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Autore: CottonBatu    02/09/2006    37 recensioni
Diciassette anni dopo la fine di SUO (Solo Un'occhiatina)...Tra momenti imbarazzanti, problemi più o meno gravi e situazioni particolari, la vita va avanti, normale. Solo con un pizzico di magia in più. Buona Lettura! ^^
Genere: Romantico, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Learning To Breathe

DEDICATO ALLA MIA NONNY GIULY WEASLEY, ALLA MIA ZIA FUNKIA E ALLA MIA GEM DAISY05

 

Learning To Breathe

- SUO Second Ground -

 

 

 

1.

 

 

 

 

 

I feel like I'm falling
Falling through time
Slipping through cracks
I'm buried alive
It's pulling me under
I'm sinking so fast
It's so hard to breathe
With this all on my back

 

 

                                    Full Blown Rose – The Longest Day

 

 

El aspetta, non ce la faccio più!” ansimò Andrew gettando la borsa di libri a terra, stremato dalla lunga corsa per i corridoi pressoché deserti di Hogwarts.

Elly si fermò un attimo, rivolgendo lo sguardo dietro di sé fino ad arrivare ad uno sfiancato Andrew Lupin che si teneva il fianco semi accasciato contro il muro e con la divisa tutta sgualcita.

Sbuffò, cercando di camuffare una risatina.

 

“Siamo in ritardo, Andy, se a mia madre arriva un altro gufo di richiamo per la condotta ha giurato che viene direttamente di persona al posto di mandarmi la solita strillettera!” disse lei ricominciando a camminare a passo spedito. Andrew emise un gemito di disappunto e, riacchiappando la borsa, ricominciò a correrle dietro tentando di accostarla.

 

“Rallenta, ti prego! Abbiamo visto Vitious passare poco fa di fronte alla Sala Grande, come puoi anche solo pensare che arrivi prima di noi?!

 

“Sta zitto e cammina!” replicò stizzita la ragazza, portandosi un ciuffo più ribelle degli altri dietro l’orecchio. Andrew le lanciò un’occhiataccia.

 

“Non trattarmi come se…se…”

 

“Se?!” o incitò lei divertita, mentre vedeva i suoi capelli diventare bordeaux

 

“Come se fossi il tuo schiavo! Non sono hai tuoi comandi, sai?” disse lui smettendo all’improvviso di camminare e incrociando le braccia, indispettito.

Elly alzò gli occhi al cielo.

 

Andy per favore, non è il momento! Ti prometto che litighiamo più tardi! Ora però andiamo…” il ragazzo rimase fermo dov’era.

 

“No”

 

Andrew ci farai passare un guaio!” disse lei strattonandolo per la manica. I capelli di Andrew diventarono verde acido, mentre lei cercava inutilmente di schiodarlo dalla sua postazione.

 

“Guarda un po’ chi c’è! Litigate piccioncini? Cosa c’è Senzaforma, la Mezzosangue non ci vuole venire con te?” esclamò strafottente una terza voce che sia Andrew che Elly conoscevano fin troppo bene.

Poco lontano da loro, infatti, Rex Malfoy e la sua molto poco amichevole fidanzata, Morgan Torres, Serpeverde del sesto anno, si stavano avvicinando con un ghigno maligno stampato sulla faccia.

 

“Togliti dalle palle Malfoy” mormorò Andrew tra i denti, frapponendosi tra lui e Elly che gli rifilò un’occhiataccia e gli si rimise accanto. Rex fece qualche passo avanti, fronteggiandoli.

 

“Non osare parlarmi con quel tono Senzaforma…solo perché sei divertente da guardare non vuol dire che anche tu non sia un lurido Sanguesporco come la tua amica qui…dovete portami rispetto” Andrew strinse i pugni e fece un altro passo verso di lui, pronto a colpirlo, ma Elly lo bloccò in tempo, spingendolo leggermente verso di lei.

 

“Andiamo Andy, lascia stare…” mormorò lei continuando a scambiarsi sguardi rabbiosi con Morgan che continuava a ghignare giocando con una ciocca scura.

Rex le rivolse un sguardo di puro disgusto e le afferrò il braccio con violenza.

 

“Non osare intrometterti tu…non sono affari che ti riguardano” disse lui sdegnato strattonandola brutalmente da un lato, facendola cadere.

Andrew s’infiammò di rabbia, facendo inconsciamente diventare i suoi capelli nero pece e scatenando l’ilarità dei due Serpeverde.

 

“Ti stai per caso arrabbiando Senzaforma? Cos’è, ora cambi anche forma delle orecchie?!” esclamò Rex ridendo, mentre Morgan faceva capitare in maniera apparentemente casuale il suo piede sulla gonna di Elly, che cercava di rialzarsi.

 

“Non giocare con il fuoco Malfoy…i pugni li possono sferrare anche i MutaformaRex gli rivolse uno sguardo, minimamente scalfito dalla minaccia.

 

“Mi conforta pensare che almeno per la lotta potete essere sfruttati, voi Mezzosangue!” Andrew lo prese istantaneamente per il colletto, mentre Morgan si staccava repentinamente da Rex, guardandosi in giro in cerca di un nascondiglio adatto in caso di rissa.

 

“Signor Lupin, non si fa! Metta giù il Signor Malfoy, coraggio!” una vocina amichevole arrivò alle loro orecchie, un attimo prima che Rex muovesse il braccio per colpire Andrew in pieno viso.

A qualche metro di distanza da loro, il tondo ectoplasma di un ormai defunto Professor Lumacorno ondeggiava in tutta la sua massa, per raggiungere il gruppetto. Andrew lasciò Rex istantaneamente, mentre Elly, ormai in piedi, gli si rimetteva accanto.

 

“Qualcuno di voi può gentilmente spiegarmi cosa sta succedendo qui?” chiese lui agitando i lunghi baffoni da tricheco ad ogni parola, mentre tentava di infilare le manone nelle piccole tasche del solito panciotto cremisi, ora inconsistente e pressoché trasparente.

 

“Mi sembra tutto alquanto ovvio professore…” mormorò Morgan con un lieve accento spagnolo, facendo un piccolo passo avanti, dando sfogo a tutte le sue capacità teatrali. Lumacorno le rivolse uno sguardo, con aria indifferente.

 

“…Lupin ha aggredito con indicibile violenza il povero Signor Malfoy senza alcuna ragione, né preavviso e…”

 

“Suvvia Miss Torres…non crederà davvero che io mi beva che un ragazzo così gentile come Lupin sia capace di una cosa simile!” interruppe Lumacorno ridacchiando e rivolgendo uno sguardo allegro a Andrew, che fece diventare i suoi capelli blu elettrico. Il professore fece un piccolo saltino sul posto, ridendo con le guancione tutte rosse.

 

Adoro quando lo fa!” Rex si passò una mano sugli occhi, vedendo il professore saltellare contento come un enorme bambino che va allo zoo per la prima volta.

 

Lupin, caro…perché mai stavi per picchiare il Signor Malfoy, così indifeso e puro di cuore agli occhi di Miss Torres?” chiese Lumacorno una volta calmato l’entusiasmo dei capelli cambiacolore, allisciandosi un baffo. Andrew raccontò dettagliatamente l’accaduto lasciando il professore scandalizzato.

 

“Signor Malfoy che brutte cose da dire ad una signorina così graziosa come la Weasley…” disse lui scuotendo la testa. “…Sapete tutti che due delle mie migliori allieve erano Mezzosangue? Nulla da invidiare ai Purosangue, parola mia!” Elly ridacchiò.

 

“Una di loro è mia madre professoreHermione Granger” le guanciotte di Lumacorno si tinsero di rosso.

 

“Dici seriamente?! Merlino, dille che mi manca tanto quando la senti! Di ragazze come lei ormai se ne trovano sempre di meno…” disse lui nostalgico e con gli occhi sognanti rivolti al grande finestrone sopra di loro, parlando più a se stesso che altri.

 

“Lo farò certamente!” disse lei con indicibile gentilezza, guadagnandosi le occhiatacce di Rex e Morgan.

 

“Bene, bene…” disse lui cominciando a camminare “Ora tornate a lezione, da bravi…e non bisticciate più!” i ragazzi presero a camminare e Rex cominciò quasi a correre trascinando Morgan per il braccio.

 

“Ah, Signor Malfoy?” disse all’improvviso Lumacorno arrestandosi.

 

“Sì, professore?” l’uomo gli rivolse un sorriso.

 

“Venti punti in meno a Serpeverde. Buona giornata!” Andrew e Elly si scambiarono uno sguardo raggiante, vedendo Rex che se ne andava via borbottando con Morgan al seguito, e ricominciarono a correre alla volta dell’aula di incantesimi.

 

 

*

 

 

 

Cosa si fa, in una classe, quando il professore non c’è o ha le gambine troppo corte per arrivare in tempo? Si possono fare tante cose. Leggere un giornale, studiare per la lezione dopo o spettegolare sull’ultimo flirt di qualche sconosciuto, ad esempio.

Sophie Weasley, invece, litiga con il fidanzato.

 

Smettilà di fare cossì!” esclamò Sophie all’apice dell’ennesimo litigio.

 

“E tu smettila di far finta di avere l’accento francese,  visto che sei nata e cresciuta qui!” urlò William Darcy, bel Corvonero del settimo anno, dai capelli neri e brillanti occhi azzurri. Sophie sbuffò.

 

“Ecco, questo è quello che non sopporto di te…sei così…così realista! Cosa c’è di male a cambiare qualcosa di sé?!

 

“Non divagare, Sophie, non ho voglia di starti a sentire per ore persa nei tuoi inutili sproloqui sulla moda!” la ragazza ridusse gli occhi a due fessure.

 

“Ma si può sapere cosa m’è saltato in mente quando ho deciso di stare con te?! Non ti sopporto più, sei peggio di peggio di mio zio Percy! Che poi non vedo cosa ci sia di male nell’accento francese…”

 

“Non c’è nulla di male nell’accento francese, ma se ci parli tu sei ridicola e passi per stupida!”

 

“Quante sciocchezze! Ti sei mai domandato perché non ti chiedono mai consigli sulla moda?! Perché sei assolutamente l’opposto di me! Io detto legge qui a Hogwarts, se io ti lascio ritorni ad essere il prefetto sfigato che da una mano con i compiti!”

 

“Sempre meglio questo che il ragazzo di una pazza egocentrica!” Sophie stava aprendo la bocca per ribattere l’ennesima cattiveria, quando nei banchi dietro il loro si sedettero Elly e Andrew.

 

“Te lo avevo detto che non era ancora arrivato!” sbottò il ragazzo accasciandosi sul banco col fiatone e lanciando un’occhiataccia a Elly. Lei gli fece un sorrisone di scusa.

 

“Che dicevate di bello?” chiese lei tentando di deviare il discorso e ignorando bellamente i borbottii di Andrew vicino a lei. Sophie e Will si scambiarono uno sguardo, sprezzanti.

 

“Ribattevo alle sue sciocchezze!” disse Sophie lanciando l’ennesima occhiataccia.

 

“Lei dice assurdità! Io cercavo di farla rinsavire!” esclamò invece Will, incrociando le braccia al petto, scuro in volto. Elly si grattò svogliatamente una tempia, vedendoli ricominciare a bisticciare come due bambini. Lei era certa di non aver mai visto in tutta la sua vita una coppia peggio assortita di loro.

 

Sophie, bella e sostanzialmente antipatica, era la regina incontrastata di tutta Hogwarts. Poteva avere qualsiasi cosa desiderasse con un semplice gesto della mano, sfruttando la sua bellezza in maniera pressoché totale, poiché veniva riconosciuta oggettivamente da chiunque.

Will, il ragazzo della porta accanto, carino e gentile sempre e comunque e un po’ maniaco dell’ordine. Prefetto e decisamente negato per il Quidditch, ma innamorato dello sport in generale.

 

Elly decise saggiamente di occuparsi in qualche altro modo, per evitare di essere coinvolta nel litigio.

Qualche minuto e una decina di insulti dopo, il professor Vitious fece il suo ingresso nella stanza, cominciando a borbottare qualcosa di imprecisato contro le rampe mobili, mentre sistemava la solita dozzina di libroni che gli permettevano di farsi vedere dalla classe, sedando la discussione.

 

Alla fine della lezione, ormai ora di pranzo, Sophie e Will si ignoravano bellamente, camminando vicini senza calcolarsi a vicenda.

Elly e Andrew rivolsero loro uno sguardo, tentando in tutti i modi di capire come mai stessero ancora insieme, nonostante la situazione fosse ormai invivibile sia per loro che per le persone che gli stavano accanto.

 

Una volta usciti tutti dall’aula, una concitatissima Jolie Weasley, sorella minore di Sophie, venne loro addosso, iniziando a coprirli di chiacchiere.

Dopo appena cinque minuti Elly e Andrew si guardarono, persi.

 

“…e allora io gli ho detto ‘prova ancora a ripeterlo e ti trasformo in uno schiopodo!’ e lui a quel punto mi ha spinto! Ti rendi conto, mi ha spinto! Se non ci fosse stata la Sprite a quest’ora quell’idiota sarebbe in infermeria!…”

 

Joquell’idiota chi?” interruppe allora Elly, cercando almeno di capire di chi stesse parlando. Jolie la guardò male.

 

“Quello stupido imbecille di Chris Bennet, ovviamente! È l’essere più insulso e borioso che esista sulla faccia della terra!”

 

Jo…è un Serpeverde! È una loro prerogativa essere insulsi e boriosi!” disse Elly ironica, mentre Jolie si rinchiudeva in un meditabondo – e ahimé breve – silenzio.

 

“Credo tu abbia ragione…” disse infine, annuendo soprappensiero. Andrew ridacchiò.

 

“Assurdo, El, sei riuscita a zittire Jolie per quasi un minuto…è un’impresa non da poco!” commentò lui scherzoso, facendo ridere Elly. Jolie sorrise leggermente, arrossendo di botto e allontanandosi con la scusa di dover raggiungere Sophie e Will, che ora si stavano guardando in cagnesco.

Andrew le rivolse uno sguardo.

 

“Non è che si è offesa, vero?” chiese lui preoccupato, mentre la vedeva nella grinfie della sorella maggiore, che la stava sgridando per le unghie mal curate.

Elly si strinse nelle spalle.

 

“Non credo…io la tratto molto peggio a volte!”

 

“Questo perché sei cattiva e antipatica!” disse Andrew pensieroso, guardando dalla parte dove era appena scomparsa Jolie.

Elly lo fulminò.

 

“Non sono antipatica! Ho un umorismo sottile e raffinato” corresse lei sorpassandolo, con finta altezzosità. Andrew rise, dandole un buffetto sulla testa riccioluta.

 

“Dai, andiamo a mangiare…”

 

“Sì…ho fame!”

 

“Non avevo dubbi, El

 

 

*

 

 

 

I'd rather be with you
Because I love the way
You scream my name
And there's no other man
That gives me what I want
And makes me feel this way
I'd rather be with you because
You hustle hard to take care of me
I'd rather be with you
Boy I'd rather be with you

 

                                  Beyoncé KnowlesBe with you

 

 

Ron uscì dal bagno, maledicendosi per la sua stupidità.

Non che non ci fosse abituato ormai, ma quando si accorgeva di aver dimenticato l’accappatoio nell’altra stanza quando il pericolo era in vista, diventava sempre piuttosto irritabile. Asciugò alla bene e meglio il corpo, lanciando di tanto in tanto qualche imprecazione, e si coprì con il primo asciugamano che gli capitò sotto gli occhi.

 

Aprì furtivo la porticina del piccolo bagno e si guardò intorno.

Nessuno in vista.

Si avviò velocemente fuori, e corse verso la stanza da letto, tenendosi scompostamente l’asciugamano sulla vita.

Chiuse rumorosamente la porta dietro di sé e vi si lasciò andare contro, facendosi sfuggire un piccolo sospiro di sollievo.

L’aveva scampata anche stavolta.

 

In quei giorni i genitori di Hermione piombavano inaspettatamente in casa quasi a tutte le ore, e Ron preferiva non far sapere ai suoi suoceri, della sua singolare abitudine di girare nudo per casa dopo aver fatto la doccia.

Qualcuno si schiarì la voce, facendolo sobbalzare.

In fondo alla stanza, e con tanto di grembiulino verde mela e biancheria pulita alla mano, Hermione lo guardava divertita. Lui non riuscì a trattenersi dal sorridere sornione. La adorava in versione casalinga.

 

“Paura che papà Granger ti becchi nell’attuare le tue particolari abitudini quotidiane?” chiese lei con occhi ridenti, poggiando i panni sul cassettone e avvicinandosi al ragazzo.

 

“Non dovrei averne? L’altro giorno mi ha lanciato un’occhiataccia per averti abbracciata, immagina cosa potrebbe fare se mi vedesse circuire la sua dolce figliola in questa maniera…” mormorò con sguardo giocoso avvicinandosi anche lui. Hermione ridacchiò ormai contro le sue labbra.

 

“Sta solo cercando di salvaguardare sua figlia dai cattivi soggetti come te…”

 

“Poteva pensarci un po’ prima che tu partorissi il quarto figlio, tu non credi?” soffiò lui ridendo, mentre lei gli circondava il collo con le braccia.

Lei sorrise apertamente e prendendolo per la nuca lo baciò con foga.

 

“Come mai così audaci oggi?” chiese Ron staccandosi un attimo, piacevolmente sorpreso da quella novità. Hermione sorrise contro le sue labbra, accarezzandogli il collo, per poi scendere sulle spalle, ancora leggermente bagnate. Un mugolio d’approvazione uscì dalle labbra di lui.

 

 “Ti dispiace, forse?” ghignò lei tra un bacio e l’altro, mentre si cominciavano a muovere verso il grande letto alle spalle della ragazza.

 

“Dov’è David?” gemette lui, ad un certo punto, staccandosi di mala voglia dalle labbra della moglie. Lei sorrise maliziosa.

 

“Guarda i cartoni…per due ore almeno avrà da fare…” disse abbassando una mano fino a raggiungere l’asciugamano che Ron aveva intorno alla vita. Il ragazzo sorrise sornione.

 

“Cosa ti prende oggi, si può sapere?!” rise lui, mentre l’asciugamano volava da qualche parte sul parquet.

 

“è da quasi due settimane che non stiamo un po’ insieme…io e te…mi manchi…” mormorò lei strusciandoglisi contro continuando a baciarlo, mentre si buttavano sul letto ridacchiando.

 

Adoro quando ti manco con così tanta intensità”  disse Ron, sospirando compiaciuto, vedendola mettersi a cavalcioni su di lui.

Hermione si tolse sorridendo il grembiulino verde mela e lo gettò poco lontano dall’asciugamano intonso.

In quell’istante, la porticina bianca della camera da letto si aprì rivelando un bimbetto dal visino spruzzato di lentiggini e dai capelli di un rosso quasi accecante.

David Weasley.

 

“Mamma?”  a Ron e Hermione si gelò il sangue. La ragazza scese repentinamente da lui, che cercò più velocemente possibile qualcosa con cui coprirsi, guardando con rimpianto l’asciugamano, gettato a tre metri dal letto. 

 

“David!” esordì Hermione con una risatina isterica di sottofondo, mentre Ron si copriva con un cuscino, guardando nervosamente il figlio che li fissava straniti.

 

“Che stavate facendo?” chiese lui facendo qualche passo avanti, puntando i suoi grandi occhi azzurri prima sul padre che tentava la fuga, e poi sulla madre, che lo bloccava tenendolo per il cuscino.

Hermione spalancò gli occhi con aria quasi inquietante.

 

“Che stavamo facendo, chiedi…noi…stavamo…” guardò Ron in cerca d’aiuto.

 

“Ehm…noi…stavamo…la mamma mi stava facendo il solletico!” esclamò lui quasi urlando. Hermione gli rivolse un’occhiata omicida. David corrucciò la fronte.

 

“E perché sei nudo?” Ron divenne color aragosta.

 

“Sono nudo perché…non sono vestito!” Hermione si passò una mano sugli occhi.

 

“Non mi sembra soddisfacente come risposta…Non è che mi state facendo un altro fratellino vero?” mormorò David alzando il sopracciglio.

Hermione ingoiò il vuoto, mentre il suo occhio aveva inevitabilmente un tic nervoso.

 

“Cosa ti viene in mente?!” disse Ron con una vocina isterica. Hermione guardava il figlio con occhi cerchiati, paonazza.

 

“Tesoro, per un altro fratellino bisogna aspettare l’arrivo della cicogna, lo sai!” David guardò la madre.

 

“Guarda che lo so che non arriva la cicogna che ti credi! E non abbiamo neanche i cavoli! Sono grande, ho capito benissimo il meccanismo!”

Ron e Hermione lo guardarono con gli occhi spalancati.

 

“COSA HAI CAPITO?!

 

“Tutto, tutto! L’ho visto prima in un cartone!” Ron corrucciò la fronte.

 

“Ma che cartoni vedi tu?!” David alzò le spalle.

 

“Me li ha dati la mamma” Ron si girò verso Hermione.

 

“Cosa miseriaccia gli fai vedere?!” lei si strinse nelle spalle.

 

“Quelli che vedevo io quando ero piccola! E ti assicuro non c’è nulla a proposito del…bhè…di quello!”

 

“E allora come te lo spieghi?”

 

“Non me lo spiego!”

 

“Tu spieghi sempre tutto! È la tua natura!” Hermione lo guardò con sufficienza.

 

Papy non urlare alla mamma! Anche voi due lo fate sempre in giro per casa!” I due si girarono repentinamente verso di lui, arrossendo violentemente.

 

“Quante volte ci hai visto?!” David rimase qualche secondo in silenzio, pensieroso.

 

“Non so di preciso…ma tante! Lo fate tutti i giorni!” Hermione corrucciò la fronte. C’era sicuramente qualcosa che non andava.

 

Davie…e cosa facciamo di solito?” Ron la guardò come se fosse pazza.

 

“Ma sei impazzita?! Vuoi anche i dettagli?!Hermione lo ignorò, continuando a fissare il figlio, che ora sospirava meditabondo.

 

Bhè…vi date tanti bacini! Non è così che si fanno i bambini?” Ron e Hermione tirarono un sospiro di sollievo, ricominciando a ridacchiare.

 

“Allora?! Non è così?” insistette il bambino, curioso. I due ragazzi si scambiarono uno sguardo, con occhi divertiti.

 

“CERTO!”

 

 

*

 

 

Small town homecoming queen
She's the star in this scene
There's no way to deny she's lovely
Perfect skin, perfect hair 
Perfumed hearts everywhere
Tell myself that inside she's ugly
Maybe I'm just jealous
I can't help but hate her
Secretly I wonder  

If my boyfriend wants to date her 

 

                                                             Saving Jane – Girl Next Door

 

 

“Perchè come dicevo a Tiffany l’altro giorno, non è importante se tu sia intelligente, per trovare un lavoro molto redditizio, l’importante è soprattutto essere simpatica al capo!” gracchiò Venus Malfoy, tutta presa in uno dei suoi assurdi discorsi che teneva in Sala Grande quasi tutti pomeriggi. Intorno a lei, un gruppetto di ragazzine con lo smalto favolosamente rosa, i capelli perfettamente pettinati e le lunghe ciglia imbrattate di mascara, ascoltavano avidamente quello che insegnava loro l’unica erede dei Malfoy ad essere accasata a Tassorosso.

 

“…Nulla impedirà agli altri di soffiarvi il posto nella vita se siete delle perdenti! Quindi fate come me: se non ottenete quello che volete con gentilezza…prendetevelo con la forza!” le ragazzine annuirono estasiate, seguendo con lo sguardo le ciocche dorate di Venus che si spostavano elegantemente sulle sue spalle.

 

In quel momento accanto alla tavolata Tassorosso, sopra cui era appollaiato il gruppetto di ragazze, passò la squadra Serpeverde di Quidditch diretta all’allenamento, con Rex Malfoy in testa. Venus scese con un saltino dal tavolo, quando vide Chris Bennet poco dietro il fratello.

Si avvicinò e bloccò con mala grazie l’intero gruppo, saltando al collo di un più che disgustato Rex, per attirare l’attenzione di Chris.

 

Rexy! Vai agli allenamenti? Posso venirvi a vedere? Ti prego, prometto di non dire una parola!” chiese lei strattonandogli il braccio. Il fratello si staccò duramente da lei, rivolgendole un’occhiata glaciale e non degnandosi neanche di risponderle.

Venus abbassò lo sguardo amareggiata.

 

“Non trattarmi come se ti vergognassi di me, Rex…” mormorò lei sfiorandogli leggermente l’avambraccio, senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi. Il ragazzo la guardò con indifferenza.

 

“Io mi vergogno di te, Venus. Non mi sento neanche il dovere di nascondertelo” mormorò lui, mentre i componenti della squadra cominciavano a scambiarsi sguardi tesi notando la piccola lacrima che rigò il bel viso di lei.

Rex si liberò in maniera decisa dalla sua presa e ricominciò a camminare con il gruppo al seguito, in un silenzio ora un po’ nervoso.

 

La ragazza rivolse un ultimo sguardo alla squadra e vide Chris rivolgerle un piccolo sorriso, poco prima di scomparire oltre il grande portone di mogano.

Sorrise al pensiero che, forse, l’ennesima umiliazione subita dal fratello, questa volta aveva sortito gli effetti desiderati.

 

 

Poco lontano dal gruppo, Sylvie Weasley, sorella minore di Sophie e Jolie, aveva spiato tutta la scena con finta indifferenza.

Sospirò, accasciandosi contro un muro.

Doveva decisamente smetterla di provare quella malsana passione per Chris Bennet.

 

È un Serpeverde, è cattivo.

Continuava a ripetersi giorno per giorno, quando la sua mente, ancora prima dei suoi occhi, andavano in cerca della sua figura.

Tutto inutile.

Sylvie era cotta di Chris. Lei ormai se n’era accorta ed aveva quasi accettato l’idea, ma proprio non riusciva a trovare il coraggio di dirlo alle sue sorelle, a cui mai aveva nascosto qualcosa. Scosse leggermente la testa come a scacciare quei brutti pensieri. Si sentiva sporca sapendo di mentire al suo sangue, ma non era proprio il caso di far sapere a Jolie che la sua sorellina aveva una cotta per il suo peggior nemico.

 

“No, non è decisamente una bella mossa…” si disse ad alta voce, sospirando pesantemente e riprendendo a camminare alla volta della sala comune Tassorosso.

 

Completamente persa nei suoi pensieri, non si accorse di andare addosso a qualcuno, che inciampò e cadde nel massimo della goffaggine.

Sylvie guardò in basso. Robin Paciock era davanti a lei, tutto rosso in faccia e gli occhi spalancati posati su di lei.

 

Robin!” disse lei cercando di aiutarlo ad alzarsi. Lui si ritrasse, rossissimo, trattenendo a stento un urletto quando lei gli prese le mani per farlo reggere.

 

Sy-Sylvie! Scusa! I-Io…”

 

Robin tranquillo, ti sono venuto addosso io! Mi dispiace moltissimo, è solo che…”

 

N-non fa nulla davvero…” mormorò lui annuendo aritmicamente con la testa, cominciando a raccogliere i libri che gli erano caduti di mano. Sylvie si chinò per aiutarlo.

 

“Che fai?” chiese lui, arrossendo violentemente, guardandola adoperarsi tanto per lui. Sylvie gli rivolse uno sguardo confuso, portandosi una ciocca biondissima dietro l’orecchio.

 

“Ti aiuto a raccogliere i libri! Ti ho fatto cadere, mi sembra il minimo!” lui arrossì ancora di più e rivolgendole un sorriso timido, prese in fretta e furia i suoi libri e alzandosi la ringraziò in maniera appena udibile, per poi eclissarsi dietro l’angolo.

 

Sylvie guardò il punto dove era appena scomparso il ragazzo, dubbiosa. Il suo sguardo poi si posò su un blocco dall’aria decisamente vissuta, con la copertina marrone scuro.

Lo prese in mano e lo studiò per un attimo, fissandolo attentamente. Lo aprì cautamente, non potendo fare a meno di sorridere sorpresa a ciò che le si presentò davanti agli occhi. Sfogliò per qualche secondo le pagine e poi richiuse il quaderno e, alzandosi, riprese a camminare alla volta della sua sala comune, con un sorriso particolare sulle labbra.

 

 

 

*

 

 

“Ho prenotato prima io il campo, vattene Malfoy!” urlò Ben Weasley sbuffando alterato, scambiandosi uno sguardo irritato con Rex Malfoy.

 

“Guardati intorno nano, non credo che i tuoi piccoli amici ti possano aiutare se per caso io e i miei compagni ti cominciassimo a fare male…” mormorò Rex rabbioso, mentre Chris gli si metteva al fianco, sogghignando.

Ben ridusse gli occhi a due fessure, mentre, imitando Chris, James Potter si affiancava all’amico, scambiandosi sguardi cattivi con un membro molto brufoloso della squadra Serpeverde.

Rex guardò sprezzante James, per poi ricominciare a parlare con Ben. 

 

“Cos’è, sarebbe lui il tuo aiuto? Se volessi potrei schiacciarvi sotto le mie scarpe firmate, stupidi mocciosi…”

 

“Sempre che tu riesca a prenderli!” una vocina femminile e dal tono saccente arrivò alle loro orecchie, facendo girare le due squadre.

Poco lontano, Emily Paciock, dall’alto dei suoi 160 centimetri d’altezza, lanciava occhiatacce a tutti i Serpeverde presenti.

Rex rise.

 

Cosa vuoi tu, piccola rompiscatole?!” Emily lo guardò con indifferenza, camminando lentamente, facendo ondeggiare la sua gonnella a pieghe, fino ad arrivare ai suoi compagni di casa.

 

“Nulla Malfoy…ma mi faceva piacere farti notare che questi mocciosi che tu tanto sminuisci ti hanno battuto diverse volte quest’anno…e quale umiliazione peggiore per te, farti battere da un gruppetto di ragazzini mezzosangue e per di più Grifondoro, non ti pare?” Rex la guardò come se stesse pensando di ucciderla in quel preciso momento, nel peggiore dei modi.

I Serpeverde stavano pensando ad una maniera per ribattere decentemente, ma tutti rimasero in silenzio, decisamente innervositi.

Chris sbuffò, stringendo le labbra nervosamente.

 

“Forza andiamo…” mormorò lui tirando Rex per la divisa, mentre i restanti membri, cominciavano a camminare alla volta del grande portone del castello.

Quando anche Rex e Chris se ne furono andati, continuando a masticare improperi contro qualsiasi cosa capitasse loro sotto gli occhi, James si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo, rivolgendo un sorrisone a Emily che arrossì leggermente.

 

Ben le rivolse un’occhiataccia.

 

“Grazie tante!” ringhiò lui, gettando la scopa a terra, continuando a borbottare. Emily lo guardò senza capire.

 

“Come prego?!” Ben la guardò rabbioso.

 

“Sei contenta adesso?! Ora quegli idioti penseranno che io abbia bisogno di una femmina per difendermi!”  Emily ridusse gli occhi a due fessure.

 

“Beh, è vero! Sei solo un ragazzino immaturo, non sei neanche capace di rispondere a tono!”

 

“Frena la lingua, nessuno ha chiesto l’intervento di Super Emily! Me la sarei potuto cavare benissimo da solo!” Emily sbuffò, cercando di camuffare una risata nervosa.

 

“Sappiamo entrambi che non è vero! Ammettilo, se non fossi arrivata io, a quest’ora Malfoy e i suoi stupidi amici starebbero svolazzando sul campo mentre tu e la squadra stareste borbottando diretti in sala comune!” James guardò preoccupato, il viso livido di Ben, che si stava avvicinando minaccioso alla ragazza.

 

Non.Ti.Impicciare.” ringhiò lui, puntandole un dito contro, rabbioso. Emily riuscì a stento a sostenere il suo sguardo. Ben raccolse la scopa, dirigendosi verso gli spogliatoi, mentre James tentava inutilmente di richiamarlo.

Emily con lo sguardo fisso per terra, tentava in tutti i modi di non piangere. James le si avvicinò, incerto.

 

Em…scusalo…lo sai come è fatto no? È un idiota!”  Emily alzò lo sguardo su di lui, mentre una lacrima sfuggiva dai suoi occhi cristallini. Sorrise, arrossendo leggermente.

 

“Già…Ora…ora è meglio che vada…” mormorò lei cominciando a camminare, dirigendosi verso il castello, mentre James la seguiva mortificato con lo sguardo.

 

 

 

*

 

 

 

 

Rex Malfoy non era un tipo paziente. Si arrabbiava con poco ed era decisamente una persona violenta e poco amichevole.

Ogni volta  che qualcuno lo vedeva camminare con il suo cipiglio più minaccioso stampato in faccia per i corridoi di Hogwarts, gli studenti trovavano tutte le scappatoie possibili per eclissarsi il prima possibile, ben consci del pericolo che correvano se le loro strade e quella di lui si fossero incrociate.

 

Quel giorno la piccola Lily Potter, non sembrò accorgersi del pericolo che stava correndo. Camminava tranquilla appena tornata dalla biblioteca, con qualche libro tenuto disordinatamente in mano e i lunghi capelli rossicci leggermente scombinati dalle ore di studio.

 

Quando i suoi occhi si incontrarono con quelli glaciali di lui, il respiro le si mozzò in gola.

Sulle labbra sottili di Rex, si disegnò un ghigno quasi inumano.

 

“Sono proprio costretto ad avere a che fare con voi piccoli mocciosi in qualsiasi istante, vero?” disse Rex vedendo la ragazzina che ora cominciava ad indietreggiare, in preda al panico, maledicendosi per essersi trattenuta in biblioteca anche durante la cena.

 

I-io…” il ghigno di Rex si allargò maggiormente, vedendola tremare e stringersi contro il petto i libri che aveva in mano.

 

“Hai paura per caso, piccola Potter? Cos’è, la spavalderia del tuo odioso padre se l’è presa tutta il fratellino?” Lily scosse terrorizzata la testa, quando vide lui avvicinarsi minacciosamente.

 

T-ti prego…n-no…” Rex rise, prendendola rudemente per le spalle e facendole cadere a terra tutti i libri. Lily cominciò ad essere scossa da incontrollabili singulti.

 

No cosa, piccola, dolce, Lily? Non ti ho ancora fatto niente! Risparmia le suppliche per quando comincerò a picchiarti…” dalla bocca di Lily uscì un singhiozzò terrorizzato, che fece ridere Rex.

 

“Sai, credevo che questa fosse veramente una brutta giornata…” esordì lui con sguardo allegro, cominciando a trascinarla verso un’aula vuota, mentre lei tentava inutilmente di liberarsi dalla sua presa “…insomma, prima la tua stupida cugina Mezzosangue che mi fa perdere venti punti…poi l’altro tuo stupido cugino Mezzosangue, insieme al tuo fratellino e alla loro piccola paladina della giustizia non mi fanno allenare la squadra…una giornata orribile! Poi, però…sei arrivata tu” disse lui ridendo, cercando di aprire un’aula chiusa a chiave. Ricominciò a camminare in cerca di una stanza che non fosse costretto a forzare.

 

“…Sai quanto sarebbe meraviglioso per me vedere le loro facce distrutte nel vederti piena di lividi e ferite profonde e dolorose, distesa su un letto dell’infermeria?! Vedere i loro occhi cerchiati, fissare il tuo corpo violentato privo di sensi, con la consapevolezza di essere stati loro la causa del tuo martirio?!” Lily ormai singhiozzava apertamente, pregandolo inutilmente di lasciarla andare.

 

“Piccola Lily questo è un grande giorno per te” disse lui sorridendole e accarezzandole amorevolmente le ciocche ramate, mentre lei continuava a tremare nel suo abbraccio violento.

 

T-ti pre-prego…no…” Rex rise asciugandole le guance bagnate di lacrime con le dita callose.

 

“Dovresti essere onorata bambina…” mormorò dandole un primo schiaffo, che la fece cadere a terra come fosse stata una bambola di pezza.

 

“…Molte ragazze desiderano avere le mie mani sui loro corpi lo sai?” mormorò strattonandola verso di lui e schiaffeggiandola un’altra volta.

 

“Perché non picchi loro, al posto suo allora?” una voce arrivò alle spalle di lui, che si arrestò dal colpire un’altra volta la piccola Lily.

Rex si girò, ben conscio di chi avesse parlato.

 

“Vuoi prendere tu il suo posto Mezzosangue? Godrei ancora di più a sentirti urlare di dolore!”  disse lui ghignando divertito strattonando Lily verso di sé e accarezzandole la guancia con forza.

 

“Lei è così carina…così pura e innocente…è eccitante, la piccina! Saresti disposta a far cambio, per salvare l’anima candida della ragazzina?”

 

“Non ho intenzione di far cambio” Elly Weasley si eresse in tutta la sua statura, avvicinandosi velocemente a Rex e Lily che ormai non emetteva più neanche un suono.

Rex la guardò con curiosità, lo sguardo vitreo.

 

“Non si fa così Weasleyla tua madre Sanguesporco non ti ha insegnato le buone maniere? Io do una cosa a te, tu ne dai una a te! Io non dono nulla per pura bontà d’animo!” Elly lo guardò con disgusto, prendendo la mano tremante di Lily e trascinandola verso di sé. Rex la lasciò andare, con un sorriso maligno sulla faccia.

 

“Va via” mormorò la ragazza a Lily che tremò un attimo girandosi verso di lei.

 

“Cosa?! Non ti lascio qui da sola con lui! El vieni via con me!”

 

“Va via ho detto”  ordinò lei senza mezzi termini, con durezza nella voce.

 

“Elly…”

 

“VAI!” Lily tremò quando incontrò lo sguardo della ragazza. Indietreggiò di qualche passò.

 

“Chiamerò aiuto…i-io…” mormorò lei subito prima di cominciare a correre in cerca di qualcuno che potesse aiutare la ragazza.

 

Ora il corridoio era deserto fatta eccezione per due persone.

Elly cominciò a sentirsi nervosa quando i suoi occhi incontrarono quelli di Rex, che la fissavano giocosi.

 

“Allora Weasley, cos’hai da offrirmi?” mormorò lui avvicinandosi, mentre lei continuava a guardare fissa davanti a sé.

Quando Rex le sfiorò la guancia con la mano, lei si spostò, come se qualcosa l’avesse scottata all’improvviso.

 

“Non toccarmi Malfoy” mormorò lei decisa. Rex scoppiò in una risata argentina.

 

“Hai paura che io mi approfitti di te? Oppure sotto sotto lo speri Weasley?…Sotto sotto speri che io ti tocchi…che ti faccia sentire il mio corpo sopra al tuo?”

 

“Mi fai schifo” disse lei dura, guardandolo con odio.

 

“Non meriti il mio rispetto, né tanto meno qualcosa da parte mia….mi fai pena” il ghigno di Rex si oscurò di colpo per lasciare spazio ad un’espressione furente.

 

“Sta attenta a come parli Mezzosangue…nulla mi impedisce di ucciderti in questo stesso corridoio!” Elly rise sarcastica.

 

“Ma davvero?! E dimmi…credi sul serio che il tuo paparino possa riuscire a tirarti fuori da Azkaban? Lascia che te lo dica, tuo padre conta meno di un sassolino in una scarpa all’interno del Ministero” gli occhi di Rex lampeggiarono di rabbia.

 

“…e sappi che nulla mi impedisce questa notte di andare a dire tutto quello che sta accadendo in questo corridoio alla Preside. Come pensi reagirebbe papino se venisse a sapere che suo figlio è stato espulso per aver picchiato una Mezzosangue?” Rex rimase in silenzio, rabbioso.

 

“Me la pagherai, Mezzosangue…sappilo” Elly sorrise, girando sui tacchi e cominciando a camminare verso la Sala Grande.

 

“Buona serata Malfoy

 

 

*

 

 

Draco Malfoy sospirò pesantemente leggendo la lettera che suo figlio Rex gli aveva appena spedito. Accanto a lui, Lavanda si metteva la crema all’olio di baobab per rendere la sua pelle ancora più morbida ed elastica di quanto già non fosse.

 

Che dice il mio cucciolo?” chiese lei sistemandosi per bene il babydoll fucsia che indossava. Il ragazzo le rivolse uno sguardo di preghiera quando sentì il nomignolo che lei aveva appena affibbiato al figlio.

 

“Per l’amor del cielo! Smetti di chiamare mio figlio Cucciolo!” Lavanda lo guardò con il broncio.

 

OkRexy?”

 

“No!”

 

Passerottino?”

 

“Lavanda, smettila”

 

Patatino croccantino?”

 

“Ma sei pazza?!

 

“Amorino batuffoloso?” l’occhio di Draco ebbe un tic nervoso.

 

“Come ti sentiresti tu, se ti chiamassi Vanda in pubblico?!” Lavanda fece per parlare, ma si zittì all’improvviso incrociando le braccia al petto, piccata.

 

“Non sei per nulla carino, amorino mio...Pensare che eravamo così felici appena sposati!” Draco la guardò stressato, mettersi la vestaglietta rosa di pail, con aria stizzita.

 

Ma se mia madre ci ha costretto a sposarci perché eri incinta! Non facevi altro che inveire contro chiunque i primi mesi…”

 

“Ero nel periodo degli sbalzi d’umore, è normale che io abbia inveito contro qualsiasi cosa mi capitasse a tiro in quei mesi, cucciolotto…sennò lo sai che zuccherino di ragazza che sono! Cissy lo dice sempre, che non avresti potuto desiderare di meglio!”

 

“Ti prego smettila di chiamare mia madre Cissy…” Lavanda sbuffò, prendendo dalle mani di lui la lettera di Rex.

 

“Comincio a pensare che tu abbia qualcosa contro i soprannomi…”

 

“Dopo diciassette anni, ora cominci?!” Lavanda lo ignorò.

 

“Uh! Il mio amore ha preso E al compito di Trasfigurazione!” squittì lei tutta contenta.

 

“Sì! E ha anche picchiato la Potter! Sono orgoglioso del mio figliolo!”  Lavanda scorse velocemente la lettera, ignorando l’ultimo commento del marito, per poi fare un sospiro sognante.

Draco si girò stranito verso di lei, che ora stringeva la lettera al petto e fissava fuori dalla finestra con un sorriso più ebete del solito sulla faccia.

 

“Che ti prende?!” Lavanda si girò verso di lui, continuando a sorridere.

 

“Il mio cucciolotto coccoloso si è innamorato!” Draco provò ad ignorare il nuovo soprannome, concentrandosi sul resto della frase.

Dopo qualche secondo si rese conto del reale significato di quelle parole.

 

“COSA?!” Lavanda ridacchiò.

 

“Sì! Lo dice chiaramente nella lettera!” Draco strappò la lettera dalle mani di lei, rileggendola velocemente.

 

“Qui non dice nulla!” Lavanda lo guardò con espressione vuota.

 

“Sì, invece!”

 

“Vanda, scusa, ma…” lei gli rifilò un’occhiataccia “…qui dice che è andato bene il compito, che il piccolo Weasley non gli ha fatto allenare la squadra e che quella stupida, idiota di una Mezzosangue di Eleanor Weasley  gli ha rovinato la giornata più di tutte le altre con la sua stupida e inutile presenza sulla faccia della terra! Non parla di nessun innamoramento” Lavanda rise.

 

“Certo che sei proprio stupidotto cucciolo mio…è ovvio che è innamorato!” il sopracciglio di Draco s’inarcò inconsciamente, leggendo anche il p.s. dove diceva di aver picchiato Lily Potter.

 

“Ovvio?”

 

“Sì amore!”

 

E sentiamo, di chi sarebbe innamorato il mio unico erede sano?”

 

“Della figlia di Ron e Hermy naturalmente!” Draco si lasciò andare sul puff rosa di Lavanda, completamente sotto shock.

 

“Stai bene cucciolino?” lui la guardò con occhi cerchiati.

 

“NO CHE NON STO BENE! Sei impazzita forse?! Vuoi farmi morire a trentasei anni?!” Lavanda lo guardò senza capire.

 

E perché il fatto che il nostro Rexy sia innamorato della Weasley dovrebbe ucciderti? Va bene, magari Hermy non sarà il massimo della simpatia e francamente tenerla come consuocera non mi piacerebbe per niente, ma nonostante questo, e che i capelli di quella povera ragazza sono veramente orribili, non ci trovo nulla di male!” Draco la guardò, sull’orlo dell’esaurimento nervoso.

 

“Lavanda...quella...quella è Mezzosangue! E mai, un Malfoy si unirà in qualche modo ai Sanguesporco!” lei scoppiò a ridere.

 

Ma com’è sciocchino il mio amore? Sempre a scherzare stai!” disse ancora ridendo, cominciandosi ad infilare a letto. Draco la guardò con gli occhi cerchiati.

 

“Vanda, non sto scherzando”

 

“Certo che sì, invece! Guarda noi! Io sono Messosangue amore mio adorato, eppure siamo felici come il primo giorno!” lui sentì un dolore al cuore, accompagnato da un preoccupante tic alla guancia.

Sarebbe morto ora, lì, ne era certo.

 

T-tu s-sta-i sche-scherzando vero?!” chiese lui, isterico, una volta che fu sicuro che l’infarto che lo stava per colpire gli stava lasciando ancora un po’ di tempo prima di ucciderlo definitivamente.

Lavanda lo guardò tranquilla.

 

“No, amorino. Ora forza, vieni a letto, hai una brutta cera stasera!”  Draco fissò la moquet fucsia dell’angolo della stanza di Lavanda, ancora accasciato sul puff rosa.

 

“Arrivo fra un attimino Vanda…”

 

La mattina dopo, Lavanda ritrovò Draco nella stessa posizione in cui lo aveva lasciato la sera prima.

 

 

 

 

 

 

 

Oddio…ci sono riuscita!!!! *gigia si commuove* Ragazzi…ho finalmente iniziato il sequel! (e che qualcuno ci salvi ora, perché sono inarrestabile! Wuahuahauah!).

Ditemi cosa ne pensate, mi raccomando, spero tanto che vi sia piaciuto questo primo capitolo! So che i personaggi sono tanti, ma presentandoveli a poco a poco sono sicura che alla fine li ricorderete tutti! (spero almeno .__________. )   

A presto!

Baciotti potti! ^^

 

   
 
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