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Autore: Five boys stole my heart    01/02/2012    3 recensioni
Lei che vive di emozioni.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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…Come previsi: era un maschio. Biondo; qualche ciocca gli ricadeva sopra due occhi color mare.
Tranquillamente abbozzò un ‘posso sedermi qui?’, non esitai e annuii.
Non volevo perdere l’occasione di incontrare un bel ragazzo già in aereo, poi, non avevo nessuno che conoscevo quindi il posto era libero.

Aspettai qualche secondo, pensando che poteva riparlarmi, ma niente.
Decisi di prendere l’ipod per rilassarmi, quando un gesto spostò quel mio movimento; era la sua mano, tesa.
Lo guardai in viso, mi sorrideva, riguardai la sua mano, poi il suo viso, di nuovo. Non capivo cosa voleva. “Piacere, Josh.” Ah, ora capivo, “uhm, Chloe” tesi la mano, “wow, sei inglese!” affermò con un po’ di stupore sulla faccia, “Si, cioè, no. Di origine, mio padre è inglese e mi hanno dato un nome inglese, sai com’è.” “Ah, capisco.” Replicò lui “Anche io sono inglese ma mio zio sta a Roma e qualche volta vado a trovarlo! E tu? Vai a trovare i tuoi parenti, suppongo.” Mi disse tranquillamente, “Uhm, veramente no.” Non volevo fargli sapere dov’ero diretta, magari era uno stalker.
Mi inventai qualcosa “una mia amica mi ha chiesto di andarla a trovare e così ho fatto” stavo mentendo alla grande.

Continuammo a parlare. Il tempo trascorso a chiacchierare con Josh passò veloce davanti ai miei occhi, finchè non sentii la solita manovra d’atterraggio. Capii che eravamo arrivati. Ci fecero sgomberare dall’aereo in poco tempo, fino a ritrovarmi sulla mia terra d’origine: l’Inghilterra. Era da tanto che non ci andavo, ma non era importante.
Corsi a prendere le valigie; fortunatamente c’erano tutte, ma il ‘guaio’ era un altro: dove cavolo dovevo andare? Sicuramente ci sarebbe stato un pullman o un taxi che mi avrebbe portata al collegge, speravo. Mentre mi chiedevo cosa avrei fatto mi recavo verso l’uscita e trovai tante ragazze ammucchiate. Erano slanciate, avevano un bel fisico, mi sembravano ballerine. Andai verso di loro. Mi squadrarono, ma non ci feci caso.
Tra il gruppo vidi una ragazza che aveva fatto lo stage nella mia stessa scuola, così mi avvicinai a lei e mi guardò. “Erm, ciao. Anche tu eri allo stage per la ‘dance accademy’?” dissi sorridendo “Oh, un’italiana, finalmente! Comunque si, oddio, ti ho già vista; c’eri anche tu li, vero?” “Si!” Annuii “Beh, allora, piacere: Chiara!” Tese la mano.
Mi ricordai l’incontro di un’ora prima con Josh, che carino che era stato. Mi sarebbe piaciuto incontrarlo di nuovo ma ne dubitavo. “Piacere mio, Chloe” “Sai se deve arrivare un pullman o un taxi? Perché noi stiamo aspettando qui da mezz’ora!” mi disse esitando “Essendo arrivata ora ne so meno di te! Spero arrivi presto qualcuno perché io sto morendo di freddo” Non feci in tempo a finire la frase che arrivò un pullman. Era grande, tutto bianco panna.
Lo sormontava una foto di due ballerini con sotto scritto ‘Liverpool-Dance Accademy’. Entrammo, Chiara si sedette accanto a me. Dopo dieci minuti, circa, il pullman si fermò davanti a un grande palazzo, sembrava un castello; aveva un giardino immenso.
Ci fecero scendere per poi entrare nel salone principale di quella specie di castello. Rimasi a bocca aperta, quella sala era ancora più meravigliosa del fuori. In ogni punto c’era un quadro e un vaso di fiori che la adornavano.
Le pareti erano rosa chiare con qualche fiocco disegnato. In un angolo dello stanzone sporgevano delle poltrone e due grandi divani. I miei pensieri vennero stoppati da una voce soave, una donna. Magra, alta; i capelli ricci neri corvino le scendevano sulle spalle incorniciando due occhioni color cioccolato. Era bellissima. Disse qualche parola insignificante per le mie orecchie, poi ci diede le chiavi delle camere.
Ero nella 18B del secondo piano. Mi recai li, aprii la porta e mi trovai davanti ad una camera stupenda. Le pareti erano color panna, qua e là qualche fiore come decorazione.
C’erano tre letti; alti, soffici solo a vederli. Sul fianco di essi c’era un comodino con una lampadina e due cassettini; al lato, sotto una finestra, si sporgeva una scrivania con una sedia interamente bianca. Accanto ad essa c’era una poltrona.
Era tutto magnifico, c’era anche il bagno, grande quanto bastava e una stanza-guardaroba. Lo scricchiolio di una porta che si apriva interruppe i miei pensieri, chi era?
Salve a tutte ragazze, dopo un pò di critiche ci siamo riprese più forti di prima! Vale ha messo tutta se stessa in questo capitolo come negli altri e speriamo che vi piaccia. Se ci lasciate un recensione con un vostro commento personale ci farebbe un piacere immenso. Un bacio Vale e Chiara! :)
   
 
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