Novembre
passò velocemente, senza nessun cambiamento o minaccia da
parte dei
Mangiamorte.
Harry
era sempre tenuto d’occhio, e se ne rendeva conto, ma non
c’erano stati più
attacchi riconducibili a loro.
Keira,
ormai al quarto mese, era sempre più incinta ed ora il
pancione si notava, come
James le faceva notare sempre per punzecchiarla, per poi sfuggire
abilmente
alle sue fatture.
“Sei
insopportabile!”
James
sfuggì ad uno Schiantesimo, ridendo, allegramente.
“Oh,
andiamo! Che ho detto di male?”
“Mi
hai chiesto come volevo chiamare i miei tre gemelli.”
James
rise di nuovo.
“Andiamo,
è probabile che siano tre…o quattro data
la…”
Harry
s’abbassò, entrando in cucina, per evitare un
lampo di luce viola.
“Oh,
scusa, Harry. Ti ho colpito? Miravo a quell’idiota di tuo
padre.”aggiunse la
giovane, alzando la voce, dato che James era fuggito dalla cucina.
“Ignoralo.”rise
Harry. “Ma faceva così anche prima?”
“Faceva
l’idiota? Oh, sì. Era un cretino. E lo
è ancora.”gridò rivolta alle scale, in
cima alle quali James li guardava, ghignando.
“Sento
i tuoi dolci e soavi suoni, milady.”declamò.
“Smettila
o Lily s’ingelosisce.”
James
rise.
“Ma
tu sei come una sorella per me! Ed è per questo che non la
finirò di
punzecchiarti finché non partorirai almeno 3
gemelli!”
“JAMES!
È solo un bambino, non tre!”
“Quali
3 bambini?”
Sirius
entrò in casa in quel momento e li guardò senza
capire.
Tre?
“Che
mi sono perso?”chiese.
“Papà
punzecchia Keira perché è incinta e dice
è troppo grossa per aspettare solo un
bambino.”spiegò Harry in fretta, mentre Keira
riprendeva a scagliare
incantesimi su James che li schivava, ridendo.
“Solita
giornata in casa Potter-Black, vedo.”
Harry
sbuffò, sonoramente.
Si
stava annoiando da morire.
Aveva
incontrato poco fa un Ron terrorizzatissimo all’idea di
andare a trovare i
genitori di Hermione.
La
vedeva come una cosa terribile ed Harry notò le orecchie
dell’amico, rosse
dall’imbarazzo.
Oh,
l’avrebbe costretto a dirgli tutto, al suo ritorno!
Li
aveva salutati, sconsolato, prima di tornarsene a casa.
Erano
tutti al lavoro e lui era chiuso in casa.
Aveva
provato ad andarsene, ma c’erano incantesimi
anti-smaterializzazione ovunque e
non poteva uscire neanche dal cancello.
Era
come trovarsi in una bolla.
Sospirò,
fissando il soffitto.
Era
una cosa folle.
Adesso
capiva come s’era sentito Sirius, chiuso a Grimmauld Place.
Oppresso
e prigioniero.
Poi
sentì qualcuno aprire la porta d’ingresso.
Il
viso di Keira s’affacciò in salotto e lo
scrutò.
Era
visibilmente stanca, ma abbozzò un sorriso.
Era
di ritorno dagli studi di registrazione ed era ricoperta di neve.
“Tutto
bene? Tua madre mi ha chiesto di vedere se tutto andava per il
meglio.”chiese,
scrollandosi la neve di dosso e formando una piccola montagnella ai
suoi piedi,
che fece scomparire con un colpo di bacchetta.
“Se
per bene intendi che ucciderei per non stare qui, sì. Sto a
meraviglia.”
Keira
appese il mantello, l’asciugò con la magia e rise,
sedendosi sul divano accanto
a lui.
Harry
la guardò, notando che ora il pancione era davvero evidente.
“E
tu? Stai bene?”
“Sì,
meravigliosamente. Se mio figlio smette di tirare calci, starei meglio,
però.”
Harry
rise.
Keira
aveva sentito il primo calcio qualche giorno fa ed aveva avvisato
tutti,
emozionatissima.
Ora
non lo era più di tanto.
“Non
sei curiosa di sapere il sesso?”
“No.
Cioè, sì, ma voglio che sia una
sorpresa.”
“E
Sirius?”
“Oh,
lui vuole un maschio, ma stavolta mi sa che non ci ha preso.
Sarà una femmina,
me lo sento.”
“Stavolta?”
Sirius
aveva avuto altri figli?
La
guardò, senza capire.
“No,
niente altri figli. Sirius non voleva avere figli, mi ricordo. Diceva
che il
nome Black era una maledizione e che non voleva che altri avessero a
che fare
con la sua famiglia. Comunque, ora è di opinione diversa,
perché è più contento
di me all’idea di avere il bambino!”
“E
che intendevi con stavolta?”
“Che
indovinò il sesso del bambino di Lily. Sapeva che sarebbe
nato un maschio, cioè
tu.”
Harry
sorrise.
Keira
lo scrutava, senza parlare.
“Ti
va di uscire?”
“Sai
eludere le protezioni che mio padre ha messo tutto intorno alla
casa?”
“Beh,
puoi uscire se sei con un membro dell’Ordine ed
io…guarda caso, lo sono.”
Harry
sorrise.
“Su,
ho voglia di una cioccolata calda e di entrare da Zonko!”
“Mi
piacciono queste cene enormi che organizziamo sempre.”
“Ti
piace perché puoi mangiare tanto!”
“Zitto,
tu! Io qui nutro due persone!”
Keira
zittì Sirius, sgranocchiando un gambo di sedano.
“D’accordo,
mammina isterica. Puoi almeno aiutarmi a portare i piatti in
salotto?”
“James
e Remus che ci stanno a fare? Ed Harry? Ron?”
“Vuoi
elencare tutti i maschi presenti? Ti ci vorrà
un’ora almeno e tra un’ora
arrivano i Weasley. Muoviti, aiutami.”
Keira
sbuffò e fece levitare una pila di piatti verso il salotto.
Era
una scena buffa.
Sirius
era seguito da quest’orda di piatti di tutti le dimensioni,
che levitavano
dietro di lui.
“Ouch!
Tua figlia ha intenzione di distruggermi la
schiena.”decretò Keira, afflitta,
mentre con un colpo di bacchetta i piatti di rimettevano a posto.
“Figlio.”
Sirius
s’avvicinò a lei, ghignando.
“Figlia.
So che è femmina. Lo sento.”
Keira
avvicinò il viso al suo, mormorando a pochi centimetri dalle
sue labbra.
“Rassegnati.”mormorò,
mordicchiando le sue labbra, seducente.
Lo
baciò, dolcemente, prima di approfondire il bacio e tirarlo
a sé.
Sirius
la guardò, sorpreso da tale atteggiamento, ma compiaciuto.
Il
pancione si frappose fra loro e Sirius sentì un calcio,
incredulo.
“Ehi!
L’ho sentito!”
“Credo
che a nostra figlia piace che io ti baci.”
“Mmm…”
Sirius
affondò le mani tra i suoi capelli castani e la trasse a
sé, cingendole la vita
e baciandola con più passione.
Le
loro lingue s’intrecciarono, sfiorandosi e sentirono brividi
di piacere lungo
la schiena.
Si
staccarono ansimanti.
“Camera,
ora! Altrimenti lo faccio qui!”disse Keira decisa e arrossita.
Sirius
scoppiò a ridere, con la sua risata a latrato che Keira
amava e la portò di
sopra, dove si concessero un intenso pomeriggio di passione.
“Siete
voi i Malandrini?”
Fred
guardò con occhi sgranati James, Sirius e Remus, dopo averli
sentiti chiamarsi
con i loro soprannomi.
“Andiamo,
non lo sapevi?”chiese Hermione.
“Che
loro erano i Malandrini? No! Tu!”
George
puntò il dito verso Harry, minaccioso.
“Cosa?”
“Dovevi
dirci che tuo padre, il tuo padrino ed il nostro professore di Difesa
contro le
Arti Oscure erano i Malandrini!”
“Pensavo
lo sapeste.”
“Non
li abbiamo mai sentiti chiamarsi con i soprannomi.”
“Vero.”ammise
Sirius, guardando Fred.
“Non
ci posso credere! E’ stato grazie a voi ed alla vostra mappa
che abbiamo
scoperto tutte quelle cose sul castello, tutti i passaggi segreti
e…siete dei
geni!”
James
rise, compiaciuto.
“Erano
delle pesti.”li corresse Lily.
“Impossibili.”
“Anche
Fred e George. Ho ricevuto più lettere da Hogwarts per i
guai che loro avevano
combinato, che da tutti i miei figli!”disse Molly, servendosi
della salsa al
cumino.
“Già,
anche James e Sirius. Hai fatto impazzire tua madre, ragazzo.”
Albus
Dumbledore osservò il figlio, da sopra agli occhi a
mezzaluna e James ghignò.
“Non
c’era bisogno che glielo scrivessi, papà. Bastavi
tu a rimproverarci.”
“Già.
Abbiamo preso quante…300 punizioni?”chiese Sirius,
punzecchiando James con la
forchetta.
“Padfoot,
piantala!”
“Erano
almeno 400.”disse Remus.
“E
tu ci hai accompagnato solo qualche volta…sei un cattivo
Malandrino, Remus.”
Remus
alzò appena un sopracciglio alla frase di Sirius.
“No,
era più furbo a non farsi beccare.”fece Lily e
tutti risero.
“400
punizioni? In tutti e 7 gli anni? Complimenti!”rise George.
“Noi siamo arrivati
a
“Già.
Gazza ci odiava. Quasi supplicava che facessimo i bravi per non doverci
sopportare durante le punizioni!”disse Sirius.
“Esatto!
Abbiamo pulito più noi Hogwarts che gli elfi domestici
addetti alle pulizie!”
“Dovevate
responsabilizzarvi...”disse Dumbledore.
“Preferivo
un giro nella Foresta Proibita che pulire.”
“James
non è mai andato molto d’accordo con le pulizie ed
il resto.”disse Remus ad
Harry.
“Sono
negato.”
“Perché
avevi Gil che faceva tutto per te.”disse Dumbledore.
“Chi
è Gil?”domandò Ron.
“L’elfo
domestico di casa Potter.”
“Ritornando
alla mappa, siete stati davvero grandiosi. Ci voleva una cosa del
genere ad
Hogwarts.”
Fred
guardava i Malandrini come se fossero delle star.
“Che
mappa è?”chiese Arthur.
“Mostra
tutte le persone di Hogwarts, dove sono, dove vanno, e tutti i luoghi,
anche i
passaggi segreti.”disse Ron.
“Ci
sono passaggi segreti? Per dove?”
“Per
uscire dal castello.”disse Harry.
“E
scommetto che voi li avete usati.”
Molly
guardò Harry, Ron, Hermione ed i gemelli, severamente.
“Un
po’.”
“Da
vero Malandrino.”disse James, guardando il figlio.
“E
irresponsabile.”aggiunse Molly, severa.
“So
badare a me stesso.”rimbeccò Harry, serio.
“So
che è così.”disse James, dolcemente.
“Ma per evitare che i Mangiamorte ti
facciano in pezzetti così piccoli da darli a mangiare a
Grattastinchi è meglio
se rimani al sicuro in casa.”
Harry
alzò gli occhi al cielo.
“Per
quanto ancora?”esclamò, arrabbiato.
“Harry…”
“No,
Harry nulla! Sono stufo di starmene rinchiuso in casa!”
Stava
impazzendo!
Odiava
essere tenuto d’occhio e non essere libero di andare da
nessuna parte senza una
scorta.
James
sospirò, passandosi una mano sul viso.
Capiva
cosa stava passando Harry, ma non poteva allentare le protezioni o
lasciarlo
andare dove voleva.
Sicuramente
sarebbe finito nei guai.
“Credevo
di aver finito di scappare, dopo Voldemort.”
“Harry,
non stai scappando. È solo pericoloso, al
momento.”disse Lily, cercando di
calmarlo e posandogli una mano sulla spalla.
Harry
non disse nulla, né la guardò.
“Non
essere arrabbiato con me.”disse James, piano.
Odiava
litigare con il figlio.
Il
problema era che entrambi avevano un carattere forte e spesso si
ritrovavano a
discutere.
Lo
trovò in biblioteca, seduto su una poltrona, con in mano un
album di
fotografie.
Lily
sorrise al figlio, osservandolo prima di annunciare la sua presenza.
Harry
era identico a suo padre.
Lily
ne coglieva gli atteggiamenti, l’espressioni del volto, i
capelli sempre
ribelli che tanto amava. Adorava passare le mani tra quei capelli
soffici e
sparati in tutte le direzioni come se avessero una vita propria
più di quanto
non piacesse farlo a James.
“Harry…”
Harry
fece un balzo, guardando la donna sulla soglia.
Lily
rise, piano.
“Non
volevo spaventarti.”disse, notando che Harry stringeva la
bacchetta.
“Scusa,
sono teso.”
Era
ormai mezzanotte, ma Harry non riusciva a dormire.
Era
troppo preoccupato.
“Per
tuo padre e Sirius?”
Lily
sedette accanto a lui, dolcemente.
“Temo
che possano attaccarli.”
“Lo
so, lo temo anche io. Ma meglio non dire nulla a Keira o
diventerà più isterica
di quello che è già. Odia che Sirius vada in
missione. Ed anche io non
impazzisco di gioia quando lui e James escono.”
S’interruppe,
notando il suo sguardo preoccupato.
“Staranno
bene. Sanno badare a sé stessi.”disse, cingendogli
le spalle con un braccio e
sbirciando l’album che il figlio sfogliava distrattamente.
“Ricordo
quella foto. La scattammo il giorno della tua nascita.”
Lily
indicò una foto in cui Sirius e James dormivano,
l’uno appoggiato alla spalla
dell’altro su sedie del…
“E’
il San Mungo.”disse Lily, confermando i suoi sospetti.
“Ho fatto impazzire James
durante le mie doglie.”
Lily
rise nel ripensarci. “Lui era agitatissimo, ha costretto
Sirius a venire da noi
alla 4 di notte in pigiama e non la finiva di camminare su e
giù per la sala
d’attesa quando stavo partorendo.”
Harry
rise.
Se
l’immaginava il padre, andare su e giù, le mani
tra i capelli, nervosissimo,
con accanto un Sirius più agitato di lui.
Il
rumore della porta che s’apriva li fece sobbalzare entrambi e
stavolta fu anche
Lily a prendere la bacchetta.
Poi
Sirius e James entrarono in biblioteca.
“Cosa
ci fate ancora svegli?”chiese James, stupito.
“State bene?”
Lily
gli corse incontro, abbracciandolo.
James
sgranò gli occhi, sorpreso e le carezzò i capelli
lunghi.
“Ehi…sto
bene. Stiamo bene. Che vi prende?”chiese, poi, guardando il
figlio.
“Eravamo
preoccupati.”spiegò come se fosse la cosa
più naturale del mondo.
“Bene.
Apprezzo la gente che si preoccupa, ma non ce n’era bisogno.
È andato tutto
liscio, nessun Mangiamorte, Dissennatore o altra roba
pericolosa.”
Sirius
crollò sul divano, mezzo addormentato.
James
approfittò del fatto che tenesse gli occhi chiusi per
gettarsi su di lui e
prendere a fargli il solletico.
Sirius
sussultò, cacciando un grido.
“Prongs!
Vedi di levarti dai…”
Sirius
si zittì ad un’occhiataccia di Lily, ma
afferrò James per un braccio ed
iniziarono ad azzuffarsi.
“Dovremmo…uhm…separarli?”chiese
Harry, titubante, guardando la madre.
“No.
Fanno sempre così.”ridacchiò Lily,
prima di andare a dormire e pilotare Harry
di sopra, lasciando James e Sirius ad azzuffarsi.
“Mi
serve un accompagnatore per andare a Diagon
Alley?”domandò Harry, quando
mancavano pochi giorni a Natale.
James
alzò lo sguardo dal giornale e lo guardò.
“Diagon
Alley?”chiese Sirius, la forchetta a mezz’aria,
mentre stava mangiando una
salsiccia.
“Sì.
Quel posto magico, presente?”fece Lily, ridendo.
“Ignorali, Harry. Sono un po’
lenti per certe cose. Comunque sì. Andare da solo
è troppo pericoloso.”
Harry
se l’era aspettato.
“Ti
accompagnerei io, ma devo andare da Tonks per aiutarla con la cena con
i suoi.
Sai che è un disastro in cucina.”
Harry
rivolse lo sguardo a James e Sirius che si sentirono sotto i riflettori.
“Devo
accompagnare Keira dal finegologo.”
“Ginecologo,
Sirius.”lo corresse Lily, con un sorriso.
“Sì,
lì.”
“Papà?
Andiamo, devo comprare i regali per Natale!”
Harry
si stava innervosendo.
“Remus
è in missione. A chi vuoi che chieda dato che tu ti ostini a
non farmi uscire
di casa senza un accompagnatore?”
James
s’arrese.
“Ok.
Ti accompagno io. Ma se dovesse esserci il primo accenno di attacco, tu
ti smaterializzerai
via, chiaro?”
Harry alzò lo sguardo al cielo.
“Se
un giorno di questi ti uccide nel sonno, non ti meravigliare,
Prongs.”rise
Sirius, di fronte all’espressione bellicosa di Harry.
“Credi
che Sirius sarà apprensivo con sua figlia quanto lo sei tu
con me?”
James
alzò gli occhi al cielo, affondando le mani nelle tasche.
Faceva
freddo ed il cielo minacciava neve.
“Se
fossi un padre, capiresti la mia paura in una situazione del
genere.”
“Non
ti fidi abbastanza.”disse Harry, ferito.
Era
da un po’ che ci pensava, ma non avrebbe mai immaginato lo
sguardo sconvolto
del padre.
“Ma
sei impazzito? Certo che mi fido di te! È solo che
preferisco tenerti d’occhio.
Harry, sei un mago in gamba e mi fido di te. Ma chiunque si
ritroverebbe in
difficoltà se circondato da un gruppo di Mangiamorte
assetati di vendetta. Hai
già deciso il regalo per Ginny?”chiese, cambiando
argomento.
“L’ho
comprato quando sono uscito con Keira.”disse Harry, freddo.
James
incassò il colpo.
Sapeva
che Harry ce l’aveva con lui ed avrebbe trovato il modo di
sistemare tutto.
Poi
sentì un’esplosione così forte da
creare un’onda d’urto che li sbatté a
terra.
Dopo
fu il caos.
“CORRI!”ruggì
James, spingendo Harry via.
“No!
Te lo scordi! Non voglio lasciarti da solo con i Mangiamorte!”
James
sbarrò gli occhi dall’orrore, mandando velocemente
un Patronus all’Ordine per
chiedere rinforzi.
“Harry,
è te che vo…”
James
non riuscì a finire la frase perché qualcuno
l’aggredì alle spalle, colpendolo
con un incantesimo così violento che lo mandò a
sbattere contro le vetrine di
un negozio, rompendole.
Il
Mangiamorte era coperto da una maschera, ma Harry poté
indovinare il suo
sorriso soddisfatto, mentre avanzava verso di lui.
“Bene,
bene, bene. Chi abbiamo qui? Harry Potter. Hai finito di nasconderti,
vero? Sei
qui per fare il coraggioso?”
James
si massaggiò la testa, riprendendosi immediatamente e con
dolore dalla botta.
Era
ricoperto di vetri, le urla intorno a lui erano aumentate e la testa
gli doleva
moltissimo.
Ma
Harry era là fuori. Con dei Mangiamorte.
Scattò
in piedi così velocemente che gli venne la nausea e corse
verso Harry.
“Stupeficium!”
Il
Mangiamorte evitò l’incantesimo di Harry e dalla
sua bacchetta schizzò un lampo
di luce verde che il ragazzo schivò, con il cuore in gola.
“L’hai
trovato? Finalmente.”
La
voce di Nott giunse da dietro una maschera, il cui proprietario
s’avvicinò alle
spalle di Harry.
Harry
arretrò, colpendolo con un Reducto e questo fece infuriare
il Mangiamorte.
“CRUCIO!”ruggì
ed Harry non riuscì ad evitare la maledizione in tempo e si
sentì invadere da
un dolore così intenso da mozzargli il fiato.
La
bacchetta gli cadde di mano, mentre crollava su un fianco nella neve,
urlando
di dolore e contorcendosi.
Sembrò
durare un’eternità e non riusciva a pensare, non
riusciva a reagire.
C’era
solo dolore.
I
Mangiamorte continuarono ad infierire su di lui, mentre le proprie urla
e le
loro risate gli riempivano la testa.
“LASCIATELO
STARE, BASTARDI!”
La
voce di James giunse come un toccasana, perché la
maledizione cessò
all’improvviso, lasciando Harry per terra a rantolare dal
dolore e dal freddo.
James
aveva un’espressione omicida sul volto e puntò la
bacchetta contro il petto del
Mangiamorte che aveva di fronte.
“Dammi
un solo motivo e ti ammazzerò, invece di mandarti ad
Azkaban.”
“Bene.”ghignò
l’altro.
Fu
un attimo.
James
vide il secondo Mangiamorte levare la bacchetta e puntarla contro Harry
che
giaceva inerme a terra ed urlare l’Anatema che Uccide.
“AVADA
KEDAVRA!”urlarono tre voci.
James
tirò via Harry, prima che la maledizione
l’uccidesse, la bacchetta contro il
Mangiamorte.
Ma
non era l’unico ad aver difeso Harry.
Sirius
Black s’ergeva poco lontano da lui, il viso furioso,
l’espressione pericolosa,
gli occhi grigi puntati contro i Mangiamorte che ora giacevano morti,
entrambi.
James
non si rese conto di stringere il figlio al petto.
Notò
solo allora quanto pallido ed infreddolito fosse e di quanto tremasse.
“Harry…”disse
soltanto.
L’avvolse
nel proprio mantello e lo sollevò di peso.
Sirius
corse verso di lui.
“Sta
bene? Non l’ha colpito, vero?”chiese, isterico.
James
scosse il capo.
Harry
tremava violentemente, il dolore che l’invadeva ad ondate,
così come il freddo
intenso e pungente.
“Grazie,
Padfoot.”disse James, tetro, mentre osservava il figlio.
Era
cereo e tremava.
Sembrava
sul punto di svenire.
“Portiamolo
a casa prima che gli venga un accidenti.”ordinò
Sirius, prendendo in mano la
situazione.
“Non
s’è fatto male nessuno? Stanno tutti
bene?”
Keira
era isterica.
Camminava
su e giù e riempiva James, Sirius ed un congelato Remus di
domande.
“L’Ordine
e gli Auror sono intervenuti subito. Parecchi Mangiamorte sono morti.
Anche io
e Sirius ne abbiamo uccisi due. Stavano per ammazzare
Harry.”rispose James,
tetro.
Non
gli piaceva molto uccidere, ma quando aveva visto il Mangiamorte
puntare la
bacchetta contro Harry, aveva agito d’istinto e
così anche Sirius.
“Harry?
È ferito?”chiese Remus che era intervenuto con
l’Ordine, rispondendo al
Patronus di James.
“L’hanno
torturato con la Cruciatus, Moony.”disse James, atono e Remus
sgranò gli occhi.
“E’ quasi svenuto dal dolore…”
“E
dov’è? L’avete portato al San Mungo
o…”
“E’
con Lily…e Piton.”
Questo
fece sgranare ancora di più gli occhi al lupo mannaro.
“Che…”
“Gli
stanno preparando una pozione per calmare il dolore ed il freddo.
È quasi morto
congelato là fuori.”spiegò Sirius.
“Io
vado a vedere come sta.”
James
quasi si smaterializzò nella camera di Harry, trovandolo
imbacuccato nelle
coperte, il viso pallido, gli occhi chiusi.
Il
respiro era tornato normale, mentre prima era affannoso ed agitato.
Piton
e Lily stavano parlando a bassa voce, ma Piton tacque vedendo James
sulla
soglia.
“Gli
ingredienti li ho trascritti qui, Lily. Io vado.” E si
smaterializzò.
“Continuo
a non stargli simpatico.”commentò James.
“Neanche
tu l’adori.”commentò lei, asciutta.
James
sedette sul bordo del letto di Harry e gli sfiorò il viso
con una mano.
Non
era più freddo come il ghiaccio, ora.
“Sta
meglio.”
“Poteva
morire. Se non fossi arrivato in tempo, se…non lo so, Lily.
Ora Harry sarebbe…”
La
voce s’incrinò e James sentì la morsa
al petto farsi più forte.
“Hanno
provato a fargli del male perché sono pazzi,
perché pensano di vendicare
Voldemort così. Non è colpa tua.
Tu
e Sirius l’avete difeso e tu gli hai salvato la vita evitando
che la
maledizione lo colpisse.”
James
annuì, distrattamente, ma il movimento della testa gli
ricordò il bernoccolo
che aveva sul capo.
“Hai
preso una bella botta, vero?”rise dolcemente Lily.
“Mi
hanno colto di sorpresa.”
“Non
puoi sempre tenere d’occhio ogni cosa, James
Potter.”
Lily
lo baciò dolcemente sulle labbra e James annegò
nel suo sapore, inebriandosi
del suo profumo.
La
prese tra le braccia, affondando le mani tra i capelli, prima di
staccarsi da
lei e fissare con amore il figlio addormentato.
“Resto
io accanto a lui stanotte.”mormorò, quando Lily
l’avvertì che sarebbe andata a
dormire.
“Sta
bene. Ha solo bisogno di riposo.”
“Lo
so. Voglio solo prendermi cura di lui ancora un
po’.”mormorò e Lily guardò il
marito sfiorare la mano di Harry prima di stringerla e sussurrargli che
ora
sarebbe andato tutto bene.
“Sto
bene.”
Harry
rise di fronte allo sguardo preoccupato del padre.
S’era
risvegliato solo nel tardo pomeriggio, ritrovandosi accanto suo padre,
apprensivo.
Ricordava
la battaglia, la tortura e poi i suoi pensieri si facevano confusi.
Sirius
gli aveva raccontato di come suo padre era intervenuto per impedire che
un
Mangiamorte l’uccidesse e come lui e l’amico ne
avevano fatti fuori due.
Harry
aveva ancora qualche linea di febbre ed ascoltava il racconto di
Sirius, che
aveva reso tutto ancora più interessante, straparlando e
soffermandosi su
particolari inesistenti…
“Sirius!
Non stai scrivendo un romanzo!”sbuffò James quando
Sirius attaccò con:
“Era
un pomeriggio freddo e il cielo minacciava neve,
quando…”
Sirius
rise, la sua risata simile ad un latrato e si rotolò sul
letto di Harry, le
mani sulla pancia.
“Ahahahah…”
“Ma
che gli è preso?”chiese Harry.
“E’
impazzito. L’abbiamo perso. Mi dispiace, abbiamo fatto di
tutto per salvarlo.”
James
assunse un’aria contrita che fece ululare Sirius dalle risate
e fece ridere
Harry.
Solo
James si sforzò di non scoppiare a ridere anche lui, ma la
visione del suo
migliore amico, ormai in coma dalle risate, era stupenda.
“Comunque
credo che sia l’effetto della pozione che ha preparato
Keira.”
Harry
lo guardò, interrogativo.
“Ha
provato a preparare una pozione calmante perché Sirius aveva
i nervi a fior di
pelle per l’attacco a Diagon Alley…ma credo ci
abbia messo troppa coda di rospo
e Sirius è impazzito.”
“Ecco
l’antidoto.”
Lily
entrò in camera e porse a Sirius una tazza fumante.
Ci
volle un po’ per fargliela bere, evitando che si soffocasse
con le sue stupide
risa.
“Meglio
evitare che Keira faccia altre pozioni in futuro!”
“Mi
dispiace!”
Keira
entrò nella stanza ed in un attimo il letto di Harry fu
invaso da Lily, James,
Sirius e Keira.
“Beh,
non potrai essere peggio di Remus.”
James
e Sirius rabbrividirono al pensiero e Lily rise.
Lily
s’appoggiò alla spalliera del letto ed
abbracciò Harry, accarezzandogli i
capelli.
“Ho
davvero temuto di perderti ieri.”sussurrò e tutti
notarono che aveva la voce
rotta dal pianto.
“Mamma…”
“Lily…”
James
abbracciò entrambi, stringendoli forte al cuore.
Lily
notò come il cuore del marito battesse fortissimo.
Harry
arrossì, lanciando uno sguardo disperato a Sirius che
però stava parlando con
Keira e si stava riprendendo dall’ultima pozione della sua
fidanzata.
“Ehm…”
“Scusa,
ti stiamo mettendo in imbarazzo!”
James lasciò andare Harry e rise.
“Solo
un pò.”ammise, ridendo.
Lily
continuò a stringerlo.
“Lily?”chiese
James, come per invitarla a lasciare andare Harry.
“La
mamma può restare.”indovinò Keira con
un sorriso e James si mostrò offeso.
“D’accordo.
Lily resta. Vado a preparare la cena. Sirius,
Keira…fuori!”ordinò e Keira
salutò Harry con un bacio sulla guancia, prima di andarsene,
seguita da Sirius
che ghignò di fronte all’espressione gelosa di
James.
“Papà?”chiamò
Harry di colpo.
S’era
appena ricordato di una cosa che doveva assolutamente dirgli.
James
si voltò, già alla porta.
“Dimmi.”
“Grazie
per avermi salvato la vita.”
“Anche
Sirius l’ha fatto.”
“Lo
so. Ma sei stato tu quello a proteggermi dalla maledizione. Sirius mi
ha detto
che mi hai afferrato prima che mi colpisse.
Quindi…grazie.”
Harry
era imbarazzato e vide il padre arrossire.
“Di
nulla, tesoro.”
Lo
baciò sulla fronte, prima di uscire, il cuore leggero come
non mai.
“HARRY!”
Harry
fece un balzo riconoscendo la voce di Ginny.
Sotto
l’aria divertita del padre scattò in piedi e corse
all’ingresso dove Ginny,
Ron, Hermione e la famiglia Weasley al completo lo chiamavano.
“Ehi…”
Abbracciò
la sua fidanzata, concedendosi un lungo bacio, annegando nel suo sapore
ed
odore, finché non sentì Sirius schiarirsi la voce
e trattenere una risata.
“Ok.
Pomiciate dopo.”annunciò, facendo entrare gli
altri.
Harry
lo fulminò con un’occhiataccia, ricevendo in
cambio un ghigno.
Fu
subito circondato dai suoi amici che lo riempirono di domande.
“Cos’è
successo?”
Fred
e George.
“Chi
erano?”
Fleur e Bill.
“Stai bene, Harry caro?”
Molly.
“Sirius
ci ha detto dei Mangiamorte!”
Charlie.
“Sicuro
di stare bene?”
Percy
ed Arthur.
“Abbiamo
temuto il peggio, quando abbiamo sentito
dell’attacco!”
Hermione.
“Miseriaccia,
Harry! Ci hai fatto prendere un colpo!”
Ovviamente
questo era Ron.
“Sta
benissimo. Ma così lo soffocate!”gridò
James dal soggiorno.
“E
con il fatto che Prongs ci ha quasi rimesso la pelle per salvarlo,
evitate di
ucciderlo.”ghignò Sirius.
“Non
ci ho rimesso la pelle!”
“Ma
va’! Ma se per poco non la beccavi tu la maledizione nel
tentativo di salvare
Harry?”
“STO
BENE!”
“FINITELA
DI URLARE O VI SCHIANTO TUTTI E DUE, CHIARO?”urlò
Keira dalla cucina.
“La
tua ragazza è isterica.”commentò James
e Sirius rise.
“NON
SONO ISTERICA!”
“E
PERCHE’ STAI URLANDO?”
“PERCHE’
STATE FACENDO RUMORE!”
“SMETTETELA,
TUTTI E TRE!”
Stavolta
fu Lily ad urlare.
“F-fanno
sempre così?”chiese Ron, guardando Harry che non
rispose.
Davvero
suo padre aveva rischiato la vita per salvare la sua?
Non
s’era reso conto del pericolo od aveva agito consapevolmente?
“Harry…”lo
chiamò James, piano.
Harry
si guardò intorno.
Era
rimasto da solo nell’ingresso, mentre gli altri stavano
sfoderando bacchetta e
fantasia per addobbare la casa, dato che quel giorno era la vigilia di
Natale.
Harry
si riscosse.
“Tutto
bene? Avevi una faccia…”
“Sto
bene. Solo non mi piace il fatto che tu ti sia messo in mezzo per
proteggermi.
Se ti avessero colpito?”
“Sirius
e la sua boccaccia.”commentò James.
“Papà…”disse,
perentorio.
“Ho
agito d’istinto. Non volevo farti preoccupare, per questo non
ho detto nulla.
Ti prometto che starò più attento. Ora aiutami ad
addobbare l’albero.”
“Wow!
Keira! Sei enorme!”
“Hai
sempre molto tatto, Ron, eh?”ghignò Sirius.
“Ma
no! Intendevo…”
Ron
balbettò qualcosa ed arrossì furiosamente.
“Dai,
ha ragione. Ci sono minimo cinque gemelli lì
dentro.”rise James ed evitò una
pallina che Keira gli lanciò.
Sfortunatamente
la seconda lo beccò in fronte.
Harry
e Lily si tapparono la bocca per evitare di ridere e Sirius e Remus si
finsero
molto concentrati sull’albero.
“James,
ti uccido.”
“La
senti tu Lily, dopo.”
“Lily,
posso?”
“Certo,
cara.”rispose lei, come se le avesse chiesto in prestito un
rossetto e sorrise.
“LILY!”
Tutti
scoppiarono a ridere.
Stavano
attorniando l’albero e lo stavano decorando.
Lily
li aveva obbligati ad usare le mani, invece della magia.
Era
molto più babbana la faccenda ed Arthur era stato
contentissimo di farlo,
bombardando Lily di domande sulla vita babbana, dato che lei aveva
avuto due
genitori babbani.
“E’
il primo Natale decente da un secolo.”ammise Sirius.
“Concordo.”fece
Remus, mentre, con il figlio in braccio, appendeva le palline colorate.
Teddy
rideva e sorrideva felice, tutto preso dai colori natalizi e dalle
palline
colorate.
“Dai,
ammettetelo che vi mancavo io!”s’intromise James,
ridendo.
“Già,
tu, Lily, Sirius era ad Azkaban od in fuga…è
sempre stato un Natale
splendido.”ghignò Remus.
“Concordo.”
“L’ultimo
Natale che passammo qui, ve lo ricordate? C’erano tutti i
Malandrini.”fece
James, pensoso e Sirius e Remus notarono come stesse accuratamente
evitando di
dire il nome di colui che aveva portato lui e sua moglie alla morte.
Minus.
“Già.
Ricordo che Harry era così emozionato che fece levitare
tutte le palline
dell’albero!”
James
scoppiò a ridere.
“Vero.
E si divertiva con gli sbuffi colorati che tu, Remus, facevi uscire
dalla
bacchetta.”
Lo
sguardo di James era tenero.
“Quest’anno
il piccolo di casa sarà Teddy. E l’anno prossimo
tua figlia, Sirius.”
“Perché
tutti voi siete convinti che sia una femmina e non un
maschio?”
“Perché
dopo Harry e Teddy ci vuole una bella femminuccia.
E
non dire che non la vorresti anche tu, perché ti ci vedo a
viziare la tua
bambina e trattarla come una principessa.”disse James e
Sirius arrossì,
evitando il loro sguardo indagatore.
“Concordo!
Inoltre Lily impazzirebbe di gioia.”continuò Remus.
“Perché
non la fai tu la femminuccia?”
Sirius guardò James che rise.
“No,
mi basta Harry, grazie.”ammise, sincero.
“Ora,
però, voglio una foto con i miei
Malandrini.”pretese, porgendo la propria macchina fotografica
a Lily.
James
cinse il collo di Sirius e Remus e guardò
l’obiettivo, ridendo come non mai.
Era
finalmente sereno.
La
serata era andata nel migliore dei modi ed avevano festeggiato insieme
la
vigilia, programmando di trascorrere il Natale a casa di Remus e Tonks
con
tutti gli altri.
Perfino
Piton, con la sua fiamma Ashley, sarebbero passati per un saluto.
Harry
era tranquillo.
Dopo
la reclusione forzata, si sentiva più libero e sicuro.
Aveva
trascorso tutta la serata abbracciando Ginny, chiacchierando con lei,
baciandola…
Le
era mancata moltissimo, soprattutto nei momenti in cui temeva di morire
per davvero
a causa di una ripicca dei Mangiamorte.
Lei
sfiorava con delicatezza il ciondolo che lui le aveva regalato e
sorrideva,
felice.
Anche
Ron ed Hermione sembravano persi nel loro mondo ed Harry
notò con un sorrisetto
che, dopo la visita ai genitori di lei (che non era andata tanto
disastrosamente, nonostante Ron fosse stato perennemente in imbarazzo e
balbuziente), erano ancora più affiatati.
Ci
avevano messo un po’ per decidersi a stare insieme, ma ora
erano inseparabili.
Come
Lily e James.
Harry
posò lo sguardo su i suoi genitori.
Li
vedeva stuzzicarsi, ridere come due scemi, abbracciarsi, baciarsi o
semplicemente guardarsi.
Harry
vedeva che erano l’uno il mondo dell’altro e le
loro foto di anni prima
confermavano lo stesso amore che vedeva davanti ai suoi occhi, solo
molto più
forte e vivo.
“No!
Mollami! Sirius! Aiuto!”
Harry
chiamò il padrino che s’affacciò dal
salotto, notando Harry e James che
s’azzuffavano come due idioti, sul pavimento.
“James,
smettila di torturare Harry!”
“Ma
è lui che non vuole farsi le foto!”
Sirius
sentì Harry, ridere.
James
aveva tormentato tutti con la storia delle foto, come se volesse
recuperare le
foto che non aveva potuto fare in 17 anni, in una sola sera.
Sirius
gli aveva dato corda, finché non era crollato esausto in
salotto accanto a
Keira.
In
salotto erano riuniti tutti gli “adulti”: Lily,
Remus, Tonks, Sirius, Keira e
Dumbledore.
I
ragazzi erano andati fuori a giocare a palle di neve od erano rimasti
con le
loro fidanzate.
Ed
ora Harry era appena ritornato in casa, finendo nell’agguato
di James, dato che
Ginny, Hermione e gli altri erano andati a casa a dormire.
Era
tardissimo.
“Ma
cosa succede tra Harry e James?”chiese il preside
innocentemente.
“S’azzuffano.”
Keira
alzò le spalle e sbirciò dalla porta che dava
sull’ingresso dove James ed Harry
si rotolavano per terra, tra proteste e risate.
“SIRIUS!”
“Vado
a recuperare il mio figlioccio prima che James lo
uccida.”annunciò alla fine,
con una risata simile ad un latrato.
Non
aveva previsto, però, di rimanere coinvolto anche lui nella
sottospecie di
rissa che avevano iniziato quei due…
“Famiglia
Potter! Pretendo una foto e non voglio sentire storie!”
James
quasi prese Harry di peso e lo trascinò verso il divano,
dove atterrò accanto a
Lily, che rideva.
“Sirius?”
“Ed
io che c’entro?”
“Tu
sei un Potter acquisito, idiota, sei della famiglia, lo sai! E sei mio
fratello. Muoviti! Tonks, scatta la foto prima che Sirius
scappi!”
Harry
vide lo sguardo imbarazzato e soddisfatto del suo padrino, quando James
parlò
di “mio fratello” “famiglia”.
Vide
James cingergli il collo con un braccio, in un buffo tentativo di
strozzarlo,
mentre Sirius rideva, James scompigliava i capelli di Harry e Lily
sorrideva,
felice e radiosa come non mai e salutava con la mano.
“Questa
dobbiamo ingrandirla e metterla sul camino, accanto a quella di voi
tre.”
Lily
indicò James, Sirius e Remus ed Harry sorrise nel vederli
tutti così radiosi.
Se
non c’era limite al dolore, non c’era limite
neanche alla felicità.
Ed
Harry se ne rese conto il giorno dopo, a Natale, quando un grido lo
svegliò di
colpo.
Scattò
in piedi, afferrando la bacchetta e correndo giù in salotto,
preso dal panico.
Lì
vide Keira inginocchiata sul pavimento, il pancione ben visibile, con
una
lettera tra le mani.
Aveva
urlato, ma sembrava stare bene.
“Chi
ha urlato? Chi ci ha attaccato? State tutti bene?”
Un
James Potter agitatissimo giunse in salotto, la bacchetta puntata.
Keira
scoppiò a ridere, le lacrime agli occhi.
“E
se ipoteticamente ci avessero attaccati, tu li avresti affrontati
così?”
Solo
allora Harry si soffermò a guardare il padre.
Indossava
un pigiama rosso ed oro con dei boccini, aveva i capelli sparati da
tutte le
parti…beh, più del solito e gli occhiali storti
sul naso.
Harry
s’unì a Keira nelle risate che svegliarono Sirius
e Lily, se l’urlo non l’aveva
già fatto.
“Oh
Merlino, Jamie! Li volevi affrontare così i Mangiamorte?
Ahahahahaha!”
Keira
era ormai stesa sul tappeto, gli occhi pieni di lacrime, reggendosi la
pancia
dal gran ridere.
Anche
Lily e Sirius si unirono a lei.
“Non
sei divertente! Non ho pensato di mettermi in tiro!
Credevo…Insomma, perché hai
urlato?”
“Morgana!
Lily, ce lo vedi a lottare contro Voldemort in pigiama così?
O contro Malfoy?
Ahahahahah!”
James
sedette sul divano, affranto, ma poi fu coinvolto anche lui dalle risa
e si
rese conto che, effettivamente, era ridicolo vestito in quel modo.
“Credo
che Voldemort sarebbe scappato nel vederlo
così!”rise Harry.
Stavolta
pensare a Voldemort e suo padre non gli provocò un dolore al
cuore come al
solito.
Voldemort
era morto.
James
Potter era vivo
ed ora stava ridendo, arrossendo.
“Perché
urlavi?”domandò Sirius.
Solo
allora Keira si ricordò della lettera.
“E’
una bambina.”disse, asciugandosi gli occhi colmi di lacrime,
stavolta anche di
commozione.
Sirius
s’immobilizzò e la guardò, stupito.
“Bambina?”
“Sì!
Aspettiamo una femminuccia, Sirius!”
Sirius
rimase per un attimo sconcertato, prima che sul suo volto
s’aprisse un sorriso
radioso.
Si
inginocchiò sul pavimento accanto a Keira e la
baciò con tanta passione da mozzarle
il fiato e James ridendo, coprì gli occhi del figlio.
“Ehi!
Ci sono bambini qui!”avvisò, beccandosi una
gomitata scherzosa da parte del
figlio.
Sirius
si staccò da Keira e sorrise, gli occhi un po’
lucidi.
“Ok.
Volevo essere io a farti una sorpresa,
ma…d’accordo. Va benissimo anche
così!”
Sirius
appellò a sé un piccolo pacchetto che porse a
Keira.
James
che già sapeva il suo contenuto sorrise, mentre Lily e Harry
lo guardavano,
interrogativi.
Anche
Keira era stupita.
Aprì
lentamente il pacchetto e vide una piccola scatolina.
Sollevò
il coperchio con mani tremanti, intuendo cosa ci fosse dentro e vide
l’anello
più bello che avesse mai visto.
Era
d’oro bianco ed aveva un grosso zaffiro al centro, dello
stesso colore dei suoi
occhi.
“Keira
Sanderson, madre di mia figlia, vorresti sposarmi?”disse
Sirius in un attacco
di romanticismo.
Attacco
più unico che raro, tanto che James si ripromise di segnarsi
la frase per
rinfacciargli quanto fosse stato sdolcinato (tralasciando, ovviamente,
il fatto
che era smielato anche lui quando stava con Lily!).
Keira
tremava dall’emozione e gridò di sì,
gettandogli le braccia attorno al collo,
in un bizzarro abbraccio/strangolamento.
E
questo scatenò la risata di tutti, ancora una volta.
“JAMES,
SEI IL MIO TESTIMONE!”urlò Sirius, nello stesso
istante in cui Keira urlò:
“LILY, SEI LA MIA TESTIMONE!”
Grazie grazie grazie! Grazie a danyazzurra, bulmettina, Brando, GrifondoroBlack, soniacristina1989 e MartuZZa97 per aver recensito e per chi ha inserito la mia storia tra le preferite o seguite! GRAZIE
Ecco a voi un altro capitolo della mia storia e spero via piaccia!
Avevo inizialmente pensato di inserire un altro cattivo, ma poi sarebbe stata lunghissima la faccenda e francamente non sarei stata in grado di gestirla tra università, compiti etc!
Spero che comunque vi piaccia!
Ho immaginato che la ginecologa di Keira avesse spedito la lettera con il sesso della bambina, perdonatemi l'invenzione...ma non fidatevi troppo del numero...
Un bacione ed a presto!