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Autore: ifyourheartdoesntwork    22/01/2012    6 recensioni
In Italiano, "Dimentichiamo i nostri piaceri,ricordiamo i nostri dolori" (Cicerone, Pro Murena). Una fanfiction che vede come protagonista Hermione, incentrata sulla crescita e sul ricordo, e su come la mancanza di esso possa sconvolgere una vita.
Non posso dirvi niente di più, spero che leggerete la storia per scoprire che cosa voglio dire ;) Un saluto a tutti e vi prego, siate clementi... è la mia prima fanfiction!
In breve...
[-Scusate, qualcuno di voi si ricorda chi è Draco Malfoy?-]
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Hermione Granger stava salendo gli scalini in ferro battuto della scala a chiocciola, con un passo felpato; Rose e Hugo si erano appena addormentati e non voleva certo che si svegliassero per il cigolio stridulo dei gradini. Ron quella sera era uscito per andare a assistere alla partita di Quidditch con Harry e Ginny, i quali avevano invitato ovviamente anche lei, che però non aveva esitato a declinare gentilmente l’invito per restare a casa in compagnia dei bambini.
Da ragazza non avrebbe mai pensato che essere madre le sarebbe piaciuto così tanto: era impegnata nella lotta contro le forze del male e le ingiustizie, e non aveva certo intenzione di diventare il genere di donna che resta a casa a cucinare e badare alla prole mentre il marito è fuori a fare altro. Non aveva tuttavia preso in considerazione il fatto che avere dei figli volesse dire molto di più; dal momento in cui aveva scoperto di essere incinta di Rose, tutto il suo mondo era cambiato: avrebbe dato alla luce il frutto del suo amore per Ron, una creatura che era in parte Hermione Granger e in parte l’uomo di cui era innamorata. La sua vita non girava più intorno a sé stessa, ma a quelle due personcine ancora così piccole e ingenue, per le quali provava un affetto più grande di qualsiasi sentimento avesse mai provato; e non per questo passava le sue giornate chiuse in casa, anzi, proprio per loro usciva e affrontando i maghi oscuri diventava ogni giorno di più una madre della quale i suoi figli potessero essere fieri.
Anche i passi leggeri che l’avevano ormai portata alla cima della scala erano stati mossi per via di Rose e Hugo.
-Mamma, tu assomigliavi a Rosie da bambina?- le aveva chiesto il piccolino poco prima di addormentarsi.
-Abbastanza!- aveva ammesso lei sorridendo. – Ma non avevo i suoi bei capelli rossi ovviamente.-
-Mi piacerebbe vedere delle tue foto, ma’!- aveva esclamato la bambina sfregandole il nasino contro la spalla. –Di quando avevi la mia età!-
-Anche di quando avevi la mia di età!- aveva aggiunto il fratellino. – E di quando avevi tutte le altre età!-
-Ahah, d’accordo.- aveva acconsentito ridendo. –Ma domani mattina, quando sarete freschi e riposati!-
Hermione non era solita non mantenere una promessa, e dopo aver finito di raccontar loro una fiaba di Beda il Bardo era andata in soffitta per cercare degli album fotografici; da quando era piccola fino ai suoi ventidue anni aveva avuto un amore immenso per la fotografia e gli album, ricordava di aver documentato con attenzione la sua giovinezza e catalogato ogni istante in quei volumi che ormai dovevano essere pieni di polvere: era da secoli che non li sfogliava. Di sicuro non ci avrebbe pensato se Hugo non le avesse posto quella domanda; era come se si fosse completamente scordata della loro esistenza prima che quella scintilla destasse in lei il dolce ricordo degli album.
Ora però si ricordava perfettamente tutto: gli album (erano ben 15) si trovavano sotto i suoi vecchi libri di scuola, che andavano da quelli babbani delle elementari a quelli magici degli anni di Hogwarts; sebbene avesse ritrovato i suoi genitori in Australia e reso loro la memoria, i due dentisti si erano talmente innamorati del continente al punto da decidere di rimanere a vivere lì: Hermione aveva potuto quindi restare ad abitare nella piccola e graziosa casa di Londra nella quale era cresciuta, e che si trovava, per una qualche curiosa coincidenza, a pochi metri da Diagon Alley.
-Gratta e netta!- esclamò agitando la bacchetta, per rimuovere la polvere e le ragnatele dai 14 volumi. Che strano. Era proprio convinta che fossero 15! Con un secondo colpetto di bacchetta fece levitare gli album, i quali la seguirono docilmente fino al piano terra, dove si trovava il soggiorno.
Il camino era accesso, e insieme alla mobilia rossa e oro contribuiva a rendere il salotto molto simile alla sala comune dei Grifondoro a Hogwarts; nel caso i colori non bastassero, i diplomi di MAGO appesi alle pareti e le foto delle varie vittorie dei campionati scolastici di Quidditch non lasciavano ombra di dubbio su quale fosse la casa di appartenenza della giovane coppia. Nonostante avessero lasciato la scuola da più di dieci anni, essere stati parte di quella casata non era una cosa che si potesse dimenticare molto facilmente.
Hermione si sedette per terra, appoggiando la schiena al divano; prese in mano il primo album e iniziò a sfogliarlo sorridendo; i ricordi riaffioravano vividamente nella sua testa, mostrandole immagini e facendole sentire suoni, odori e sensazioni.
Un pomeriggio al lago in cui sua madre le aveva spiegato perché i pesci potevano respirare sott’acqua... La torta che suo nonno paterno le aveva preparato con tanta cura e che il cane si era mangiato... La festa dei sei anni del suo vicino di casa, Martin...
Al tempo non sapeva ancora di essere una strega, e nonostante la fervida immaginazione che hanno solitamente i bambini non avrebbe mai potuto inventarsi un mondo tanto eccezionale e complesso come quello in cui era stata catapultata a 11 anni.
La volta in cui addentando una mela aveva perso il primo dentino... La gita in campeggio con i suoi cugini, con quel procione che aveva bucato la tenda sua e di suo padre... Il pigiama party a casa della sua grande amica del tempo, Hannah...
Sospirò emozionata quando vide sé stessa da undicenne con in mano la lettera di Hogwarts, come se volesse dimostrare al mondo babbano che aveva inventato quella macchina fotografica che la magia esisteva davvero e lei ne aveva una prova.
Da quel momento in poi le immagini cambiavano radicalmente: non erano più statiche, ma in movimento, come tutte le foto magiche.
La prima partita di Quidditch di Harry... Ron intento a copiare i compiti di pozioni... Lei e Ginny nei dormitori di Hogwarts... Tutti i Grifondoro del 2° anno alla fine degli esami... Grattastinchi che saltava addosso a Ron...
La porta si aprì di scatto ed entrarono raggianti Ron, Harry e Ginny; la giovane donna stava sulle spalle del marito, aggrappata con vigore come una hippy adolescente.
-Abbiamo vinto!!- esclamò suo marito correndole in contro per baciarla.
Hermione rise per l’entusiasmo dimostrato dai tifosi e poi sollevò l’album che teneva sulle ginocchia indicando con l’indice la foto con Ron e il gatto.
-Ricordi?- gli chiese sorridente.
Lui dapprima fece una faccia sconvolta, poi il suo sguardo si addolcì ripensando a tutte le lotte con quella palla rossa pelosa e accarezzò gentilmente la guancia della donna; con lei aveva litigato anche di più che con il gatto, eppure adesso erano lì...
Harry si diresse sicuro, come se fosse casa sua, verso la cucina e tornò dopo qualche istante con quattro bottiglie di burrobirra in mano e l’aria spensierata che il Quidditch gli dava sempre; si sedette di fronte a Hermione e invitò gli altri a fare lo stesso, porgendo una bottiglia a ciascuno.
-E’ da un sacco che non guardo delle foto di quei tempi!- disse dopo aver brindato. – Oh Merlino, guardate che capelli aveva Dean Thomas!-
Passarono la serata ad osservare i volti tanto noti rimasti congelati nel tempo e conservati con tanta cura da Hermione; con la maggior parte dei loro compagni di corso erano ancora in contatto, come potevano non esserlo dopo la guerra contro Voldemort? Ma di alcuni avevano perso completamente le tracce...
-Marietta Edgecombe!!- esclamò Ginny scoppiando a ridere vedendo la povera Corvonero con uno strato di fondotinta decisamente superiore alla norma.
Risero tutti e quattro a lungo ripensando a come era stata punita per aver tradito l’Esercito di Silente, per poi convenire tutti – tranne Ginny – nel dire che forse a fine anno avrebbero anche potuto dirle come liberarsi di quell’acne.
Arrivarono alle pagine del sesto anno, all’inizio delle quali c’era una foto molto grande che mostrava tutti gli studenti di quell’età; i nomi di tutti i presenti erano scarabocchiati ai margini dell’immagine, legati alle persone corrispondenti da delle sottili linee tracciate con la magia.
- E questo chi è?- chiese Ron indicando uno studente di Corvonero. Dopo aver seguito la linea magica, mormorò lentamente: -Anthony Goldstein... –
Si voltò verso gli amici con aria persa, come se dubitasse che Anthony Goldstein fosse mai venuto a Hogwarts; Hermione scosse la testa spazientita e tentò di rinfrescargli la memoria:
-Corvonero... piuttosto alto... Andiamo Ronald, era nell’E.S.!!-
Ron spalancò gli occhi e la bocca per poi esclamare: -Ah! E’ vero!-
Harry scosse la testa ridendo per poi smettere stranamente di colpo. Hermione alzò lo sguardo corrugando le sopraciglia, ma l’amico non fece una piega; la donna poté però notare che la sua mascella era leggermente contratta.
Decise di non farci caso – probabilmente Anthony ci aveva provato con Ginny durante le riunioni dell’E.S.- e con il dito continuò a dirigersi -come stava facendo prima che lo strano comportamento dell’amico la interrompesse- verso l’angolo dei Serpeverde. Parkinson, Nott, Goyle....
Si fermò perplessa al centro del gruppetto: strano che non si ricordasse di quella persona; di solito aveva una memoria di ferro, soprattutto per quanto riguardava i volti. Con l’indice seguì la linea che collegava quel volto a un nome e sentì Ron al suo fianco irrigidirsi. Decise di ignorare anche le stranezze del marito e chiese semplicemente:
-Scusate, qualcuno di voi si ricorda chi è Draco Malfoy?-

  
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