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Autore: EdenGuns    08/01/2012    6 recensioni
Seguito di “Appetite for Destruction”
***
Dov'eravamo arrivati? Ah, mi pare ci fosse un segreto, una storia d'amore e tanto sesso. Giusto?
***
Lies sarà lo spartiacque tra Appetite e gli Illusion; quattro giorni quante sono le tracce, compresa "You're crazy" versione acustica.
Tante novità, qualche conclusione dell'episodio precedente. Ma come già detto, è uno spartiacque, giusto per saziare alcuni appetiti.
P.s. I titoli dei capitoli sono il nome della persona che parla in prima persona. Niente da aggiungere, buona lettura e lasciate il vostro pensiero ;)
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Guns N' Fuckin' Roses'
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4. Eden

 

« Well some say I'm lazy
And others say that's just me
Some say I'm crazy
I guess I'll always be
But it's been such a long time
Since I knew right from wrong
It's all the means to and end I'm
I keep it moving along
»
One in a million, GN'R

 

24 Luglio 1988

Sentivo il respiro di Duff solleticarmi la pelle, rendendomi più calma. Se non dormivo piangevo.

E dovevo ringraziarlo di cuore per essermi rimasto vicino tutta la notte. Quando era giunta la mattina ero crollata tra le sue braccia, troppo stanca di lacrime e dolore.

Se n'era andata. E l'unica cosa che mi rimaneva di lei era un foglio spiegazzato impregnato di gocce salate, che ormai avevano prosciugato i miei occhi.

« Vuoi uscire a prendere un po' d'aria?» mi chiese, posandomi un dolce bacio sulla guancia.

Annuii leggermente, asciugandomi col braccio le ultime lacrime, ormai quasi secche, agli angoli degli occhi.

Scendemmo dal divano letto, che fino a quel momento non avevamo lasciato, ed io raccolsi il mio giacchetto di pelle.

Chiusi la nostra suite con la chiave e la infilai in tasca, per poi rifugiarmi sotto il braccio protettivo di Duff, aggrappandomi alla sua vita.

Percorremmo tutto il corridoio e salimmo sull'ascensore, diretti al piano terra.

« Adesso prendiamo qualcosa, vedrai che ti sentirai meglio» mi disse, sorridendomi dolcemente.

Annuii di nuovo, con la testa altrove. Era successo tutto troppo in fretta, lasciandomi completamente scioccata.

Mi sentivo improvvisamente sola, come smarrita, senza quella figura che mi aveva accompagnata per tutta la vita.

Da una parte capivo le sue ragioni, dall'altra invece no.

Se fosse rimasta avremmo potuto affrontare insieme tutto, come avevamo sempre fatto.

Ma sparire così...

Avevo le parole di quella lettera stampate in mente; ormai ricordavo perfettamente anche la particolare piega delle m e gli accenti fatti in modo maldestro. L'aveva scritta in fretta, l'avevo notato subito. Probabilmente subito dopo aver visto le foto, o poco più tardi.

Sentii il suono sordo dell'ascensore che si fermava e guardai le porte allontanarsi l'una dall'altra, scorrendo per farci passare.

« McKagan! Dove stai andando?»

« Ehi, Joe...»

Mi voltai e vidi il chitarrista degli Aerosmith venirci incontro. Neanche in quelle condizioni mi era indifferente.

« Che succede, piccola?» mi chiese, facendomi un buffetto sulla guancia. « Il biondo ti fa arrabbiare?»

Scossi la testa, sentendo aumentare la presa di Duff attorno a me.

« Storia lunga e noiosa» trovai la forza di dire, per liquidarlo.

« E come mai ieri avete disdetto tutto?»

Era il compleanno di Slash.

Ce ne eravamo completamente dimenticati, compreso il diretto interessato. La storia di Michelle aveva devastato tutti. Ricordavo ancora il silenzio attonito al di là della cornetta dopo la chiamata di Duff a Izzy.

« Ti spiegherò poi, Joe» intervenne lui.

Fece spallucce: « Allora ci vediamo. Ciao dolcezza, ricordati che la mia offerta è sempre aperta.»

Mi fece l'occhiolino e se ne andò con passo sicuro.

Non ero dell'umore giusto per dar retta alle sue avance.

« Dai, non ci pensare. Un po' d'aria fresca ti farà bene.»

Il suo tono di voce era incoraggiante, mentre mi guidava all'uscita secondaria.
Se fossimo usciti dall'entrata principale probabilmente i fan avrebbero assalito Duff.

Una folata di vento mi fece rabbrividire.
Iniziammo a camminare lentamente, senza parlare e stretti l'uno all'altra. Non avevo bisogno di sfogarmi, solo di rimuginare. E Duff l'aveva capito senza sentirmi dire una parola.

« Ti vado a prendere un caffè, ti va?»

Annuii, sorridendo.

Forse mi farà bene.

Mi sedetti su una panchina, accavallando le gambe. Sentivo freddo, ma probabilmente era tutto intensificato da quella sensazione di vuoto.

Era un luglio mite, ma improvvisamente tutto si era gelato attorno a me.

C'era un contrasto tra i più opposti sentimenti nel mio cuore; ero arrabbiata e amareggiata per il comportamento di Michelle, ma d'altronde non potevo darle torto. La prima reazione nei confronti di Slash era stata violenta, ma in quel momento non riuscivo neanche ad infervorarmi con lui.

Nella lettera mi aveva chiesto di mentirgli.

Non voleva farlo sentire troppo in colpa, ed il mio compito era quello di fargli credere che la decisione che Michelle aveva preso fosse già stata ponderata in precedenza.

Digli che non mi trovo bene, che ho bisogno di pensare.

Scossi la testa.

No, non ero d'accordo con le sue decisioni. E mi sentivo abbandonata.

Amavo i ragazzi, ma una presenza femminile tra tutti quei testosteroni era un aiuto, per me.

Vidi Duff uscire sovraccarico di sacchetti e bicchieri.

« Ho preso anche delle ciambelle, così mandi giù un po' di zuccheri» disse mentre si sedeva accanto a me, disponendo i viveri.

Ridacchiai, agguantando il mio caffè.

« Ammettilo che hai fame.»

Rise, scartando una ciambella ricoperta di glassa al cioccolato.

« Un po', sì.»

Sorseggiai il caffè, stringendo le mani attorno al bicchiere reso caldo dalla temperatura della bevanda.

« Macchiato con latte e tanto zucchero, come piace a te.»

Gli sorrisi riconoscente e rimasi a guardarlo mentre addentava la sua ciambella.

Era davvero la persona più importante della mia vita. Perfino la faccenda di Michelle diventava meno straziante quando c'era lui vicino a me.

« Mi fai fare un morso?»

« Vieni qui» mi invitò, facendomi segno con il dito.

Mi allungai curiosa e lui mi diede un bacio, decisamente passionale. Sapeva di cioccolato e di zucchero, e non potei fare a meno di avvinghiarmi a quelle labbra che tanto amavo.

« Riuscirò a farti tornare felice» sussurrò, stringendomi forte.

Mi aggrappai alla sua schiena, con un gran senso di sicurezza dentro di me.

Cosa farei senza di te?

Quel pensiero mi lasciò sgomenta; l'idea di perdere Duff mi fece rabbrividire.

No, senza di lui non sopravviverei.

« Grazie.»

Mi staccò da sé, per guardarmi negli occhi.

« E di che? Sono qui per questo, piccola.»

Gli sorrisi e lui mi scostò una ciocca ribelle dal viso, sistemandola dietro il mio orecchio con una carezza.

« Ne hai presa una anche per me?» chiesi, agguantando il caffè che stava scivolando inesorabilmente dalla panchina.

« Certo.»

Estrasse da un sacchettino macchiato d'unto una ciambella caramellata, avvolta in un tovagliolo a quadretti rossi, e me la consegnò con un gran sorriso.

« Beh, buon appetito» dissi, addentando il dolciume.

Grazie davvero, di tutto.

 

« Non possiamo fare molto, solo sperare che torni di sua iniziativa. Secondo me ha solo bisogno di riassestare la sua vita.»

La suite che Izzy, Will e Steve condividevano era molto simile alla nostra. L'unica differenza era la presenza di letti singoli e non matrimoniali nella stanza.

Eravamo riuniti in soggiorno, per parlare di Michelle.

« Lo so, ragazzi. Forse dovrei andare a cercarla» dissi, torturandomi le mani per il nervosismo.

Il “no” secco che arrivò da tutti mi stupì.

« Eden, non sappiamo neanche dov'è. E tu rimani qui con noi.»

Abbandonai il capo allo schienale del divanetto, allungando la mano per sfiorare il braccio di Will.

« E' la mia migliore amica» sussurrai, guardandolo negli occhi.

Lui distolse lo sguardo, incrociando le braccia al petto: « Non guardarmi così, capito? Non cederò.»

Mi morsi il labbro inferiore, col morale sotto le scarpe.

« E poi vuoi andare in giro da sola a cercare una persona che non vuole compagnia?» intervenne Stradlin, facendo leva sulle volontà di Michelle.

« Iz, sono preoccupata per lei.»

« No, se vuole essere lasciata stare nessuno andrà a cercarla.»

Slash non aveva ancora spiccicato parola e quella frase mi lasciò sbigottita. La rabbia montò velocemente in me, ribollendo nel mio stomaco.

« Sei proprio quello che dovrebbe parlare di meno. Sei tu la causa di tutto.»

Non intendevo essere così fredda, ma non feci nulla per scusarmi. Infondo sapevamo, sia io che lui, che lo meritava.

« Eden» fece Duff, attirandomi a sé.

Slash mi guardò un attimo, poi tornò a fissarsi la punta delle scarpe.

« Ha ragione. Ma le richieste di Michelle sono state chiare.»

La sua voce si era incrinata nel pronunciare quel nome.

« Tornerà lei. Non so quando, ma lo farà» intervenne Steve.

Lui non frequentava più Adrianna da tempo, ormai, ma quella rivelazione l'aveva colpito più a fondo di quanto ammettesse.

« Sì. Sentite, a me Michelle non è mai andata a genio, lo sapete, ma capisco le sue ragioni. Ora abbiamo un concerto e dobbiamo andare. Inutile farci ancora queste seghe mentali per soffrirne di più.»

Will si alzò e gli altri lo seguirono, tranne Duff.

« Arrivo subito.»

Mi cullò qualche momento tra le braccia, poi mi diede un bacio.

« Eden, ha fatto le sue scelte. Non ci resta che accettarle.»

Annuii, con l'improvvisa consapevolezza di rivederla.

Ma non per un bel po' di tempo.

 

______________________________________
E' finito anche Lies! Beh, che dire, grazie di cuore a chi legge/recensisce/segue/preferisce, con un particolare riguardo ad Ormhaxan e a Galasty, immancabili e sempre fantastiche.
Ci vediamo al più presto agli
Illusion, care!
(Seguito che arriverà il prima possibile)
Un bacio,


Eden

   
 
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