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Autore: mamehota    08/03/2012    2 recensioni
[Zoro Roronoa, Nico Robin, ZoroxRobin, Zoro e Robin].
50 fanfiction su due dei personaggi migliori del manga, basate sulla Mezza Tabella maledetta.
# 01.Addio - era quell’odore di legno forte, piacevole, intenso, odore di famiglia e amore, che ormai ce l’avevano addosso e stava lì, in tre spade abbandonate lungo il fianco e in un libro letto e riletto molte volte.
# 25.Risveglio - «Non rispondermi ad una domanda con’altra domanda» protestò.
# 43. Sorriso - Si domandò quand’è che avesse imparato a ridere così.
# 26. Incontro - Robin arrivò d'improvviso.
# 41. Tempo - Ma Zoro dovette ammettere che non v’era compagnia migliore di Robin.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nico Robin, Roronoa Zoro, Z
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                                                  The beauty and the beast

Titolo: The beauty and the Beast [Who could ever learn to love a beast?]
Autore: hotaTERU

Fandom: One Piece
Personaggi:
Zoro Roronoa, Nico Robin
Rating:
Giallo
Disclaimer:
One Piece non mi appartiene, bensì è opera di Eichiro Oda © (infatti Paulie non è ancora ritornato!).
Prompt:
25. Risveglio
Note: Fanfiction partecipante alla “Mezza Tabella Maledetta” .
Genere: Vagamente fluff; generale

 

25. Risveglio.

Quella mattina Robin aprì gli occhi e c’era il sole. Un sole abbagliante, che penetrava attraverso le ante spalancate e illuminava il suo corpo nudo, avvolgendolo in un tepore più rilassante di qualsiasi massaggio, insieme ad un respiro pesante e regolare sul suo collo. Zoro sonnecchiava ancora, come al solito, un braccio dietro la schiena a mo’ di cuscino e un altro ad avvolgerla in una stretta che aveva, a modo suo, tutto l’amore del mondo.

«Mh».
Il mugugno quasi incomprensibile fuoriuscì, roco, dalle labbra di Zoro, e le provocò un brivido soffiandole sul collo scoperto. Il ragazzo, svegliatosi probabilmente dopo aver percepito i suoi movimenti, ancora non del tutto desto, tentò di stiracchiarsi per quanto la posizione delle sue braccia gli permettesse.
«Ciao» rispose Robin, le labbra piegate in un sorriso, «pensavo avessi intenzione di fare un’unica tirata fino a stasera».
Zoro emise un grugnito e, insieme un sonoro sbadiglio, biascicò parole incomprensibili, dal tono palesemente offensivo.
Robin rise ancora; quando era con Zoro le sembrava che sorridere fosse la cosa più naturale del mondo, e sentiva avrebbe potuto non smettere più.
«Come mai non sei già in piedi, vestita, preparata e quelle cose lì?» domandò lui.
«Se ti dicessi che ho voglia di restare ancora così?» rispose Robin, col tono di sfida che lo faceva impazzire. Lo spadaccino sbuffò, seccato, con l’aria di un bambino curioso che tenta di comprendere i discorsi degli adulti e prova irritazione nel non riuscirci.
«Non rispondermi ad una domanda con’altra domanda» protestò, e proprio come un bambino si vendicò arruffandole i capelli nel modo che lei detestava, ottenendo di conseguenza un sonoro schiaffo da un braccio radicato nel pavimento.
Era tutt’altro che dolce, Zoro. Non avrebbe saputo dire perché o come si fosse innamorata di quel bambino, più basso e piccolo di lei, ma se c’era una cosa di cui era certa era che, da quando era successo, ogni suo risveglio, ogni sua notte erano stati perfetti.
Il profumo dello spadaccino, forte e familiare, l’avvolgeva totalmente ed era ovunque, così come il calore del su abbraccio. E c’era un altro odore nell’aria, che sapeva di terra bagnata, odore di campo di fiori e muschio dopo una notte di pioggia. Era gradevole.
Nel corso della sua infanzia, Robin aveva sempre detestato i temporali. La costringevano a restar nascosta troppo a lungo o, al contrario, a vagar interi giorni senza alcun riparo. Se avesse dovuto scegliere, avrebbe preferito tornare in quella casetta che sapeva di prigione, a lavare i piatti e il pavimento alla stregua di una schiava, piuttosto che subire quel freddo.
Adesso, riguardava al temporale della notte precedente col sorriso sulle labbra e un vago senso di soddisfazione personale.
Quella mattina, Robin aprì gli occhi e c’era il sole.


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Giusto per aggiungere qualcosa.
Niente, non so che dire. In realtà questa fanfiction non è che mi piaccia così tanto, tutt’altro, non avevo più intenzione di continuare la raccolta XD non so perché ieri ho buttato giù queste parole, ma mi è uscita questa schifezza e ho deciso di postarla, perché altrimenti non avrei mai aggiornato ù_ù eh , spero questa schifezzuola non deluda le vostre aspettative u_u i prossimi capitoli saranno migliori, I promise.
E ora torno a guardare Real Time, che c’è quel figone di Chris e dovrei studiare per il compito di domani (AH AH AH).
A l’anno prossimo il prossimo capitolo :D

 




   
 
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