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Autore: isline    26/08/2006    3 recensioni
Ciao a tutti! Dopo due one-shot, mi cimento in una storia lunga venutami in mente dopo aver riletto l’Ordine della Fenice. Dopo 15 anni tormentati ricordi tornano ad affollare le notti di Harry e persone e luoghi amati ripopolano la sua vita un po’ spenta. Buona lettura a tutti! Se riceverò recensioni (buone o cattive, ma soprattutto costruttive) continuerò a pubblicare e scrivere (per ora sono ferma al capitolo 13). Grazie in anticipo a tutti! N.B. La ff in questione non tiene conto degli avvenimenti del VI libro.
Genere: Malinconico, Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 6

Capitolo 6

 

 

 

Un inquietante risveglio

 

 

 

L

’indomani mattina, però, al suo risveglio non prese subito consapevolezza di dove si trovava. Riusciva solo a guardare il soffitto poiché la testa e il collo erano completamente immobilizzati dal dolore: emise un gemito nel tentativo di muoverli. Solo allora vide Hermione che si era sporta su di lui e lo guardava fisso. Scorse in lei una profonda tristezza e fu colto da un déjàvu : si rese conto di trovarsi in infermeria.

- Sembra che ci abbia fatto l’abitudine a questo posto-

- Ah Harry- sospirò Hermione – Ci hai fatto spaventare-

Ci fu una lunga pausa in cui Harry si sforzò di ricordare cosa poteva averlo portato lì: in mente aveva solo l’immagine di qualcosa di scuro che gli colava sugli occhi. Hermione riprese a parlare: non la vedeva, ma la sentiva accanto a lui.

- Mi dispiace per quello che ti ho detto ieri sera. Non so da dove mi sono venute quelle parole. Sembravo il professor Piton! All’inizio pensavo che avessi completamente perso la testa…poi ti ho viso sanguinare, i tuoi occhi…le tue grida…-

- Io non ricordo nulla. Ero sereno ieri. Non mi sembra…non ricordo sia successo nulla…-

- Harry, io…io penso che tu stia diventando pazzo…-

Ci mise un po’ a capire ciò che Hermione gli stava dicendo: lo percepii lentamente e il cervello gli si annebbiò.

- Pazzo? Ma di cosa stai parlando? Mi vuoi spiegare che cosa mi è successo-

Con voce sommessa Hermione cominciò il suo racconto: la sua voce era carica di dolore e possedeva un tremito di paura. – Stanotte, in un’ora imprecisata ma molto tarda, mi sono svegliata. Sentivo rimbombare dei colpi sordi in corridoio, li sentivo avvicinarsi: così mi sono alzata e sono andata a vedere. Ti ho trovato che camminavi in corridoio, scalzo…Sbattevi violentemente contro le pareti del corridoio, camminavi barcollando: i tuoi passi avevano il suono pesante di un tonfo sinistro. Ti ho chiamato, ma tu non mi hai risposto, non ti sei nemmeno voltato: continuavi a camminare strisciando lungo le pareti e sbattendoci contro. Allora ti ho raggiunto e ti ho messo un mano sulla spalla e…- Hermione si arrestò di colpo. Le ritornava in mente la scena in un rallenty terrificante, dove ogni frammento riecheggiava in un eco sinistro. Harry si era voltato violentemente e le aveva afferrato la mano: gli occhi erano chiusi, incrostati di sangue rappreso che gli colava vischioso dalla fronte. Si rivolse a lei feroce, prima sussurrando, poi gridando parole sibilanti e acri. Hermione si sentì morire dilaniata da mille aghi che sentiva lacerarle la carne. Ad un tratto, sulle grida di Hermione e di Harry un suono potente si impose, assordante come un improvviso silenzio assoluto. Harry cadde a terra, accasciandosi su se stesso: sembrò schiantarsi al suolo. Hermione si sedette lentamente appoggiandosi al muro: la McGranitt troneggiava severa in corridoio, con la bacchetta in mano. Hermione svenne con la sua immagine negli occhi, ma il volto di Harry sfigurato dal sangue nel cuore.

Harry, dal suo letto, sentiva i suoi singhiozzi e non osò chiederle di continuare: capì che era successo qualcosa di terribile e aspettò l’arrivo di Hagrid per avere chiare le idee sugli avvenimenti della notte. Hermione scappò via e come previsto arrivò Hagrid con un’aria molto grave. Quando ebbe tutto chiaro si sentì terrorizzato anche lui: Hermione aveva detto “penso che tu stia diventando pazzo”. Aveva forse avuto una fase di delirio schizofrenico? Gli si gelò il sangue, ma gli venne anche in mente quel velo scuro che ricordava avergli oscurato la vista: era il sangue che scendeva dalla cicatrice sulla fronte! Di nuovo Voldemort…o era solo suggestione e pazzia? Seppe che Ginny era stata chiamata per un vero e proprio consulto medico-psichiatrico: si sperava con il suo intervento di stabilire una diagnosi e mantenere la massima discrezione. Harry si sentì turbato e sollevato allo stesso tempo: si sarebbe fidato dell’opinione professionale di Ginny, poiché non si fidava più di se stesso.

 

*

 

Le ore da quel momento iniziarono a scorrere imprecisate e lente. Ogni tanto qualcuno lo veniva a spiare: probabilmente ragazzini incuriositi. Gli portarono anche il pranzo, ma non ne aveva voglia. Il collo riprese a muoversi a si sentì i muscoli un po’ più liberi: si sollevò dal letto e si guardò in giro. Non c’era nessuno in infermeria e, arrivato l’imbrunire, i lumen si accesero. Durante tutto quel tempo non riuscì a riflettere su nulla: pensava alle crepe sui muri, contava i fiori sulle tende pesanti e scure, guardava indefesso i suoi piedi sporgere da sotto le coperte. Ogni pensiero più importante di questi affondava miseramente: non riusciva né voleva pensare ad altro.

Ad un tratto, però, senza un particolare motivo gli tornò in mente un ricordo di un’epoca molto buia, ma a suo modo “viva”. Gli tornarono in mente i Dissennatori che avevano sequestrato la scuola durante il settimo anno e i lampi di magia che giorno per giorno squarciavano il cielo. In quel momento, proprio in quell’attimo, iniziò, tuonando, un temporale. Gli sembrò allora di sentire riecheggiare nel cielo la voce di Silente, che cercava con sforzi estremi di riconquistare Hogwarts e di salvarli. Fu veramente un periodo terribile: la prigionia era dura e molti, soprattutto i più piccoli, non riuscivano ad affrontarla e crollavano spesso in crisi di pianto isterico. Lo colpiva però anche il coraggio di alcuni che rimanevano al gelido pervadere dei Dissennatori: lo penetravano ancora, se pur nel ricordo, gli occhi fermi di uno studente del primo anno. Non sembrava voler dare alcuna soddisfazione al dolore, ma lo guardava, lo guardava intensamente come se si aspettasse da lui una svolta decisiva a quell’agghiacciante situazione. All’epoca si sentiva logorato e perso come era: Ron e molti altri erano scampati alla prigionia perché si erano ammalati precedentemente e i rimanenti, pochi e difesi alquanto malamente (Silente si rimproverò sino all’ultimo di non essere riuscito a disincantarsi in tempo per evitare tutto ciò) erano rimasti bloccati lì, compresi lui ed Hermione. I pochi patronus evocati li proteggevano impedendo, per lo meno, di essere divorati dall’abisso nero di quei maledetti, ma rimasero senza cibo per parecchio tempo. Il ricordo di quel periodo non provocava in Harry dolore, ma un po’ di malinconia: fu un periodo atroce, ma allora sapeva cosa era bianco e cosa nero, chi era il cattivo e chi il buono, dove era localizzato il male. Ora non sapeva capire nemmeno se stesso ed ad aiutarlo non c’era nemmeno l’affetto e l’appoggio di Hermione.

 

*

 

La notte passò tranquilla senza che nulla lo turbasse, nemmeno al suo risveglio. Era completamente ritemprato, o così gli sembrava. Fece colazione con gusto e si mise con impazienza ad aspettare: del resto, si disse, non poteva fare altro.

Ebbe il sentore che qualcosa stesse per succedere quando sentì un gran trambusto provenire dal cortile della ricreazione. Si alzò e, a piedi nudi sul freddo pavimento di pietra, si diresse alla finestra. Il piccolo Arthur correva incontro ad una giovane donna che, in abiti da viaggio, chiacchierava con Hagrid. Ginny era più splendente di quanto si ricordasse: fili d’oro nei suoi capelli rossi rispendevano ad un riservato sole invernale ed un bel sorriso disteso si faceva spazio fra le lentiggini. Accolse il suo nipotino fra le braccia e ci chiacchierò un po’: poi proseguì con lui ed Hagrid, scomparendo fra i portici del cortile. Passò molto tempo prima che venisse da lui.

Era ormai tardo pomeriggio: Harry aveva ormai capito che era stato relegato lì non solo per la sua guarigione, ma soprattutto per tenerlo sotto controllo. Rassegnato, nell’attesa si mise a giocare contro la sua scacchiera magica.

- Attento, stai per subire scacco al re!- esclamò Ginny entrando con foga. Harry guardò la scacchiera giusto in tempo per vedere l’azione ormai portata a termine. Era diventata brava quasi quanto Ron nel gioco. Con una falcata sicura e allegra raggiunse il suo capezzale: si era cambiata e portava un meraviglioso vestito babbano che ne faceva risaltare la bellezza. Si era aspettato una commissione che gravosa lo avrebbe esaminato: invece era semplicemente Ginny che veniva a visitarlo con il suo sorriso.

- Come va, luce dei miei occhi?- esclamò Harry col cuore.

- Benissimo, Harry. Sono al decimo fidanzato e festeggio l’evento venendo a trovare il mio primo amore!-

E pensare a quanto era timida da ragazzina!

- Che stai combinando di bello? Io, come vedi, faccio il malato.-

- Beh- rispose Ginny – forse sto per diventare Primo Guaritore dell’ospedale di Bendar, è un piccolo ospedale, però…-

- E’ un grande soddisfazione!- concluse Harry.

- Già- disse tirando fuori dalla sua borsetta incredibilmente piccola uno stetoscopio e un apparecchio per la pressione. Rise incrociando gli occhi di Harry. – Non dire a nessuno che mi porto dietro questa roba. Per certe patologie mi sono di grande aiuto: per i guaritori è un grande disonore, ma secondo me c’è qualcosa da imparare dai dottori babbani. Avrò preso questa fissazione da mio padre.-

Harry si fece visitare e chiacchierarono a lungo. Alla fine delicatamente si raggiunse il problema in questione. Le parlò apertamente.

- Ammetto di essere stato sempre fissato su Voldemort.- Harry registrò nella sua mente il fatto che Ginny non si fosse minimamente turbata sentendo quel nome. – Sono ancora sicuro che si trovi da qualche parte e che non sia morto. So anche di essere diventato sempre più solo per le mie stranezze che ormai mi isolano: ma questa non è pazzia. Qualcuno sta cercando o di scoprire qualcosa cercando di possedermi o di farmi diventare pazzo.-

- O di screditarti per poter agire indisturbato-

Harry guardò Ginny dritta negli occhi, lei continuò – Per me è così, probabilmente. Questo è quello che penso perché ti conosco e so come sei fatto. Non si può diventare pazzi da un giorno all’altro. Io penso che tu abbia un grave esaurimento nervoso e che sia anche molto depresso. Non fare quella faccia: lo si capisce al primo sguardo! Qualcuno invece pensa che la tua pazzia latente, nutrendosi delle tue costanti ossessioni, si sia ormai manifestata. No, non è Hermione: le ho parlato, in realtà ha molta più fiducia in te di quanto voglia far trasparire.- gli disse anticipando ciò che leggeva sul suo viso. – E’ qualcuno molto in alto. La McGranitt ti vuole proteggere, ha chiamato me e non ha avvertito il ministero; ma sappi che stanno cercando una scusa per toglierti il titolo di Auror. Qualcosa si sta movendo, qualcosa di oscuro. Penso che sia meglio che tu rimanga qui e ti rilassi, prima che, a furia di stare in quel tugurio a Londra, impazzisci veramente. Ti avverto che sarai sotto il mio controllo, ti visiterò costantemente. Questi sono i patti.- disse seria, con gravità.

Si guardarono e Harry le promise con lo sguardo tutta la sua disponibilità e sorrise mostrandole tutta la sua fiducia.

- Ti seguirò giorno e notte- gli disse – Chissà che tu non diventi finalmente il mio ragazzo!- Gli diede un pacca e uscì. Sulla soglia si voltò:

- Mi raccomando! Tra un’ora ti voglio a cena!-

*

 

 

La serata trascorse piacevole, si sentiva tornato in vita. L’allegria di Ginny rese gaia e spensierata la cena. Anche Hermione appariva serena, anche se si rivolse ad Harry molto poco, scambiandoci poche parole più del necessario. Andò a dormire disteso, confortato dal tepore della sua nuova stanza: Ginny, per precauzione, alloggiava nella stanza accanto con Hermione. Ad Harry balenò un pensiero: due donne come quelle sono pericolose assieme! Si addormentò rassegnandosi all’idea che avrebbero parlato di lui quella notte.

 

 

 

 

 

Ciao a tutti!

Mi dispiace tanto aver fatto spettare, ma agosto si è trasformato in un mese di duro lavoro e solo ora sono riuscita a ritagliarmi 1po’ di tempo!SIGH!!! Spero vogliate perdonarmi!

Grazie alla nuova adepta MagicaAlessiuccia : per il rapporto H/Herm dovrai ancora aspettare 1po’, ma tutto sarà più chiaro fra poco…pazienta, spero di essere più veloce a pubblicare d’ora in poi…

Grazie anche a te, Neko_tensai, e a tutti quelli che mi leggono anche se non recensiscono.

Buona giornata e alla prossima !

  
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