Storie originali > Thriller
Segui la storia  |       
Autore: Glenda    10/01/2012    3 recensioni
Storia completata. Grazie a tutti coloro che ci hanno letto e incoraggiato!
Riusciranno i cinque della squadra dell'Unità di Analisi comportamentale a trovere il killer che sta mietendo vittime nella piccola Sand Spring, rivestendo i delitti di un misterioso alone religioso?
Genere: Azione, Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 10

 

D'incoscienza e d'eroismo

 

C'è qualcosa che dovreste vedere è la frase che ogni poliziotto in un momento di totale stallo del caso ha piacere di sentirsi dire. E così sarebbe stato anche per Tee se la sua mente non fosse stata divisa tra l'essere lì adesso e il sentirsi completamente staccato da sé.

Hudson in compenso si affrettò a chiedere alla Harris di spiegarsi.

Circa un anno fa, in un cassonetto in un vicolo fuori mano, fu ritrovato il cadavere di un neonato. Poiché in quei giorni stavamo lavorando al caso dell'omicidio di una prostituta, furono fatti i test del DNA, che quindi sono in archivio. Indovinate un po'...?”

...è quello di Helena” fece Tee, atono.

Già. Ho consultato il fascicolo del vecchio caso: il bambino è morto per soffocamento. Dunque...la donna probabilmente ha partorito in casa...dopodichè ha ucciso il neonato e se ne è sbarazzata”

Ed ecco il fattore di stress” commentò Mervin “Forse non poteva tenerlo, forse era stata abbandonata dal padre di suo figlio, o forse, data la forte cultura religiosa da cui evidentemente proviene, non desiderava il bambino e l'ha famiglia ha fatto pressioni per impedirle di abortire. Visto il suo evidente squilibrio psichico, forse non ha neppure lucidamente pensato l'omicidio: forse è stato un attacco di panico come quello di cui ci ha parlato Rendall”

Ci fu un attimo di silenzio, in cui tutti rimasero pensierosi, come a cercare ciascuno da solo il bandolo della matassa.

Devo parlare ancora con lei” dichiarò ad un tratto Tee, alzandosi.

Dovremo farlo in presenza di un avvocato. Si è appellata ai suoi diritti”

Non me ne frega un cazzo dei suoi diritti” rispose l'agente, con una freddezza disarmante “E sapete cosa vi dico? In realtà, non frega un cazzo nemmeno a lei”

Si diresse di nuovo nella sala interrogatori. La ragazza era immobile, esattamente come l'aveva lasciata.

Tobias lo sapeva” esordì l'agente, spostando la sedia e accomodandosi con serenità “aveva capito che tu non eri la principale responsabile. Anzi, penso che sia entrato in quella casa per fermarti, credendo ancora che fossi innocente, che ci fosse qualcun altro dietro di te”

Helena lo fissò negli occhi. Ma non ripeté di volere un avvocato.

Lo sguardo di Tee si fece dolce.

Sappiamo del bambino. Sappiamo che non volevi farlo...”

La ragazza emise un gemito soffocato, come se un dolore acuto l'avesse colpita in qualche parte del corpo.

...e so che hai bisogno di parlarne, che non vuoi più tenerti dentro tutto questo...”

Allungò una mano, ed andò a posarla sui polsi ammanettati di lei.

 

Di tutto il discorso, Mervin colse solo quella frase: il collega aveva colto un punto fondamentale, il solo, vero collegamento che li avrebbe portati al secondo assassino! Una madre che ha ucciso il proprio figlio non poteva essersi tenuta tutto dentro! E a chi mai raccontare una tragedia simile? A chi se non a qualcuno che per voto non lo avrebbe mai rivelato?

Come sospinto da una folata di vento, l'agente si alzò, e piombò dentro la sala interrogatori prima che Harris potesse anche solo provare a fermarlo.

So chi è l'altro S.I!” esclamò, senza riguardo per la rabbia sul volto di Tee e lo spavento su quello della ragazza “E' il prete, padre Tamas! E' lui che le ha messo in testa queste fandonie dei puri che vanno direttamente in paradiso! Ha fatto leva sul suo senso di colpa, ha trasformato il suo gesto di madre folle in un gesto d'amore, e alla fine l'ha convinta a rifarlo ancora!”

Tee non fece alcun cenno, il suo volto divenne quasi inespressivo.

Nessuno può indossare una faccia da mostrare a se stesso e un'altra da mostrare a tutti gli altri ” recitò “senza alla fine trovarsi nella condizione di non capire più quale possa essere la vera

Helena cominciò a tremare, a tremare forte, finché i tremiti divennero convulsioni.

L'agente Harris irruppe nella stanza.

UN MEDICO!” gridò “chiamate un medico!”

 

La macchina sfrecciava per le piccole vie di Sand Spring.

Sì, è proprio come pensavi tu, Tee” cantilenava la voce di Avril al telefono “Rayan Tamas nel 1999 viveva ad Oklahoma City, poco distante dalla casa di Harper! Abbiamo già fatto prelevare il fratello per interrogarlo e sapere se Tamas avesse legami col Don. In caso affermativo, attendo autorizzazioni per richiedere la riesumazione del corpo di Susanne Hillman. Se troveremo su di lei il suo DNA, l'abbiamo incastrato!”

Hudson diede in una brusca frenata che sollevò la polvere del selciato: Tee balzò fuori prima ancora che Mervin potesse aprire la propria portiera.

PADRE TAMAS!” esclamò, saltando due gradini alla volta e puntando l'arma nell'oscurità incensata della chiesa “FBI! ESCA CON LE MANI ALZATE!”

 

Hudson udì un colpo di pistola.

Raggiunse Tee con pochi istanti di ritardo, e lo trovò seduto sui gradini dell'altare, col viso disteso, quasi rasserenato, di chi si ferma a riprendere fiato dopo un lungo cammino.

Riverso, ai piedi del tabernacolo del sacramento, c'era padre Tamas, con un buco di proiettile nella tempia, e il sangue che si mescolava con la vernice che si era sparsa sul pavimento dal secchio rovesciato.

La scritta rossa campeggiava sul marmo bianco in lettere chiare: “...E ricordate, bambini: Dio non è venuto solo per i belli, ma anche per i brutti; non solo per i buoni, ma anche per i cattivi. Chi dimentica questo, e giudica al posto di Dio, non sarà salvato. Alex Zarosky

Mollemente, Mervin sedette accanto a Tee.

Anche lui doveva essere stanco di tenersi dentro tutto questo” disse.

Già. Peccato che prima di stancarsi abbia distrutto la vita di quattro persone”

In quel momento il cellulare squillò: era Avril.

Il sospettato è morto” la informò meccanicamente Tee “Suicidio. Notizie dall'interrogatorio di Harper?”

No” rispose la ragazza “Ti chiamo per Tobias. Il medico ha detto che se la caverà”

 

L’agente Murphy si fermò davanti alla stanza 307.

Fece per girare la maniglia, ma si bloccò.

Ha bisogno di qualcosa.. ehm signore?”.

Tee sobbalzò, voltandosi di scatto verso una graziosissima infermiera che lo osservava pensierosa “ha bisogno di aiuto?”.

Un mio amico…lui” cominciò incespicando sulle parole l’agente Murphy.

Non sa dove si trovi? Posso darle una mano a cercarlo…” rispose la ragazza.

No è che… non so se… vuole vedermi, sono successe un sacco di cose e…” per la prima volta Tee si rese conto che stava parlando con una perfetta estranea. La cosa, in realtà, non lo disturbava più di tanto.

Sono certa che questo suo amico sarà contento della sua visita, mi creda…”

Tee annuì e, dopo un lungo sospiro, entrò.

Tobias era a letto, circondato da tubi e monitor che ne registravano battito, pressione e altre diavoleria mediche.

Sentendo avvicinarsi qualcuno, aprì gli occhi e fece per parlare.

Ssh, non sforzarti” sussurrò l’agente Murphy “sono passato solo per un saluto, io… sono contento di vedere che stai bene…”.

Avrebbe voluto mordersi la lingua: ovvio che Tobias non stesse propriamente bene.

Ma lui abbozzò sorriso e sussurrò qualcosa, con una voce così bassa che Tee fu costretto ad avvicinarsi molto per distinguere le parole.

“…la parete…” bisbigliò “...grazie...”

Tee si guardò intorno, capì al volo e scoppiò a ridere.

Sul muro dirimpetto al capezzale era appesa un'improbabile coccarda di pizzo rosa confetto bordato di nero e, sull'armadietto, un mazzo di gerbere di vari colori.

E' stata opera di Risa” disse “Secondo me ha staccato quel fiocco da uno dei suoi terribili cappelli. Dovrei impedirle di venire a lavoro così...”

Il ragazzo sforzò un altro sorriso “Dovresti impedirlo anche a me...”

Poi l’agente Murphy tornò serio “mi dispiace Tobias, mi dispiace per quello che è successo con Helena, in quella casa...io...non avrei dovuto agire così d’impulso, ora lo riconosco e se non mi fossi comportato da stupido ora non saresti qui”

Tobias lo osservava sereno.

E' un'idea di Hudson? Perché questo, sai...non dovrebbe essere un pensiero tuo...”

Tee rimase in silenzio.

Te lo dissi già una volta, ricordi? Dare o chiedere fiducia, comporta un'assunzione di responsabilità. Non è stato uno sbaglio: è stata una normale implicazione dell'avermi dato fiducia. E sono felice che tu me l'abbia data”

Socchiuse gli occhi, stanco.

Non era il momento di contraddirlo, pensò Tee.

Sempre che, tutto sommato, avesse davvero voluto farlo.

 

Qualche giorno dopo, fu Mervin Hudson a recarsi da Tobias per riepilogargli come si fosse concluso il caso. Rayan Tamas – si era saputo – conosceva Don dai tempi della scuola. Avevano vissuto esperienze di strada insieme, finché Don non aveva scoperto la fede e trovato la sua strada. Si erano rincontrati dopo molti anni, e per Rayan la conversione di Don e il conseguente successo come scrittore erano stati come un'illuminazione. Aveva maturato una vera e propria ossessione per il vecchio compagno d'infanzia e per la sua distorta concezione di fede e aveva divorato tutti i suoi libri...fino a voler arrivare a superare lo stesso “profeta”, rendendo reale ciò che aveva scritto. E così, appigliandosi al libro la via della felicità, aveva commesso il suo primo omicidio. Don probabilmente lo era venuto a sapere, se non ne era stato addirittura testimone oculare, e ne aveva maturato il senso di colpa che lo aveva spinto a bruciare il magazzino della casa editrice. Forse temeva che Rayan si sentisse rinnegato dal proprio mentore, o forse aveva ricevuto delle minacce...per questo poi aveva preferito far perdere le proprie tracce. Rayan Tamas, invece, libero da ogni sospetto grazie alla condanna del postino, era stato libero di coltivare il proprio fanatismo, facendosi prete ed andando in cerca di fedeli per la propria missione: ma quando aveva scoperto che Don scriveva ancora, sotto un altro nome, e che aveva rinnegato io loro credo comune, aveva dovuto ucciderlo. Helena Torres, invece, giovane spiantata e con seri disturbi mentali, era fuggita di casa incinta, insieme ad un uomo che l'aveva abbandonata ormai a gravidanza avanzata. Il senso di colpa per l'omicidio del neonato aveva distrutto la sua psiche già molto fragile, e Padre Tamas era stato il suo solo appiglio. Aveva commesso l'omicidio di Mary Summers , mentre era, almeno alle prime indagini, estranea agli altri tre omicidi, benché ne fosse a conoscenza. Il suo avvocato avrebbe richiesto l'insanità mentale.

...spero che...” Tobias scosse il capo “...ma no, non spero nulla. Quando la mente decide di perdere la strada...puoi solo...rimanere a guardare. Mi auguro che accanto a lei ci siano persone che sanno guardare dall'angolazione giusta.”

D'un tratto cambiò espressione e sorrise.

Hai dello zucchero? Ho molta voglia di zucchero!”

Mervin si frugò nelle tasche ed estrasse una scatola di mentine.

Da quando sapevi che lei era coinvolta?” chiese a bruciapelo.

Non lo sapevo”

...”

Quello che sapevo con certezza era che aveva gli occhi di chi sa di non aver salvato qualcuno”

Mai sentito parlare di un tipo di sguardo simile, Rendall: nemmeno nelle teorie più avanguardistiche”

Tobias finì di masticare la caramella, poi buttò lo sguardo alla tenda colorata che Tee aveva fatto mettere alla finestra, e poi ancora fuori, sfocando la vista all'infinito.

Lo so. Infatti non si tratta di teorie. Qua conta molto di più l'istinto, e quell'istinto io ce l'ho. Anche tu lo sai”

Hudson aggrottò leggermente le sopracciglia.

Il giorno che il tuo istinto sbaglierà, non avrai pezze d'appoggio con cui proteggerti. Ne sei consapevole?”

Sì. Ma di non seguire quell'istinto mi è accaduto una volta sola...e dato che hai letto il mio fascicolo, sai quanto mi sia costato...”

Mervin non si aspettava un riferimento così esplicito. Per un momento ne fu quasi imbarazzato.

Non puoi basare il tuo lavoro su un senso di colpa infondato, Rendall”

Non si tratta di senso di colpa. E, al tempo stesso, non si tratta di qualcosa di infondato. Ho imparato a conoscere le mie sensazioni...so dove vanno...Sono molto più affidabili di mille studi”

Questo è presuntuoso. E incosciente, anche”

Tobias tornò a guardarlo, sereno, quasi allegro.

Hai ragione, è incosciente. Ma non presuntuoso. Coraggioso, semmai. O almeno, così mi trovo a viverlo, e lo sento la sola forma di coraggio di cui io sia capace, tra mille cose che, invece, mi spaventano. Dopotutto, credo che sia questo che fa sì che ci sia tanta fiducia tra Tee e me, dato che questa sarà la prossima domanda che mi farai. O che farai a lui. Tee Murphy si fida di me, e non sa nulla di me. O sa molto meno di quanto ne sappia tu, dato che non ha letto il mio fascicolo. E questo io lo chiamo incoscienza, e lo chiamo coraggio. Accogliere nella propria squadra una persona di cui non sai niente, e trovarti con lei in situazioni un cui ti toccherà di affidargli la tua vita, è, certamente, un'incoscienza. Ma guardare la gente non per ciò che è stata, ma per la sua potenzialità di essere, è eroico

Fece un largo sorriso, un sorriso che, in quel momento, a Mervin parve che desse luce a quella desolante stanza d'ospedale. E, in retrospettiva, un po' anche a tutta la desolante vicenda di cui erano appena stati testimoni.

Lavorare con te sarà pieno di sorprese” disse

Può darsi di si. Sorpresa è una parola a colori”.

 

Mervin Hudson si avviò per il corridoio dell'ospedale ridacchiando.

 

Non aveva mai immaginato una parola a colori.

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Thriller / Vai alla pagina dell'autore: Glenda