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Autore: cloe_30stm    31/10/2011    4 recensioni
Nonostante abbia una FF in corso (Enemy Of Mine), ho deciso di pubblicare una nuova storia, sperando che torni l'ispirazione per l'altra.
E' nata da un racconto scritto da me all'età di 15 anni e che ho ritrovato casualmente tra i miei vecchi libri del liceo.
Sarebbe dovuta essere una OS ma è venuto fuori qualcosa di decisamente troppo lungo per esserlo.
Vi invito comunque a considerare il fatto che nasce come OS.
Mi piace pensare che qui non si parta nè dalla fine nè dall'inizio, ma da una fine che è un pò l'inizio.
La vicenda è ambientata nel 2007 e copre un periodo che va dall'aprile del 2006 al settembre dell'anno successivo
(in questa mia invenzione ho cercato di rispettare il più possibile le date del tour per cui, se avete dubbi su tempi o luoghi, o chiedete a me o controllate su qualsiasi sito dedicato alla band).
Parlerò di una storia d'amore che la cinica logica dei più non considerebbe possibile, ma che l'assurda logica del destino rende attuabile.
Nella flebile speranza che amori così esistano davvero in questo mondo...
Buona lettura!
Genere: Generale, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sedeva su una panchina della metropolitana londinese , in attesa del treno che in una manciata di minuti l’avrebbe condotto allo studio della BBC Radio 1, per un'altra esibizione.

L’ennesima di una lunghissima serie.

Una scelta poco convenzionale, e probabilmente azzardata, quella di muoversi con un mezzo di trasporto pubblico, soprattutto per un artista di fama internazionale come lui. Ma quando trascorri metà del tuo tempo a condividere gli spazi con almeno altre sei persone, all’interno di un tourbus, il bisogno di rimanere solo con te stesso diventa talmente forte che la prospettiva di stare seduto, o in piedi, in un ambiente poco sterile non sembra poi così terribile.

E lui aveva bisogno di rimanere solo.

Voleva essere un volto tra migliaia di volti.

Uno sconosciuto.

Nessuno.

Solo Jared.

Osservava il suo caffè come se nascondesse un universo inesplorato di risposte che aspettavano solo di essere trovate. L’inusuale freddo di quella mattina di metà settembre ne condensava il calore, andando a formare una nube di vapore che assumeva le forme più disparate, per poi disperdersi nell’aria, nel vuoto.

Lo stesso vuoto che adesso colmava la sua assenza.

La fama lo stava logorando, lentamente, più di quanto egli stesso avesse mai immaginato.

Eppure doveva essere abituato alla scostante realtà che da anni aveva deciso di vivere. Non era un ragazzino che si era improvvisamente ritrovato al centro dell’attenzione dei media, bensì un uomo che aveva sudato per costruirsi una carriera. Aveva sacrificato molto: amici, parenti, affetti. Aveva testato più volte l’obbligo della separazione e il dolore che comportava.

Ma questa volta era diverso.

Dopo più di tre anni aveva deciso di concedere a se stesso un'altra possibilità di amare ancora. Aveva aperto il suo cuore ad un’anima gentile e comprensiva, che in punta di piedi si era fatta spazio tra la moltitudine di corpi che fino a quel momento avevano saziato i suoi appetiti.

A suoi occhi era un angelo. Un angelo che conosceva quasi ogni aspetto della sua vita da rockstar e che ne accettava le conseguenze.

Vivere con lui, per lui, significava rinunciare a tutto e seguirlo ovunque per il mondo, oppure trascorrere la maggior parte delle notti inebriandosi del profumo che aveva lasciato sul cuscino, fino a quando anche questo non fosse andato via. Fino a quando lui non fosse tornato a riaffermare la sua presenza.

E lei aveva deciso di condurre la sua vita nella più totale normalità anziché seguirlo per il mondo, correndo il rischio di perderlo.

Gli aveva lasciato carta bianca.

“Sarebbe tutto più semplice se partissi con me.”, le disse addentando un pancake.

Kate gli dava le spalle, impegnata a trafficare con la macchinetta del caffè.

“Dio solo sa quanto vorrei venire via con te Jared, ma non posso. C’è tutta la mia vita qui a Los Angeles…e poi l’Università… - si girò verso di lui con due tazze di caffè fumante- …non posso assentarmi dalle lezioni.”

Gli si sedette accanto, passandogli la sua tazza. Gli spostò un ciuffo di capelli dietro l’orecchio, si avvicinò di più a lui e gli lasciò un leggero bacio sulla spalla.

“Ci sentiremo tutti i giorni, in qualsiasi momento tu abbia bisogno di me, che sia notte fonda o l’alba…- lo fece voltare delicatamente con una mano-…ci sarò sempre.”

“Ma non sarà come averti accanto…”, rispose lui,  puntanto il suo sguardo ghiacciato in quello luminoso di lei. Cosa dominava quegli occhi cerulei: tristezza? delusione? O entrambi?

Kate abbassò lo sguardo, sentendosi colpevole del turbinio di emozioni che traspariva dagli occhi di Jared. La sua scelta ne era la causa, ma lei non poteva partire con lui. Sarebbe stato troppo rischioso.

“Non sono stupida, Jared. So benissimo quanto sia difficile per voi uomini stare senza una donna per troppo tempo.”

Si alzò dallo sgabello e fece per allontanarsi, ma lui la fermò prendendola per il polso.

“ Non è solo questo Kate...”

“Sì, lo so, lo so…mi ami e ti mancherò terribilmente.”, rispose ironica, quasi stesse recitando una battuta. La cosa non sfuggì a Jared.

“Lo dici come se non mi credessi davvero!”, sbottò irritato.

“ Vorrei crederti, ma… non mi piace illudermi.”, disse triste, abbassando nuovamente lo sguardo. Jared si alzò dallo sgabello, facendo attenzione a non mollare la presa sul polso, e le si parò davanti. Le prese in mento tra le mani.

“Kate…guardami…negli occhi, non le scarpe, sciocchina. Ecco. Dio, sei così bella quando sorridi...Adesso ascoltami, con attenzione. Io. Ti. Amo. E né il tempo, né le distanze, cambieranno quello che provo per te. È un dato di fatto…è una promessa.”

Kate si accoccolò tra le sue braccia e poggiò la testa sull’incavo tra il collo e la spalla.

“ Jared, io…- lo guardò in quei pozzi di acqua cristallina- …ti amo così tanto. Farei qualsiasi cosa per vederti sereno…ed è per questo che ti lascio libero.”

C’era della disperazione in quelle parole, come se in cuor suo avvertisse l’inevitabile.

 “Kate…”, Jared sospirò esasperato.

“ Sei libero, Jay. Puoi  fare quello che vuoi. Andare con chi vuoi. Non ti fermerò.”

 “Santo cielo Kate, finiscila con questa storia!”

Distolse lo sguardo da quelle pietre preziose che Kate aveva per occhi. Era incredibilmente infastidito. Per lui, il suo non era un atto d’amore incondizionato, ma una semplice dimostrazione di sfiducia. Non riusciva a sopportarlo. Soprattutto perché sapeva che se anche avesse sbagliato, lei l’avrebbe perdonato, ma che se le parti fossero state invertite, lui non le avrebbe mai concesso la stessa grazia.

 Lui era egoista, lei no.

“No, Jared, ascoltami.- gli prese il volto tra le mani, costrigendolo a guardarla - Sarò ancora qui quando tornerai! Ti prego solo di essere discreto. Fai che non si diffondano notizie. Fai in modo che io non lo venga mai a sapere.”

Kate non si era sbagliata: Jared non avrebbe resistito, e così era stato. Ma era anche riuscito a non far trapelare nulla delle sue avventure, a parte quell’episodio, che non era dipeso da lui. E allora perché gliene aveva fatto una colpa? Cos’era cambiato? Perché si era arresa se lo amava così tanto?

Domande su domande, e nessuna risposta.

E intanto erano passati ottantotto giorni, ottantotto fottutissimi giorni, ma le parole di lei gli rimbombavano ancora in testa, come se fosse lì, ad urlargliele con le lacrime agli occhi...

Ti avevo chiesto una cosa, Jared, una sola! Nessun vincolo, nessun obbligo, ma un semplice atto di rispetto nei miei confronti: non farmi venire a conoscenza delle donne con cui vai a letto…”

 “Non ci riesco Jay…non ce la faccio…io…”

“…La verità è che la fama ti sta logorando…”

 “Non siamo fatti per stare insieme. Due mondi troppo diversi…Noi…”

 “Mi dispiace Jared. È finita.”

Se n’era andata. Così com’era arrivata. All’improvviso. Ma quella volta non era l’aveva fatto in punta di piedi. No. Lui aveva sentito forte e chiaro quel rumore. Quello di due cuori che si spezzano.

 

 

  
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