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Autore: giorgiet    22/02/2012    5 recensioni
quando Hermione scopre di essere stata tradita dal suo grande amore desidera solo dimenticare cerca quindi aiuto nella magia con risultati a dire poco catastrofici. Una magia pericolosa, una trasformazione sbagliata, una convivenza forzata con la persona che più si odia al mondo...ma non tutti i mali vengono per nuocere! la guerra è finita, è l'ultimo anno a Hogwarts ed è il tempo delle seconde possibilità o forse è solo il tempo di conoscersi veramente.
è una dramione ambientata dopo la fine della guerra
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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- Sono stata con Malfoy-
 
Un silenzio surreale regnava nella Sala Comune Grifondoro. I presenti restavano immobili, troppo sconvolti per fare un solo passo, con l’incredulità dipinta sui loro volti, mentre la figura di Hermione Granger spariva oltre le scale del dormitorio. Nessuno riusciva a dire una parola, sentivano solamente l’eco di quelle parole troppo sconvolgenti per qualunque grifondoro, ancor di più se legate alla mezzosangue Hermione Granger.
Quel momento di inquietante silenzio fu rotto da uno scioccato Ron, che l’unica cosa che riuscì a fare fu quella di lasciarsi cadere su una poltrona sussurrando un – miseriaccia- allora tutti sembrarono riacquistare le proprie facoltà mentali. Mentre Lavanda si avvicinò a Ron per consolarlo, tutti si voltarono istintivamente verso Harry, giusto in tempo per vederlo correre all’inseguimento di Hermione. Un secondo dopo si trovarono lo sguardo severo di Ginny addosso che intimava tutti a non muoversi da lì per nessuna ragione, soprattutto suo fratello, per poi vederla raggiungere il suo ragazzo e la sua amica.
 
Hermione raggiunta la sua stanza si guardò intorno con un velo di tristezza e rimpianto nello sguardo. Quelle camere apparivano così diverse senza le sue cose, senza il suo abituale disordine e lei si sentiva così fuori posto. Non erano le sue cose, non era la sua stanza, non era il suo tempo.
Velocemente però scaccio via quei pensieri, quello non era il momento dei ripensamenti. Voltandosi verso il letto vide, appallottolato sopra il cuscino, un ammasso di peli che la fissava, incuriosita si avvicinò e allungò una mano per accarezzare quel pelo che appariva così soffice -Grattastinchi… - sussurrò più verso se stessa che verso il gatto che la guardava restando in allerta. Non appena la mano della ragazza fu abbastanza vicina, Grattastinchi mosse velocemente la zampa e la graffiò per poi allontanarsi con la coda alta .
- stupido gatto- sussurrò seguendo Grattastinchi con lo sguardo per poi incrociare gli occhi di Harry, che fermo sulla porta la guardava in silenzio.
- che c’è? – chiese infastidita. Harry vacillò un secondo di fronte l’ostilità della ragazza e non sapendo bene che fare si avvicinò titubante, sedendosi sul letto e invitandola a fare lo stesso.
Seduti uno accanto all’altro Harry si rese conto che mai prima di allora erano stati così lontani come in quel momento. Lei era distante e nel suo sguardo mancava quella scintilla di affetto con cui lo aveva sempre guardato e allora si sentì perso, come se la ragazza che aveva seduta di fianco non fosse la stessa con cui aveva trascorso gli ultimi sette anni della sua via, con cui aveva condiviso gli orrori di una guerra.
- che ti succede Hermione?- chiese timidamente. Non era mai stato bravo in queste cose, in questo era Ginny quella che se la cavava meglio. La ragazza lo guardò scrollando le spalle, non aveva nulla da dirgli perché non si fidava, aveva imparato sulla sua pelle che non ci si poteva fidare nemmeno di quelli che dicono di amarti.
- non sono arrabbiato…cioè si lo sono, ma solo perché ero molto preoccupato- riprovò Harry, sperando di vedere il sorriso sincero illuminare il volto della ragazza.
 – con Malfoy Hermione?- chiese infine scioccato e anche un po’ infastidito dal prolungato silenzio di Hermione. Harry però non poté continuare, perché il rumore della porta che veniva chiusa attirò l’attenzione di entrambi sulla persona che era appena entrata. Ginny si avvicinò posizionandosi di fronte a loro, incrociando lo sguardo della sua amica, per poi gettarsi tra le sue braccia – mi sei mancata Hermione- disse Ginny, trattenendo le lacrime di gioia – eravamo così preoccupati- continuò quando sentì Hermione ricambiare, se pur debolmente, l’abbraccio.
Quando si separarono Ginny si andò a sedere di fianco a Hermione, che trovandosi in mezzo tra Harry e Ginny si sentì improvvisamente soffocata. Si alzò velocemente cominciando a girovagare per la stanza.
- Hermione…- la chiamò piano Harry. Non ricevendo risposta fu Ginny a prendere la parola – Hermione eravamo preoccupati. Eri sparita senza dire nulla, dopo che avevi scoperto di Ron e Lavanda- Ginny si alzò facendo qualche passo verso la sua amica. La sentiva distante e questo la spaventava – poi torni e ci dici che in tutto questo tempo sei stata con Malfoy. Come se fosse una cosa normale. E ora non ci rivolgi nemmeno la parola?- terminò con amarezza. Harry si avvicinò alla sua ragazza, poggiando la mano sulla sua schiena a confortarla e prima di dire qualsiasi cosa venne preceduto da Hermione.
- non ho nulla da dirvi. Ho sbagliato un incantesimo e Malfoy mi ha aiutato. fine della storia- disse la ragazza avvicinandosi alla porta per poi aprirla – e ora se non vi dispiace avrei altro da fare che ascoltare le vostre prediche sulla mia storia con Malfoy- concluse invitandoli ad uscire.
- che cosa?- urlò Harry.
- da quando hai una storia con Malfoy?- chiese sconvolta Ginny.
Hermione chiuse gli occhi, cercando un modo rapido di levarsi di torno quei due. Prese un profondo respiro e poi riaprì gli occhi, cercando di addolcire lo sguardo – possiamo parlarne domani? Sono veramente stanca…domani dopo una bella dormita sarò di nuovo io- cercò di dirlo nel modo più carino possibile, cercando di evitare di cacciarli a calci da quella stanza.
- non puoi…- tentò Harry trattenendo a stento la voglia di urlare, ma Ginny stringendogli la mano intorno al braccio lo intimò di lasciare perdere. Si voltò verso la sua ragazza rendendosi conto che lei non gli stava prestando la minima attenzione, troppo presa nel guardare Hermione. Senza dire una parola Ginny trascino Harry fuori dalla stanza, accennando un saluto con il capo a Hermione, che con un sospiro di sollievo chiuse la porta, restando finalmente sola.
- sono preoccupata – sussurrò Ginny fissando la porta chiusa e cercando la mano di Harry, intrecciando le dita non appena la trovò – non sembrava nemmeno lei-
 
 
La notte era trascorsa lenta e insonne, la ragazza si era più e più volte rigirata nel letto. Aveva scalciato via le coperte quando sentiva troppo caldo, le aveva ritirate su quando la sua pelle si ricopriva di brividi. Non ricordava più cosa volesse dire chiudere gli occhi e lasciarsi andare all’incoscienza del sonno, l’ultima volta era stato tra le sue braccia. L’ultima notte che avevano potuto passare insieme. L’ultima, prima che lui si dimenticasse di lei, di quello che c’era stato, di loro.
Quando ormai l’alba era sorta, la ragazza si alzò facendosi rapidamente una doccia e indossando la divisa. Così diversa da quella che ricordava. Uscì dalla sua stanza quando ancora la Sala Comune era vuota, segno che tutti erano ancora nel mondo dei sogni o si erano appena svegliati.
Decise di raggiungere la Sala Grande prima di incontrare Harry e Ginny e di doversi sottoporre al loro terzo grado. Inaspettatamente la via di fuga fu ostacolata dall’ultima persona che si sarebbe mai immaginata.
- dove stai andando?- chiese un Ron assonnato grattandosi la testa e sbadigliando rumorosamente. Hermione sbuffò prima di voltarsi verso di lui, che la raggiungeva con passo incerto.
- sto andando in Sala Grande- disse la ragazza infastidita – e no, non voglio parlare con te. Per quanto mi riguarda dovresti morire da traditore quale sei, ma non spetta a me ucciderti quindi lasciami in pace- aggiunse quando Ron stava per parlare.
Le parole gli morirono in gola di fronte all’ostilità e la cattiveria di Hermione, che senza aspettare nemmeno un momento gli voltò le spalle, scomparendo oltre il ritratto della Signora Grassa, lasciandolo in mezzo la Sala Comune con la bocca spalancata e gli occhi tristi e sconvolti.
 
Quando era arrivata in Sala Grande i tavoli erano per lo più vuoti. Oltre i professori, infatti c’erano due studenti di Tassorosso che la guardavano parlottando tra loro e uno studente di Corvonero che praticamente dormiva sul tavolo. In silenzio si avvicinò al tavolo di Grifondoro e altrettanto in silenzio consumò la sua colazione. Quando ebbe finito i tavoli erano leggermente più affollati, ma per sua fortuna dei suoi amici non vi era ancora traccia. Abbandonò il tavolo rapidamente ricambiando qualche saluto e ridacchiando nell’ascoltare i pettegolezzi che si lasciava alle spalle.
Non appena voltò l’angolo andò a sbattere contro qualcuno, che imprecò senza però lasciarla cadere. Le ci vollero solo pochi secondi per riconoscere il proprietario di quelle mani e altrettanto per alzare lo sguardo e perdersi in quegli occhi di ghiaccio.
Così simili e così diversi.
- attenta a dove cammini mezzosangue- le sussurrò Malfoy stringendo la presa sulle sue braccia. Hermione lo guardò sorridendo maliziosamente e avvicinandosi leggermente al suo corpo – mi dispiace non ti avevo visto- sussurrò sporgendo il volto, come se si aspettasse un bacio.
Spiazzato da quel atteggiamento, vacillò un attimo prima di riprendere il controllo e avvicinare il volto al suo – dopo le lezioni ti aspetto da me –sussurrò suadente sulle sue labbra prima di allontanarla da se e riprendere a camminare con a fianco Blaise e Pansy, che in silenzio avevano assistito alla scena. Sorridendo soddisfatta, anche Hermione riprese a camminare verso l’aula di trasfigurazione.
 
Non appena Harry e Ron entrarono nell’aula di trasfigurazione cercarono Hermione, trovandola seduta, già pronta a seguire la lezione.
- in questo non cambierà mai- sussurrò Ron all’orecchio dell’amico, seguendolo mentre si avvicinava a Hermione. Ron preferì sedersi qualche posto più indietro, ricordando ancora le parole che la ragazza gli aveva rivolta quella stessa mattina, mentre Harry occupò il posto di fianco alla ragazza.
- perché mi stai evitando?- domandò Harry una volta che si fu seduto.
- non ti sto evitando- risposte un Hermione piuttosto annoiata dalle loro continue chiacchiere, chiedendosi come si fa a sopportarli per sette anni di fila.
- si che lo stai facendo- risposte Harry stringendo le mani a pugno – ed è evidente che Malfoy centra – continua poggiando la sua mano sulla spalla della ragazza, per cercare di farla voltare verso di se – che cosa ti ha fatto?- chiese Harry, addolcendo il tono di voce. La ragazza si voltò verso di lui, prendendo la mano che era sulla sua spalla, per stringerla in un gesto di conforto. Per Harry quel tocco risultò così freddo e sconosciuto che allontanò la mano.
- non preoccuparti. I Malfoy presto saranno storia vecchia- disse Hermione sorridendo enigmatica. Harry avrebbe voluto chiedergli più spiegazioni, ma l’arrivo della Mcgranitt glielo impedì. Si promise di chiedergli spiegazioni più tardi.
La lezione proseguiva normalmente come tutte le altre. Come quelle che c’erano state nell’ultimo periodo, dove nessuno rispondeva alle domande dei professori.
Questa sarebbe stata una cosa normale se una certa alunna, conosciuta ai più come “so tutto io” non fosse stata presente. Ma Hermione Granger c’era e questo rendeva la lezione piuttosto anomala.
Tutto divenne ancor più strano e fuori dal comune quando la professoressa chiese di eseguire dei semplici incantesimi di trasfigurazione e Hermione Granger fallì miseramente lasciando tutti sconvolti. Sembrava che la sua bacchetta non rispondesse ai suoi ordini.
Alla fine di quella disastrosa lezione, quando tutti gli studenti erano in procinto di abbandonare l’aula per dirigersi alla prossima lezione, la Mcgranitt richiamò Hermione incitandola a seguirla in presidenza, sotto gli sguardi preoccuparti di Harry e Ron e i pettegolezzi di tutti gli altri studenti.
 
 
- potrei sapere il motivo per cui mi vuole parlare?- chiese Hermione alla spalle della Mcgranitt seguendola lungo il corridoio che portava in presidenza.
- è stata via per molti giorni signorina. Non crede che sia un motivo più che valido per volerle parlare?- rispose in tono distaccato la preside, procedendo in silenzio fin quando non arrivarono di fronte ai gargoyle.
La Mcgranitt si voltò verso di lei scandendo la parola d’ordine, l’osservò per qualche secondo prima di superarla e allontanarsi dall’entrata.
- e comunque è Silente che vuole vederla- disse la preside prima di voltare l’angolo e scomparire alla vista di Hermione.
La ragazza piuttosto sorpresa si voltò verso i gargoyle con sguardo stupito. Dopo qualche attimo d’incertezza varcò l’entrata pronta ad essere se stessa, perché era assolutamente certa che con Silente non avrebbe avuto motivo di nascondersi.
La presidenza non era cambiata eccessivamente da quando c’era stata l’ultima volta. Quello che era cambiato erano i particolari, quelli che differenziavano il preside incarica dal suo predecessore. Continuò a guardarsi intorno finché non incontro lo sguardo di Silente.
Uguale a come lo ricordava, ma nello stesso tempo diverso. Ma infondo quello che aveva di fronte era solo il ritratto del suo vecchio professore.
- è passato molto tempo dall’ultima volta che ci siamo incontrati mia cara- disse il ritratto, con il tono tranquillo e pacato che era solito usare Silente –anche se avrei preferito incontrarci in altre circostanza- continuò sorridendo debolmente al suo indirizzo.
La ragazza sbuffò alzando gli occhi al cielo e borbottando qualcosa voltò la poltrona della scrivania verso il ritratto.
- quali circostanze? Passeggiando tra un quadro e l’altro?- disse la ragazza accavallando le gambe –sa perfettamente che una mezzosangue come me non era tanto importante – aggiunse con quello che poteva essere chiaro per tutti fosse risentimento.
Silente la guardò con dispiacere e la tristezza impressa sul volto per quel anima che si era persa - questo sai bene che non è vero- sussurrò il professore – ti sei sempre sottovalutata-
La ragazza spostò lo sguardo. come allora Silente era capace di leggerle dentro. Era una cosa che l’aveva sempre infastidita.
Voleva andarsene di lì.
In realtà quello che voleva era tornare indietro, ma sapeva che il passato non si poteva cambiare, che l’unica cosa che le era rimasta era la vendetta.
Perché quello era il suo momento. Perché avrebbe tolto tutto a quelli che a lei avevano tolto anche la speranza, che l’avevano costretta a diventare quello che era adesso. Un’assassina, senza nemmeno un corpo - sei ancora in tempo- provò a convincerla Silente.
- dopo tutti questi anni non vorrà propinarmi ancora la solita predica?- chiese infastidita la ragazza – dovrebbe cambiare repertorio. Non aveva funzionato allora come pensa possa funzionare adesso?- non si aspettava veramente una risposta, voleva solo non ascoltare più le parole del suo vecchio professore. Si alzò elegantemente dalla poltrona dando le spalle al ritratto e avviandosi all’uscita.
- sei ancora in tempo- riprovò ancora Silente – non tutto è perduto- continuò vedendola allontanarsi ancora di più.
- puoi ancora essere felice Emily-
La ragazza si fermò stringendo le mani a pugno, cercando di contenere l’ondata di emozioni che volevano travolgerla – la felicità mi è stata strappata via quando lo hanno costretto a sposarsi. Quando lui ha deciso che il sangue era più importante di noi- cercò di restare impassibile, di non far capire quanto i ricordi facessero ancora male, ma le voce che si spezzò sul quel noi rendeva chiaro quanto il suo cuore, nonostante gli anni, fosse ancora in mille pezzi.
- Emily non farlo- voleva convincerla Silente. Voleva che si salvasse. Voleva riuscire li dove aveva fallito tanti anni prima, quando aveva scioccamente sottovalutato il dolore di quella ragazza così fragile.
- moriranno tutti- la voce distorta dalla rabbia e dal dolore – cancellerò per sempre la stirpe dei Malfoy. Verserò ogni goccia del loro purissimo sangue – piegò leggermente la testa verso Silente, rimanendo comunque di spalle, piegando le labbra in un sorriso sinistro – e il primo a cadere sarà l’ultimo erede- ci fu un attimo di silenzio, poi la leggere risata di Emily riempì la stanza
- sa qual’è la cosa più divertente?- si voltò verso il ritratto e senza aspettare veramente una risposta continuò – questa ragazza- disse indicando se stessa – questa Hermione è innamorata del ragazzo- aggiunse con un sorriso – è veramente innamorata di Malfoy. Ironico vero? La storia si ripete- e senza attendere oltre uscì dalla presidenza, lasciandosi alle spalle Silente e forse la sua unica via di salvezza.

 
 
 
 
Non vi annoierò con le motivazioni del mio ennesimo ritardo. Vi dico solo che MI DISPIACE!
Ora si gioca a carte scoperte. Hermione non è più Hermione ma è Emily! Chi l’aveva capito? Riuscirà Emily a vendicarsi?
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e se qualcosa non è chiaro chiedete pure ;) fatemi sapere che ne pensate.
GRAZIE a chi segue questa mia storia, a tutti quelli che hanno commentato e chi l’ha messa nelle preferite, seguite e da ricordare! Vi voglio bene! 
   
 
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