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Autore: M e g a m i    08/03/2012    4 recensioni
Che dire, ho deciso di darmi alle fan fiction. E proprio perché mi piace vincere facile, ho deciso di iniziare con una long. Siate clementi, è la prima volta che mi cimento a scrivere qualcosa del genere.
E niente, ho provato ad immaginare come sarebbe la vita dei nostri eroi di DGM se non fossero degli esorcisti in lotta per salvare il mondo, ma dei semplici studenti delle superiori alle prese con problemi di cuore. Quindi li vedremo andare a scuola, uscire, avere appuntamenti, e fare tutte le cose "NORMALI" che farebbero degli adolescenti quali sono, se fossero nati in un contesto AU.
Il tema principale di questa long, quindi, sarà l'amour, l'amour raccontato dal punto di vista di niente popo’ di meno che Tyki-ponzolo . Esatto, sì, lui è il narratore della storia, e ci racconterà dei seguenti pairing: Allen x Road, Lavi x Chomesuke, Kanda x Linalee, Maire x Miranda, Komui x Brigitte, anche se il principale trattato sarà proprio l’Allen x Road, visto che è uno dei miei crack preferiti. Vedremo come il loro rapporto si evolverà pian piano che si conosceranno di più e scopriranno lati del loro carattere che neanche loro sapevano di avere.
Avranno un ruolo fondamentale anche Lavi x Chomesuke e Kanda x Linalee, che all’inizio formeranno un particolare quadrato amoroso in cui Lavi e Kanda sono innamorati pazzamente di Linalee, mentre Chomesuke lo è di Lavi, che ignaro della cosa, cerca invece di appiopparla al suo “grande amicone” Kanda.
Insomma, un numero incredibile di drammi adolescenziali!
Spero che la troverete interessante, nonostante l'ambientazione scolastica un po' trita e ritrita.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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NDA: Mi scuso per averci messo tanto tempo ad aggiornare, ma le idee e il tempo scarseggiavano. Questo capitolo non è tanto lungo, ma vedrò di recuperare coi prossimi! ♥
 
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E io che quasi speravo dopo tutto questo tempo che quella disgraziata dell’autrice si fosse dimenticata di questa storia. Dannazione.
Mi tocca andare avanti a raccontare, quindi? E andiamo avanti...
 
 
   « EHI, ASPETTA! »
Sachiko Aragi si bloccò al suono di quella voce. L’aveva riconosciuta subito, anche se quel pomeriggio era la prima volta che l’aveva sentita. Le era rimasta... come dire, impressa.
Per un attimo la sfiorò il pensiero che stesse chiamando lei. Ma fu solo un attimo, e scuotendo la testa si rincamminò verso casa sua. Non si voleva nemmeno voltare a guardarlo, sarebbe stato tempo sprecato.
   « Cho-... Chomesuke...? ».
Si bloccò. Ora quella voce era decisamente troppo vicina per pensare che si stesse rivolgendo a qualcun altro. Si voltò lentamente, quasi sperando di essersi sbagliata, ma al tempo stesso desiderando che non fosse così – ci rinuncio a capire la mente contorta femminile. E no, non si era sbagliata.
Lavi Bookman aveva chiamato proprio lei.
   « “Chomesuke”, cho? », domandò perplessa, cercando di non far trasparire quanto il fatto di trovarsi di fronte a lui la facesse sentire nervosa. Aaah, questi adolescenti innamorati...
   « E’ quello che c’è scritto sul tuo giubbotto. », le rispose lui, indicandolo. La signorina Sachiko piegò leggermente la testa per cercare di leggere la scritta sulla sua schiena. Non se ne era mai accorta, tanto era svampita.
   « Scusa, è che... non sapevo come chiamarti. », continuò Guercio-kun, sorridendo e grattandosi la testa. « Di solito chiamo le persone per nome da subito, ma molti si offendono, e così... »
   « Non fa niente, cho. Chomesuke è... carino. », borbottò in risposta, distogliendo lo sguardo.
Il giubbotto le stava parecchio grande, tanto che era costretta a doversi tirare su le maniche in continuazione per poter usare le mani. Anche la tuta che indossava era di una o due taglie più grandi. Ma non le importava, anzi. Aveva sempre preferito i vestiti larghi e comodi a quelli aderenti. Non le era mai interessato far risaltare la sua bellezza – un vero peccato, direi.
Neanche in quel momento, mentre stava parlando con il ragazzo che in teoria le piaceva, si sentiva a disagio perché non era vestita bene. Era semplicemente... se stessa.
   « Hai... bisogno di qualcosa, cho? »
   « Eh? No. E’ che ti ho vista e ho pensato di salutarti, tutto qui. », sorrise ancora lui.
   E certo, cho, “tutto qui”. Lavi Bookman non si rendeva neanche minimamente conto di quanto il suo “tutto qui” e il suo sorriso spensierato fossero fonte di palpitazioni tachicardiche per la signorina Sachiko.
   « Fammi capire un po’... ma tu fumi? », le domandò all’improvviso un Guercio-kun piuttosto sconcertato, facendo un cenno verso il pacchetto di sigarette che la signorina teneva in mano. Anche lei abbassò lo sguardo.
   « Ma... ma ti sembra, cho?! », sbottò dopo qualche secondo che le era servito per realizzare il tutto. Dovete capire che la velocità dei processi mentali di una giovane fanciulla il cui cuore è stato rapito dall’amore rasentano la staticità e il rimbambimento più totale. Se vogliamo aggiungere, poi, che questa fanciulla in particolare non era già molto sveglia di suo, fate voi i conti...
Beh, tornando a noi. Lavi Bookman era scoppiato a ridere davanti alla sua espressione scandalizzata, come se l’avesse accusata di chissà quale crimine – fumare fa bene alla salute, ne sono fermamente convinto –, ed ora le stava prendendo di mano il pacchetto, per leggere la marca. Marlboro rosse. Mh.
   « Beh, e allora che ci fai con queste? »
   « Queste... », sottolineò leggermente stizzita, riprendendosele, « sono per Marian, cho. Manda sempre a me a prenderle, perché se no è costretto a pagare i debiti che ha col gestore della tabaccheria. »
   « E il cassiere te le da anche se sei minorenne? »
   « Marian dice che ha una cotta per me, anche se io non ci credo. Dice che è per questo che me le da e che non fa mai storie perché non ho i soldi per saldare il conto delle scommesse che ha perso alle schedine. »
   « Questo Marian è proprio un approfittatore! », esclamò il nostro guercio accennando ad un'altra risata.
Anche la signorina si mise a ridere. « Approfittatore è un complimento! Allen ti ha mai raccontato di quella volta che... », e qui iniziò a divagare, e io non ho la benché minima voglia di trascrivere tutto. Accontentatevi della mia immensa pazienza fino ad adesso.
Ma passiamo a quello che pensò Guercio-kun mentre la osservava parlare, ridere e gesticolare. L’unico occhio che gli rimaneva – sì, perché se non s’era ancora capito, l’altro era coperto da una benda dall’aria piratesca, ma questa è un'altra storia... – catturava anche la più piccola fossetta che le si formava sulla guancia, e registrava quante volte arricciasse il naso, o scrollasse le spalle, divertita. Quello che però non aveva mai notato fino a quel momento era quanto fosse... bella, soprattutto quando rideva. Non come la signorina Linalee, non di una bellezza semplice ma anche talmente curata da sembrare perfetta. Eppure c’era qualcosa che a pelle gli piaceva di quella ragazza, saranno stati i capelli ribelli tirati indietro come capitava, sarà stato quel giubbotto enorme e di un giallo assurdo, sarà stato il suo modo infantile di parlare, aggiungendo sempre quel “cho” alla fine di ogni frase. Guardandola, gli veniva spontaneamente da sorridere, cosa più unica che rara per lui.
Eppure quello non era il momento di lasciarsi andare a sorrisi e chiacchiere amichevoli. Lavi Bookman scosse appena la testa come per scrollarsi quei pensieri di dosso.
   « Senti Sachiko, già che ci siamo, ti volevo chiedere... uh... pensi che Linalee uscirebbe con uno come me? »
Il sorriso le si congelò in faccia. Ecco perché. Adesso si spiegava tutto. Era stata una povera illusa a credere che Lavi Bookman l’avesse avvicinata solo per scambiare quattro chiacchiere disinteressate.
   « Sachiko...? »
   « Chiamami... chiamami Chomesuke, cho. », si sentiva una stupida per come si stava aggrappando a quel nome ridicolo. Ma voleva tenersi almeno quello. Quel soprannome era suo, solo suo. E gliel’aveva dato lui, anche se per caso.
   « Lina ti piace proprio tanto, eh, cho? »
   « Forse è un po’ presto per dirlo, però... non lo so, vorrei conoscerla. Diciamo che mi ha colpito, ecco. »
La signorina accennò a una risata nervosa. « Lina non passa mai inosservata, sfortunatamente per Komui-san, cho »
   « Komui-san...? E chi è, il suo ragazzo? »
   « Eeehm, no, non proprio! E’... suo fratello maggiore. O meglio, cho, un rottweiler capace di sbranare chiunque le si avvicini. »
   « Ahia. »
   « Ti sei cacciato in un bel guaio. »
   « A quanto pare... Però... non mi hai risposto. »
   « Uhm... è una domanda difficile, cho. Lina non è mai uscita con un ragazzo, per quel che ne so. No, veramente c’era un tipo che le piaceva, ma è stato parecchio tempo fa, cho, quando ancora io non la conoscevo, e non me ne ha mai parlato molto, quindi non so che dirti. Comunque posso provare a chiederle che... che cosa ne pensa di te, o qualcosa del genere. Con qualche scusa tattica e giri di parole da spettegolatrice professionista, ovviamente, cho. » E comunque, cho, Lina è talmente ingenua che non capirà neanche di che sto parlando.
   « Davvero? Mi faresti un grandissimo favore! »
   « Ma va’. Beh, allora ti faccio sapere lunedì a scuola, cho! »
   « Eeeh?! No, non posso aspettare fino a lunedì! Aspetta, ti do la mia mail. »
L-La sua mail?! Questo vuol dire che si aspetta che gli scriva?! E che gli dovrei scrivere?! Come posso iniziare...?, ma la frazione di secondo dopo la povera signorina si rese conto che quello che veramente importava a Guercio-kun non sarebbe stato il suo messaggio, ma il contenuto.
La risposta della signorina Linalee.
    « Uhm, sì... ». Con ostentata noncuranza si mise a frugare nelle mille tasche del giubbotto e dei pantaloni, neanche fosse quel gatto blu che Road si guarda in televisione. « Aspetta solo un secondo che cerco il cellulare... ah, ero convinta di averlo messo qui, e invece... dove caspita è fini-trovato, cho! Tieni. », e tirandosi su per l’ennesima volta la manica del suo giubbotto giallo, glielo porse, mentre lui faceva lo stesso col suo.
Non appena ebbero finito di scambiarsi i relativi recapiti, una leggera pioggia cominciò a cadere. Che tempismo, eh?
   « Acc-...! Sarà meglio che vada! Se le sigarette s’inzuppano, Marian mi uccide, cho. », si lamentò la signorina Sachiko, coprendosi la testa con una mano. « Allora... a lunedì, cho! »
  « A stasera. », ribattè lui, agitando il cellulare.
  « ... Certo, cho. ». Gli rivolse ancora uno sguardo, poi si girò e iniziò a correre verso l’appartamento che divideva con Marian Cross e Allen Walker. Ma non aveva fatto che qualche metro che il semaforo rosso dell’incrocio l’aveva bloccata. No, in realtà era qualcos’altro ad averla costretta a fermarsi e a voltarsi di nuovo indietro.
   « Chomesuke! Grazie! »
   « Non c’è problema! Se sei un bravo ragazzo, potresti anche farla felice. E se è felice Lina, lo sono anch’io, cho. Quindi... », e accennò ad un sorriso. « ... sei un bravo ragazzo, Lavi Bookman? »
   « Ti sembro un bravo ragazzo? », replicò lui, ricambiandolo – ‘sti due sono tutti sorrisi...
   « ... Non lo so, cho. Non ne sono ancora... sicura. », e con un ultimo sorriso furbo, lo aveva lasciato sul ciglio della strada, sconcertato.
 
 
Ronzio.
   Le ho chiesto che cosa ha pensato di te, e ha detto che ha prima vista le sei sembrato un ragazzo simpatico. Ha detto anche che ti aveva notato stamattina fuori da scuola. Wow, Lina che nota un ragazzo! Ormai c’è da decidere solo la data delle nozze! (≧▽≦)
 
   « Lavi. »
Guercio-kun chiuse con un scatto il cellulare mentre il sorriso gli spariva dal volto, e si strofinò ancora più forte l’asciugamano sui capelli bagnati – e no, mie care signorine infoiate, non ho intenzione di mettermi a descrivere come le gocce d’acqua ricadessero sul suo collo e sulla sua schiena nuda – coprendosi in parte la faccia. Non aveva voglia di guardarlo e neanche di farsi guardare. Lo conosceva troppo bene, avrebbe finito per capire che c’era qualcosa che non andava. Che poi, nemmeno lui sapeva che cosa ci fosse che non andava.
Era tutto a posto. Tutto stava andando... secondo i piani.
   « Lavi. », ripeté.
   « Cosa? », e distolse ancora di più lo sguardo.
   « Non chiedermi “cosa” quando sai benissimo di “cosa” sto parlando. »
 Il nostro eroe si lasciò andare a un sospiro esausto. « Sta... andando tutto bene. », rispose. « Niente intoppi. Ancora qualche giorno, e potrò passare alla fase successiva. »
Ci fu un attimo di silenzio, in cui Guercio-kun si senti squadrare dal capo ai piedi. Quegli occhietti malvagi probabilmente erano in grado anche di vedere attraverso l’asciugamano.
   « Lavi... non devi lasciarti coinvolgere. », gli aveva letto dentro come niente fosse.
   « Lo so. »
   « Ne sei sicuro? »
   « ... Avrò quella borsa di studio ad ogni costo, vecchio, il resto... non conta. »


 
23 e 37. Altro ronzio.
   Buonanotte... (・ω・)/
Altro sorriso.
Però non le rispose.
 
 
Mi sto calando troppo nella parte del narratore, accidenti.
Però sono bravo. Parecchio bravo.
  
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