Sedeva
su una panchina della metropolitana londinese , in attesa del treno che
in una
manciata di minuti l’avrebbe condotto allo studio della BBC
Radio 1, per
un'altra esibizione.
L’ennesima
di una lunghissima serie.
Una
scelta poco convenzionale, e probabilmente azzardata, quella di
muoversi con un
mezzo di trasporto pubblico, soprattutto per un artista di fama
internazionale
come lui. Ma quando trascorri metà del tuo tempo a
condividere gli spazi con
almeno altre sei persone, all’interno di un tourbus, il
bisogno di rimanere
solo con te stesso diventa talmente forte che la prospettiva di stare
seduto, o
in piedi, in un ambiente poco sterile non sembra poi così
terribile.
E
lui
aveva bisogno di rimanere solo.
Voleva
essere un volto tra migliaia di volti.
Uno
sconosciuto.
Nessuno.
Solo
Jared.
Osservava
il suo caffè come se nascondesse un universo inesplorato di
risposte che
aspettavano solo di essere trovate. L’inusuale freddo di
quella mattina di metà
settembre ne condensava il calore, andando a formare una nube di vapore
che
assumeva le forme più disparate, per poi disperdersi
nell’aria, nel vuoto.
Lo
stesso vuoto che adesso colmava la sua
assenza.
La
fama lo stava logorando, lentamente,
più di quanto egli stesso
avesse mai immaginato.
Eppure
doveva essere abituato alla scostante realtà che da anni
aveva deciso di
vivere. Non era un ragazzino che si era improvvisamente ritrovato al
centro
dell’attenzione dei media, bensì un uomo che aveva
sudato per costruirsi una
carriera. Aveva sacrificato molto: amici, parenti, affetti. Aveva
testato più
volte l’obbligo della separazione e il dolore che comportava.
Ma
questa volta era diverso.
Dopo
più di tre anni aveva deciso di concedere a se stesso
un'altra possibilità di
amare ancora. Aveva aperto il suo cuore ad un’anima gentile e
comprensiva, che
in punta di piedi si era fatta spazio tra la moltitudine di corpi che
fino a
quel momento avevano saziato i suoi appetiti.
A
suoi
occhi era un angelo. Un angelo che conosceva quasi ogni aspetto della
sua vita
da rockstar e che ne accettava le conseguenze.
Vivere
con lui, per lui, significava rinunciare a tutto e seguirlo ovunque per
il
mondo, oppure trascorrere la maggior parte delle notti inebriandosi del
profumo
che aveva lasciato sul cuscino, fino a quando anche questo non fosse
andato
via. Fino a quando lui non fosse tornato a riaffermare la sua presenza.
E
lei
aveva deciso di condurre la sua vita nella più totale
normalità anziché
seguirlo per il mondo, correndo il rischio di perderlo.
Gli
aveva lasciato carta bianca.
“Sarebbe
tutto più semplice se partissi con me.”, le disse
addentando un pancake.
Kate
gli dava le spalle, impegnata a trafficare con la macchinetta del
caffè.
“Dio
solo sa quanto vorrei venire via con te Jared, ma non posso.
C’è tutta la mia
vita qui a Los Angeles…e poi
l’Università… - si girò
verso di lui con due tazze
di caffè fumante- …non posso assentarmi dalle
lezioni.”
Gli
si sedette accanto, passandogli la sua tazza. Gli spostò un
ciuffo di capelli
dietro l’orecchio, si avvicinò di più a
lui e gli lasciò un leggero bacio sulla
spalla.
“Ci
sentiremo tutti i giorni, in qualsiasi momento tu abbia bisogno di me,
che sia
notte fonda o l’alba…- lo fece voltare
delicatamente con una mano-…ci sarò
sempre.”
“Ma
non sarà come averti accanto…”, rispose
lui, puntanto il
suo sguardo ghiacciato in quello
luminoso di lei. Cosa dominava quegli occhi cerulei: tristezza?
delusione? O
entrambi?
Kate
abbassò lo sguardo, sentendosi colpevole del turbinio di
emozioni che
traspariva dagli occhi di Jared. La sua scelta ne era la causa, ma lei
non
poteva partire con lui. Sarebbe stato troppo rischioso.
“Non
sono stupida, Jared. So benissimo quanto sia difficile per voi uomini
stare
senza una donna per troppo tempo.”
Si
alzò dallo sgabello e fece per allontanarsi, ma lui la
fermò prendendola per il
polso.
“
Non è solo questo Kate...”
“Sì,
lo so, lo so…mi ami e ti mancherò
terribilmente.”, rispose ironica, quasi
stesse recitando una battuta. La cosa non sfuggì a Jared.
“Lo
dici come se non mi credessi davvero!”, sbottò
irritato.
“
Vorrei crederti, ma… non mi piace illudermi.”,
disse triste, abbassando nuovamente
lo sguardo. Jared si alzò dallo sgabello, facendo attenzione
a non mollare la
presa sul polso, e le si parò davanti. Le prese in mento tra
le mani.
“Kate…guardami…negli
occhi, non le scarpe, sciocchina. Ecco. Dio, sei così bella
quando
sorridi...Adesso ascoltami, con attenzione. Io. Ti. Amo. E
né il tempo, né le
distanze, cambieranno quello che provo per te. È un dato di
fatto…è una
promessa.”
Kate
si accoccolò tra le sue braccia e poggiò la testa
sull’incavo tra il collo e la
spalla.
“
Jared, io…- lo guardò in quei pozzi di acqua
cristallina- …ti amo così tanto.
Farei qualsiasi cosa per vederti sereno…ed è per
questo che ti lascio libero.”
C’era
della disperazione in quelle parole, come se in cuor suo avvertisse
l’inevitabile.
“Kate…”,
Jared sospirò esasperato.
“
Sei libero, Jay. Puoi fare
quello che
vuoi. Andare con chi vuoi. Non ti fermerò.”
“Santo cielo Kate,
finiscila con questa
storia!”
Distolse
lo sguardo da quelle pietre preziose che Kate aveva per occhi. Era
incredibilmente infastidito. Per lui, il suo non era un atto
d’amore
incondizionato, ma una semplice dimostrazione di sfiducia. Non riusciva
a
sopportarlo. Soprattutto perché sapeva che se anche avesse
sbagliato, lei
l’avrebbe perdonato, ma che se le parti fossero state
invertite, lui non le
avrebbe mai concesso la stessa grazia.
Lui era egoista, lei no.
“No,
Jared, ascoltami.- gli prese il volto tra le mani, costrigendolo a
guardarla -
Sarò ancora qui quando tornerai! Ti prego solo di essere
discreto. Fai che non
si diffondano notizie. Fai in modo che io non lo venga mai a
sapere.”
Kate
non si era sbagliata: Jared non avrebbe resistito, e così
era stato. Ma era
anche riuscito a non far trapelare nulla delle sue avventure, a parte
quell’episodio, che non era dipeso da lui. E allora
perché gliene aveva fatto
una colpa? Cos’era cambiato? Perché si era arresa
se lo amava così tanto?
Domande
su domande, e nessuna risposta.
E
intanto erano passati ottantotto giorni, ottantotto fottutissimi
giorni, ma le
parole di lei gli rimbombavano ancora in testa, come se fosse
lì, ad
urlargliele con le lacrime agli occhi...
“
Ti avevo chiesto una
cosa, Jared, una sola! Nessun vincolo, nessun obbligo, ma un semplice
atto di
rispetto nei miei confronti: non farmi venire a conoscenza delle donne
con cui
vai a letto…”
“Non ci riesco
Jay…non ce la faccio…io…”
“…La
verità è che la fama ti sta
logorando…”
“Non siamo fatti
per stare insieme. Due mondi
troppo diversi…Noi…”
“Mi dispiace
Jared. È finita.”
Se
n’era andata. Così com’era arrivata.
All’improvviso. Ma quella volta non era
l’aveva fatto in punta di piedi. No. Lui aveva sentito forte
e chiaro quel
rumore. Quello di due cuori che si spezzano.