Ne ebbe un’idea solo quando le labbra di John gli risposero in modo sfacciato e senza alcuna traccia di pudore.
–Voglio un tuo spogliarello, Paulie.-

Le dita premevano i tasti d’avorio del pianoforte e Paul abbandonò la testa contro di esso.
La lasciò cadere perché era pesante e doleva, troppo piena di parole, pensieri, che come aghi appuntiti e freddi gli trafiggevano il cranio, senza pietà, senza un solo istante di tregua.
Le parole, “Paul, voglio un divorzio.”
I pensieri, i Beatles sono finiti, John mi sta lasciando, che ne sarà di me ora?

Una clinica in cui i sogni divengono realtà può non essere meravigliosa quanto sembra.
Studiare dall'interno il subconscio di una persona può sembrare un metodo poco ortodosso, ma è certamente efficace.
Ci sono solo alcune regole che bisogna imparare a memoria. Mai abbassare la guardia nel sogno di un bambino, mai registrare un sogno all'insaputa del paziente, MAI rivisitare il proprio sogno o si rischia di preferirlo alla realtà.
Paul è uno studente Londinese con un particolare rapporto con il suo professore e questa non è una storia d'amore, ne un trattato scientifico. Soltanto un sogno.

visto che siamo vicini al Natale. ho pesato di pubblicare la mia storia Natalizia. E dove del primo capitolo è la "Prestazione" della mia protagonista femminile immaginaria cosi capite come è di carattere e altre cose e poi inizerà tutta la storia. Spero che la storia vi piaccia e vi carica di emozioni natalizie!
Buona lettura!

Il più grande fissa quel fumo entrare e uscire dalle labbra del più piccolo. E’ ipnotizzante. Sembra quasi un gioco tra lui e il fumo.

Tutti gli occupanti del Cavern gridarono immediatamente la loro approvazione verso il lavoro compiuto dai quattro ragazzi. O forse solo a tre di loro.
Aspettò, in attesa di quelle parole. Sapeva che sarebbero arrivate, era solo questione di tempo.
-Pete forever, Ringo never!
[Starrison]

"Paul aveva paura della risposta.
John alzò lentamente lo sguardo, senza emettere una parola.
-Paul...ho paura di te."
(Storia scritta in gruppo, prima rossa pubblicata sul sito, hope you enjoy it! by Lovethefab4)
[edit by Lovethefab4...sempre io! Dopo aver chiesto il permesso alle mie compagne, abbiamo deciso di dedicare la storia a Kia85, perché sono le sue storie ad avermi dato la voglia di scrivere, buttarmi in questo bellissimo progetto di gruppo ideato da Maryrosecrisscolfer_]

“Che succede?”
Paul lo guardò nuovamente, con il respiro leggermente affannato e il cuore che non riusciva più a sopportare quella pressione. Cercò le parole giuste, ma capì che doveva essere diretto.
“John..”
Abbassò ancora una volta lo sguardo, ma si rese conto che in quel momento avrebbe dovuto guardare il compagno negli occhi. Prese un ultimo respiro, tornando a fissarlo.
“Io non ce la faccio più.”
“Non capisco.”
“Non ce la faccio più a restare con te, John.”

A Liverpool, nel quartiere di Strawberry Fields, vivono sei giovani sorelle. La storia, ambientata alla fine degli anni Cinquanta, ripercorre la loro vita e quella dei loro più stretti amici, oggi conosciuti come i Beatles, con i quali nascerà qualcosa di più di una semplice amicizia.

"Se m’innamorassi di te, Paul, prometteresti di essere sincero?"
[Happy New Year!]

''Potevano,un paio di occhi,riuscire a farmi pensare tutto ciò?''

Sequel di "Kiss me"
La promessa di John di mostrare il suo regalo a Paul si compie la notte di Natale.

'Lui lo sapeva, Paul sapeva benissimo che prima o poi avrebbe dovuto affrontare una situazione decisamente imbarazzante e avrebbe dovuto chiedere l’aiuto di John, ma mai avrebbe pensato che si sarebbe recato da lui, alle nove di mattina, con un’erezione grossa quasi quanto camera sua.'

Paul appoggiò delicatamente una mano sulle lenzuola. Erano calde, ruvide, diverse da quelle di casa sua. Non ce la faceva a muoversi, o forse non aveva il coraggio di farlo. Eppure c’era qualcosa di strano. Era confuso, sì, ma non ricordava di aver conosciuto qualche ragazza che lo avesse portato in una casa sconosciuta. Ricordava quel locale, ricordava a tratti anche i momenti, ricordava l’alcool. Ma nessuna ragazza. Solo lui, Ringo, George e..
No.
Non era possibile. Non poteva essere successo davvero. Non ci credeva, non voleva crederci. Eppure i pensieri e i ricordi di quella notte ora stavano lentamente tornando alla sua mente. No. Cercò di cacciarli via, pensando solo che fossero le sue stupide fantasie di quell’ultimo periodo. Pensare a lui in quel modo lo aveva fatto uscire di testa, non c’era altro da dire. Perché aveva pensato più volte che potessero essere più che amici? Era un capriccio. Era uno stupido capriccio di un ragazzino di ventuno anni. Nient’altro. E allora perché, adesso, aveva paura di voltare il viso verso quello della persona che aveva condiviso il letto con lui, quella notte?

- Bravo, attaccami pure, attaccami! Tanto non puoi fare altro in questo momento, ti stai solo arrampicando sugli specchi. Devi sempre avere il controllo della situazione, non è vero? Tu non sai niente di come sono, perciò sta' zitto. Credi di scrivere canzoni fantastiche? I tuoi testi fanno pena e...
- I miei testi fanno pena?! Beh, Lennon, dovresti solo ringraziarmi, perché se non fosse stato per me staresti ancora suonando una chitarra con quattro corde su un palco scassato senza sapere nemmeno come scriverla, una canzone!
- Se ti facevo tanto schifo, avresti potuto risparmiarti il disturbo di venire a parlarmi! Oh, aspetta! Forse nessuno avrebbe accettato uno sbarbatello incravattato con ancora la puzza di latte e il moccio al naso!
- Avrò avuto anche il moccio al naso, ma almeno sapevo suonare e non avevo bisogno di inventare le parole delle canzoni perché non mi prendevo la briga di imparare a memoria il testo!
In quell'istante, un infermiere si avvicinò a Ringo con l'aria contrariata.
- Sono amici suoi? - gli chiese indicando Paul e John, che erano a un passo dal fare a botte.
Ringo annuì.
- Mi dispiace per lei. Senta, li faccia smettere, altrimenti sarò costretto a buttarli fuori.