Capitolo 7
-L’epitaffio sul biglietto-
Quella
mattina l’idea di buttare giù dal letto l’intera squadra di Quidditch
di Grifondoro era parsa ad Oliver davvero geniale:
allenamenti extra all’alba, in barba a quei pigri dei Serpeverde.
L’aria gelida di inizio febbraio gli sferzava il viso e gli scompigliava i
capelli mentre a passo di marcia attraversava il parco di Hogwarts,
costeggiando la foresta proibita, diretto – come potrebbe essere altrimenti? –
al campo di Quidditch.
In
quel momento, però, mentre affondava il viso nella sciarpa per ripararsi dal
freddo, iniziò a realizzare che forse era
stata un’idea un tantino folle e maniacale e che se ora temeva ritorsioni e
vendette era perché forse se le era
appellate con un bell’Accio.
L’ammutinamento
era cominciato all’alba: in risposta al suo biglietto urgente – Percy gli aveva impedito di far irruzione nei dormitori
altrui – aveva ricevuto da parte dei gemelli svariati post-it dotati di
colorite vignette che illustravano come, a turno, lo stesso Oliver venisse
ucciso schiacciato da un Bundimund, fulminato durante
una partita di Quidditch e poi successivamente
masticato e digerito dalla Piovra Gigante. Alicia e Angelina avevano
contribuito inviandogli un bigliettino che, aveva realizzato macabramente,
conteneva nient’altro che il suo futuro epitaffio: “Visse, tormentò, morì: Ora
il Quidditch è libero dalla sua tirannia e nessuno lo
ricorderà con amore.”
Oliver
scosse la testa mentre quasi inciampava in un sasso sporgente. La sua squadra
non stava prendendo sul serio la partita con i Serpeverde,
e questo poteva costargli la coppa, e magari perfino la carriera.
Ora,
avrete sicuramente notato l’aria da idiota stordito che aveva in faccia. Era
dovuta ad un terzo biglietto, di tutt’altra natura, ricevuto la sera precedente
e rinvenuto sul suo comodino quella mattina stessa, quando si era svegliato per
farsi una bella doccia.
Strinse
il pezzo di pergamena nella tasca interna del mantello e il suo stomaco si
strinse al ricordo. Proprio sul suo comodino, infatti, aveva trovato la
risposta al biglietto idiota che aveva mandato a Katie. Diceva: “Anche io non
vedo l’ora di passare un po’ di tempo con te, capitano. E si, possibilmente
senza cascarti addosso, per quanto morbido tu possa essere. Katie.”
Oliver
sbuffò. Lui non era morbido, era
muscoloso! Non poteva essere morbido, giocava a Quidditch.
Ok, si concesse. Questa storia del giocatore di Quidditch palestrato è una cavolata. Per esempio Montague!,
esclamò dentro di sé. Insomma, peserà
almeno quindici tonnellate, come un cucciolo di drago. Non so davvero come
faccia la scopa a sollevare tutte le sue flaccide membra.
Lui
non era muscoloso perché giocava a Quidditch. Era
muscoloso punto e basta. Ed era un ragionamento che non faceva una piega, nel
suo cervellino stordito dal freddo.
Tornando
al biglietto di Katie, potete immaginare la sua reazione: ad un attimo di
euforia totale era seguito uno di sconforto nero, dal quale non era ancora
uscito. Come risolveva il problema appuntamento/provino senza rovinarsi la
carriera e senza mandare all’aria la sua ancora inesistente relazione?
Certo
del suo incurabile bipolarismo aveva infine convocato degli allenamenti così,
tanto per.
Percy, che giaceva scomposto e insonnolito nel letto, lo aveva
mandato al diavolo con quel suo modo di fare assurdamente pomposo,
domandandogli se stesse forse cercando di venir assassinato dalle persone che
gli volevano bene.
Non
poteva certo dargli torto: era un’operazione suicida.
«Oliver!»
Una
voce insonnolita alle sue spalle lo riscosse dagli oscuri pensieri sui quali si
era soffermato – come quello sul suo epitaffio, ad esempio – e s girò di scatto
per incontrare il viso sconvolto dal sonno di Katie.
«Ehi»
pigolò mentre il senso di colpa faceva breccia nella sua testolina. Lei lo
raggiunse velocemente e Oliver notò un qualcosa di minaccioso nella sua postura
che fu tentato di fare un passo indietro. Forse voleva assassinarlo anche lei.
Si
costrinse a comportarsi da Grifondoro coraggioso e
rimase dov’era mentre lei lo rimproverava con lo sguardo. Vedeva presagi di
morte ovunque, tale e quale alla Cooman? Era sempre
stato una schiappa, in Divinazione.
«Quando
ho detto che non vedevo l’ora di passare altro tempo con te» esordì Katie in un
evidente tentativo di combattere contro le guance in fiamme che svelavano che
stava arrossendo, «non intendevo esattamente alle sei di mattina, per gli
allenamenti».
Scosse
la testa e alcuni ciuffi neri le sfuggirono dalla coda alta. Vi passò la mano
sinistra, mentre con la destra sistemava le pieghe della gonna della divisa.
Oliver
cercò con tutte le sue forze di non arrossire, e tutto quello che riuscì a dire
fu “Uhm.”
Lei
ridacchiò nel mezzo di uno sbadiglio e quasi soffocò prima di domandare «Non
avevi proprio niente da fare, stamattina?»
Lui
ripensò alla lezione di Trasfigurazione che lo aspettava prima di pranzo e
sorrise tra sé. Doveva annunciare alla McGranitt che
era stato preso per il provino – non a caso era la sua insegnante preferita – e
questo significava solo due cose: compiti extra di Trasfigurazione e biscotti
allo zenzero.
Optò
per la sua solita fissazione per quel maledettissimo sport.
«Dobbiamo
assolutamente vincere la Coppa e la
partita contro Serpeverde. Pretenderò la testa di Flitt appesa al mio soffitto come trofeo.»
Lei
ridacchiò e sbuffò stringendosi nel mantello.
«Non credi di essere un tantino fuori di te, oggi?»
Oliver
le sorrise e le diede una gomitata giocosa.
«Sarà
pure, ma quel nuovo schema che ho ideato è perfetto per quella partita, tanto più
che il tempo dovrebbe essere bello e…»
Katie
gli diede un pugno sul braccio.
«Ricevuto,
Capitano. Ora placa il tuo entusiasmo, che
ho sonno ».
Oliver
rise e alzò gli occhi al cielo, avvicinandosi impercettibilmente a lei.
«Dormigliona»
borbottò ridendo sotto i baffi.
Dio,
quanto adorava quella ragazza.
Gli
allenamenti si svolsero senza particolari incidenti e drammi, ad esclusione di
un bolide di George che centrò Oliver dritto in fronte, causandogli una mezza
commozione celebrale, e quando scesero a terra, tre ore dopo, Oliver era
soddisfatto come non mai.
Katie
gli sorrideva raggiante – ma soprattutto finalmente sveglia – mentre li
raggiungeva a metà campo.
Quella
mezza commozione celebrale era stata causata più dal fatto che lei lo aveva
soccorso – schiantandosi contro gli anelli nel frattempo – che dal colpo di per
sé.
Forse
per la botta, forse no, s’era ritrovato a pensare che avrebbe preso in testa
altri cento bolidi, se lei finiva sempre per guardarlo in quel modo premuroso e
preoccupato.
La
squadra raggiunse lo spogliatoio in fretta, visto il freddo cane che faceva
fuori. Fred e Alicia sonnecchiavano l’uno sulla spalla dell’altro mentre
arrancavano a caso verso la porta degli spogliatoi, e Angelina li fulminava da
dietro.
Harry
stava letteralmente dormendo appoggiato di peso alla sua Firebolt,
mosso da chissà quale energia misteriosa che gli permise di centrare la porta
al secondo colpo. Il boccino che aveva liberato e ripescato varie volte si
dimenava nella sua mano, e Oliver lo osservò a lungo mentre si cambiava insieme
agli altri ragazzi. Quello era la
chiave per la sua vittoria.
Quel
ragazzino così mingherlino e così veloce, capace di lanciarsi in mezzo a
quindici giocatori, due bolidi e una pluffa e uscirne
con una minuscola pallina in mano.
Era
Harry l’asso nella manica, lo sapeva. C’era la possibilità che perdessero la
partita contro i Serpverde, sì, ma non c’era
possibilità che Harry mancasse il boccino. Era mille volte superiore a Malfoy, e lo sapevano entrambi.
Quando
la squadra si riunì fuori dallo spogliatoio per andare in tutta fretta a fare
colazione Oliver si accorse che Katie era rimasta dentro e non era con Alicia
come al solito.
Così
rientrò e si appoggiò allo stipite della porta. Lei saltò fuori dopo qualche
minuto senza notarlo, e si accucciò di fianco alla panca, in ginocchio. Per un
istante Oliver fu tentato di lanciarsi in avanti e controllare che stesse bene
–magari tre ore di allenamenti a stomaco vuoto non erano il massimo – ma Katie
allungò una mano sotto la panca ed emise un flebile ma vittorioso “Ah!” quando
la estrasse.
In
mano aveva una catenina con un ciondolo a forma di pesce rosso. Lei si rialzò
sbattendo la fronte sulla panca e Oliver ridacchiò per rivelare la sua
presenza.
«Oh»
fece lei notandolo e spolverandosi le ginocchia. «Sei ancora qui».
Lui
le sorrise timidamente. «Pensavo che magari potevamo andare a colazione
insieme. Gli altri sono già andati su».
Katie
sorrise e annuì. «Arrivo subito» esclamò.
Si
avvicinò allo specchio appeso alla parete e sganciò la catenina, che però le
scivolò dalle mani e finì di nuovo a terra.
Lei
sbuffò e arrossì mentre si chinava a raccoglierla. Quando si rialzò alle sue
spalle c’era Oliver.
«Da
qui, faccio io» mormorò lui, ancora stupito da quel gesto che gli era venuto
spontaneo.
Katie,
ancora piuttosto rossa in viso, gli passò la catenina e Oliver glie la fece
scivolare intorno al collo, sfiorandogli la nuca con una mano. Agganciò la
catenina e le spostò appena un ciuffo di capelli con il polso.
Rimase
incantato a fissarle l’incavo tra il collo e la spalla per un istante
interminabile. Quando alzò gli occhi sullo specchio si accorse del riflesso di
Katie che lo fissava ad occhi sgranati.
Fece
un balzo indietro, imbarazzato.
«Andiamo?»
domandò schiarendosi la voce. Lei sorrise timidamente e insieme uscirono
stringendosi nei mantelli per ripararsi dal vento. Il cielo era limpido ed era
una bella giornata, e Katie sorrise alzando il naso verso l’alto, probabilmente
per scaldarsi ai deboli raggi del sole.
Oliver
la osservò per un po’ mentre chiacchieravano del più e del meno – Katie gli
stava raccontando della disastrosa lezione di Trasfigurazione del giorno precedente –
quando si accorsero di qualcuno che correva verso di loro di gran carriera,
quasi ruzzolando giù per le scale prima del portone d’ingresso.
Oliver
riconobbe la figura alta e longilinea: era Cedric Diggory,
il capitano della squadra di Tassorosso.
Arrivò
alzando una quantità infinita di polvere e inchiodò proprio davanti a loro,
esibendo un sorriso a cinquantasei denti.
Che
fosse venuto a far spostare la partita contro Serpeverde?
Oliver gli lanciò uno sguardo indagatore e sospettoso mentre Cedric sorrideva a
Katie e questa inspiegabilmente arrossiva.
Poi
lui finalmente gli rivolse tutta la sua attenzione.
«Ti
cercavo» esclamò. «E visto che ero di strada e Angelina Johnson mi ha detto
dove trovarti…» lasciò la frase in sospeso, sorridendo.
Poi
allungò la mano verso di lui e sia Oliver che Katie lo guardarono ad occhi
spalancati, allibiti.
Cedric
si affrettò a spiegare mentre gli stringeva vigorosamente la mano.
«Il
Frate Grasso mi ha detto del tuo provino con il Puddlemore
il 14. Cavolo, amico, complimenti!»
Oliver
si impietrì e prese a fissare inorridito Diggory che
gli sorrideva contento, ignaro della catastrofe alla quale aveva appena dato
vita.
Poteva
quasi sentire il rumore dei suoi piani e delle sue macchinazioni che si
sbriciolavano in mille pezzi.
Katie
spostò lo sguardo da Diggory a lui e poi di nuovo a Diggory, con l’aria di chi si sta domandando se si è persa
qualcosa, poi parve essere illuminata dalla consapevolezza. Oliver non la stava
guardando – fissava acora Diggory
come se volesse assassinarlo sul posto – ma percepì l’esatto istante in cui
Katie capì.
Cedric
Diggory – evidentemente sensibile al cambiamento
d’animo dei suoi interlocutori – se la svignò senza tanti complimenti.
«Beh,
io vado! Ci si vede in giro!» esclamò, prima di fuggire verso la capanna di Hagrid.
Oliver
gli augurò una morte lenta e dolorosa per mano di uno Schiopodo
Sparacoda particolarmente violento e si voltò appena
per guardare in faccia il destino.
Katie
se ne stava ferma al suo fianco, come se non sapesse bene che fare.
«Io…»
iniziò, non sapendo bene cosa dire. «Non è ancora nulla di deciso» borbottò
infine.
Come
poteva spiegare alla ragazza dei suoi sogni che stava davvero rinunciando al loro appuntamento per un provino di Quidditch?
Ma
Katie scosse la testa e si riprese, e lo guardò inorridita.
«Non
penserai mica di saltare il provino per venire ad Hogsmeade,
spero!» gracchiò.
Oliver
spalancò la bocca e cercò ovunque un segno che gli facesse capire che diavolo
stesse succedendo.
«Andiamo,
Oliver, se è quello che penso, e lo è, è l’occasione della tua vita!» esclamò
Katie, rabbrividendo. Oliver notò che aveva gli occhi lucidi. «Non sprecarla
così, possiamo andare un’altra volta ad Hogsmeade»
mormorò lei, sorridendo debolmente.
Eccolo,
il segno che cercava. L’aveva ferita, come uno stupido idiota, e in quel
momento avrebbe volentieri mandato al diavolo il provino e avrebbe tanto voluto
baciarla, ma si costrinse a stare fermo. Stava incasinando le cose più di
quanto non fosse concesso normalmente.
«Mi
dispiace, vorrei davvero esserci, quel giorno, ma sono provini fissi e…»
mormorò, ma Katie lo interruppe.
«Non
importa, Oliver, davvero» disse. Dal tono deluso della sua voce era ovvio che
importava eccome, ma cosa poteva fare lui ormai? Era un miracolo se lei gli
avrebbe rivolto ancora la parola. Dopotutto era la dimostrazione lampante di
quando affidabile fosse: al primo posto andava comunque il Quidditch,
sempre. Quale ragazza avrebbe accettato una cosa del genere?
Katie
sospirò e riprese a camminare. «Andiamo a fare colazione» disse, e Oliver non potè far altro che seguirla e sentirsi il verme più schifido della terra.
Katie
fece irruzione in sala comune fiondandosi al di là del buco del ritratto,
guardandosi intorno in cerca di Alicia. La trovò seduta su una poltrona a
leggere e si lanciò verso di lei. Alicia la notò e si alzò in piedi, un’aria
preoccupata in volto.
«Katie,
Nick-Quasi-Senza-Testa mi ha detto che Oliver…» non fece in tempo a finire la
frase, che Katie le si buttò praticamente tra le braccia, scoppiando a
piangere.
«Ehi»
cercò di dire, desolata. «Dai, Kat, non è niente!»
Katie
singhiozzò sulla sua spalla.
«Lo
so che non è niente, piango perché mi sento una stupida!» mormorò cercando di
asciugarsi gli occhi. Alicia la prese per le spalle e la allontanò quel tanto
che bastava per guardarla in faccia.
«Ti
va di raccontarmi?» domandò dolcemente, sfregandogli una mano sul braccio nel
tentativo di confortarla.
«N-non
c’è molto da dire» singhiozzò Katie. «E’ giusto che vada al provino, possiamo
uscire un’altra volta». Fece un respiro profondo e cercò di riprendere il
controllo.
«Ma…?»
la invitò a continuare Alicia?
Katie
scosse la testa. «…ma sono una cretina perché ci sono rimasta male anche se gli
ho detto io stessa di andare al provino ed è una cosa terribilmente egoista, perché
lui ci tiene e io…io…».
Scoppiò
di nuovo a piangere e Alicia la abbracciò mentre rifletteva. Era normale la
reazione di Katie, in fondo: la capiva. Voleva che Oliver andasse al provino ma
ci era rimasta male perché comunque non le aveva detto nulla e aveva messo il Quidditch davanti a tutto, come al solito.
«Senti»
esordì Alicia con voce dolce. «Ora vai in camera e mettiti a dormire, e domani
mattina sembrerà tutto molto meno complicato, vedrai. Ci penseremo su insieme.»
Katie
le sorrise tra le lacrime.
«Grazie»
mormorò abbracciandola.
Alicia
alzò le spalle.
«Ma
figurati. E’ ora che Oliver si dia una mossa»
Alicia
aspettò di sentire la porta del dormitorio di Katie chiudersi alle spalle della
ragazza prima di sprofondare di nuovo nella poltrona. Com’era possibile che
Oliver Baston da solo fosse capace di mandare all’aria
una quasi relazione e il diabolico piano di ben quattro persone?
Sospirò
e fece per alzarsi quando dal buco del ritratto riemersero le voci di Oliver e Percy. Si acquattò di più contro la poltrona e finse di
dormire in caso i due l’avessero vista.
«…non
è andata poi così male» stava dicendo Percy. «Katie
stessa ti ha suggerito di andare al provino perché è la cosa migliore»
Oliver
emise un rantolo depresso. «Non lo pensa davvero. Nella sua testa probabilmente
stava inscenando il mio omicidio. Mi odia»
Percy scosse la testa con fare disperato. «Andiamo, Oliver, non
essere melodrammatico. Pensa solo al provino ora, è quella la cosa importante. Prima la carriera, poi verrà tutto il
resto»
Oliver
abbassò gli occhi. «Sono innamorato di lei.» mormorò. «Ho davvero pensato di metterla davanti a tutto.»
Percy lo guardò sbalordito e Alicia fu tentata di scattare in
piedi ed andare ad abbracciare Oliver. Era tutto ciò che aveva bisogno di
sentire.
Oh,
in realtà era tutto ciò che Katie
aveva bisogno di sentire, ma un passetto alla volta e sarebbero arrivati anche
lì.
Percy continuò a fissare Oliver, basito, la bocca spalancata e
gli occhi sgranati. Non disse nulla, forse non riusciva a trovare le parole.
Oliver
sospirò.
«Ho
dimenticato gli schemi al campo da Quidditch. Non
aspettarmi alzato» mormorò, voltandogli le spalle e sparendo oltre il buco del
ritratto.
Percy rimase lì come un
ebete, incapace persino di rimproverarlo perché stava uscendo fuori l’orario
consentito, e Alicia non riuscì a non sentirsi un po’ in pena per lui. Gestire
Katie e la sua incapacità di relazionarsi con quel dannatissimo fissato era una
cosa relativamente semplice. Ma gestire il dannatissimo fissato, considerò,
avrebbe sicuramente mandato Percy al San Mungo.
Oliver
arrivò al campo di Quidditch co un principio di
congelamento e le lacrime agli occhi, un po’ per il freddo e un po’ per la
depressione. Si affrettò ad andare a recuperare gli schemi che aveva usato
quella mattina e si strinse nel mantello nel tentativo di scaldarsi.
Quando
uscì quasi inciampò in una palla di pelo arancione, che lo guardò malissimo
prima di girargli intorno circospetto.
Oliver
si guardò intorno incuriosito. Aveva forse visto quel gatto in sala comune un
paio di volte? Ma si, con il gruppetto di Harry. Era della ragazza con i
capelli sparati in tutte le direzioni, no? E cosa ci faceva a spasso per il
parco?
Quello
lo guardò male per un altro istante, stringendo gli occhi gialli, poi si voltò
e, a coda alta, si infilò nella foresta proibita. Oliver continuò a guardare da
quella parte, incuriosito, e un altro movimento colse la sua attenzione: c’era
qualcosa di nero ed estremamente grosso proprio lì, dietro agli alberi. Oliver
fece un passo indietro.
C’erano
troppe creature nella foresta proibita che potessero definirsi pericolose.
La
cosa si mosse appena e Oliver ne
distinse la sagoma scura. Sembrava un enorme cane nero. Quello, quasi
percependo il suo sguardo impietrito si voltò verso di lui e due occhi
brillarono al buio come fari. Poi, così com’era apparso, scomparve.
Oliver
dovette appoggiarsi al recinto per non piegarsi e vomitare.
Non
era possibile. Non il gramo, non proprio a lui.
Selene’s Corner
Ok,
dopo un altro mesetto di assenza eccomi di nuovo qui!
Un
mese per un capitolo così caccoso, scusate!!
Come
va, adorabili membri del C.R.A.B.?
Qui
il caro Oliver non si ammazza di docce come al solito – forse perché c’è Katie, chissà.
Ovviamente,
come avevate predetto nelle recensioni, Oliver ha fatto un casino.
Beh,
con lo zampino di Cedric, ma è uguale, dai.
Cosa
ve ne pare di questo capitolo? Si capisce qualcosa o è tanto confuso?
Va
beh, avrete capito che alla fine Oliver crede di vedere il gramo. Questo sarà
di rilevante importanza nel prossimo capitolo perché, come certo avrete
imparato, Oliver sa essere un tantino paranoico.
Tanto
per la cronaca, il prossimo capitolo è quello del provino e sarà luuungo luuungo, a meno che io
non decida di dividerlo in due parti. Olè!
E
ora passiamo a rispondere alle recensioni!
Sprotte98:
Ehilà! Benvenuta, benvenuta! Grazie per la recensione, sono davvero contenta
che la storia ti piaccia!!
Per
quanto riguarda l’intervista con il ragno di Percy,
sto cercando di contattarlo!!
Tigre
p: Ehilà! Che bello, sono contenta che la mia storia ti piaccia! Eh, sto
cercando di curare molto tutti i dettagli, quindi Oliver viene fuori molto
molto maniacale! XD Beh, spero di sentire la tua opinione anche per questo
capitolo!!
Mary_:
Oh, una compagna fan di Oliver/Katie! Io ho iniziato questa proprio perché su
EFP ce ne sono poche, e quelle belle non sono finite U_U Quindi ho detto, perché
no?
Chi
non ha letto “Una brezza lieve” di ferao? Io lo adoro
*-*
Come
avevi previsto, Oliver ha fatto un bel macello, e alla fine vede pure il gramo
(Sirius, che combini?!)
Vedremo
come andrà nel prossimo capitolo, dai! :D
Tinotina: Ehhh, come potevo
non dedicarti il poster? Anche tu avevi previsto il bel casino, e infatti
eccolo qui, tutto per te :D
Non
preoccuparti, se la caveranno :)
Comunque
mi sono riletta tutta la saga (per la millesima volta, figuriamoci) e mi sono
segnata ogni cosa riguardante Oliver, Katie, Alicia, Angelina, Lee e quant’altro…Oh
beh, vedremo quello che verrà fuori!
May_Z: Ehi, benvenuta!! Che bello, sono riuscita a convertire
qualcuno all’Oliver/Katie! :D
Tanto
love *-*
E’
accennata un Hermione a cui piace Fred, si, ma sto
progettando un’intera long su di loro, quindi ne parlerò lì!
Sono
contenta che la storia ti piaccia, e spero di avere il tuo parere anche per
questo capitolo! :D
Mug: Ehilà, imbucata in ritardo! Tranquilla, nel C.R.A.B. c’è
posto per tutti :D
Personalmente
ho adorato scrivere quel pezzo su Remus, Lily e
James. Primo, perché sono fissata con i malandrini, e secondo perché m’era
venuto in mente così, mentre ero sovrappensiero, ma ci stava tutto :)
I
biscottini arrivano, tranquilla!! :D
IlaSunnySmile: Ehilà! Come va? :D Che bello risentirti anche
per lo scorso capitolo!!
Sono
contenta che la caratterizzazione dei personaggi ti piaccia :)
No,
magari fossi la Zia Row in incognito! :D Non avrei
fatto morire tutta quella gente nell’ultimo libro!
Wynne_Sabia: Ahhh, cara Wynne :) Ce l’ho fatta a pubblicare anche questo benedetto
capitolo! :D Sono davvero felice che il riferimento a James ti abbia mandato in
brodo di giuggiole, anche se poi mi sono persa sulla via buia del male (vedi la
Sirius/Lily) e ho fatto perdere anche te, che hai
scritto una (Remus/Lily). Insomma, ci manca che
scriviamo una Snevans a due mani e stiamo apposto!
Comunque tanto per cambiare qui non piove affatto, ma visti i recenti
avvenimenti ho evitato di chiedere pioggia a destra e a sinistra, non si sa mai
U_U
Beh,
sono davvero contenta che la storia ti piaccia, perché a me questo capitolo
lascia dei grossi dubbi. Boh, vedremo se a voi piacerà!
Tanti
bacini, collega <3
Queen_:
Sono felice che il capitolo ti sia piaciuto! Eh, quell’accenno di Fremione l’ho adorato tantissimo anche io! :D Spero di
sentire il tuo parere anche per questo capitolo!!
FrancyPotter: Niente panico!!
Oh,
vedremo quello che succederà in futuro, chissà! La Rowling in questo senso mi
ha lasciato carta bianca!
Spero
che recensirai anche questo capitolo, sono curiosa di sapere cosa ne pensi! :D
Beh,
donzelle, un bacione a tutte e ci sentiamo nel prossimo capitolo!!! :D
Selene
<3