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Autore: Pwhore    07/03/2012    5 recensioni
Chiuse gli occhi e respirò a fondo, riaprendoli pochi secondi dopo. Aveva sperato così tanto che quello fosse solo un brutto sogno, ma aveva dovuto ricredersi ogni volta che si era guardato attorno. Una grigia stanza d'ospedale impregnata dal puzzo di malati, una macchina che emetteva continuamente un bip bip preoccupante, mobili pieni di medicine e per ultimo, il particolare più doloroso: Jack.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il silenzio che aleggiava nell'ospedale si ruppe quando i tre varcarono la soglia dell'edificio, con le braccia cariche di regali e fiori.
- Gioite gente, Zack e Rian sono tornati! - gridò Zack lanciando le braccia in aria e facendo cadere petali di rosa al suo passaggio.
- Smettila, deficiente, o ti cacceranno di nuovo - ridacchiò Alex, assestandogli un piccolo buffetto sulla spalla. Zack sospirò e regalò una viola a un'infermiera, trotterellando dietro agli altri con fare felice.
- Credete che Zoe si ricordi ancora di me? - se ne uscì dopo un attimo, scandagliando l'entrata con aria attenta.
- Figurati, sicuramente si è trovata qualche altro pollo - gli rispose Rian, scrollando le spalle e sfregandosi indice e pollice.
- Chessò, uno più ricco e vecchio - precisò, ridendo fra se e se. Zack lo guardò con aria affranta ma poi scosse la testa, contrariato.
- Quella ragazza era un'arpia - commentò. - Non mi son perso niente -
- Così ti voglio, amico - ribatté Alex, dandogli un pugno. Si guardò un attimo attorno e poi imboccò il corridoio sulla destra, camminando velocemente e senza far rumore, anche se il casino che non faceva lui era prodotto dai suoi due accompagnatori. Alzò gli occhi al cielo e finse un sospiro stressato, poi si portò un dito davanti alle labbra e fece cenno di tacere agli altri. Appoggiò la mano sulla maniglia e li guardò in faccia con aria seria e preoccupata, pronto ad aprire la porta.
- Brutti cazzoni, se uno di voi tocca qualcosa siamo morti; quindi limitatevi a parlargli, ok? -
I due annuirono e trattennero il respiro in segno di rispetto, anche perché era tanto che non vedevano Jack ed avevano paura di sapere quali fossero realmente le sue condizioni. Rian abbassò gli occhi e Alex respirò a fondo, dopodiché spinse la porta in avanti, delicatamente. Entrò per primo e diede un'occhiata ai valori di Barakat, ma visto che non ci capiva niente decise di lasciar perdere e far entrare gli altri. Zack varcò la soglia per secondo, seguito a ruota da Rian. Si lasciò sfuggire un gemito di malinconia e si avvicinò al letto del chitarrista, senza aver la forza di sfiorarlo.
- Cavolo, speravo stesse meglio.. - mormorò.
- Anch'io - ammise Alex. Gli accarezzò la guancia e si morse il labbro, sospirando.
- Ehy Jack, sono io, Rian. Come va, campione? Scommetto che anche da addormentato sei il preferito delle infermiere, non è così? - sussurrò il batterista, chinandosi in avanti verso l'amico. Gli altri rimasero in silenzio a osservarlo.
- Beh, sappi che Zoe non la devi proprio far avvicinare, o Zack s'ingelosisce - scherzò.
- Sai, credo che sotto sotto lei gli piaccia ancora, ma tu non glielo dire, eh. Deve capirlo da solo - gli confidò.
Il bassista alzò gli occhi al cielo con un ''Perché a me?'' e finse un'aria stremata. Rian sorrise.
- Penso anche che ora farà di tutto per negare. Ma tu non credergli, vuole solo mentire a se stesso - lo avvisò.
- Ma smettila, coglione - ribatté l'altro, tirato in causa. - Jack, ignoralo, vuole solo prendermi in giro -
- Visto, che ti avevo detto? Ho o non ho ragione? - commentò scrollando le spalle con aria soddisfatta.
Zack si passò una mano sul viso, senza sapere come rispondere.
- Sì, okay, hai ragione. Mi piace ancora. Contento? -
Il volto di Rian si illuminò con un sorriso compiacente.
- Molto - annuì. L'altro rise fra se e se e si appoggiò con la schiena alla credenza delle medicine.
- Sai Jack, si sente la tua mancanza in studio - disse.
- Già, quel coglione di Alex sta sempre zitto e il manager s'incazza abbestia a ogni minima distrazione - spiegò il batterista.
- Dovresti tornare e spiegargli che divertirsi è più importante di far soldi - concluse il bassista.
- Anche tornare e basta andrebbe bene, in realtà - mormorò Gaskarth, mettendo alla luce quello che tutti pensavano. Calò un silenzio teso e doloroso, e Alex mandò indietro le lacrime, mordendosi il labbro inferiore.
- Mi manchi tanto, Jack - sussurrò con voce spezzata. Abbassò lo sguardo e Zack lo abbracciò stretto, mentre Rian si alzava e gli si avvicinava. Li circondò con le braccia e affondò il viso nelle loro schiene contratte, la tristezza che si diffondeva dentro tutti quanti tra un singhiozzo e l'altro del cantante.
- Cos'è, un abbraccio di gruppo senza il membro più importante? -
- Eh? - boccheggiò Gaskarth. Spinse via gli altri e si lanciò verso il letto, per trovare Jack addormentato e tranquillo come al solito.
- Ecco, perfetto, ho pure le allucinazioni - commentò storcendo la bocca in una smorfia stanca.
- Alex, fratello, io--  - cominciò Rian, la bocca semiaperta e la mano a mezz'aria, pronta a sfiorargli la spalla.
- No, lascia perdere. So cosa stai per dire e non mi serve una pausa - lo zittì l'altro con un gesto scocciato della mano.
- E, anche volendo, non riuscirei a lasciare Jack qui da solo, quindi toglitelo dalla testa -
- E allora andiamoci insieme in vacanza -
Stavolta Alex si voltò abbastanza in fretta da vedere Barakat tirato su con un sorriso enorme dipinto in faccia.
- J-Jack? - balbettò, sgranando gli occhi. La felicità prese rapidamente possesso del suo viso, che si rilassò e si illuminò come non mai. Il chitarrista sorrise e si sporse in avanti per abbracciarlo, stringendolo a se il più forte possibile.
- Oh Jack, mi sei mancato così tanto. Sei un coglione, un coglione - singhiozzò il castano, aggrappandosi all'amico con tutta la forza che aveva in corpo e cominciando a tremare senza sosta.
- Lo so, Alex, lo so. Va tutto bene ora - mormorò l'altro, baciandogli la fronte per tranquillizzarlo. Rian e Zack sorrisero e si avvicinarono al lettino, sul volto un misto di stupore e tenerezza. Rian si morse il labbro, addolcito.
- Da quanto sei sveglio, Jack? - domandò Gaskhart in un sussurro commosso, ricacciando indietro le lacrime. Allentò un po' la presa per permettere all'amico di respirare e poi lo strinse nuovamente, come se se l'avesse lasciato andare per un solo secondo Jack sarebbe caduto di nuovo in un coma senza ritorno.
- Da stanotte, Alex - disse il chitarrista, baciando il capo dell'altro. - Non so cosa sia successo, ma sentivo tremendamente la vostra mancanza e poi, puf, mi sono svegliato qui, e la prima cosa che ho cercato sei stato tu - ammise con una smorfia imbarazzata.
- Poi un'infermiera se n'è accorta e il direttore ci ha chiamati, così abbiamo pensato di farti una sorpresa - spiegò Zack.
- Buon compleanno, Gaskarth - sussurrò Jack, cingendogli il volto e inspirando il suo odore. Rian sorrise e si appoggiò al compagno, godendosi la scena. Alex riprese a tremare - dalla gioia stavolta - e lasciò che le lacrime scendessero copiose lungo le sue guance.
- Oh Jack, Jack cazzo - balbettò, accarezzando i capelli dell'altro e stringendo gli occhi il più possibile.
- Mi sei mancato così tanto - singhiozzò, premendo il volto contro il petto magro di Barakat
- Anche tu, Alex, anche tu - lo tranquillizzò l'altro, respirando lentamente ma col cuore a mille. - Cazzo, se mi sei mancato -
''I thought I'd never see the day on you smiled at me'' canticchiò il castano nella sua testa, baciando il petto dell'amico.
- Cazzo, dobbiamo assolutamente festeggiare - esclamò poi, liberando il compagno dalla stretta e asciugandosi velocemente il volto con l'avambraccio. - Tutto il mondo deve sapere che quel coglione di Jack Barakat è di nuovo in piedi - 
Jack sorrise, contento. Scese dal letto, fece qualche passo incerto e poi abbracciò tutti quanti, silenziosamente.
- Ora gli All Time Low sono di nuovo al completo - annunciò, guardandoli negli occhi uno per uno..
- Mondo, preparati a essere preso a calci in culo - gridò, stringendo le mani di Zack e Alex e portandole in alto con fare deciso. Il gruppo lanciò un urlo convinto e si cinse in un ultimo abbraccio, prima di tirare fuori la chitarra e rallegrare l'atmosfera tesa che aleggiava nell'edificio. Rian si mise sulle spalle Alex e si avvicinò alla porta, dando una pacca sul braccio a Zack. Il cantante si voltò un'ultima volta verso Jack, che aveva imbracciato la chitarra e si accingeva a strimpellare qualche accordo insicuro, e sorrise.
- Grazie Jack - sussurrò, mentre le note di Walls riempivano l'aria. L'altro intese il suo sguardo e ricambiò con un cenno del capo, dandogli l'attacco. E quando cominciò a cantare, il ragazzo si rese conto che era vero. Gli All Time Low erano tornati. E nessuno avrebbe più potuto fermarli.
   
 
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