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Autore: Padfoot_07    31/12/2011    4 recensioni
La storia di un nuovo personaggio, oltre a quelli che conosciamo. Post BD. Il suo nome: EJ Cullen.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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EJ POV

Avevo nuovamente chinato il capo.

La testa mi scoppiava, un brusio di sottofondo mi disturbava. Non avevo mai provato tanto dolore per qualcosa da molto tempo. Il male arrivava a fitte, togliendomi lucidità.

Sapevo di avere probabilmente gli occhi di tutti puntati addosso, e la cosa mi disturbava.

Dovevo essere un bersaglio facile in quel momento.

Percepivo voci ora più chiaramente ora meno.

“BASTA” urlai. Volevo che quel bisbigliare molesto cessasse, volevo un attimo di tregua.

Alzai lo sguardo, ma mi trovai ad un palmo dal viso terrorizzato di Bella. Non era la persona che cercavo.Tendeva una mano verso di me.

La scansai, e voltandomi un poco, allungai il braccio verso Tanya.

“Zia…” ansimai, il respiro mi si mozzava a tratti “cosa mi sta succedendo?”

“Che gli state facendo?” gridò lei adirata

Ringhi feroci seguirono quell’affermazione.

“Come osi pensare che attaccheremmo mai nostro figlio!” sbraitò Bella ferita. Mi fissava dolente, si torceva la mano che le avevo respinto, come scottata.

“Eddie” mi chiamò mia zia “cosa senti?” Tanya mi prese il viso tra le mani, carezzanmdomi ansiosamente la fronte.

“Non lo so… “ mii affannai alla ricerca delle parole per spiegare quello che provavo. Ma il dolore rendeva tutto più difficile “sento delle fitte alla testa. E la cosa peggiore è questo brusio continuo che mi martella. Queste voci…”

“Voci?” era stato Edward a parlare. Mi fissava con occhi sbarrati. Guardai verso di lui, ma lui distolse lo sguardo dal mio, e si voltò verso un altro di loro.

Un vampiro alto e biondo, forse dimostrava qualche anno in più degl’altri ragazzi, ma probabilmente era solamente un‘impressione data dal suo sguardo, più grande dei venti e passa anni che dimostrava esteriormente.

“E’ possibile Carlisle?” chiese Edward.

Carlisle non parlò, ma gli rivolse uno sguardo intenso. Mi si avvicinò con passo sicuro.

Alzò una mano a placare Tanya, che stranamente non si oppose quando lui mi si chinò davanti toccandomi una spalla.

“Spiegami precisamente come avverti queste voci.” Mi chiese parlando per la prima volta.

Aveva un tono tranquillizzante, e… professionale. Come fosse abituato a quel genere di indagine.

Nonostante la strana situazione in cui mi trovavo (le persone che avrei dovuto evitare come la peste s’interessavano alla mia salute) riflettei scegliendo le parole con cura, abbassando lo sguardo contrito.

“Le sento rimbombare nella mente. Sono indistinte, ma alcune sembrano arrivare a tratti più chiare.”

Non disse nulla, ma nei suoi occhi mi parve di cogliere un lampo di comprensione. Ma forse era solo un'allucinazione dovuta al mal di testa.

“EJ…”iniziò, ma s’interruppe “scusami, volevo dire, Eddie” si corresse

“Prova a concentrarti su una sola voce. Prova a riconoscere la mia”

Chiuse la bocca ma non spostò lo sguardo dai miei occhi.

Come potevo ascoltare la sua voce, se stava zitto. “Mi prendi in giro?” diedi voce ai miei dubbi, infastidito. Non era il momento di scherzare.

“Fa come ti dico, per favore” mi chiese gentile. Sembrava serio. Provai a sentire la sua voce, ma c’era il solito brusio…

Improvvisamente, la colsi. La sua voce, la voce di quel Carlisle. La bocca era serrata, ma mano a mano che mi concentravo sulla sua, le altre voci si affievolivano.

-Eddie, mi senti? Puoi sentirmi? Dimmi si, quando ci sei-

“Si” risposi stranito.

Ebbe un sussulto. E rivolse un sorriso strano ad Edward.

“Temo che sia proprio come credi Edward” Stava ridendo?

“Io invece non riesco a sentire lui” ribattè Edward infastidito. “Prima ha risposto ad un tuo pensiero?” chiese rivolto a Bella. Lei annuì, anch’ella sorpresa.

-Possibile che la storia si ripeta?-

“Quale storia?” chiesi rivolto ad Edward. Lui in risposta mi fissò a bocca aperta.

Ma un’altra fitta spostò l’attenzione sulla voce di mia zia.

Non avevo mai colto la sua voce tanto astiosa. Era gongolante, nonostante il mio stato, era felice. I suoi occhi fissavano soddisfatti il volto ferito di Bella.

-Te l’ho portato via alla fine. L‘avevo giurato cara la mia Bella. Mi sarei presa tutto ciò che spettava a me. Tutto ciò che mi avevi rubato, quello che mi spettava di diritto. Per colpa tua, e dei tuoi amici cani, mia sorella è stata bandita dalla famiglia. La vendetta va presa con pazienza. Ed io ho saputo aspettare. Ed ora il tuo “amato bambino” ti odia, vi odia tutti.-

Il terrore mi congelò. Fissavo mia zia come se non l’avessi mai vista prima. Cosa significavano quelle parole? Erano reali?

Era sempre stata una madre per me. Amorevole, gentile, attenta. Zia Tanya era buona, come potevo credere a quello che avevo sentito. Come potevo credere che fossere sue le parole velenose che avevo udito?

Io la conoscevo.

Ci doveva essere un errore. Ma mentre cercavo scappatoie, sentivo un vuoto freddo prendermi a poco a poco. Mi divorava un pezzo alla volta, e lasciava il nulla.

Era come se fossi rimasto solo. La mia unica alleata, quella che era stata mia madre, chi era? Quanti gesti e quante carezze erano state sincere? E quanto aveva finto? Tutti i miei ricordi sembravano trascinarsi nel fango, e sporcarsi.

Mi accorsi che solo Edward stava impalato quanto me.

Carlisle stava continuando la sua “diagnosi” ingnaro del tumulto che era in me, rideva apertamente.

“Pare che EJ sia come te, e possa leggere qualsiasi mente.”fece rivolto ad Edward, senza guardarlo. “A differenza tua, però, anche quella della madre. Quindi ne deduco che possa passare qualsiasi scudo. Ma la sua di mente è ermetica come quella di Bella.”spiegò

“Un po’ come Nessie che può entrare nella mente di chiunque per mostrargli i suoi pensieri” disse accennado alla ragazza dai capelli di rame che avevo sentito prima ”può farlo anche lui, ma entrando per leggerli.”

Quell’atmosfera ilare non riuscivo a tollerarla. Ribollivo “Basta! Smettetela di parlare di me come una cavia da laboratorio. Chi siete per pensare di conoscermi, di capire qualcosa di me.” Sbottai rabbioso “Io non sono come voi!

E non ho bisogno delle vostre spiegazioni. Non voglio avere niente in comune né con TE!” urlai in faccia ad Edward “né con te” mi voltai di scatto verso Bella “né con questa Nessie”. Ma lei non la guardai, mi era sembrata troppo indifesa e spaventata, e nemmeno in preda a quella collera bestiale sarei riuscito a prendermela con qualcuno tanto disarmante.

Mia zia Tanya era impietrita come gl’altri.

-Quindi può sentirmi? Cosa? Ha ascoltato…- ora era panico.

“Si, posso!” sputai le parole con tutta la forza che sentivo ancora. Sapevo che il dolore avrebbe prevalso presto sulla rabbia, ma cercai di non piegarmi e di fronteggiare quella donna che mi aveva cresciuto. VOLEVO trovare la via d’uscita nei suoi occhi. Forse una spiegazione sensata c’era. Qualcosa che spiegasse quello che mi era parso di capire, che la giustificasse ai miei occhi. Non so Tanya cosa vi lesse. Ma d’un tratto una consapevolezza nuova si fece spazio nei suoi occhi.

-Eddie, pensa a tutto quello che ho fatto per te. Dammi tempo, non seguirmi. Capirai.-

Feci appena in tempo a cogliere quel pensiero, che cogliendo tutti, me per primo, di sorpresa, mi si avvicinò fulminea. Tutto quello che sentii fu un dolore sordo alla nuca, poi il buio.

Bella POV

Ormai stava quasi albeggiando. Stavo seduta sul divano candido del salotto, e tenevo tra le mani la cornice che di solito era posata sul tavolino lì di fianco.

La foto ritraeva un bimbo sui due anni all’incirca, il visetto tondo illuminato da un sorriso contento. I capelli scompigliati dal vento costiero, sopra due occhietti vispi e verdissimi.

Era il mio EJ, infagottato nel suo maglioncino chiaro sulla siaggia di isola Esme. Era bellissimo.

Eravamo stati lì per il primo anniversario di matrimonio mio e di Edward. Tutta la famiglia si era offerta di tenere i bambini per lasciarci liberi di goderci quel viaggio, ma avevamo deciso di portarli con noi. Dopotutto quello era il luogo in cui erano stati concepiti, un luogo magico, che volevamo goderci coi nostri figli.

Se avessi potuto versare lacrime, a quell’ora il vetro ne sarebbe stato inondato. Riconoscevo in lui il bambino che amavo, e sentivo lo slancio naturale d’avvicinarmi a lui, ma qualcosa me lo impediva.

La paura di sbagliare, la paura del suo rifiuto. Non l’avrei sopportato. Ma che torti potevo dargli. Se c’era una vittima in tutta quella faccenda, era EJ.

La vista di EJ disteso sul divano inerme, mi tranciò il respiro.

Mi gettai sulle ginocchia accanto a lui, e presi con attenzione una sua mano tra le mie. Non avrei mai osato quel gesto se fosse stato sveglio. Ma il respiro era lento e regolare. Il colpo di… Tanya, non riuscivo nemmeno a pensarla senza una rabbia cieca, l’aveva tramortito. Secondo Casrlisle, l’intensità doveva essere stata notevole. Ma sembrava come se avesse coscientemente dosato la forza, come se quello di tramortirlo fosse stata un’azione già collaudata. Nessie era cresciuta protetta da noi tutti, quindi non sapevamo cosa sarebbe accaduto in caso di incidenti. Ma evidentemente Tanya sapeva quello che faceva.

La mano era tiepida, ma più fredda di quella di Nessie.

Scrutai il suo viso, carezzandolo con mani ansiose. Mentre il ricordo delle mani di quella bestia su mio figlio, mi lambivano le viscere.

Sentii i passi di Edward e Carlisle dietro di me ma non mi voltai.

Edward si abbassò all’altro lato del divano, dove era disteso EJ.

I suoi occhi e la sua espressione erano la rappresentazione più viva dell’agonia che avessi mai visto.

Posò una mano tra i capelli scuri del figlio, e lui voltò il capo come a voler prolungare il contatto con la sua mano.

Mi venne un nodo alla gola a quella vista. Come avremmo mai potuto mettere le cose a posto. EJ ce l’aveva con noi. E non potevo biasimarlo.

Incrociammo i nostri sguardi per un attimo, ero stata una stupida a concentrarmi solo su di me quando dovevo capire benissimo che non ero la sola a soffrire ed a stare in ansia per tutta quella situazione, Edward soffriva come me. Era solo che, per lui, mi sembrava fosse sempre più facile che per me mantenere la calma.

“Cosa ti hanno fatto” sussurrò con il dolore che pervadeva ogni parola, e sapevo che non si riferiva solo all’attacco di Tanya.

Ritornai a guardare EJ.

Teneva la fronte corrugata e di tanto in tanto rabbrividiva in preda a nuove ondate di dolore.

Avvicinai il mio viso al suo, posando una guancia sulla sua e lasciandogli un bacio sulla tempia.

“Amore mio, mi dispiace così tanto” sentivo la mia voce rotta dal pianto invisibile che mi segnava l’anima.

Carlisle si avvicinò a noi e mi posò una mano sulla spalla. Non riuscii a voltare del tutto il capo verso di lui, i miei occhi erano legati ad EJ, ma avevo anche bisogno di informazioni.

Regalino. Questa è la foto incorniciata di EJ che guarda Bella ;)

Ciao bella gente!! Ci tenevo tanto a darvi un nuovo cap prima del nuovo anno, quindi eccomi… alle 01:21 a postare!! Spero che il cap sia accolto positivamente, e spero di leggere i vostri sempre graditi commentini!! Buon Capodanno a tutti! Un bacio, Syria!

  
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