(¯`•.¸ IL PUNTO. E LA SFERA ¸.•´¯)
Blue tiger_ cara.. per scoprirlo, non ti resta che leggerlo nel prossimo chap, capitolo conclusivo di questa fic!
^^’
Keyra_ ti ringrazio per la recensione! La
storia si evolve sì, non potevo lasciarvi a bocca asciutta ti pare! ^^
Zietta_ come non posso darti ragione, è
molto difficile buttarsi nel torbido, ma ancora più difficile avere il
coraggio di tirarsene fuori, già-già!
Valentina, da sempre l ’ossessione
di Clio; infatti come hai ben colto, in tutta la
storia non fa altro che compatirsi per la sottomissione nei confronti di
Tiziano, ma diventa una furia quando lo spettro dell’altra la riporta
alla realtà, facendole aprire gli occhi su ciò che è realmente.
D’accordo con te anche per quanto riguarda l’amicizia
e Dalila.
La verità alla fine ripaga sempre, e con il tempo piano-
piano anche la fiducia si riconquista.
Infondo l’amicizia non credo si fondi solo su sorrisi falsi
e felicità utopica; più è difficile il percorso,
più si ha la controprova di quanto sia forte e duratura.
Arwis_ giuro che quando ho letto la tua
recensione sono rimasta così à O.o
Addirittura paragonarmi a “Tre metri sopra al cielo” ?
Anzi no, giudicare la mia storia, molto più interessante?
Guarda per me è un onore, davvero! ^____^
Non solo perché comunque quel libro mi è piaciuto
molto, ma perché come hai detto tu stessa essendo molto commercializzato
e popolare, non mi ritenevo proprio all’altezza! ^^’
Non pecco di modestia assolutamente, quando scrivo sono sempre un
po’ titubante; fortuna che ci sono persone sempre pronte a dimostrarmi il
contrario e a darmi coraggio. Grazie!
Parentesi perdono: sì, è davvero molto difficile
perdonare qualcuno, di qualsiasi torto si sia macchiato.
Ma sai spesso nella vita frenetica di oggi, si è più
abituati a lasciarsi andare, cancellarsi con un colpo di spugna, darsi addosso.
Il perdono è sempre la scelta meno ovvia.
Perché è più semplice, scappare.
Qualcuno insegna, che al mondo esistono le eccezioni. Ed io mi ci
metto in mezzo, se non proprio offesa e ferita nell’animo, preferisco
sempre il perdono al rancore.
Per gli errori ortografici, ahimè non finirò mai di
scusarmi!
Molto spesso aggiorno tardi la sera, o comunque scrivo tardi,
capace qualcosa nel testo mi salti!
Grazie comunque per le annotazioni ^^
Vi lascio,
LuNaDrEaMy
(¯`·.¸
VERY VALENTINA ¸.·´¯)
Chap n.9
Sono sotto
casa sua.
Oh mamma,
quanti ricordi questo portone, suscita in me.
Tiziano, abita
poco dietro l’angolo della strada.
Ho il cuore in
gola.
“Signora,
può mandarmi giù Valentina? Sono una sua amica.”
Amica.
Gran bel
parolone.
Mi sono fatta
il suo ragazzo, non mi definirei proprio amica, ma posso aiutarla.
Lo voglio.
E allora
alcuni appellativi, possono anche andar giù lisci.
Scende in
strada, dopo un po’.
E’ ben
vestita, ha i capelli raccolti da un foulard, le guance appena-appena colorate
di rosa.
Non fa una
piega, quando mi vede.
Anzi sorride,
richiudendo il portone alle sue spalle.
“T’avrei
chiamata io, guarda.”
Rimango
stupita.
Mi ha
spiazzata.
Insomma un
colpo mortale può ben bastare, non so a cosa le servirebbe un secondo
round.
“Sì, non ti
ho lasciata il tempo per insultarmi, l’altra sera.”
“Dalila lo diceva,
che eri molto simpatica.”
“Dalila dice molte
cose giuste.”
Ride, si
scioglie un attimo.
Non serra
più i pugni, scesi sui fianchi come vecchi arbusti abbattuti dal vento.
Non sorride
più, come un robot impostato.
Ora il viso
è sereno, disteso.
“Tu invece, cosa
hai da dirmi, Clio?!”
“Scusa,
innanzitutto.”
“Scusa ?!Non ti sembra troppo, inarrivabile Clio?”
“Valentina
io… cioè per me già è difficile…”
“Lo so che è
difficile. Non è mai facile per le persone egocentriche, ammettere
d’aver sbagliato.”
“Io non sono
egocentrica.”
“Sì, tu sei
come lui, amate soltanto voi stessi.”
“E’ qui che
ti sbagli. Io l’amavo.”
Mi prende per
il gomito, portandomi verso la sua auto.
La apre di
forza.
Dal cassettino
anteriore, tira fuori un anello e un bigliettino.
“E’così
che l’amavi?!”
Me li mette in
mano, di prepotenza.
E’ una
lettera d’amore scritta di suo pugno, con la calligrafia arrotondata,
proprio da signorina; l’anello, è una fedina impreziosita dal suo
nome.
Valentina.
Nove lettere, d’oro brillante.
Rimango
basita.
Ed anche
piuttosto scossa.
“Non ho fatto in
tempo a dargliele. Non so se è un bene o no…”
E scoppia a
piangere.
Vorrebbe
trattenersi, ma poi guarda verso me; non sto meglio di lei, per questo deduco
si sia lasciata andare.
La prendo per
le spalle, scuotendola.
“Lo sai
perché non l’amavo così?!
Perché non me lo ha permesso! Ma cosa credi? Che io ero nel suo olimpo?
O che forse stavo meglio di te, gettata nell’angolo a guardare e vivere
sulla vostra felicità, come una parassita?!
Pensi lui mi abbia mai amata, come ha amato te? Pensi sia stata felice nel
sapere di te? Ma tu lo sai da quanto io gli muoio
dietro?!”
Non sa da dove
cominciare.
Ed io non la
mollo, continuo a scuoterla.
Per un attimo,
ho temuto di spezzarla; spaventata l’ho lasciata arretrare, di rimbalzo.
“Ho passato due anni di inferno, sperando che prendesse
una decisione. Non è mai arrivata, quella decisione non è mai
arrivata, Valentina. Ed ho continuato a farlo, ho continuato a devastarmi. Solo
per lui. Solo per lui.”
Sto delirando.
E piango,
maledette lacrime di frustrazione.
Credeva fossi
io la principessa.
Tse, io ho solo preso il marcio di tutto ciò
Lei almeno era
ignara, io la verità l’ho guardata ad occhi aperti. Spalancati.
“Io come faccio a
sapere come ti ha trattata, me lo spieghi? Io so solo che la verità mi
è piombata addosso, senza preavvisi, nel momento più felice della
mia vita!”
“Ecco, tu eri
felice, Tu eri sua,
tu hai goduto del suo amore! Io sono stata la sua bambolina da
manovrare a piacimento,. Vuoi sapere come mi trattava?
Sette giorni su sette, mi rinchiudeva nel suo bilocale, rigorosamente dopo le
sette di sera, sempre soli, sempre a consumare un rapporto clandestino, a
svuotarsi delle frustrazioni della vita, con la convinzione che io non
l’avrei abbandonato mai. Mi ha presa, usata, rigirata, sempre in nome
della mia fedeltà. Tu almeno, hai assaggiato il buono di lui, io nemmeno
quello.”
“Perché lo
facevi? Perché ti davi a lui, se eri insoddisfatta?!”
“Perché è l’uomo più spregevole che io conosca
sulla faccia della terra, ma lo amavo. L’ho sempre fatto.”
“Anche io lo amavo.
Avete distrutto la mia vita.”
“Tu sei ancora salva, Valentina. Quella che dovrà passare le pene
dell’inferno, per il resto della vita, quella lì sono io. Ho
annullato la mia essenza, ho deriso me stessa,
vendendomi in nome di un amore immaginario. Ed io sapevo, sapevo che non ne
sarei mai venuta a capo. Eppure, imperterrita ho proseguito per la mia via.
Sai, credo che la mia anima, non tornerà mai completamente pulita.”
Piccole gocce,
bagnano le mie guance ormai arrossate dalla foga.
Potrò
liberami di lui.
Potrò
tornare ad una vita normale.
Potrò
sorridere ancora alla vita.
Ma la mia
anima, questa sì, che resterà macchiata a vita.
“Io, non potevo
immaginare tutto questo.”
“Ne sei proprio
sicura? Tu eri la sua ragazza, lo conosci meglio di me. Sai che persona
è.”
“Ho scoperto un
mostro Clio, ed io Tiziano non l’ho mai saputo
così spietato.”
“Cosa ti aspettavi?
Ristorantini? Cinema? Forse passeggiate al chiaro di
luna? No, niente di tutto ciò.”
“O persino creduto
che fossi io il motivo, dei suoi sorrisi in certi giorni, in cui sembrava non
ascoltarmi e con la mente viaggiava in una dimensione lontana da me.”
“Rideva di me,
Vale. Della mia ingenuità. Infondo sono rimasta la sciocca ragazzina di
undici anni, che gli sbavava dietro, quasi fosse una
celebrità. Ma tu sei ancora in tempo, non fare come me, non buttarne
altro. Non buttare te stessa.”
“Non lo so.”
“Ti ha richiamata,
vero?!”
Come faccio a
saperlo?
Una volta
tentai di mandarlo al diavolo.
Mi
richiamò subito.
Mi
deliziò con vane promesse.
Mi promise
cielo sulla testa e terra sotto ai piedi.
Non fece mai
nulla di tutto ciò.
Ma la mia
ossessione non si affievolì, anzi divenne ancora più forte.
Non
c’è nulla di più forte del desiderio e
dell’ostinazione, quando tutto sembra girare al contrario.
E Valentina, lei
ha lo stesso mio sguardo da vittima tentata dal peccato.
Mi guarda,
sbiancando.
E non
c’è bisogno di sua risposta, so che è così.
“Non volevo essere
invadente, scusa. Infondo che diritto ho, io proprio io, di impicciarmi dei
cavoli tuoi.”
“Nessuno, appunto.”
Le sue parole,
mi trafiggono il cuore.
Mi sento
morire.
Ma cosa hai
capito, Valentina ?
Io non voglio
portartelo via.
Non
un’altra volta.
Ero qui per
te. E per me sì certo.
Mi sto
scaricando la coscienza, lo so.
Pensavo
comunque servisse anche a te, per liberarti.
Ma tu non
vuoi.
E allora, chi
è causa del suo mal, pianga se stesso.
Non ti dico
una parola; mi volto, per andarmene via da qui.
Cammino piano,
alla rinfusa, perché adesso non so davvero dove andare o cosa fare.
Mi hai
spiazzata, piccola Valentina.
E’ la
tua puntigliosa rivincita. Brava!
“…ma so che
se non ti do retta, io ci ricasco con tutte le scarpe. Aiutami ti prego.”
Mi giro dalla
tua parte.
Sei qui, che
mi tieni per la manica della maglia e mi fissi con quegli occhi innocenti, da bambina,
verdi come un prato la mattina presto:
Annegati di
rugiada.
“Cosa vuoi che
faccia, per te?!”
“Dimmi che è
tutto vero. Che sta mentendo, che è un bugiardo, bastardo.”
“Se stai qui a
pensarci, sai che lo è! Altrimenti adesso staresti con lui ,al posto di perdere tempo qui con me.”
Si butta fra
le mie braccia, quasi come non aspettasse altro che
udire queste parole.
L’abbraccio
forte, come si stringe un figlio al proprio petto.
Oscuro mi
è il motivo.
So solo, che
non potrei mai più odiarla.
“La faresti una
cosa per me?!”
“Perché ho
paura, Valentina?!”
“Perché non
c’è niente di meglio, di un ex ragazza, e un ex amante, sul piano
di battaglia.”
Questa ragazza
è incredibile!
E perfida,
almeno quanto me!
Ma posso
capirla meglio di chiunque altro, in questa situazione; quando il silenzio e il
tempo non bastano a guarirti dall’ansia, è il momento di agire e
muoversi da sé, per liberarsi di tutto il veleno che ostruisce le
arterie.
“Sono tutta
orecchi, spara!”
Cela un
sorriso, dal viso ancora bagnato dalle lacrime.
Guarda
lontano, e piano, con voce quasi sibilante, mi sciorina tutto il suo piano
diabolico.