- Aria -
esclamò sorpreso il ragazzo
- Ciao -
rispose facendo delle strane espressioni con le labbra in evidente imbarazzo.
- Cosa ci fai qua? -
chiese il ragazzo strofinando nervosamente le mani sul jeans
- Oh, io ecco ... sì io ... -
la ragazza respirò a fondo aprendo la bocca ma senza riuscire ad emettere alcun suono. Alzò un braccio facendo un segno verso il marciapiede
- Stavo andando da Spencer e sono finita qui -
mentì sistemando un ciuffo di capelli dietro l'orecchio
- Capisco -
disse il ragazzo superandola. Quando le passò accanto Aria inspirò a fondo la dolce scia di profumo lasciata da Jason, era un profumo fresco e non troppo forte.
- Jason aspetta -

- Non guardarmi così! – lo interruppe lei voltandosi. – Non dovresti fissare in questo modo una donna sposata.
Approfittando che gli desse le spalle, il mago le cinse la vita, attirandola a sé. Sembrava fatta per il suo abbraccio, la sua pelle era morbida al tatto e il suo profumo lo mandava fuori di testa. La desiderava tanto da impazzire.
George le posò il mento sulla spalla. - Neanche tu dovresti essere così languida con gli uomini sposati, sai?
Hermione cercò di liberarsi, invano. Non si era mai resa conto che fosse tanto forte. Ma, in fondo, voleva davvero lasciare quell’abbraccio? Quanto tempo era che non si sentiva amata, desiderata? – Pensavo di potermi fidare di te.
- Infatti. – e si Smaterializzarono.

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[Jason/Aria, hints Ezria]
"Molto probabilmente quella situazione è cominciata così: quando lui ha scrollato le spalle e l’ha fatta entrare in casa, perché fuori si gelava, e ad Aria si sono illuminati gli occhi quando si è offerto di preparare del caffè."

Ma soprattutto il modo in cui George si mordeva il labbro quando stava per venire, mentre Fred buttava la testa all'indietro.

Poteva avere tutta la musica del mondo in testa, ma Olivia era stata abituata al fatto che i sogni erano il carburante della vita, e pochi erano quelli che – nell’arco di una sola esistenza – riuscivi davvero a realizzare senza il talento, la passione, le basi necessarie ad affrontare i problemi e una discreta dose di buona sorte.
Magari ti illudevi di farlo, ma poi ti accorgevi che non erano davvero sogni, ma sfizi che – una volta raggiunti – non ti davano nessun tipo di appagamento.
Holly aveva intuito che qualcosa – nella retorica dei sogni – entrava in netto contrasto con la loro consistenza quando aveva appeso al chiodo la chitarra.

Storia dove un'attrice italiana si ritrova a recitare con James Phelps e... se ne vedranno delle belle!
Dal primo capitolo: "Mentre tutti annuivano e si consultavano seri James mi chiuse bene l’abito,facendomi imporporare le guance… di nuovo."

Sequel di "Stava realmente succedendo a me?". Continua la storia tra James e Sofia.