‘Certo. Tu sei solo mia’ e mentre lo diceva divenne serio.
Ma ormai ero sveglia e avevo voglia di stuzzicarlo un po’.
‘ Ma chi te lo dice che io non voglia starci con lui se dovesse provarci? Io non sono tua..’
Un guizzo di gelosia attraversò le iridi cristalline, ma immediatamente capì le mie intenzioni e stette al mio gioco. O meglio io caddi nella sua trappola.
‘Oh bè, hai ragione. Per quello stasera sono stato felice quando questa tipa, da paura, avresti dovuto vederla, si è messa a ballare contro di me..era tardi, se no chissà..’
Divenni rossa come un peperone, mi voltai a guardarlo di scatto e mi alzai dal letto allontanandomi da lui, che prontamente mi afferrò, mi stese e si mise su di me, bloccando il mio corpo col suo e non permettendomi di andare via.
Rise, appoggiando il viso sull’incavo del mio collo e il suo fiato caldo mi provocò tanti brividi. Se ne accorse e tornò a guardarmi serio.
‘Stavo scherzando Jill. Io sono pazzo di te.'

"Harry aveva capito che c'era qualcosa di strano in quella casa all'età di 5 anni quando, dopo aver distrattamente lanciato il pallone da calcio con cui lui e sua sorella stavano giocando nel giardino di fronte, era corso allegramente a riprenderselo. Non ci sarebbe dovuto essere nessuno in casa Tomlinson, a quell'ora. Eppure, quando aveva raccolto la palla e aveva gettato uno sguardo furtivo verso l'ampia vetrata al piano terra della abitazione, giurava di aver visto un piccolo viso rotordo e due occhi color sangue nascosti tra le pieghe delle grandi tende nere.
I Tomlinson non avevano figli.
O almeno questo era quello che tutti credevano."