Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Zwart Bloed    13/03/2012    4 recensioni
Dal prologo:
" Aredhel, contrariata, cercò di scendere dalle sue spalle e continuare il duello.
-Vai! Tieni a mente la nostra promessa e vattene!- urlò il ragazzino, fermandola.
-Ma...
-Niente ma! Scappa, corri via di qui!
E detto questo la spinse oltre lo squarcio. [...]
Spaventati e sconvolti di trovarsi una ragazzina simile nel giardino, comparsa dopo una luce cremisi accecante, nessuno dei due sposi riuscì a parlare.
Fu Sanne a rompere il silenzio creatosi. Si avvicinò alla bambina che li guardava smarrita e confusa, si chinò sulle ginocchia per raggiungere la sua altezza e le mise la mani sulle spalle.
-C-chi sei tu, piccolina? Cosa ci fai qui?- domandò tra un balbettio e l'altro. La piccola ragazzina la guardò negli occhi per molto e, quando decise di potersi fidare, socchiuse le sottili labbra per parlare.
-Io non lo so- rispose mentre una lacrima di sangue le rigava il volto."
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Prologo

 

 

Era notte fonda quando il ragazzino entrò nella stanza. Nonostante i suoi sette anni e mezzo era più silenzioso di un gatto.

Si avvicinò al letto della stanza e cominciò a scuotere la sagoma sdraiata al suo interno.

-Alzati, piccola Are, svegliati!- disse scuotendola per una spalla.

La ragazzina di appena sei anni si svegliò stropicciandosi gli occhi. Si aspettava di vedere la madre che veniva a svegliarla la mattina per gli studi, non che vi fosse il suo migliore amico.

-Ehi, 'fratellone', che ci fai alzato a quest'ora della notte?- biascicò con voce impastata la bambina. Il ragazzino non le spiegò niente, ma le disse soltanto che dovevano andare dai genitori di lei.

Contro voglia, Aredhel si alzò, si vesti velocemente e seguì il suo fratellone.

-Aspetta,- la fermò lui -prendi Isilrà con te, potrebbe servirti.

Lei annuì, corse ancora al letto, frugò sotto il cuscino e tirò fuori l'oggetto.

Era un pugnale dall'elsa di rubino rosso fuso con l'acciaio più resistente e la lama di puro diamante misto a sangue di Drago, che la rendeva indistrittuttibile e micidiale. Sul pomo vi era incastonato uno zaffiro a forma di goccia, come sul fodero appeso alla cinturina.

Una ragazzina della sua età in possesso di quell'arma era qualcosa di estremamente pericoloso, considerando la sua notevole capacità di utilizzarla.

Una volta preso il pugnale e legata la cinturina alla coscia -dovette stringerla molto, data la sua corporatura snella-, seguì il suo migliore amico, questa volta senza interruzioni.

Uscirono dalla sua stanza e si diressero verso la fine del lungo corridoio.

-Ma Adrian, non stiamo andando nelle stanze dei miei genitori!- sussurrò Aredhel al ragazzino per non farsi sentire da orecchie indiscrete.

-Infatti non siamo diretti là- la sorprese lui. Continuarono a correre fino ad arrivare in un'ala del castello sconosciuta alla bambina.

Entrarono in una grande sala circolare ed immersa nella penombra più buia.

Al centro di essa vi era un enorme tavolo circolare, a cui erano sedute varie persone.

-Addestrarli all'arte degli Assassini non è stata una grande idea!- urlò una, in piedi, sbattendo una mano sul tavolo. Dal rumore che Aredhel sentì eccheggiare nella sala, potè dedurre che si trattasse di legno di quercia.

-Invece no! Se non li avessi addestrati così bene, sarebbero entrambi morti tre anni fa, ricordi?!- urlò una seconda alzandosi a sua volta e facendo cadere la sedia.

In quel momento le nubi che oscuravano la luna si diradarono, e un suo raggio penetrò da una delle grandi vetrate della stanza.

Vide un uomo dai capelli castano scuro e gli occhi blu davanti ad un anziano dai capelli grigi sui cinquant'anni ma con una luce accesa negli occhi da far invidia ad un adolescente, erano suo padre Re Orion e suo nonno Seth.

Le altre dodici persone sedute erano altri conoscienti: la regina Merion sua madre, il comandante dell'esercito del Regno della Luce Altomare e tutti i regnanti degli altri cinque Regni.

-Non osare...- mormorò suo padre a denti stretti.

I due litigavano ancora. Lacrime amare cominciarono a premere agli angoli degli occhi di Aredhel, mentre pensava che non ne poteva più.

Lentamente, e con estremo silenzio, estrasse Isirlà dal fodero appeso alla cinta legata alla sua coscia e, mentre una sola lacrima le scivolava lungo alla guancia, con sommo stupore del ragazzino di fianco a lei, alzò il braccio e lanciò l'arma dritta al tavolo in cui andò a conficcarsi.

Tutti i presenti alla tavola si voltarono contemporaneamente verso di lei, accorgendosi per la prima volta da quando erano entrati di averli lì con loro.

-Aredhel...

Con uno sguardo penetrante zittì la madre, una donna dai capelli rossi e gli occhi verdi, che la stava guardando con compassione.

E non sopportava quando veniva guardata così.

-Sono stata svegliata nel bel mezzo della notte per assistere al vostro litigio?- chiese invece con la sua voce acuta. Il nonno e il padre le diedero ragione sedendosi.

-Vieni, figlia mia, dobbiamo parlare- concordò l'uomo dagli occhi blu.

La ragazzina prese per mano il suo compagno ed andarono a sedersi in mezzo ai due uomini. Attesero che Re Orion iniziasse a parlare, cosa che avvenne solo dopo svariati minuti.

-Vedi, molto tempo fa, l'Imperatrice è morta e....

-Questo lo sapevo anche io, padre.

-Già. Vedi, dato che la sua non era una morte naturale, ogni qual volta che muore un'Imperatrice senza lasciare un Erede, viene nominato una Cercatrice o un Cercatore.

Ora la storia cominciava ad interessarle. Nonostante i suoi sei anni, Aredhel comprendeva molto in fretta ogni cosa riguardasse la magia e l'Imperatrice.

-Sbaglio, o questa è la Seconda Imperatrice del Pianeta?- intervenne il ragazzino di fianco a lei.

-No, Adrian, non sbagli. L'Imperatrice Calisthia è stata la Seconda Imperatrice da quando i Draghi Guardiani hanno creato questo mondo- confermò Orion.

-Allora, dicevamo, Aredhel, tu sei....

Un fragoroso boato seguito da un potente fremito del pavimento lastricato impedì al Re del Regno della Luce di continuare il suo discorso.

Alcune sedie ancora vuote caddero a terra, mentre il lampadario di cristallo sopra la grande sala circolare oscillava minacciando di cadere su tutti loro.

Un soldato entrò trabballante dalla grande porta di ottone da cui erano entrati poco prima Aredhel e Adrian.

-Vostre Maestà, è iniziato l'Assedio da parte di Kalin- annunciò il soldato reggendosi alla lancia che aveva con sé per non cadere a terra.

-Un attacco a sorpresa!- esclamò Altomare, battendo il pugno sul tavolo -Dobbiamo azionare il piano di difesa!

-No- ordinò Orion -Dobbiamo rispondere all'attacco.

-Ma siamo impreparati!- replicò ancora il Generale Supremo -Se combattiamo ora, è sicura la sconfitta! Consiglio a Vostra Maestà di azionare ogni siste....

-Ho detto di no!- lo zittì di nuovo il Re -Non importa quanto sia forte la difesa, un attacco ancora più forte alla fine la oltrepasserà.

E purtroppo Orion aveva ragione. Il Generale Supremo abbassò la testa, rassegnato.

-Attaccano ancora!- esclamò un secondo soldato entrambo accanto al primo.

Aredhel potè sentire suo nonno inveire rabbiosamente, mentre i suoi genitori si scambiavano sguardi preoccupati.

Gli altri regnanti, fino ad ora rimasti immobili e in silenzio, si alzarono uno ad uno e cominciarono a parlare.

-Orion, sarebbe meglio che portaste la bambina in salvo- consigliò Re Salor, re del Regno delle Fiamme. Sua moglie la Regina Milsa annuì vigorosamente.

-Credete davvero che sia la soluzione giusta?- domandò titubante la madre di Aredhel, la Regina Merion.

Ricevette vari assensi e persino suo marito acconsentì dopo un attimo di esitazione iniziale. Allora la donna dai capelli rossi le si avvicinò.

-Aredhel, dobbiamo andare in un posto.

In questa frase, però, la ragazzina non vi trovò nulla di sensato. Al contario, Adrian ne aveva compreso il significato.

-No!- protestò stringendo i pugni. La Regina spostò lo sguardo su di lui, e il bambino vi lesse tristezza.

-Non voglio neanch'io, piccolo. Ma se vuoi che la tua amica, mia figlia, sopravviva a questo attacco è meglio portarla al sicuro.

Prima che lui si mettese a piangere, però, la donna parlò ancora.

-Puoi accompagnarci, se vuoi- soggiunse con voce gentile.

Il ragazzino tentennò qualche secondo, prima di dare il suo assenso con un cenno della testa.

Allora Merion prese la bambina per mano e, insieme ad Adrian, si diresse verso un passaggio segreto che li avrebbe condotti in un luogo sicuro per la Principessina.

-Madre, dove mi state portando?- chiese Aredhel dopo qualche tempo.

-In un posto che ti salverà la vita- rispose la donna dai capelli rossi.

Mentre scendevano una lunga scalinata a chiocciola, un secondo fremito percorse gli scalini, seguendo il boato da cui è stato causato.

 

Dopo quelle che parvero ore, finalmente i tre giunsero alla fine della scalinata.

Davanti a loro si apriva un'immenso arco a volta, al cui interno c'era solo in vuoto.

La Regina si mise di fronte ad esso, iniziando a recitare un Incantesimo e lasciando i due amici a darsi l'ultimo saluto.

-Dove stiamo andando?- chiese con voce incrinata la bambina.

-Non noi, solo tu, Aredhel- la corresse il ragazzino con il viso basso. I capelli corvini gli coprivano gli occhi a tratti, non permettendo ad Aredhel di scorgere la verità nascosta nelle sue iridi blu zaffiro.

-Cosa vuol dire? Mi state mandando via?- chiese ancora, confusa e con le lacrime agli occhi. Solo allora Adrian alzò lo sguardo. Anche lui era sul punto di piangere.

-No, piccola Are. Ti stiamo portando in un luogo in cui sarai al sicuro e, quando anche qui il pericolo sarà passato, potrai tornare- spiegò lui. Allora lei si aggrappò con entrambe le mani alla felpa del suo migliore amico e compagno.

-Ma io non voglio andarmene!

-Tornerai!

-Ma vi sarete dimenticati di me, allora!

-No, che non lo faremo!

-Promettimelo! Prometti che non mi dimenticherai!- supplicò allora Aredhel mentre le lacrime le rigavano il volto pallido. Il corvino sospirò, piangendo a sua volta.

-Prometto che penserò ogni giorno a te! Sei come una sorella per me e appena tornerai su Helmi staremo insieme per sempre e non ci serareremo mai più!- giurò Adrian. Ma oltre alle parole, fece una cosa che la bambina mai si sarebbe aspettata.

Lei sentì una leggera pressione sulle labbra, e capì che erano quelle di lui mentre la stava baciando. Era un bacio semplice, a stampo, a cui non era attribuito il significato di amore data la loro tenera età, ma valeva come il simbolo che sanciva la loro promessa.

Durò poco, ma per lei fu una piacevole eternità. Appena si furono separati, la Regina Merion terminò la sua litania.

-Devi andare, ora, figlia mia!- esordì sebbene la sua espressione dicesse che era tutt'altro che felice. Dentro l'arco a volta si era aperto uno squarcio rosso.

Aredhel gli si avvicinò e, quando era lì lì per attraversarlo, un'enorme bestia vestita da soldato fece la sua comparsa alle spalle della Regina.

Era alta quasi due metri e si stagliava sopra i tre malcapitati pronta ad ucciderli.

Nella mano umanoide ricoperta di pelliccia rossa, stringeva un'ascia da guerra che sollevò per colpire la donna dai capelli cremisi.

-No!- urlò Aredhel e si sovrappose tra i due. Estrasse nuovamente il suo pugnale dalla cintola alla coscia e affondò la lama nel ventre della bestia che mancò la Regina.

Subitò iniziò un furioso combattimento tra la bestia dell'esercito nemico e la Principessina Aredhel di sei anni con le capacità di uccidere quanto un Sicario pieno d'esperienza.

Ovviamente, agile com'era, lei riusciva ad evitare ogni colpo che la creatura cercava di inferirle, a differenza di quest'ultima che ad ogni affondo mancato guadagnava profonde ferite in ogni parte del corpo.

Dopo un po', però, la stanchezza cominciò a sopraffare la ragazzina che diventava più lenta e stremata ad ogni schivata.

Ad un certo punto, la vista le si annebbiò e dovette fermarsi per qualche tempo, purtroppo sufficente alla bestia per preparare un colpo che di sicuro l'avrebbe uccisa.

Ma ci pensò Adrian a scansarla e a salvarle la vita.

Continuò a portarla sulle spalle finò ai pressi dello squarcio rosso.

Aredhel, contrariata, cercò di scendere dalle sue spalle e continuare il duello.

-Vai! Tieni a mente la nostra promessa e vattene!- urlò il ragazzino, fermandola.

-Ma...

-Niente ma! Scappa, corri via di qui!

E detto questo la spinse oltre lo squarcio.

 

Sulla Terra, una coppia di sposi stava cenando a casa propria, felici e senza alcuna preoccupazione.

Una donna dai capelli castano chiaro, corti fino alle spalle, e gli occhi color bronzo stava apparecchiando il tavolo a due posti che avevano in sala pranzo, mentre suo marito stava cucinando.

-Ehi, Sanne! Portami i piatti, la pasta è pronta!- urlò lui dalla cucina.

-Arrivo, Leon!- esclamò lei in risposta. Prese due piatti e andò in cucina, una stanzetta di otto metri quadrati con mobiletto, forno, fornelli, lavandino e lavastoviglie.

Suo marito, un uomo dai capelli biondi e gli occhi azzurro-grigi, stava chino su una pentola, intendo a mischiare col mestolo di legno la pasta al ragù che aveva preparato per quella sera.

Mentre Sanne posava i piatti vicino ai fornelli come aveva detto Leon, una fortissima luce rossa illuminò la finestra e li accecò per qualche secondo.

Quando finì, i due sposi si precipitarono nel cortile sul retro, perplessi.

Vi trovarono una ragazzina di circa sei anni, sdraiata su un fianco e svenuta.

Corsero incontrò alla fingura snella di quella ragazzina e la svegliarono. La piccola si alzò in piedi, stretto nella mano aveva un pugnale rosso dalla lama intrisa di sangue, ma i due non se ne accorsero.

Bensì, prestarono attenzione agli occhi della bambina che, una volta alzatasi, li aveva aperti rivelando due iridi rosse come il sangue appena versato misto al fuoco appena acceso.

Spaventati e sconvolti di trovarsi una ragazzina simile nel giardino, comparsa dopo una luce cremisi accecante, nessuno dei due sposi riuscì a parlare.

Fu Sanne a rompere il silenzio creatosi. Si avvicinò alla bambina che li guardava smarrita e confusa, si chinò sulle ginocchia per raggiungere la sua altezza e le mise la mani sulle spalle.

-C-chi sei tu, piccolina? Cosa ci fai qui?- domandò tra un balbettio e l'altro. La piccola ragazzina la guardò negli occhi per molto e, quando decise di potersi fidare, socchiuse le sottili labbra per parlare.

-Io non lo so- rispose mentre una lacrima di sangue le rigava il volto.


 

 

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

Angolo autrice: Ebbene sì! Sono ancora viva!

Molte persone sanno ormai che questa storia l'ho pubblicata tre volte in tre forme diverse, e non sempre hanno letto tutte e tre.

So solo che ormai sono sicura di aver delineato la trama in modo quasi definitivo e sono sicura di non doverla più eliminare per poi ripostarla una quarta volta.

Spero che come l'ho scritta ora vi piaccia e spero anche che una volta letto il prologo di Cronache di Kerya mi lasciate un commento. Anche se piccolo piccolo, anche se dice che fa schifo, vi prego!

Ringrazio in anticipo le persone che so leggeranno queste cinque paginette di Word che ho scritto per raccontare il mondo creato dai miei stessi sogni e di cui vorrei raccontarvi la storia: S_Anonima_E ; SkyDragon; LailaOsquin e Kety100.

Spero di ricevere una vostra recensione contenente i vostri pareri su questo piccolo prologo iniziale, per ora vi dico solo:

Al prossimo capitolo!

Aredhel

 

P.S. Un'altra cosa che stavo dimenticando: gli aggiornamenti non saranno regolari come normalmente vi avrei detto, perchè rispettare l'orario delle consegne dei capitoli diventerebbe per me un impegno che a stento riuscirei a mantenere. Se ho pubblicato questa storia non è stato per prendermi un impegno del genere, ma perchè ho passione per la scrittura! Perciò non vi scomodate a dirmi che sono in ritardo o in anticipo, visto che non ho neanche fissato la data, ok? ;)

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Zwart Bloed