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Autore: TonyCocchi    19/01/2012    6 recensioni
Il povero Ludwig è esasperato! Per quanto Italia possa essere svogliato, pigro e deboluccio, c’è una cosa in cui non è mai riuscito a batterlo nemmeno una volta… Il calcio! Deciso più che mai a rifarsi, gli lancia una sfida ai calci di rigore! Come andrà a finire?
Genere: Azione, Commedia, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Nuovo personaggio, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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hetalia rigori

Ciao a tutti, cari lettori, e benvenuti alla mia seconda fic su Hetalia! ^__^

La prima, per chi se l’è persa, e gli consiglio di rifarsi, si intitola “Gli scheletri nell’armadio”; se volete leggerla, vi avverto i toni sono ben più dark e realistici rispetto a quelli che vi aspettereste da questo fandom…

Stavolta invece tranquilli, cercherò di essere un po’ più IC, e ci sarà molto di cui divertirsi! XD

Visto che è un nuovo fandom, forse vi chiederete quali sono le mie coppie preferite in un manga in cui sono quasi tutte… shonen ai… Beh, sembra che la mia soglia di tolleranza al genere sia un po’ più alta per questo manga, sarà che essendoci poche donne… Vabbé, basta preamboli, via alla fanfic! XD

Buona lettura a tutti!

PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!

 

 

 

A Germania era sempre piaciuto pulire casa: gli faceva immensamente piacere mostrarla al meglio del suo splendore ad eventuali ospiti, attesi o inattesi, che potevano capitare in qualunque momento; Italia in primis, lui con le sue “improvvisate”, che all’inizio non gli erano sembrate troppo educate, ma che poi aveva deciso a tollerare man mano che si era abituato alla irrimediabile informalità del suo amico.

Mormorando il ritornello del proprio inno nazionale, passava alacremente e con perizia germanica il piumino sui vari ricordini e soprammobili sulla mensola del soggiorno.

“Ah, eccole! Belle come sempre!”
Ma di certo dopo una spazzatina, quelle tre sarebbero state ancora più stupende.

Le sue coppe del mondo di calcio!

Ne prese una e la ripulì a fondo, con un fiero sorriso sulle labbra. Ne aveva vinti di trofei, ma di quelli andava particolarmente fiero.

Avrebbe osato dire che vincere un mondiale era meglio di una fornitura gratis a vita di crauti e wurstel, ma se mai gliene avessero offerta una davvero, un po’ ci sarebbe stato a pensare!

Posò la prima coppa e passò alla seconda: un paio aveva dovuto sudarsele da solo, ma l’ultima che aveva vinto portava anche la firma di suo fratello Prussia, e gli riservava sempre un’attenzione particolare.

Proprio quando arrivò a quest’ultima, l’occhio gli cadde sul quel foglio di giornale incorniciato e appeso al muro, giusto un po’ più in là di dove la mensola finiva.

 

Un giornale datato 17 giugno 1970.

La “Jahrhundertspiel”…

La “Partido del siglo”…

La partita del secolo, la più bella di sempre.

Che lui aveva perso.

 

Sospirò e posò la coppa che aveva tra le mani; messosi con le mani in tasca, prese a concentrarsi su quel foglio, studiandone i dettagli come fosse un dipinto. Certo, andava fiero oltremodo per aver partecipato a quella partita, ma ogni volta che gli tornava in mente, sentiva l’amaro in bocca.

“Devo decidermi a toglierlo da qui…”
Ma non l’avrebbe fatto: era un trofeo anche quello in fondo, da tenere in bella vista.

Il motivo per cui però si amareggiava non era poi tanto l’avere perso proprio quella partita, tutti perdono almeno una volta. Ma quando si ricordava di quel comunque glorioso giorno, gli veniva subito in mente l’avversario di allora.

L’insospettabile Italia!

 

“Anf… anf…”

Ludwig osservava con un sorriso beffardo Veneziano che sbatteva la testa contro il palo della porta, che non era stato capace di difendere, mentre Romano, imbufalito, gliene diceva di tutti i colori; gli avversari avevano pareggiato, di nuovo!
“Umpf! Ti stai dimostrando un osso duro, eh? Ma ci vuole altro per battermi!” –mormorò tra sé e sé, asciugandosi il sudore dalla fronte con la maglietta, già bagnata dagli estenuanti tempi supplementari di quella partita apparentemente interminabile.

Si diresse verso il centrocampo, ad attendere che gli avversari battessero nuovamente, grossomodo fiducioso.

“Ho risposto loro colpo su colpo! Credevano di avere la partita in pugno, questo goal li ha frastornati! Italia non è certo un tipo coi nervi saldi, non come me almeno: se stringo i denti sarò io a…”
Il fischio dell’arbitro interruppe il filo dei suoi pensieri.

Subito si accanì contro la palla…

“Eh?!”

E fu allora che un onda di maglie azzurre lo travolse.

Tutt’altro che arresi, corali, inarrestabili, gli italiani giunsero fino alla sua porta.

E segnarono.

Lo stadio era in delirio! Il commentatore sportivo era in delirio! Urlava di gioia annunciando il 4 a 3 per l’Italia, e ringraziava mentalmente il cielo di essere lì ad assistere.

Mentre lui, la grande Germania dell’Ovest, crollava impietrita con le ginocchia sull’erba dello stadio di Città del Messico.

 

“Sigh… 1970… 1982… 2006… Tre mondiali, e tutte e tre le volte… Italia mi ha sconfitto…”

Nell’1982 c’era stata molta meno partita, non si era aspettato un simile tonfo.

Nel 2006 invece, gli era sembrato di rivivere quel giorno per quanto lui e Italia faticarono per riuscire a prevalere l’uno sull’altro.

 

“Anf… Anf… Di sicuro si andrà ai calci di rigore…”

“Umpf, se è così siamo a posto!” –ridacchiò Prussia al suo fianco- “Se si parla di rigori, Italia non ha mai avuto fortuna, eh eh eh!”

E proprio in quel momento, girandosi verso la propria porta, videro Romano infilare il loro portiere con una parabola da fuori area…

“…… EEEEEEHHH?!?!?” urlarono i due!

“VEEEE! BRAVO FRATELLONE!”
“AH AH AH! E QUANDO MI RICAPITA UN GOAL DEL GENERE? YAHOOOO!”

Prussia si batté una mano in fronte: “Cavolo! Che facciamo ora… G-Germania?”

Non lo vedeva così incacchiato da quando Italia aveva rischiato di saltare in aria al suo corso di lancio delle granate!

“Non ci sto! Italia mi ha battuto già due volte, non permetterò accada ancora! Passami la palla appena puoi!”

“J-ja…”

Tentò, con tutte le sue forze, di rimettersi in gioco, ma non appena Romano riuscì a recuperare la palla, iniziò a correre, veloce come un italiano nello sventolare la sua bandiera bianca, o a rincorrere la gloria che lo attende!

“Fermalo! Fermalo!”

Romano superò Gilbert.

Ora stava a lui! Doveva raggiungere Veneziano! Doveva fermarlo, o avrebbe raccolto il passaggio e sarebbe stato solo contro il loro portiere! Ludwig corse come mai.

“Urgh!”

Ma non poté raggiungerlo, e quando il tabellone scandì il 2 a 0, la voglia di rivalsa e le ginocchia cedettero nuovamente…

 

“Sigh… Vero, ho vinto tre mondiali, ma in nessuno di essi mi è capitato di incontrare Italia… Se fosse successo li avrei vinti lo stesso?”

Andò a posare lo spolverino e si accomodò su una poltrona. Doveva scacciare quel pensiero, non era da lui farsi venire i complessi di inferiorità.

Certo, Italia aveva un sacco di difetti: pigro, svogliato, tonto, sbafone, fessacchiotto, irritante, irriverente, eccetera… Però, poteva almeno permettere che in qualche cosa gli fosse superiore, no?

“Che c’è di male? Tutti lo sottovalutano sempre quel poverino, ha anche lui diritto alle sue glorie, no? È solo un gioco, e sono bravo anch’io a giocare, quindi perché me la prendo tanto?”

Guardò le tre coppe: “Aaaahhh…”

Guardò il giornale e sentì un pugno allo stomaco: “URGH…”

Si alzò in piedi, torturandosi i capelli: “Ah, se solo fosse tanto bravo a fare il soldato come lo è a fare il calciatore! Sigh! Perché? Perché non riesco mai a batterlo nemmeno una volta?! Una sola è chiedere troppo?”

 

TOC TOC TOC

 

“Sigh…”

Non era dell’umore giusto per ricevere visite, ma era troppo educato per fingere di non essere in casa.

“Si, chi è?”

“Germania! Sono io, Italia!”
“I-I-Italia?”
Cos’era venuto a fare? A rinfacciargli di essere molto più bravo lui a calcio, sicuramente!

 

“VEEEE! SEI SCARSO! TI BATTO SEMPRE!”
“NEEEEEEEEEIN! SIGH! SEI CATTIVO!”

 

Germania diede una testata al muro!
“Ma che sto dicendo! Lui non è così!”

“Germania? Ci sei?” continuava a chiamarlo

“Accidenti… 1970… 1982… 2006… 1970… 1982… 2006… 1970… 1982… 2006… GRRR!”
Italia bussò di nuovo: “Germania? Che fai, non apri?”

Strinse i pugni e si staccò dal muro! Italia era più bravo di lui anche a cucinare, ma mica si era mai risentito per questo… Se il calcio invece faceva sentire così mortificato il suo teutonico orgoglio, allora era arrivato il momento che il sempre saldo tedesco lasciasse il posto all’impulsività!

 

“Veee…” -mormorò triste Veneziano, contemplando la porta zitta e immobile- “Vorrà dire ripasserò…”
“ITALIAAAAAAA!” gridò Ludwig aprendo la porta di botta!
Il poveretto ne restò terrorizzato: “AAAAAAAAAAAAAAHHHH! Ti prego, non farmi del male! Non ho fatto niente! O forse mi vuoi picchiare perché non faccio mai niente come mio solito? Lo so, sono pigro, ma cercherò di rimediare… da domani…”
“Italia…”

Si chinò su di lui e gli puntò addosso i decisi occhi azzurri; Italia balbettò un altro “Veee…” e cercò di farsi ancora più basso!

“S-s-si?”

“Italia, ti lancio una sfida ai calci di rigore! Alle cinque di domani, non un minuto di più! Sii puntuale!”

“……”

Sul viso del piccoletto, di nuovo calmo, comparve un sorrisone largo quanto il mediterraneo: “Ah, si tratta di questo! Perché non l’hai detto subito che volevi giocare con me?”
“NON SI TRATTA DI UN GIOCO!”
“Veeeeeee!” rabbrividì lui.

“Questa è una sfida Italia!”
“M-ma perché?”
“Perché… Perché voglio batterti, almeno una volta!” disse gonfiando il petto, nascondendo a Veneziano il rossore spuntatogli sul volto dietro quel muro di muscoli.

“B-battermi? Ma Germania, tu sei già molto for…”
“Halt!” –lo stoppò lui col tono arrabbiato che nella sua lingua riesce facile- “Accetti o no? Sii uomo e prendi una posizione precisa, non tergiversare!”

“S-s-si, accetto!” –fece lui, sempre incerto, ma mai incline a rifiutare quattro calci in compagnia al pallone- “A-allora chiederò ai miei vicini se hanno voglia di giocare.”
“Perfetto! Anch’io troverò gli altri quattro giocatori che mi servono e ci vedremo al campo qui vicino domani all’ora stabilita!”
“Va-va bene… Io però ero venuto per…”
“A domani, Italia!”
E gli sbatté la porta in faccia!

“…… Veeeee?” disse inclinando la testa da un lato.

 

“D-devo farcela! Stavolta ce la farò!”

Corse al telefono, a reclutare gli giocatori per il suo team.

“Stavolta riuscirò a battere Italia, costi quel che costi!”

 

 

Che colpo di scena! Germania che si comporta in modo impulsivo e lancia un guanto di sfida al suo alleato! Malgrado non sia in palio una coppa del mondo, possiamo star sicuri che il nostro amico Ludwig la prenderà in maniera serissima! Italia farà bene a prepararsi!

Se sono riuscito a incuriosirvi col primo capitolo, non perdete il secondo e i seguenti, in cui compariranno altre nazioni ed anche qualche OC!

Ovviamente l’episodio descritto risalente al 1970 è il match Italia-Germania 4 a 3, che suppongo tutti conoscerete. Altrimenti, Wikipedia sarà ben lieta di informarvi su questa pagina gloriosa del nostro sport. ^___^

Alla prossima!

 

PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!

  
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