"Alter ego di una sfigatona. Ho una passione insana per l'alternative rock. Adoro cucinare, scrivere di notte e bere thé. Se non mi trovate, forse sono a cazzeggiare da Jimbo o a piangere sui libri di Greco. Vivo di libri, di serie TV e di Paramore"








  "I need the ending, so why can't you stay just long enough to explain? You can take your time, take my time"

Il finale di Mockingjay mi ha lasciata proprio come Katniss, come Peeta, come Haymitch: spezzata, smarrita, sola, disorientata. Scrivere è stata l'unica cosa che mi ha permesso di liberarmi di tutte queste sensazioni, un po' alla volta, per essere libera di ritrovarle solo quando lo desidero nel rileggere o ricordare tutti i personaggi creati da Suzanne Collins. Così ho scritto. Partendo direttamente dal testo dell'ultimo capitolo, per immedesimarmi meglio e per cercare di avvicinarmi allo stile della Collins (così lontano dal mio), ho cercato di ricollegare tutti i flash, tutte le scene che ho immaginato nella mia testa e ho messo insieme questa Fan Fiction.
Spero di darvi il senso di chiusura che io stessa cerco, nel mio lavoro e in quello degli altri, anche se solo in una piccolissima parte.
Buona lettura!
Nota: il titolo si riferisce all'album - e non alla canzone - dei Coldplay. La FF non è ispirata a nessuna delle track dell'album, nonostante queste mi abbiano tutte ispirata notevolmente.

-Posso esserti utile?- mi chiede.. Peeta, penso, sbucando da dietro uno scaffale.
-Non penso- rispondo rivolgendogli uno sguardo malizioso, -Ho bisogno di libri, non di baci- butto lì e gli volto le spalle. Lui mi segue.
-Sai che non intendevo..- cerca di chiarirsi mentre se la ride.
-Certo- scherzo io poggiando la mia dispensa sul bancone per permettergli di registrare l’uscita.
-Beh, non sarebbe così male però- butta lui lì mentre scrive le solite cose al pc per stampare la ricevuta. Mantiene lo sguardo basso. Certo, piccolo biondino, lanci queste proposte e poi ti imbarazzi a mantenere il mio sguardo? Bene.
-Ah no?- rispondo io il più languida possibile, sporgendomi un po’ sul bancone.

E se Katniss avesse capito di amare prima Peeta e avesse deciso di dirglielo? E se dopo la morte della sorella, Katniss dovesse ricominciare tutto daccapo compreso il suo rapporto con Peeta? Cosa farà la ghiandaia imitatrice di Panem per sopravvivere a questa nuova fiamma che si sta accendendo dentro di lei?
E' la mia prima fanfiction in questa sezione :D La storia parte dalla sua confessione a Peeta e continua fino all'epilogo. Una storia un pò diversa con qualche Missing Moment che la Collins avrebbe dovuto/potuto aggiungere.
Tratto dal testo:
-Sai , mi sono mancati.- dico ingenuamente.
-Non farlo, Katniss. Non fingere con me perchè cosi non mi aiuti.-
Pensa che stia fingendo. Sarebbe strano se pensasse il contrario dopo il depistaggio.
Gli porto una mano sul volto ed inizio ad accarezzarlo dolcemente. Dopo un pò, proprio come farebbe un cucciolo, accetta la carezza e inclina il viso affinchè la mia mano gli tocchi completamente la sua guancia.
-Mi sei mancato-
.........
Spero di avervi incuriosito... ;P
Sfondo rigorosamente Everlark

Possa la buona sorte essere sempre a vostro favore...
E quando mai lo è stata?!?
Nella mia vita, la fortuna è sempre stata una presenza evanescente.
Ed il mio carattere non mi ha mai aiutato.
Distruggo tutto ciò che tocco... ma lui non se ne cura, anzi cerca di farsi toccare.
Lui, che è pronto a morire per me.
Io ora sono pronta a morire per lui.
Ed io... io che non mo sono mai chiesta cosa provassi in realtà per lui.
Per quelle lunghissime ciglia chiare che più di una volta mi sono ritrovata a fissare.
Per quelle labbra che troppe volte ho baciato senza peso.
Per quei suoi modi gentili, ed il suo modo di farmi sentire perfetta... anche se non lo sono mai stata.

{Everlark}
Cosa sarebbe in grado di fare la famosa ragazza di fuoco se il caro e buon ragazzo del pane si rifiutasse costantemente di concedersi a lei... totalmente? E se ad aiutare Katniss intervenisse un Haymitch stranamente sobrio? Cosa ne uscirà mai fuori?
"La situazione è davvero frustrante. Si comporta come una ragazzina che cerca di restare illibata quanto più è possibile. E tra i due, giusto per specificare, la ragazzina dovrei essere io visto che sono dotata di organi genitali femminili! Non vuole fare l’amore con me –cosa che, purtroppo, non è ancora accaduta-, non vuole che io impari a donargli piacere perché scappa a gambe levate non appena si presenta l’occasione, l’unica cosa che a quanto pare gli sta bene è quella di dedicarsi totalmente al mio corpo.
Non fraintendetemi, questa cosa mi sta più che bene ma in un rapporto come il nostro è importante dare e ricevere, no? E allora perché è così dannatamente ostinato a non ricevere assolutamente nulla?"

Ho dipinto Katniss. Tra le foglie secche e le farfalle. Di rosso. Di blu. Quando Haymitch viene a controllare che io mangi, di tanto in tanto, che mi faccia una doccia, che non mi butti dalla finestra, scuote la testa sempre più avvilito. Mi stringo nelle spalle, tentando di riprendermi i miei colori. Devo dipingerla, anche se lui non può capirlo. [...]
Cammino, stanca, senza distogliere gli occhi da quella casa, come se fosse magnetica, come se tutto il mio corpo volesse essere lì. Ma non posso. È passato più di un mese dall'ultima volta che gli ho parlato e non posso più sgattaiolare fuori di casa all'alba per scappare nel bosco per tutto il giorno per non incontrarlo.
{Sequel della fanfiction Red. e Blue.|| Lettura consigliata ad un pubblico adulto. Fanfiction psicologica che tratta in modo esplicito di tematiche delicate}

*dal testo* Un moto di rabbia si impossessa del mio corpo, inizio ad avere caldo ed una strana sensazione di fastidio misto a ondate di calore invade il mio basso ventre e sale fino al cervello cosi lentamente che sembra uccidermi. Lente come le mani di Peeta sul vestito di Johanna.

Katniss è rimasta da sola, dopo la morte del padre la sua vita è lotta tra dolore e incubi. Due sole cose la rendono felice, il suo migliore e inseparabile amico, e il suo Arco. Ma qualcosa sta per cambiare irrimediabilmente. Riusciranno degli occhi azzurri e limpidi come l’acqua a spegnere il fuoco che in lei brucia?
In un altro mondo dove la ribellione e la guerra della trilogia sono stati sostituiti da amicizia, sport e sentimenti gli eroi di Panem, ancora ragazzi, si troveranno alle prese con l’inevitabile Amore con la A maiuscola.

Questa è la storia di Peeta e Katniss, certo, la storia che tutti noi conosciamo.
Ma cosa pensavano, le persone al di fuori di Katniss?
Se, come sempre, lei fosse stata l'ultima ad accorgersi che era innamorata di Peeta, ma altri personaggi ci erano arrivati prima di lei, anche solo guardandoli?
Questa è la stessa storia, ma diversa, raccontata dal punto di vista di tutti i personaggi.
Ognuno di loro aggiungerà un tassello per il puzzle finale, per l'amore di Peeta e Katniss.
Questa storia riprende delle situazioni, dei momenti già vissuti, ma li capovolge, facendoci notare gesti e parole che erano passate inosservate a Katniss.
Facendoci rivivere quei momenti con il cuore in gola e la consapevolezza che loro sono fatti l'uno per l'altra.
Perché che Peeta e Katniss erano fatti per stare insieme, qualcuno, l'aveva già capito.

Tutti conosciamo la storia di Peeta e Katniss, l'amore bruciante e distruttivo che li ha uniti e portati ad essere ciò che sono. Ma cosa è successo nell'attimo in cui hanno capito che soltanto insieme avrebbero funzionato? Cosa li ha spinti ad affidarsi l'uno all'altra fino alla costruzione di una vera e propria famiglia?
Dal II capitolo: "Questa perla e questa fede sono il segno di ciò che provo per te, Katniss. Dio solo sa quanto io riesca ad amarti con ogni forma di me stesso. Provo a dimostrartelo ogni attimo della giornata [...]. Ti ho sposata, promettendoti amore eterno, fedeltà e di starti accanto in qualsiasi situazione, che sia bella o brutta. Come se ne avessi avuto bisogno, poi. Tu sai bene che per me quest’anello è pura formalità perché avrei fatto le stesse cose indipendentemente dalla cerimonia. Io non ho bisogno di sentirmi dire ogni giorno che mi ami così come faccio io con te. Perché mi basta ascoltare il tuo corpo per capirlo. Ma tutto questo, Kat, mi uccide."
Sequel di "La vita è una cosa meravigliosa."

Interrotta
[Dal terzo capitolo]
«P!», strilla alla fine, incredula, allontanando appena il foglio. Alza lo sguardo su Katniss, irritata. «Non mi hai detto che c’era l’iniziale del suo nome».
«Chi ti dice che sia il suo vero nome?», chiede in un sospiro annoiato, palesemente finto.
Non ammetterà mai di aver ceduto per i sensi di colpa. Insomma: ha ricevuto una lettera da parte di un fantomatico P. –e già qui, mentre la notte ripensava alla lettera, il nome di Peeta aveva iniziato a lampeggiare nella sua mente come una svolazzante luce al neon rotta- che, non solo le ha riservato un gesto davvero gentile, ma ha anche raccontato un suo segreto. Un segreto che crea tra i due un legame, per il “tragico amore” che entrambi vivono.
[“What if?” ambientata in un immaginario periodo precedente al primo libro della saga, quindi direi che è anche una Missing Moments; OOC] [Evellark]

"«Come ti senti oggi, Peeta?»
Aurelius mi guarda, aspettando una risposta. Viene a trovarmi ogni lunedì e ogni giovedì, sempre alla stessa ora. Le sue visite mi danno il senso del trascorrere del tempo, come un orologio. Dice che è positivo."
[...]
"Ho creduto di aver trovato l'unica persona con la quale potessi vivere, ma non era reale. Era soltanto un piccola speranza di un cuore rotto che ora sembra quasi non esistere più. Con i suoi battiti scandisce il tempo e nulla più. Non ho alcuno che possa sopportare tutto con me, nessuno può incarcerarmi se non io stessa e l'ho fatto."
{Sequel della fanfiction Red. || Lettura consigliata ad un pubblico adulto. Fanfiction psicologica che tratta in modo esplicito di tematiche delicate}

Loro ne hanno passate tante, troppe. Loro si amano con tutto il cuore, ora. Ma non in ogni modo possibile. E forse, dopo cinque anni dalla guerra, dagli orribili Hunger Games, qualcosa è cambiato, è arrivato il momento di crescere insieme e di esplorare nuovi orizzonti, fare esperienze nuove, provare emozioni sconosciute.
[PostMockingjay] [Pre-epilogo][Everlark]

"Per quanto ci abbia provato, la morte non è mai venuta a prendermi. Sono molto arrabbiata del suo libero arbitrio per la scelta delle persone da raccogliere. Adesso mi ha addirittura lasciata con questo barlume di lei, che ogni tanto mi attanaglia, ma che poi se ne va, in un modo o nell’altro, presto o tardi, lasciandomi esattamente come prima che arrivasse, ma molto più stanca."
E la stanchezza lascerà a Katniss una sola obbligata: vivere essendo consapevole.
Lei e Peeta, insieme, varcheranno le soglie di una nuova realtà, scoprendosi di nuovo.

Jennifer Lawrence e Josh Hutcherson sono, agli ignari occhi del pubblico, sfavillanti giovani attori sulla cresta dell’onda, di bella presenza
e sempre con il sorriso a fior di labbra.
Ma, chi può dire di conoscere veramente bene gli affari privati delle persone famose, se non loro stessi?
Così, offro io un ipotetico zoom completamente personale e senza pretese sulla vita dei due, amabilmente narrato in terza persona.
Enjoy the freshness.
[Joshifer]