Questa è la mia primissima Fanfiction, vi prego di essere clementi.
Era da più di un mese che non si recava a casa del suo ex coinquilino, da quando una sera era uscito per andare a trovarlo ed era rimasto sorpreso dal vedere un giovane ragazzo uscire in tutta fretta dal 221B di Baker street. La gelosia lo aveva preso allo stomaco come una morsa e non lo aveva più lasciato da allora. Quella sera non aveva avuto il coraggio di bussare alla porta del suo amico per chiedere spiegazioni. Era passato un mese da quella sera e aveva deciso che non poteva andare avanti così, che doveva avere una spiegazione. Così, dopo cena, avvisò Mary che quella sera sarebbe uscito e che probabilmente avrebbe fatto tardi, di non aspettarlo alzata.

Era davvero giunta la sua ora, infine, ma non distolse lo sguardo dal suo assassino. Aveva già evitato la morte più di una volta, essere ucciso da un dio era una cosa che poteva anche accettare.
I Chitauri sono stati sconfitti. Loki attende il suo ritorno ad Asgard, ma c'è una questione in sospeso che aspetta ancora di essere risolta.

[Post-Movie]
Era sempre stato terrorizzato dalla possibilità che la sua bambina gli somigliasse e, al contempo, l'idea di tenere tra le braccia il ritratto in piccolo di suo fratello gli era insopportabile.
"Mi ami?" Eppure, quando aveva visto gli occhi di Thor su quel piccolo viso paffuto tanto simile al proprio, Loki aveva solo pensato che non vi potesse essere niente di più giusto, niente di altrettanto perfetto nell'intero universo. "Sì."
"La ami?" Ma a Thor questo non lo avrebbe mai detto, come non avrebbe mai ammesso che, alla fine, era stato lui l'artefice di quella felicità che non avrebbero mai potuto vivere insieme. Perché era troppo tardi. "Sì"
Come non avrebbe mai ammesso che ogni volta che sentiva sua figlia piangere, gli sembrava quasi di sentire il se stesso bambino.
"Allora portala a casa e dimenticati di me."
[Thor x Loki] [Tony x Steve, secondaria]

" Preferirei farlo io, se non ti dispiace. "
" Antony? " Il biondo si voltò, gli occhi pieni di felicità e la maglia lasciata cadere sul suo corpo intrappolando le braccia dentro di essa.
Il moro, in smoking bianco e nero, si stava come spolverando le spalle, sul terrazzo di Steve, e lo fissava impettito.
" Devo fare delle entrate di scena, io. Sono appena tornato da una riunione con Phil, il capo di questo posto. Mi ha dato l’ appartamento sopra il tuo, ho rubato una scala agli operai e sono sceso qui da te. Anche se vedo che ti stai preparando per andare a letto… "
" Parli troppo, tu. " Steve lo tirò dentro per la cravatta e chiuse la portafinestra dietro le sue spalle, fino a tornare a perdersi in quegli occhi color nocciola che aveva scoperto di adorare tanto.
Dal Capitolo 5.