"Niente più amore, niente più occhi celesti, niente più sorrisi. Tutto era svanito, come la consapevolezza di poter muovere i muscoli delle gambe e correre sotto la pioggia come un gatto in cerca di riparo. La fine, quella che Harry aveva sempre temuto, era arrivata." -dal prologo.
"(...) rallentai il passo per cercare con gli occhi la stanza di Harry. Numero 479, eccola qui. Sbirciai dalle veneziane e il solito, pallido Harold apparve disteso su quel letto pieno di dolore e tristezza." -dal I capitolo.
"(...) Lo seguii fino alla porta scorrevole, poi gli chiesi quale pizza volesse, ma lui, per tutta risposta, prese un foglietto e iniziò a scriverci sopra, tenendo la lingua mezza fuori dalle labbra come un cannibale che ha trovato la carne che tanto bramava." -dal II capitolo.
Larry, Ziam.

L'ultima cosa della quale ha coscienza prima che la folla esploda con un boato da buttare giù l'arena sono le labbra di Louis che si schiudono al contatto con le sue e poi è tutto urla isteriche, flash di macchine fotografiche, coriandoli attaccati ai capelli, e il cuore che gli rimbomba nelle orecchie e non sa se è più forte quello o la musica, o le grida, e ha saltato il suo assolo e non gli importa.
Harry/Louis