire su di lui, mentre le proprie urla e le loro risate gli riempivano la testa.

“LASCIATELO STARE, BASTARDI!”

La voce di James giunse come un toccasana, perché la maledizione cessò all’improvviso, lasciando Harry per terra a rantolare dal dolore e dal freddo.

James aveva un’espressione omicida sul volto e puntò la bacchetta contro il petto del Mangiamorte che aveva di fronte.

“Dammi un solo motivo e ti ammazzerò, invece di mandarti ad Azkaban.”

“Bene.”ghignò l’altro.

Fu un attimo.

James vide il secondo Mangiamorte levare la bacchetta e puntarla contro Harry che giaceva inerme a terra ed urlare l’Anatema che Uccide.

“AVADA KEDAVRA!”urlarono tre voci.

James tirò via Harry, prima che la maledizione l’uccidesse, la bacchetta contro il Mangiamorte.

Ma non era l’unico ad aver difeso Harry.

Sirius Black s’ergeva poco lontano da lui, il viso furioso, l’espressione pericolosa, gli occhi grigi puntati contro i Mangiamorte che ora giacevano morti, entrambi.

James non si rese conto di stringere il figlio al petto.

Notò solo allora quanto pallido ed infreddolito fosse e di quanto tremasse.

“Harry…”disse soltanto.

L’avvolse nel proprio mantello e lo sollevò di peso.

Sirius corse verso di lui.

“Sta bene? Non l’ha colpito, vero?”chiese, isterico.

James scosse il capo.

Harry tremava violentemente, il dolore che l’invadeva ad ondate, così come il freddo intenso e pungente.

“Grazie, Padfoot.”disse James, tetro, mentre osservava il figlio.

Era cereo e tremava.

Sembrava sul punto di svenire.

“Portiamolo a casa prima che gli venga un accidenti.”ordinò Sirius, prendendo in mano la situazione.

 

“Non s’è fatto male nessuno? Stanno tutti bene?”

Keira era isterica.

Camminava su e giù e riempiva James, Sirius ed un congelato Remus di domande.

“L’Ordine e gli Auror sono intervenuti subito. Parecchi Mangiamorte sono morti. Anche io e Sirius ne abbiamo uccisi due. Stavano per ammazzare Harry.”rispose James, tetro.

Non gli piaceva molto uccidere, ma quando aveva visto il Mangiamorte puntare la bacchetta contro Harry, aveva agito d’istinto e così anche Sirius.

“Harry? È ferito?”chiese Remus che era intervenuto con l’Ordine, rispondendo al Patronus di James.

“L’hanno torturato con la Cruciatus, Moony.”disse James, atono e Remus sgranò gli occhi. “E’ quasi svenuto dal dolore…”

“E dov’è? L’avete portato al San Mungo o…”

“E’ con Lily…e Piton.”

Questo fece sgranare ancora di più gli occhi al lupo mannaro.

“Che…”

“Gli stanno preparando una pozione per calmare il dolore ed il freddo. È quasi morto congelato là fuori.”spiegò Sirius.

“Io vado a vedere come sta.”

James quasi si smaterializzò nella camera di Harry, trovandolo imbacuccato nelle coperte, il viso pallido, gli occhi chiusi.

Il respiro era tornato normale, mentre prima era affannoso ed agitato.

Piton e Lily stavano parlando a bassa voce, ma Piton tacque vedendo James sulla soglia.

“Gli ingredienti li ho trascritti qui, Lily. Io vado.” E si smaterializzò.

“Continuo a non stargli simpatico.”commentò James.

“Neanche tu l’adori.”commentò lei, asciutta.

James sedette sul bordo del letto di Harry e gli sfiorò il viso con una mano.

Non era più freddo come il ghiaccio, ora.

“Sta meglio.”

“Poteva morire. Se non fossi arrivato in tempo, se…non lo so, Lily. Ora Harry sarebbe…”

La voce s’incrinò e James sentì la morsa al petto farsi più forte.

“Hanno provato a fargli del male perché sono pazzi, perché pensano di vendicare Voldemort così. Non è colpa tua.

Tu e Sirius l’avete difeso e tu gli hai salvato la vita evitando che la maledizione lo colpisse.”

James annuì, distrattamente, ma il movimento della testa gli ricordò il bernoccolo che aveva sul capo.

“Hai preso una bella botta, vero?”rise dolcemente Lily.

“Mi hanno colto di sorpresa.”

“Non puoi sempre tenere d’occhio ogni cosa, James Potter.”

Lily lo baciò dolcemente sulle labbra e James annegò nel suo sapore, inebriandosi del suo profumo.

La prese tra le braccia, affondando le mani tra i capelli, prima di staccarsi da lei e fissare con amore il figlio addormentato.

“Resto io accanto a lui stanotte.”mormorò, quando Lily l’avvertì che sarebbe andata a dormire.

“Sta bene. Ha solo bisogno di riposo.”

“Lo so. Voglio solo prendermi cura di lui ancora un po’.”mormorò e Lily guardò il marito sfiorare la mano di Harry prima di stringerla e sussurrargli che ora sarebbe andato tutto bene.

 

“Sto bene.”

Harry rise di fronte allo sguardo preoccupato del padre.

S’era risvegliato solo nel tardo pomeriggio, ritrovandosi accanto suo padre, apprensivo.

Ricordava la battaglia, la tortura e poi i suoi pensieri si facevano confusi.

Sirius gli aveva raccontato di come suo padre era intervenuto per impedire che un Mangiamorte l’uccidesse e come lui e l’amico ne avevano fatti fuori due.

Harry aveva ancora qualche linea di febbre ed ascoltava il racconto di Sirius, che aveva reso tutto ancora più interessante, straparlando e soffermandosi su particolari inesistenti…

“Sirius! Non stai scrivendo un romanzo!”sbuffò James quando Sirius attaccò con:

“Era un pomeriggio freddo e il cielo minacciava neve, quando…”

Sirius rise, la sua risata simile ad un latrato e si rotolò sul letto di Harry, le mani sulla pancia.

“Ahahahah…”

“Ma che gli è preso?”chiese Harry.

“E’ impazzito. L’abbiamo perso. Mi dispiace, abbiamo fatto di tutto per salvarlo.”

James assunse un’aria contrita che fece ululare Sirius dalle risate e fece ridere Harry.

Solo James si sforzò di non scoppiare a ridere anche lui, ma la visione del suo migliore amico, ormai in coma dalle risate, era stupenda.

“Comunque credo che sia l’effetto della pozione che ha preparato Keira.”

Harry lo guardò, interrogativo.

“Ha provato a preparare una pozione calmante perché Sirius aveva i nervi a fior di pelle per l’attacco a Diagon Alley…ma credo ci abbia messo troppa coda di rospo e Sirius è impazzito.”

“Ecco l’antidoto.”

Lily entrò in camera e porse a Sirius una tazza fumante.

Ci volle un po’ per fargliela bere, evitando che si soffocasse con le sue stupide risa.

“Meglio evitare che Keira faccia altre pozioni in futuro!”

“Mi dispiace!”

Keira entrò nella stanza ed in un attimo il letto di Harry fu invaso da Lily, James, Sirius e Keira.

“Beh, non potrai essere peggio di Remus.”

James e Sirius rabbrividirono al pensiero e Lily rise.

Lily s’appoggiò alla spalliera del letto ed abbracciò Harry, accarezzandogli i capelli.

“Ho davvero temuto di perderti ieri.”sussurrò e tutti notarono che aveva la voce rotta dal pianto.

“Mamma…”

“Lily…”

James abbracciò entrambi, stringendoli forte al cuore.

Lily notò come il cuore del marito battesse fortissimo.

Harry arrossì, lanciando uno sguardo disperato a Sirius che però stava parlando con Keira e si stava riprendendo dall’ultima pozione della sua fidanzata.

“Ehm…”

“Scusa, ti stiamo mettendo in imbarazzo!”

James lasciò andare Harry e rise.

“Solo un pò.”ammise, ridendo.

Lily continuò a stringerlo.

“Lily?”chiese James, come per invitarla a lasciare andare Harry.

“La mamma può restare.”indovinò Keira con un sorriso e James si mostrò offeso.

“D’accordo. Lily resta. Vado a preparare la cena. Sirius, Keira…fuori!”ordinò e Keira salutò Harry con un bacio sulla guancia, prima di andarsene, seguita da Sirius che ghignò di fronte all’espressione gelosa di James.

“Papà?”chiamò Harry di colpo.

S’era appena ricordato di una cosa che doveva assolutamente dirgli.

James si voltò, già alla porta.

“Dimmi.”

“Grazie per avermi salvato la vita.”

“Anche Sirius l’ha fatto.”

“Lo so. Ma sei stato tu quello a proteggermi dalla maledizione. Sirius mi ha detto che mi hai afferrato prima che mi colpisse. Quindi…grazie.”

Harry era imbarazzato e vide il padre arrossire.

“Di nulla, tesoro.”

Lo baciò sulla fronte, prima di uscire, il cuore leggero come non mai.

 

“HARRY!”

Harry fece un balzo riconoscendo la voce di Ginny.

Sotto l’aria divertita del padre scattò in piedi e corse all’ingresso dove Ginny, Ron, Hermione e la famiglia Weasley al completo lo chiamavano.

“Ehi…”

Abbracciò la sua fidanzata, concedendosi un lungo bacio, annegando nel suo sapore ed odore, finché non sentì Sirius schiarirsi la voce e trattenere una risata.

“Ok. Pomiciate dopo.”annunciò, facendo entrare gli altri.

Harry lo fulminò con un’occhiataccia, ricevendo in cambio un ghigno.

Fu subito circondato dai suoi amici che lo riempirono di domande.

“Cos’è successo?”

Fred e George.

“Chi erano?”

Fleur e Bill.

“Stai bene, Harry caro?”

Molly.

“Sirius ci ha detto dei Mangiamorte!”

Charlie.

“Sicuro di stare bene?”

Percy ed Arthur.

“Abbiamo temuto il peggio, quando abbiamo sentito dell’attacco!”

Hermione.

“Miseriaccia, Harry! Ci hai fatto prendere un colpo!”

Ovviamente questo era Ron.

“Sta benissimo. Ma così lo soffocate!”gridò James dal soggiorno.

“E con il fatto che Prongs ci ha quasi rimesso la pelle per salvarlo, evitate di ucciderlo.”ghignò Sirius.

“Non ci ho rimesso la pelle!”

“Ma va’! Ma se per poco non la beccavi tu la maledizione nel tentativo di salvare Harry?”

“STO BENE!”

“FINITELA DI URLARE O VI SCHIANTO TUTTI E DUE, CHIARO?”urlò Keira dalla cucina.

“La tua ragazza è isterica.”commentò James e Sirius rise.

“NON SONO ISTERICA!”

“E PERCHE’ STAI URLANDO?”

“PERCHE’ STATE FACENDO RUMORE!”

“SMETTETELA, TUTTI E TRE!”

Stavolta fu Lily ad urlare.

“F-fanno sempre così?”chiese Ron, guardando Harry che non rispose.

Davvero suo padre aveva rischiato la vita per salvare la sua?

Non s’era reso conto del pericolo od aveva agito consapevolmente?

“Harry…”lo chiamò James, piano.

Harry si guardò intorno.

Era rimasto da solo nell’ingresso, mentre gli altri stavano sfoderando bacchetta e fantasia per addobbare la casa, dato che quel giorno era la vigilia di Natale.

Harry si riscosse.

“Tutto bene? Avevi una faccia…”

“Sto bene. Solo non mi piace il fatto che tu ti sia messo in mezzo per proteggermi. Se ti avessero colpito?”

“Sirius e la sua boccaccia.”commentò James.

“Papà…”disse, perentorio.

“Ho agito d’istinto. Non volevo farti preoccupare, per questo non ho detto nulla. Ti prometto che starò più attento. Ora aiutami ad addobbare l’albero.”

 

“Wow! Keira! Sei enorme!”

“Hai sempre molto tatto, Ron, eh?”ghignò Sirius.

“Ma no! Intendevo…”

Ron balbettò qualcosa ed arrossì furiosamente.

“Dai, ha ragione. Ci sono minimo cinque gemelli lì dentro.”rise James ed evitò una pallina che Keira gli lanciò.

Sfortunatamente la seconda lo beccò in fronte.

Harry e Lily si tapparono la bocca per evitare di ridere e Sirius e Remus si finsero molto concentrati sull’albero.

“James, ti uccido.”

“La senti tu Lily, dopo.”

“Lily, posso?”

“Certo, cara.”rispose lei, come se le avesse chiesto in prestito un rossetto e sorrise.

“LILY!”

Tutti scoppiarono a ridere.

Stavano attorniando l’albero e lo stavano decorando.

Lily li aveva obbligati ad usare le mani, invece della magia.

Era molto più babbana la faccenda ed Arthur era stato contentissimo di farlo, bombardando Lily di domande sulla vita babbana, dato che lei aveva avuto due genitori babbani.

“E’ il primo Natale decente da un secolo.”ammise Sirius.

“Concordo.”fece Remus, mentre, con il figlio in braccio, appendeva le palline colorate.

Teddy rideva e sorrideva felice, tutto preso dai colori natalizi e dalle palline colorate.

“Dai, ammettetelo che vi mancavo io!”s’intromise James, ridendo.

“Già, tu, Lily, Sirius era ad Azkaban od in fuga…è sempre stato un Natale splendido.”ghignò Remus.

“Concordo.”

“L’ultimo Natale che passammo qui, ve lo ricordate? C’erano tutti i Malandrini.”fece James, pensoso e Sirius e Remus notarono come stesse accuratamente evitando di dire il nome di colui che aveva portato lui e sua moglie alla morte. Minus.

“Già. Ricordo che Harry era così emozionato che fece levitare tutte le palline dell’albero!”

James scoppiò a ridere.

“Vero. E si divertiva con gli sbuffi colorati che tu, Remus, facevi uscire dalla bacchetta.”

Lo sguardo di James era tenero.

“Quest’anno il piccolo di casa sarà Teddy. E l’anno prossimo tua figlia, Sirius.”

“Perché tutti voi siete convinti che sia una femmina e non un maschio?”

“Perché dopo Harry e Teddy ci vuole una bella femminuccia.

E non dire che non la vorresti anche tu, perché ti ci vedo a viziare la tua bambina e trattarla come una principessa.”disse James e Sirius arrossì, evitando il loro sguardo indagatore.

“Concordo! Inoltre Lily impazzirebbe di gioia.”continuò Remus.

“Perché non la fai tu la femminuccia?”

Sirius guardò James che rise.

“No, mi basta Harry, grazie.”ammise, sincero.

“Ora, però, voglio una foto con i miei Malandrini.”pretese, porgendo la propria macchina fotografica a Lily.

James cinse il collo di Sirius e Remus e guardò l’obiettivo, ridendo come non mai.

Era finalmente sereno.

 

La serata era andata nel migliore dei modi ed avevano festeggiato insieme la vigilia, programmando di trascorrere il Natale a casa di Remus e Tonks con tutti gli altri.

Perfino Piton, con la sua fiamma Ashley, sarebbero passati per un saluto.

Harry era tranquillo.

Dopo la reclusione forzata, si sentiva più libero e sicuro.

Aveva trascorso tutta la serata abbracciando Ginny, chiacchierando con lei, baciandola…

Le era mancata moltissimo, soprattutto nei momenti in cui temeva di morire per davvero a causa di una ripicca dei Mangiamorte.

Lei sfiorava con delicatezza il ciondolo che lui le aveva regalato e sorrideva, felice.

Anche Ron ed Hermione sembravano persi nel loro mondo ed Harry notò con un sorrisetto che, dopo la visita ai genitori di lei (che non era andata tanto disastrosamente, nonostante Ron fosse stato perennemente in imbarazzo e balbuziente), erano ancora più affiatati.

Ci avevano messo un po’ per decidersi a stare insieme, ma ora erano inseparabili.

Come Lily e James.

Harry posò lo sguardo su i suoi genitori.

Li vedeva stuzzicarsi, ridere come due scemi, abbracciarsi, baciarsi o semplicemente guardarsi.

Harry vedeva che erano l’uno il mondo dell’altro e le loro foto di anni prima confermavano lo stesso amore che vedeva davanti ai suoi occhi, solo molto più forte e vivo.

 

“No! Mollami! Sirius! Aiuto!”

Harry chiamò il padrino che s’affacciò dal salotto, notando Harry e James che s’azzuffavano come due idioti, sul pavimento.

“James, smettila di torturare Harry!”

“Ma è lui che non vuole farsi le foto!”

Sirius sentì Harry, ridere.

James aveva tormentato tutti con la storia delle foto, come se volesse recuperare le foto che non aveva potuto fare in 17 anni, in una sola sera.

Sirius gli aveva dato corda, finché non era crollato esausto in salotto accanto a Keira.

In salotto erano riuniti tutti gli “adulti”: Lily, Remus, Tonks, Sirius, Keira e Dumbledore.

I ragazzi erano andati fuori a giocare a palle di neve od erano rimasti con le loro fidanzate.

Ed ora Harry era appena ritornato in casa, finendo nell’agguato di James, dato che Ginny, Hermione e gli altri erano andati a casa a dormire.

Era tardissimo.

“Ma cosa succede tra Harry e James?”chiese il preside innocentemente.

“S’azzuffano.”

Keira alzò le spalle e sbirciò dalla porta che dava sull’ingresso dove James ed Harry si rotolavano per terra, tra proteste e risate.

“SIRIUS!”

“Vado a recuperare il mio figlioccio prima che James lo uccida.”annunciò alla fine, con una risata simile ad un latrato.

Non aveva previsto, però, di rimanere coinvolto anche lui nella sottospecie di rissa che avevano iniziato quei due…

 

“Famiglia Potter! Pretendo una foto e non voglio sentire storie!”

James quasi prese Harry di peso e lo trascinò verso il divano, dove atterrò accanto a Lily, che rideva.

“Sirius?”

“Ed io che c’entro?”

“Tu sei un Potter acquisito, idiota, sei della famiglia, lo sai! E sei mio fratello. Muoviti! Tonks, scatta la foto prima che Sirius scappi!”

Harry vide lo sguardo imbarazzato e soddisfatto del suo padrino, quando James parlò di “mio fratello” “famiglia”.

Vide James cingergli il collo con un braccio, in un buffo tentativo di strozzarlo, mentre Sirius rideva, James scompigliava i capelli di Harry e Lily sorrideva, felice e radiosa come non mai e salutava con la mano.

“Questa dobbiamo ingrandirla e metterla sul camino, accanto a quella di voi tre.”

Lily indicò James, Sirius e Remus ed Harry sorrise nel vederli tutti così radiosi.

 

Se non c’era limite al dolore, non c’era limite neanche alla felicità.

Ed Harry se ne rese conto il giorno dopo, a Natale, quando un grido lo svegliò di colpo.

Scattò in piedi, afferrando la bacchetta e correndo giù in salotto, preso dal panico.

Lì vide Keira inginocchiata sul pavimento, il pancione ben visibile, con una lettera tra le mani.

Aveva urlato, ma sembrava stare bene.

“Chi ha urlato? Chi ci ha attaccato? State tutti bene?”

Un James Potter agitatissimo giunse in salotto, la bacchetta puntata.

Keira scoppiò a ridere, le lacrime agli occhi.

“E se ipoteticamente ci avessero attaccati, tu li avresti affrontati così?”

Solo allora Harry si soffermò a guardare il padre.

Indossava un pigiama rosso ed oro con dei boccini, aveva i capelli sparati da tutte le parti…beh, più del solito e gli occhiali storti sul naso.

Harry s’unì a Keira nelle risate che svegliarono Sirius e Lily, se l’urlo non l’aveva già fatto.

“Oh Merlino, Jamie! Li volevi affrontare così i Mangiamorte? Ahahahahaha!”

Keira era ormai stesa sul tappeto, gli occhi pieni di lacrime, reggendosi la pancia dal gran ridere.

Anche Lily e Sirius si unirono a lei.

“Non sei divertente! Non ho pensato di mettermi in tiro! Credevo…Insomma, perché hai urlato?”

“Morgana! Lily, ce lo vedi a lottare contro Voldemort in pigiama così? O contro Malfoy? Ahahahahah!”

James sedette sul divano, affranto, ma poi fu coinvolto anche lui dalle risa e si rese conto che, effettivamente, era ridicolo vestito in quel modo.

“Credo che Voldemort sarebbe scappato nel vederlo così!”rise Harry.

Stavolta pensare a Voldemort e suo padre non gli provocò un dolore al cuore come al solito.

Voldemort era morto.

James Potter era vivo ed ora stava ridendo, arrossendo.

“Perché urlavi?”domandò Sirius.

Solo allora Keira si ricordò della lettera.

“E’ una bambina.”disse, asciugandosi gli occhi colmi di lacrime, stavolta anche di commozione.

Sirius s’immobilizzò e la guardò, stupito.

“Bambina?”

“Sì! Aspettiamo una femminuccia, Sirius!”

Sirius rimase per un attimo sconcertato, prima che sul suo volto s’aprisse un sorriso radioso.

Si inginocchiò sul pavimento accanto a Keira e la baciò con tanta passione da mozzarle il fiato e James ridendo, coprì gli occhi del figlio.

“Ehi! Ci sono bambini qui!”avvisò, beccandosi una gomitata scherzosa da parte del figlio.

Sirius si staccò da Keira e sorrise, gli occhi un po’ lucidi.

“Ok. Volevo essere io a farti una sorpresa, ma…d’accordo. Va benissimo anche così!”

Sirius appellò a sé un piccolo pacchetto che porse a Keira.

James che già sapeva il suo contenuto sorrise, mentre Lily e Harry lo guardavano, interrogativi.

Anche Keira era stupita.

Aprì lentamente il pacchetto e vide una piccola scatolina.

Sollevò il coperchio con mani tremanti, intuendo cosa ci fosse dentro e vide l’anello più bello che avesse mai visto.

Era d’oro bianco ed aveva un grosso zaffiro al centro, dello stesso colore dei suoi occhi.

“Keira Sanderson, madre di mia figlia, vorresti sposarmi?”disse Sirius in un attacco di romanticismo.

Attacco più unico che raro, tanto che James si ripromise di segnarsi la frase per rinfacciargli quanto fosse stato sdolcinato (tralasciando, ovviamente, il fatto che era smielato anche lui quando stava con Lily!).

Keira tremava dall’emozione e gridò di sì, gettandogli le braccia attorno al collo, in un bizzarro abbraccio/strangolamento.

E questo scatenò la risata di tutti, ancora una volta.

“JAMES, SEI IL MIO TESTIMONE!”urlò Sirius, nello stesso istante in cui Keira urlò: “LILY, SEI LA MIA TESTIMONE!”

Angolo dell'autrice:
Grazie grazie grazie! Grazie a danyazzurra, bulmettina, Brando, GrifondoroBlack, soniacristina1989 e MartuZZa97 per aver recensito e per chi ha inserito la mia storia tra le preferite o seguite! GRAZIE
Ecco a voi un altro capitolo della mia storia e spero via piaccia!
Avevo inizialmente pensato di inserire un altro cattivo, ma poi sarebbe stata lunghissima la faccenda e francamente non sarei stata in grado di gestirla tra università, compiti etc!
Spero che comunque vi piaccia!
Ho immaginato che la ginecologa di Keira avesse spedito la lettera con il sesso della bambina, perdonatemi l'invenzione...ma non fidatevi troppo del numero...
Un bacione ed a presto!
  
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