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Autore: SeleneLightwood    17/11/2011    8 recensioni
Oliver Baston è innamorato di Katie Bell da una vita intera. Insomma, se non si conta il fatto che ha solo sedici anni.
Tra una squadra non sempre normale, i gemelli Weasley nel pieno della loro gloria e un tentativo di affogarsi nelle docce dopo ogni due allenamenti Oliver sarà costretto ad affrontare i suoi sentimenti, che tiene nascosti da tanto tempo.
{cit.}
Coloro che bighellonavano intorno al campo di Quidditch, quel giorno, si stupirono non poco nel vedere la squadra di Grifondoro uscire dagli spogliatoi con calma piatta, l’aria estremamente depressa, mentre da dentro non proveniva suono alcuno.
Che Oliver Baston fosse stato ucciso da un Bolide e fosse intento a suonare la sua marcia funebre altrove?
D’altro canto, era ovvio che sarebbe tornato come fantasma. Non c’era nessuna garanzia dell’esistenza del Quidditch nell’aldilà, e Baston non avrebbe certo perso l’occasione di tormentare per sempre Fred e George Weasley, probabilmente per non averlo colpito con il sopraccitato Bolide con la violenza che si addice a due suoi Battitori.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, Katie, Bell, Oliver, Wood/Baston
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Capitolo 7

-L’epitaffio sul biglietto-

 

 

 

 

Quella mattina l’idea di buttare giù dal letto l’intera squadra di Quidditch di Grifondoro era parsa ad Oliver davvero geniale: allenamenti extra all’alba, in barba a quei pigri dei Serpeverde. L’aria gelida di inizio febbraio gli sferzava il viso e gli scompigliava i capelli mentre a passo di marcia attraversava il parco di Hogwarts, costeggiando la foresta proibita, diretto – come potrebbe essere altrimenti? – al campo di Quidditch.

In quel momento, però, mentre affondava il viso nella sciarpa per ripararsi dal freddo, iniziò a realizzare che forse era stata un’idea un tantino folle e maniacale e che se ora temeva ritorsioni e vendette era perché forse se le era appellate con un bell’Accio.

L’ammutinamento era cominciato all’alba: in risposta al suo biglietto urgente – Percy gli aveva impedito di far irruzione nei dormitori altrui – aveva ricevuto da parte dei gemelli svariati post-it dotati di colorite vignette che illustravano come, a turno, lo stesso Oliver venisse ucciso schiacciato da un Bundimund, fulminato durante una partita di Quidditch e poi successivamente masticato e digerito dalla Piovra Gigante. Alicia e Angelina avevano contribuito inviandogli un bigliettino che, aveva realizzato macabramente, conteneva nient’altro che il suo futuro epitaffio: “Visse, tormentò, morì: Ora il Quidditch è libero dalla sua tirannia e nessuno lo ricorderà con amore.”

Oliver scosse la testa mentre quasi inciampava in un sasso sporgente. La sua squadra non stava prendendo sul serio la partita con i Serpeverde, e questo poteva costargli la coppa, e magari perfino la carriera.

Ora, avrete sicuramente notato l’aria da idiota stordito che aveva in faccia. Era dovuta ad un terzo biglietto, di tutt’altra natura, ricevuto la sera precedente e rinvenuto sul suo comodino quella mattina stessa, quando si era svegliato per farsi una bella doccia.

Strinse il pezzo di pergamena nella tasca interna del mantello e il suo stomaco si strinse al ricordo. Proprio sul suo comodino, infatti, aveva trovato la risposta al biglietto idiota che aveva mandato a Katie. Diceva: “Anche io non vedo l’ora di passare un po’ di tempo con te, capitano. E si, possibilmente senza cascarti addosso, per quanto morbido tu possa essere. Katie.”

Oliver sbuffò. Lui non era morbido, era muscoloso! Non poteva essere morbido, giocava a Quidditch.

Ok, si concesse. Questa storia del giocatore di Quidditch palestrato è una cavolata. Per esempio Montague!, esclamò dentro di sé. Insomma, peserà almeno quindici tonnellate, come un cucciolo di drago. Non so davvero come faccia la scopa a sollevare tutte le sue flaccide membra.

Lui non era muscoloso perché giocava a Quidditch. Era muscoloso punto e basta. Ed era un ragionamento che non faceva una piega, nel suo cervellino stordito dal freddo.

Tornando al biglietto di Katie, potete immaginare la sua reazione: ad un attimo di euforia totale era seguito uno di sconforto nero, dal quale non era ancora uscito. Come risolveva il problema appuntamento/provino senza rovinarsi la carriera e senza mandare all’aria la sua ancora inesistente relazione?

Certo del suo incurabile bipolarismo aveva infine convocato degli allenamenti così, tanto per.

Percy, che giaceva scomposto e insonnolito nel letto, lo aveva mandato al diavolo con quel suo modo di fare assurdamente pomposo, domandandogli se stesse forse cercando di venir assassinato dalle persone che gli volevano bene.

Non poteva certo dargli torto: era un’operazione suicida.

«Oliver!»

Una voce insonnolita alle sue spalle lo riscosse dagli oscuri pensieri sui quali si era soffermato – come quello sul suo epitaffio, ad esempio – e s girò di scatto per incontrare il viso sconvolto dal sonno di Katie.

«Ehi» pigolò mentre il senso di colpa faceva breccia nella sua testolina. Lei lo raggiunse velocemente e Oliver notò un qualcosa di minaccioso nella sua postura che fu tentato di fare un passo indietro. Forse voleva assassinarlo anche lei.

Si costrinse a comportarsi da Grifondoro coraggioso e rimase dov’era mentre lei lo rimproverava con lo sguardo. Vedeva presagi di morte ovunque, tale e quale alla Cooman? Era sempre stato una schiappa, in Divinazione.

«Quando ho detto che non vedevo l’ora di passare altro tempo con te» esordì Katie in un evidente tentativo di combattere contro le guance in fiamme che svelavano che stava arrossendo, «non intendevo esattamente alle sei di mattina, per gli allenamenti».

Scosse la testa e alcuni ciuffi neri le sfuggirono dalla coda alta. Vi passò la mano sinistra, mentre con la destra sistemava le pieghe della gonna della divisa.

Oliver cercò con tutte le sue forze di non arrossire, e tutto quello che riuscì a dire fu “Uhm.”

Lei ridacchiò nel mezzo di uno sbadiglio e quasi soffocò prima di domandare «Non avevi proprio niente da fare, stamattina?»

Lui ripensò alla lezione di Trasfigurazione che lo aspettava prima di pranzo e sorrise tra sé. Doveva annunciare alla McGranitt che era stato preso per il provino – non a caso era la sua insegnante preferita – e questo significava solo due cose: compiti extra di Trasfigurazione e biscotti allo zenzero.

Optò per la sua solita fissazione per quel maledettissimo sport.

«Dobbiamo assolutamente vincere la Coppa e la partita contro Serpeverde. Pretenderò la testa di Flitt appesa al mio soffitto come trofeo.»

Lei ridacchiò e sbuffò stringendosi nel mantello.  «Non credi di essere un tantino fuori di te, oggi?»

Oliver le sorrise e le diede una gomitata giocosa.

«Sarà pure, ma quel nuovo schema che ho ideato è perfetto per quella partita, tanto più che il tempo dovrebbe essere bello e…»

Katie gli diede un pugno sul braccio.

«Ricevuto, Capitano. Ora placa il tuo entusiasmo, che ho sonno ».

Oliver rise e alzò gli occhi al cielo, avvicinandosi impercettibilmente a lei.

«Dormigliona» borbottò ridendo sotto i baffi.

Dio, quanto adorava quella ragazza.

 

 

 

Gli allenamenti si svolsero senza particolari incidenti e drammi, ad esclusione di un bolide di George che centrò Oliver dritto in fronte, causandogli una mezza commozione celebrale, e quando scesero a terra, tre ore dopo, Oliver era soddisfatto come non mai.

Katie gli sorrideva raggiante – ma soprattutto finalmente sveglia – mentre li raggiungeva a metà campo.

Quella mezza commozione celebrale era stata causata più dal fatto che lei lo aveva soccorso – schiantandosi contro gli anelli nel frattempo – che dal colpo di per sé.

Forse per la botta, forse no, s’era ritrovato a pensare che avrebbe preso in testa altri cento bolidi, se lei finiva sempre per guardarlo in quel modo premuroso e preoccupato.

La squadra raggiunse lo spogliatoio in fretta, visto il freddo cane che faceva fuori. Fred e Alicia sonnecchiavano l’uno sulla spalla dell’altro mentre arrancavano a caso verso la porta degli spogliatoi, e Angelina li fulminava da dietro.

Harry stava letteralmente dormendo appoggiato di peso alla sua Firebolt, mosso da chissà quale energia misteriosa che gli permise di centrare la porta al secondo colpo. Il boccino che aveva liberato e ripescato varie volte si dimenava nella sua mano, e Oliver lo osservò a lungo mentre si cambiava insieme agli altri ragazzi. Quello era la chiave per la sua vittoria.

Quel ragazzino così mingherlino e così veloce, capace di lanciarsi in mezzo a quindici giocatori, due bolidi e una pluffa e uscirne con una minuscola pallina in mano.

Era Harry l’asso nella manica, lo sapeva. C’era la possibilità che perdessero la partita contro i Serpverde, sì, ma non c’era possibilità che Harry mancasse il boccino. Era mille volte superiore a Malfoy, e lo sapevano entrambi.

Quando la squadra si riunì fuori dallo spogliatoio per andare in tutta fretta a fare colazione Oliver si accorse che Katie era rimasta dentro e non era con Alicia come al solito.

Così rientrò e si appoggiò allo stipite della porta. Lei saltò fuori dopo qualche minuto senza notarlo, e si accucciò di fianco alla panca, in ginocchio. Per un istante Oliver fu tentato di lanciarsi in avanti e controllare che stesse bene –magari tre ore di allenamenti a stomaco vuoto non erano il massimo – ma Katie allungò una mano sotto la panca ed emise un flebile ma vittorioso “Ah!” quando la estrasse.

In mano aveva una catenina con un ciondolo a forma di pesce rosso. Lei si rialzò sbattendo la fronte sulla panca e Oliver ridacchiò per rivelare la sua presenza.

«Oh» fece lei notandolo e spolverandosi le ginocchia. «Sei ancora qui».

Lui le sorrise timidamente. «Pensavo che magari potevamo andare a colazione insieme. Gli altri sono già andati su».

Katie sorrise e annuì. «Arrivo subito» esclamò.

Si avvicinò allo specchio appeso alla parete e sganciò la catenina, che però le scivolò dalle mani e finì di nuovo a terra.

Lei sbuffò e arrossì mentre si chinava a raccoglierla. Quando si rialzò alle sue spalle c’era Oliver.

«Da qui, faccio io» mormorò lui, ancora stupito da quel gesto che gli era venuto spontaneo.

Katie, ancora piuttosto rossa in viso, gli passò la catenina e Oliver glie la fece scivolare intorno al collo, sfiorandogli la nuca con una mano. Agganciò la catenina e le spostò appena un ciuffo di capelli con il polso.

Rimase incantato a fissarle l’incavo tra il collo e la spalla per un istante interminabile. Quando alzò gli occhi sullo specchio si accorse del riflesso di Katie che lo fissava ad occhi sgranati.

Fece un balzo indietro, imbarazzato.

«Andiamo?» domandò schiarendosi la voce. Lei sorrise timidamente e insieme uscirono stringendosi nei mantelli per ripararsi dal vento. Il cielo era limpido ed era una bella giornata, e Katie sorrise alzando il naso verso l’alto, probabilmente per scaldarsi ai deboli raggi del sole.

Oliver la osservò per un po’ mentre chiacchieravano del più e del meno – Katie gli stava raccontando della disastrosa lezione  di Trasfigurazione del giorno precedente – quando si accorsero di qualcuno che correva verso di loro di gran carriera, quasi ruzzolando giù per le scale prima del portone d’ingresso.

Oliver riconobbe la figura alta e longilinea: era Cedric Diggory, il capitano della squadra di Tassorosso.

Arrivò alzando una quantità infinita di polvere e inchiodò proprio davanti a loro, esibendo un sorriso a cinquantasei denti.

Che fosse venuto a far spostare la partita contro Serpeverde? Oliver gli lanciò uno sguardo indagatore e sospettoso mentre Cedric sorrideva a Katie e questa inspiegabilmente arrossiva.

Poi lui finalmente gli rivolse tutta la sua attenzione.

«Ti cercavo» esclamò. «E visto che ero di strada e Angelina Johnson mi ha detto dove trovarti…» lasciò la frase in sospeso, sorridendo.

Poi allungò la mano verso di lui e sia Oliver che Katie lo guardarono ad occhi spalancati, allibiti.

Cedric si affrettò a spiegare mentre gli stringeva vigorosamente la mano.

«Il Frate Grasso mi ha detto del tuo provino con il Puddlemore il 14. Cavolo, amico, complimenti

Oliver si impietrì e prese a fissare inorridito Diggory che gli sorrideva contento, ignaro della catastrofe alla quale aveva appena dato vita.

Poteva quasi sentire il rumore dei suoi piani e delle sue macchinazioni che si sbriciolavano in mille pezzi.

Katie spostò lo sguardo da Diggory a lui e poi di nuovo a Diggory, con l’aria di chi si sta domandando se si è persa qualcosa, poi parve essere illuminata dalla consapevolezza. Oliver non la stava guardando – fissava acora Diggory come se volesse assassinarlo sul posto – ma percepì l’esatto istante in cui Katie capì.

Cedric Diggory – evidentemente sensibile al cambiamento d’animo dei suoi interlocutori – se la svignò senza tanti complimenti.

«Beh, io vado! Ci si vede in giro!» esclamò, prima di fuggire verso la capanna di Hagrid.

Oliver gli augurò una morte lenta e dolorosa per mano di uno Schiopodo Sparacoda particolarmente violento e si voltò appena per guardare in faccia il destino.

Katie se ne stava ferma al suo fianco, come se non sapesse bene che fare.

«Io…» iniziò, non sapendo bene cosa dire. «Non è ancora nulla di deciso» borbottò infine.

Come poteva spiegare alla ragazza dei suoi sogni che stava davvero rinunciando al loro appuntamento per un provino di Quidditch?

Ma Katie scosse la testa e si riprese, e lo guardò inorridita.

«Non penserai mica di saltare il provino per venire ad Hogsmeade, spero!» gracchiò.

Oliver spalancò la bocca e cercò ovunque un segno che gli facesse capire che diavolo stesse succedendo.

«Andiamo, Oliver, se è quello che penso, e lo è, è l’occasione della tua vita!» esclamò Katie, rabbrividendo. Oliver notò che aveva gli occhi lucidi. «Non sprecarla così, possiamo andare un’altra volta ad Hogsmeade» mormorò lei, sorridendo debolmente.

Eccolo, il segno che cercava. L’aveva ferita, come uno stupido idiota, e in quel momento avrebbe volentieri mandato al diavolo il provino e avrebbe tanto voluto baciarla, ma si costrinse a stare fermo. Stava incasinando le cose più di quanto non fosse concesso normalmente.

«Mi dispiace, vorrei davvero esserci, quel giorno, ma sono provini fissi e…» mormorò, ma Katie lo interruppe.

«Non importa, Oliver, davvero» disse. Dal tono deluso della sua voce era ovvio che importava eccome, ma cosa poteva fare lui ormai? Era un miracolo se lei gli avrebbe rivolto ancora la parola. Dopotutto era la dimostrazione lampante di quando affidabile fosse: al primo posto andava comunque il Quidditch, sempre. Quale ragazza avrebbe accettato una cosa del genere?

Katie sospirò e riprese a camminare. «Andiamo a fare colazione» disse, e Oliver non potè far altro che seguirla e sentirsi il verme più schifido della terra.

 

 

 

Katie fece irruzione in sala comune fiondandosi al di là del buco del ritratto, guardandosi intorno in cerca di Alicia. La trovò seduta su una poltrona a leggere e si lanciò verso di lei. Alicia la notò e si alzò in piedi, un’aria preoccupata in volto.

«Katie, Nick-Quasi-Senza-Testa mi ha detto che Oliver…» non fece in tempo a finire la frase, che Katie le si buttò praticamente tra le braccia, scoppiando a piangere.

«Ehi» cercò di dire, desolata. «Dai, Kat, non è niente!»

Katie singhiozzò sulla sua spalla.

«Lo so che non è niente, piango perché mi sento una stupida!» mormorò cercando di asciugarsi gli occhi. Alicia la prese per le spalle e la allontanò quel tanto che bastava per guardarla in faccia.

«Ti va di raccontarmi?» domandò dolcemente, sfregandogli una mano sul braccio nel tentativo di confortarla.

«N-non c’è molto da dire» singhiozzò Katie. «E’ giusto che vada al provino, possiamo uscire un’altra volta». Fece un respiro profondo e cercò di riprendere il controllo.

«Ma…?» la invitò a continuare Alicia?

Katie scosse la testa. «…ma sono una cretina perché ci sono rimasta male anche se gli ho detto io stessa di andare al provino ed è una cosa terribilmente egoista, perché lui ci tiene e io…io…».

Scoppiò di nuovo a piangere e Alicia la abbracciò mentre rifletteva. Era normale la reazione di Katie, in fondo: la capiva. Voleva che Oliver andasse al provino ma ci era rimasta male perché comunque non le aveva detto nulla e aveva messo il Quidditch davanti a tutto, come al solito.

«Senti» esordì Alicia con voce dolce. «Ora vai in camera e mettiti a dormire, e domani mattina sembrerà tutto molto meno complicato, vedrai. Ci penseremo su insieme.»

Katie le sorrise tra le lacrime.

«Grazie» mormorò abbracciandola.

Alicia alzò le spalle.

«Ma figurati. E’ ora che Oliver si dia una mossa»

 

 

 

Alicia aspettò di sentire la porta del dormitorio di Katie chiudersi alle spalle della ragazza prima di sprofondare di nuovo nella poltrona. Com’era possibile che Oliver Baston da solo fosse capace di mandare all’aria una quasi relazione e il diabolico piano di ben quattro persone?

Sospirò e fece per alzarsi quando dal buco del ritratto riemersero le voci di Oliver e Percy. Si acquattò di più contro la poltrona e finse di dormire in caso i due l’avessero vista.

«…non è andata poi così male» stava dicendo Percy. «Katie stessa ti ha suggerito di andare al provino perché è la cosa migliore»

Oliver emise un rantolo depresso. «Non lo pensa davvero. Nella sua testa probabilmente stava inscenando il mio omicidio. Mi odia»

Percy scosse la testa con fare disperato. «Andiamo, Oliver, non essere melodrammatico. Pensa solo al provino ora, è quella la cosa importante. Prima la carriera, poi verrà tutto il resto»

Oliver abbassò gli occhi. «Sono innamorato di lei.» mormorò. «Ho davvero pensato di metterla davanti a tutto.»

Percy lo guardò sbalordito e Alicia fu tentata di scattare in piedi ed andare ad abbracciare Oliver. Era tutto ciò che aveva bisogno di sentire.

Oh, in realtà era tutto ciò che Katie aveva bisogno di sentire, ma un passetto alla volta e sarebbero arrivati anche lì.

Percy continuò a fissare Oliver, basito, la bocca spalancata e gli occhi sgranati. Non disse nulla, forse non riusciva a trovare le parole.

Oliver sospirò.

«Ho dimenticato gli schemi al campo da Quidditch. Non aspettarmi alzato» mormorò, voltandogli le spalle e sparendo oltre il buco del ritratto.

Percy rimase  lì come un ebete, incapace persino di rimproverarlo perché stava uscendo fuori l’orario consentito, e Alicia non riuscì a non sentirsi un po’ in pena per lui. Gestire Katie e la sua incapacità di relazionarsi con quel dannatissimo fissato era una cosa relativamente semplice. Ma gestire il dannatissimo fissato, considerò, avrebbe sicuramente mandato Percy al San Mungo.

 

 

 

Oliver arrivò al campo di Quidditch co un principio di congelamento e le lacrime agli occhi, un po’ per il freddo e un po’ per la depressione. Si affrettò ad andare a recuperare gli schemi che aveva usato quella mattina e si strinse nel mantello nel tentativo di scaldarsi.

Quando uscì quasi inciampò in una palla di pelo arancione, che lo guardò malissimo prima di girargli intorno circospetto.

Oliver si guardò intorno incuriosito. Aveva forse visto quel gatto in sala comune un paio di volte? Ma si, con il gruppetto di Harry. Era della ragazza con i capelli sparati in tutte le direzioni, no? E cosa ci faceva a spasso per il parco?

Quello lo guardò male per un altro istante, stringendo gli occhi gialli, poi si voltò e, a coda alta, si infilò nella foresta proibita. Oliver continuò a guardare da quella parte, incuriosito, e un altro movimento colse la sua attenzione: c’era qualcosa di nero ed estremamente grosso proprio lì, dietro agli alberi. Oliver fece un passo indietro.

C’erano troppe creature nella foresta proibita che potessero definirsi pericolose.

La cosa si mosse appena e Oliver ne distinse la sagoma scura. Sembrava un enorme cane nero. Quello, quasi percependo il suo sguardo impietrito si voltò verso di lui e due occhi brillarono al buio come fari. Poi, così com’era apparso, scomparve.

Oliver dovette appoggiarsi al recinto per non piegarsi e vomitare.

Non era possibile. Non il gramo, non proprio a lui.

 

 

 

 

 

 

 

Selene’s Corner

 

Ok, dopo un altro mesetto di assenza eccomi di nuovo qui!

Un mese per un capitolo così caccoso, scusate!!

Come va, adorabili membri del C.R.A.B.?

Qui il caro Oliver non si ammazza di docce come al solito – forse perché c’è  Katie, chissà.

Ovviamente, come avevate predetto nelle recensioni, Oliver ha fatto un casino.

Beh, con lo zampino di Cedric, ma è uguale, dai.

 

Cosa ve ne pare di questo capitolo? Si capisce qualcosa o è tanto confuso?

Va beh, avrete capito che alla fine Oliver crede di vedere il gramo. Questo sarà di rilevante importanza nel prossimo capitolo perché, come certo avrete imparato, Oliver sa essere un tantino paranoico.

Tanto per la cronaca, il prossimo capitolo è quello del provino e sarà luuungo luuungo, a meno che io non decida di dividerlo in due parti. Olè!

 

E ora passiamo a rispondere alle recensioni!

 

 

Sprotte98: Ehilà! Benvenuta, benvenuta! Grazie per la recensione, sono davvero contenta che la storia ti piaccia!!

Per quanto riguarda l’intervista con il ragno di Percy, sto cercando di contattarlo!!

 

Tigre p: Ehilà! Che bello, sono contenta che la mia storia ti piaccia! Eh, sto cercando di curare molto tutti i dettagli, quindi Oliver viene fuori molto molto maniacale! XD Beh, spero di sentire la tua opinione anche per questo capitolo!!

 

Mary_: Oh, una compagna fan di Oliver/Katie! Io ho iniziato questa proprio perché su EFP ce ne sono poche, e quelle belle non sono finite U_U Quindi ho detto, perché no?

Chi non ha letto “Una brezza lieve” di ferao? Io lo adoro *-*

Come avevi previsto, Oliver ha fatto un bel macello, e alla fine vede pure il gramo (Sirius, che combini?!)

Vedremo come andrà nel prossimo capitolo, dai! :D

 

 

Tinotina: Ehhh, come potevo non dedicarti il poster? Anche tu avevi previsto il bel casino, e infatti eccolo qui, tutto per te :D

Non preoccuparti, se la caveranno :)

Comunque mi sono riletta tutta la saga (per la millesima volta, figuriamoci) e mi sono segnata ogni cosa riguardante Oliver, Katie, Alicia, Angelina, Lee e quant’altro…Oh beh, vedremo quello che verrà fuori!

 

 

May_Z: Ehi, benvenuta!! Che bello, sono riuscita a convertire qualcuno all’Oliver/Katie! :D

Tanto love *-*

E’ accennata un Hermione a cui piace Fred, si, ma sto progettando un’intera long su di loro, quindi ne parlerò lì!

Sono contenta che la storia ti piaccia, e spero di avere il tuo parere anche per questo capitolo! :D

 

 

Mug: Ehilà, imbucata in ritardo! Tranquilla, nel C.R.A.B. c’è posto per tutti :D

Personalmente ho adorato scrivere quel pezzo su Remus, Lily e James. Primo, perché sono fissata con i malandrini, e secondo perché m’era venuto in mente così, mentre ero sovrappensiero, ma ci stava tutto :)

I biscottini arrivano, tranquilla!! :D

 

 

IlaSunnySmile: Ehilà! Come va? :D Che bello risentirti anche per lo scorso capitolo!!

Sono contenta che la caratterizzazione dei personaggi ti piaccia :)

No, magari fossi la Zia Row in incognito! :D Non avrei fatto morire tutta quella gente nell’ultimo libro!

 

Wynne_Sabia: Ahhh, cara Wynne :) Ce l’ho fatta a pubblicare anche questo benedetto capitolo! :D Sono davvero felice che il riferimento a James ti abbia mandato in brodo di giuggiole, anche se poi mi sono persa sulla via buia del male (vedi la Sirius/Lily) e ho fatto perdere anche te, che hai scritto una (Remus/Lily). Insomma, ci manca che scriviamo una Snevans a due mani e stiamo apposto! Comunque tanto per cambiare qui non piove affatto, ma visti i recenti avvenimenti ho evitato di chiedere pioggia a destra e a sinistra, non si sa mai U_U

Beh, sono davvero contenta che la storia ti piaccia, perché a me questo capitolo lascia dei grossi dubbi. Boh, vedremo se a voi piacerà!

Tanti bacini, collega <3

 

Queen_: Sono felice che il capitolo ti sia piaciuto! Eh, quell’accenno di Fremione l’ho adorato tantissimo anche io! :D Spero di sentire il tuo parere anche per questo capitolo!!

 

 

FrancyPotter: Niente panico!!

Oh, vedremo quello che succederà in futuro, chissà! La Rowling in questo senso mi ha lasciato carta bianca!

Spero che recensirai anche questo capitolo, sono curiosa di sapere cosa ne pensi! :D

 

 

 

 

 

Beh, donzelle, un bacione a tutte e ci sentiamo nel prossimo capitolo!!! :D

 

 

Selene <3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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