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Autore: ImNoneSpecial    14/12/2011    9 recensioni
“E tu? Stai bene?” gli chiese la ragazza senza guardarlo.
“No, senò non sarei qui.” Rispose osservandola attentamente.
Quella ragazza non aveva i capelli biondi, non aveva gli occhi chiari e neanche un fisico asciutto; eppure qualcosa nel suo “no, non sto bene” lo aveva colpito.
Forse la rassegnazione con cui lo aveva detto, forse il fatto che non lo aveva guardato in faccia, forse perché sembrava farle così male che nemmeno riusciva a respirare.
I due restarono in silenzio per un po’, con lo sguardo che vagava oltre il laghetto, oltre le cime degli alberi e oltre a quelle nuvole così grigie e opprimenti, in quel momento sembrava potessero vedere di più. Poi smise di piovere così il ragazzo sorrise e si girò verso di lei “piacere, io mi chiamo Harry, Harry Styles.”
{dal Capitolo 1 }
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lei uscii di casa piangendo, non ce la faceva più.
Camminò per le strade di Londra a testa bassa, con il cappuccio calato sugli occhi per ripararsi dalla pioggia che cadeva costantemente da quella mattina, ma anche per non far vedere le lacrime che scorrevano a fiumi dai suoi occhi. Andò al laghetto nel parco, dove andava sempre quando aveva bisogno di pensare. Si sedette sul bordo del piccolo pontile di legno e lasciò le gambe penzolare a pochi centimetri dall’acqua. Finalmente sola poté abbassare il cappuccio e lasciare che l’acqua fresca di fine settembre le rinfrescasse la mente. Troppe preoccupazioni quell’estate, troppi litigi e troppe lacrime. Ma finalmente era a casa, dai suoi vecchi amici che le volevano bene anche se era un po’ grassa e anche se non era niente di speciale, soltanto se stessa.
Aveva sempre avuto un sacco di amici, ma mai nessuno aveva saputo il suo segreto.
Lo teneva per se, e poi di notte piangeva tutte le sue lacrime abbracciata ad un cuscino.
La scuola era ricominciata, dandole un po’ di sollievo da quell’inferno che era casa sua.
Perché lei anche se abbastanza popolare era una sfigata in incognito, una di quelle che si innamora perdutamente del suo idolo, una di quelle che leggono decine e decine di libri, una di quelle a cui la musica Hause non piace, una di quelle che sogna ancora il principe azzurro.
Inspirò profondamente e il profumo della pioggia le inondò le narici, schiarendole un po’ le idee.
Spostò lo sguardo verso il cielo e restò a fissare le nuvole.
Erano così grigie e pesanti, assomigliavano ai battiti del suo cuore.
Lui uscì di casa più confuso che mai.
Ma che cavolo stava facendo?
Lui, una pop star di fama mondiale, iniziava ad odiare la sua vita.
Di chi si poteva fidare adesso?
Non poteva più parlare con nessuno senza che questo non saltasse dalla gioia per aver incontrato il suo idolo.
Certo c’erano gli altri membri del suo gruppo, ma lui non era mai riuscito a non conoscere altre persone. Lui aveva bisogno di qualcuno con cui ricominciare, aveva bisogno di lei.
Ma lei chi poi? Boh, qualcuna con cui parlare, parlare veramente.
I suoi piedi lo portarono fino al parco, e poi seguendo un sentierino poco battuto arrivò al laghetto.
Distolse lo sguardo dalle sue All Star ormai completamente fradice e guardò dritto davanti a se.
Non la notò subito, ma quando la vide fu come paralizzato.
Aveva le gambe a penzoloni, e le punte delle sue scarpe quasi sfioravano il pelo dell’acqua.
Lui seguì il suo sguardo che era rivolto verso l’alto e sospirò rendendosi conto che la ragazza stava guardando le nuvole.
Decise di osservare meglio Lei.
I capelli marroni erano tutti bagnati e quindi appiccicati alla faccia e  le ricadevano sulle spalle a ciocche, gli occhi erano gonfi e le guancie arrossate. Si, stava decisamente piangendo.
“tutto bene?” azzardò lui insicuro.
La ragazza sobbalzò e si girò di scatto a guardarlo in cagnesco.
Ma dopo alcuni istanti il suo sguardo si addolcì un po’.
“No, non sto bene..” sospirò lei rigirandosi verso la superficie piatta del laghetto.
Il ragazzo fece un respiro profondo e si mise a sedere affianco a lei.
“E tu? Stai bene?” gli chiese la ragazza senza guardarlo.
“No, senò non sarei qui.” Rispose osservandola attentamente.
Quella ragazza non aveva i capelli biondi, non aveva gli occhi chiari e neanche un fisico asciutto; eppure qualcosa nel suo “no, non sto bene” lo aveva colpito.
Forse la rassegnazione con cui lo aveva detto, forse il fatto che non lo aveva guardato in faccia, forse perché sembrava farle così male che nemmeno riusciva a respirare.
I due restarono in silenzio per un po’, con lo sguardo che vagava oltre il laghetto, oltre le cime degli alberi e oltre a quelle nuvole così grigie e opprimenti, in quel momento sembrava potessero vedere di più. Poi smise di piovere così il ragazzo sorrise e si girò verso di lei “piacere, io mi chiamo Harry, Harry Styles.”
 
Ed in quel momento Harry odiò il suo nome, la sua fama, odiò i suoi inconfondibili occhi e i suoi ricci tanto famosi. Odiò il fatto che di li a poco il suo nome avrebbe rovinato tutto. Lui era “quello famoso” e lei era una probabile fan urlante.
Ed invece lei non lo guardò neanche, non ne rimase per niente scossa, continuò a guardare fisso davanti a se, cercando di non far notare le lacrime che non riusciva a fermare.
“E tu? Come ti chiami?” chiese ancora un po’ incerto lui.
“Amy..” disse lei con un filo di voce.
“Amy?” chiese Harry aspettandosi un seguito.
“Cosa ti importa di sapere il mio cognome?” chiese lei a metà fra il divertito e l’indispettito.
“non lo so.. emh.. per facebook?” rispose lui con aria innocente.
“non lo ho!” disse lei con aria trionfale.
Harry pensò che lei era una tipa tosta, ma che c’era anche dell’altro sotto a quella corazza.
Amy pensò che lui era un’idiota, ma che nonostante tutto sembrava soffrisse per qualcosa.
“senti ti va qualcosa di caldo?” chiese lui dopo altri minuti di silenzio. Lei lo guardò inarcando un sopraciglio. “offro io ovviamente!” aggiunse poi lui precipitosamente.
Lei non poté far altro che sorridergli, così Harry si alzò in piedi e la aiutò ad alzarsi.
Si avviarono verso il centro del parco, superarono la vecchia quercia, e seguendo il sentiero principale si diressero verso lo starbucks dall’altra parte della strada.
“che cosa volete ordinare?” chiese la cameriera sorridendo ad Harry ed ignorando completamente Amy. “Io una cioccolata calda grande e tu?” chiese Harry senza degnare di uno sguardo la cameriera dai  lunghi capelli biondi. “un cappuccino medio per favore” rispose lei guardando la ragazza. “ok va bene, arrivano subito!” disse ancora la cameriera con quel sorriso nauseante e con eccessiva felicità. Dopo qualche minuto si sedettero ad uno dei pochi tavolini liberi nel locale affollato. Sorseggiarono lentamente la loro bevanda finchè una ragazzina non si avvicinò timidamente con carta e penna in mano. “Ciao Harry..” disse senza fiato. Lui la guardò con curiosità e per un secondo l’idea che qualcuno si era accorto di lui lo fece andare in panico, ma poi si accorse che nessun’altro guardava in quella direzione. “non è che puoi farmi un autografo?” chiese ancora la ragazzina con un po’ più di coraggio. Amy guardò la scena allibita, chiedendosi chi fosse quel ragazzo che le stava offrendo da bere. “Ti prego, non dire a nessuno che sono qui!” disse lui facendo gli occhioni da cucciolo subito dopo aver firmato il pezzo di carta. “Certo Harry! E Grazie mille, per tutto quello che fate per noi fans!” disse la ragazzina andandosene. Harry si rigirò lentamente verso Amy e con un po’ di paura si accorse che i suoi sospetti erano realtà: Lei lo guardava sconcertata, senza capire. “ti prego dimmi a cosa pensi..” implorò lui. “Mi chiedo da chi mi sono fatta offrire un cappuccino” disse Amy irritata. “Faccio parte di una band..” rispose lui con un filo di voce. Ecco, lo sapeva, tutto era rovinato. “Oh bene! Senti, la tua buona azione del giorno l’hai fatta: mi hai raccolta dalla strada; adesso puoi anche chiamare i giornalisti e dare la notizia, io me ne vado. Non ho bisogno di te, io non ho bisogno di nessuno.” disse Amy prendendo il suo cappuccino ed uscendo di fretta dallo Starbucks senza nemmeno dare l’opportunità a lui di rispondere.
‘odio la mia vita’ pensò Harry prendendosi la testa fra le mani e chiudendo gli occhi.
 
NOTA DELL'AUTRICE: allooora! prima di tutto vi ringrazio di essere qui! Volevo solo dire che questa è la prima storia che pubblico qui su EFP (ma non è la prima Fan Fiction che scrivo), ed è la prima volta che scrivo in questo Fandom. Sono molto ben accette le critiche. Peace & Love -Mo.
  
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