Il misfatto e la fuga
-parte prima-

Era presto quella mattina, stranamente presto per vedere un frugoletto biondo aggirarsi traballante per i corridoi di casa Namikaze.
Naruto, strizzando forte forte a sè la povera ranocchietta di peluche, era riuscito in qualche modo a scavalcare le barriere del lettino e ad intrufolarsi in cucina, per uscirne poco dopo sgranocchiando un biscotto più grosso della sua mano con un espressione soddisfatta. Camminava in punta di piedi per non farsi sentire dai genitori, soprattutto dalla mamma, che se l'avesse scoperto avrebbe svegliato tutto il vicinato con uno dei suoi "Naruto! Torna subito a letto!". Al solo ed inquietante pensiero il bambino accellerò il passo, appiattendosi contro il muro per non perdere l'equilibrio comminando nel buio. Ancora pochi passi, la porta della cameretta era vicina...e si ritrovò a cadere con la faccia a terra: era appena inciampato nel filo della corrente elettrica che si collegava ad una grossa lampada (o almeno il ricordo, di una grossa lampada).
"Oh cavoli," sussurrò silenziosamente il biondino sollevandosi da terra, spolverandosi i pantaloni e cominciando a gattonare (per evitare altri danni), più veloce che poteva verso la sua stanza, abbandonando il prode compare anfibio per terra.
"Cosa ci fai tu qui, mh?" Naruto sobbalzò e si girò verso la voce. Nel buio intravide la figura di suo padre, che con le braccia conserte e un tentativo (alquanto mal riuscito) di espressione severa in volto, lo squadrava dall'altro capo del tappeto. "Io...non ho sonno," sbiascicò il piccolo mettendosi a sedere "Mamma?", "Mamma dorme, per tua fortuna. Torniamo a letto, dai" disse lo yondaime prendendolo in braccio il piccolo che si dimenava, lamentandosi del fatto che avrebbe potuto camminare da solo.

"Papà... ho freddo" la vocina di Naruto bisbigliava ancora da sotto le coperte per richiamare l'attenzione di Minato, che per l'ennesima volta dovette assecondare le richieste del figlio. L' Hokage aveva passato più di due ore a leggere storie, preparare camomille e cantare ninnananne; ed anche dopo tutto questo suo figlio non ne voleva sapare di dormire. "Papà?", "Pff...dimmi" lo yondaime appoggiò la testa sulle sbarre del lettino, con aria sconfitta, "Forse ho capito perchè non riesco a dormire!" all'affermazione del figlio, lo sguardo di Minato, ormai stanco, si illuminò. "Sai, ho dovuto abbandonare la mia rana quando stavo...scappando". L' hokage ricomparse pochi dopo, squadrando il pupazzo e rigirandoselo tra le mani (e maledicendo se' stesso per non aver pensato prima a una così "ovvia" soluzione). "Ecco qui," disse appoggiando il peluche accanto a suo figlio "Ora dormi, ok?" sussurrò scompigliando i capelli chiari di Naruto, che intanto si era raggomitolato sotto le coperte lasciando fuori solo gli occhi.

"Buona notte papà," bisbigliò il bambino, " 'Notte e sogni d'oro..." lanciando un ultima occhiata all'interno della stanza, Minato socchiuse la porta, lasciando Naruto nel mondo dei sogni.

Spazio autriceeee!

Buonsalve a voi, ecco la continuazione della nostra, cara e beneamata, raccolta di drabble. Questa volta la storia sarà divisa in due parti, giusto per lasciarvi un po' di "suspance" (?). Coomunque, dovete sapere che da piccola amavo fare scorribande notturne e razziare interi villaggi di biscotti, lasciando morti e feriti sulla mia strada. Insomma, questa drabble è tratta da una storia vera.

Lo siento, però questa volta non sono riuscita a farvi un disegno. Rimedierò con il prossimo capitolo!
 

Quale sarà la reazione di Kushina al guaio combinato da Naruto? Riuscirà il nostro eroe a sottrarsi dalla punizione che pende imminente sulla sua testa come la spada di Damocle? Minato canterà ancora ninnananne? Lo scoprirete nella prossima puntata,

bacioni grossi e fatevi sentire, dattebayo chan