DAL SECONDO CAPITOLO:
“facciamo una cosa, ok?” Mi guardò aspettando un mio cenno affermativo, che non tardò ad arrivare.
“Facciamo finta che non sia mai successo, facciamo finta che questa sera ci siamo comportati esattamente come le altre.” Fece una pausa.
-------------------
RATING: Rosso

Dal primo capitolo:
Quando disse la parola "sorella" Niall si strozzò con la birra che stava bevendo e quasi morì soffocato, Louis lasciò cadere la ciotola di salatini che aveva in mano, con il risultato che si sparsero su tutto il pavimento, Zayn corrugò la fronte e Liam era troppo preoccupato di battere la schiena di Niall per avere qualsiasi altra reazione. Harry li osservava serio, ma in realtà se la stava ghignando parecchio.

Lola e Niall, migliori amici o qualcosa di più?

Se fossi in voi starei attenti. Perchè c'è un ombra, starei attento a ogni singolo rumore, perchè se quell'obra ti trova non ti lascia andare finche non ti avrà ucciso.
"Ciao, non vi importa come mi chiamo, dovete solo sapere che sono una ninfomane."
LA LETTURA E' CONSIGLIATA SOLAMENTE HA PERSONE CON I NERVI SALDI. SE TI RITIENI FACILMENTE IMPRESSIONABILE, GIRA ALLA LARGA.
MI SOLLEVO DA OGNI RESPONSABILITA'.

«mai sentito parlare di strip poker?», dice con tono calmo. Aspetta, ho sentito bene? Strip poker? Ma cosa gli salta in mente a quel ragazzo?
«accetto la sfida» non potrà che essere divertente, vederlo perdere quando ha lanciato lui stesso la sfida.

Cosa può succedere di tanto interessante a Rose?
In infermeria poi, dopo essersi fatta male alla testa?
Nemmeno lei lo immagina!
*tratto dalla storia*
Eravamo rimasti soli. Non c'era più nessun'altro, eravamo io e Nialler in una stanza vuota e silenziosa.
Mi alzai di colpo dirigendomi verso il punto che aveva indicato la Scott, ed aprendo un'anta estrassi l'alcool e un po' di cotone.
Mi girai poi per dirigermi verso Niall che si era seduto sul lettino, dall'altra parte della stanza e mi sedetti vicino a lui.
Ci girammo entrambi, in modo da essere di fronte e a quel punto mi piegai su di lui, strofinando le sue ferite con un pezzo di cotone imbevuto di disinfettante, dicendo:
-Lascia fare a me..-

Portai la sigaretta alle labbra, osservando con i miei occhi scuri il ragazzo seduto timidamente di fronte a me.
Aveva occhi azzurri come il mare e i capelli biondi, probabilmente tinti. Aveva proprio il viso da bravo ragazzo, troppo innocente per venire da me.
«Cosa ti serve?» chiesi con tono gelido, mentre i miei capelli neri e ondulati venivano spostati sulla spalla destra. Il ragazzo deglutì rumorosamente, porgendomi una foto.
La presi con la mano libera, soffiando fuori dai polmoni il fumo aspirato. La foto ritraeva un uomo sui cinquant’anni, occhi azzurri e capelli castani.
«Quello è il compagno di mia madre.»
«Cosa vuoi che gli faccia?»
«Picchia mia madre da cinque mesi, e ha giurato di farla fuori se oserà denunciarlo.»
Ci fu qualche secondo di silenzio, come se il ragazzo stesse riflettendo sulle parole che stavano per uscire dalla sua bocca rosea.
«Voglio che tu lo uccida.»