Recensioni per
Il Tredicesimo Re
di Nirvana_04

Questa storia ha ottenuto 412 recensioni.
Positive : 412
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
12/01/18, ore 13:49

Ciao, sono qui per lo scambio a catena del Giardino di Efp. Riprendo dopo un po' (non ho partecipato a molti scambi di recente) che non leggevo questa storia e ovviamente quando ti ho trovata mi sono messa subito a leggere questa storia da dove l'avevo lasciata.

Il capitolo è tutto sommato abbastanza breve, più breve rispetto ai precedenti. Ma dando un'occhiata ho notato che lo hai spezzato in due e che questa è soltanto la prima parte. Non so dire come sarebbe stato tutto in una volta, ma così è molto fruibile e non pesante. Non che gli altri lo fossero, ma questo in particolare contiene molta azione e quando ci sono importanti scene di guerra e battaglia, secondo me si rischia sempre di appesantire troppo. Quindi approvo la scelta che hai fatto, molto saggia. Per andare nello specifico, le scene di lotta sono ben scritte. Lo avevo già notato in qualche spezzone del prologo che erano tutte scritte bene, e lo ribadisco anche qui. Per me è facilissimo annoiare o, peggio, creare un elenco di fatti senza dare pathos o coinvolgere il lettore. Qui non annoia e la tensione resta sempre alta.

Dareg mi piace sempre di più, c'è molto di lui al centro della scena dell'intera storia, più che chiunque altro. Io ne sono felice perché più lo vedo interagire con gli altri, e più mi piace. Sarebbe stato secondo me più interessante focalizzare l'intera storia su di lui (ma questo perché io ho una fissazione per i pov unici). Però per quello che ci viene mostrato è un personaggio complesso e affascinante. Fino ad ora è sempre stato quello che ha meno da perdere di tutti, ma più passano i giorni e più cambia la sua "raison d'etre". Ho la sensazione che adesso ci sia in lui anche un sincero orgoglio, e forse addirittura il desiderio di dimostrare la propria forza e il proprio valore. Lo si vede da come interagisce con i superiori, da come si pone nei confronti di chi sarebbe suo pari. Dareg è già un capo e ancora non lo sa. Potrebbe uscirne davvero vincitore da questa battaglia semplicemente dimostrando le proprie capacità. Miva invece... bah, credo lo tratti con freddezza perché convinta che Dareg sia un tipo tutto sommato molto egocentrico, il che potrebbe anche non essere del tutto falso. Insomma, lei la devo ancora inquadrare per bene.

Per quanto riguarda la guerra, è solo all'inizio, ma almeno qui si vede qualche belva e si inizia a capire meglio quali sono i reali pericoli in cui incorreranno. Per il momento non ho altro da dire, spero di avere la possibilità di tornare su questa storia in futuro.
Koa

Recensore Master

Ma ciao!!^^
Lo so che mi ripeto ma... che bello questo capitolo!
Mi piace come inframmezzi capitoli di pura azione e adrenalina con altri dal tono filosofico e introspettivo.
Dareg ha un grande potenziale dentro di sè, e sul suo cammino incontra una serie di persone che di volta in volta lo aiutano a tirar fuori e sviluppare una parte di sè. Miva è stata una di queste, ed ora troviamo la bella figura di Joel il guaritore. Dareg capisce che ha cercato di fuggire da se stesso per tutta la vita, ma non è riuscito ad andare molto lontano. Deve affrontare ciò che ha dentro di sè. Anche perché non può sfuggirne.
Devo ammettere che all'inizio Dareg mi sembrava un personaggio destinato a non durare molto, perché incapace di maturare, troppo ragazzino sciocco... e invece secondo me ora è più maturo di Vasia, e lo sto preferendo a lei.

Complimenti di nuovo cara, e alla prossima! :*

Ciao, rieccomi qui. C'è una tregua ad Aertha dalla guerra ma il povero Dareg non sembra poter prendere mai fiato, non solo è responsabile dei suoi uomini ma gli anziani della città gli buttano addosso altri doveri, e non sono di certo semplici: vincere una guerra decennale con acqua e pietra. Non riesco ad immaginare niente di più spaventoso per Dareg (e in generale per un uomo di Serinut, aggrappato alla sola speranza di sopravvivere per cinque anni), ritrovarsi investito di un compito simile che trasuda pazzia (visti i precedenti con re Baran) da tutti i pori, la sua reazione è comprensibile, soprattutto data la situazione disperata in cui si trovano. Ma oltre Dareg è incluso in qualche modo anche Velter, che mi sembra ancora più lontano di Dareg dal voler anche solo credere alle parole dei vecchi (almeno Dareg, molto di controvoglia, si è fermato ad ascoltarli): mi domando, quale sarà la svolta che farà cambiare idea ad uno dei due?
Ma nell'equazione si trova anche Vasia, in qualche modo credo che il suo possa essere un ruolo decisivo, se Dareg  "si sporca le mani", Vasia potrebbe essere la persona in grado di gettare una tenue luce su un passato dimenticato (forse addirittura aiutata da Liov che pare sottrarsi a qualunque cosa non rispecchi il suo pensiero). Ma non bisogna dimenticarsi che mentre Dareg lotta ad Aertha e Vasia sta muovendo i suoi primi passi a Velenia, c'è Haren immerso nella politica attuale che seppure, se paragonata alla guerra in corso, sembri avere meno importanza, penso che sia un tassello fondamentale. Qualunque cosa dovrà fare uno Spettro, se la situazione interna è divisa e caotica, sarà ancora più complicata da portare a termine. Capitolo più soft che fa prendere fiato dall'assedio di Aertha. Ah, e ho visto un banale errore di battitura: Poi si affido ai tuoi avi (affidò). Alla prossima!
Florence
 

Recensore Master
02/01/18, ore 11:05

Bellissimo questo capitolo tutto incentrato su Dareg... come sai rendere bene la vita da campo, l'adrenalina prima della battaglia, il rapporto che si crea tra commilitoni. E poi quanti colpi di scena!
Mi ha insospettito la reazione di Miva... ci dev'essere sotto qualcosa che non sappiamo... e l'esercito degli Spettri? Io non escludo che esista davvero!
E il finale... povero Madon e povero Dareg! Questo ragazzo prende tutto molto di petto, e non si fa sconti. Quale impatto avrà la morte di Madon sulla sua psiche?
Complimenti e alla prossima!
Eilan

Recensore Master
25/12/17, ore 22:10

Bella la suspense nella parte iniziale, e molto ben reso lo scontro, come al solito.
Molto dinamica la parte del soccorso con i cavalli! Mi piace notare anche lo spirito cameratesco che, malgrado tutte le loro differenze, queste persone stanno stabilendo.
Interessanti anche i flashback su Velter e Dareg e la madre di quest'ultimo, una figura che per certi versi mi ricorda Vasia.
E torna anche il vecchio! Mi chiedo se tutte queste cose che sa avranno una qualche ripercussione, o sua davvero solo un vecchietto perso nella religione ...
Di nuovo, complimenti per un bel capitolo!

Recensore Veterano
24/12/17, ore 19:31

Aspettavo con ansia un tuo aggiornamento, soprattutto perché li avevamo lasciati in una situazione sospesa e ansiogena che pretendeva di essere risolta.
Ciò è effettivamente avvenuto, ma mi chiedo il motivo di tale sortita: era davvero necessario mandare a morte quegli uomini, rischiare la loro vita, e anche rischiare quella dei cavalli. Cosa hanno ottenuto, a parte un braccio? Non riesco proprio a trovarci un senso e credo che Dareg sia dello stesso avviso...
Velter mi è insopportabile: è arrogante, presuntuoso, spaccone e ardito in maniera inutile, non riesco proprio ad ammirarlo per il suo gesto né a complimentarmi, sono più dalla parte di quelli che lo rimproverano e gli domandano il motivo di una tale "prodezza".

Rivedere gli Ent bruciati con la loro forza e la loro apparente indistruttibilità è stato angosciante, il modo in cui trattano i felica, come carne da macello, è raccapriciante e la loro figura è agghiacciante; non credo riuscirei mai ad affrontarli, e solo per questo ammiro questi che li combattono (per quanto, in verità, siano costretti, ma potrebbero benissimo gettarsi nell'abbraccio del Volor e dimenticare tutte le sofferenze e le difficoltà). Sei riuscita davvero bene a mostrare la loro figura incombente e mastodontica e a scatenare nel lettore le stesse emozioni che devono animare i soldati, facendo provare il loro stesso senso di schiacciamento e impotenza di fronte a un essere simile che si può trasformare in terrore immobilizzante o in una spavalderia letale e pericolosa.
Trovo sempre più ingiusto che siano costretti a vivere un'esistenza simile, e spero riescano a trovare presto una soluzione, qualcosa che possa sconfiggerli definitivamente e farli vivere in pace.
Trovo ironicamente crudele che Agur abbia cercato di salvarli da queste creature e queste stesse siano riuscite comunque a stanarle e a perpretare la loro caccia. Sono un incubo ricorrente da cui pare impossibile svgliarsi.

La questione religiosa torna a farsi sentire, propronendo nuovamente il problema dell'esistenza degli dei, in questo caso visto tanto attraverso gli occhi di Darege e di uno squarcio del suo passato, in cui la preghiera viene vista come uno strumento che può sostenee e aiutare ma nella drammatica e cruda realtà si rivela essere ben poco utile; e poi si ha l'ubris (se così possiamo chiamarla) o comunque l'arroganza completamente fuori luogo di Velter e Erigh 8un altro che non sopporto) che li porta a sbeffeggiarsi degli dei altrui e di mancare di rispetto. Trovo il loro comportamento irritante e meritevole di essere punito: per quanto uno possa non credere agli dei o trovare ridicola la religione e chi vi si affida, il rispetto della persona deve comunque essere prioritario. 
Non capisco perché Velter si atteggi tanto, per quanto possa aver compiuto un'impresa impossibile, ciò non lo autorizza a comportarsi così, perché potrebbe non aver smosso granché, o al contrario aver appena nnescato un meccanismo distruttivo e incontrollabile.

Mi accodo a Dareg e alla sua delusione mista, nel mio caso a disprezzo e ribrezzo.

Presa dal fervore alimentato dal mio odio nei confronti di Velter, mi stavo dimenticando di complimetarmi per come riesci sempre a descrivere le atmosfere, passando da una situazione sospesa, esitante in cui ci si muove con cautela ad un'altra concitata e confusa, piena di azione e apprensione. Attraverso l'uso sapiente di vocaboli evocativi riesci a trasmettere quelle stesse sensazioni ai lettorei facendoli immergere completamente nella storia.
Non smetterò mai di innamorarmi del tuo stile di scrittura *.*

Sono proprio curiosa di vedere come evolverà la situazione e anche di scoprire le sorprese promesse con il nuovo anno *.*
A tal proposito ne approfitto per augurarti un Buon Natale e un Felice Anno Nuovo.
Questo capitolo è stato un bellissimo regalo <3
Ayr

 

Recensore Veterano
23/12/17, ore 20:33

Eccomi! Come ti avevo già anticipato qualche giorno fa non ho resistito e sono comunque andata avanti a leggere questo capitolo. Non puoi capire la mia gioia quando ho capito che si sarebbe concentrato su Haren e Vasia (ormai la ship è potente in me, e poi c’è una tensione incredibile tra questi due, quindi insomma, adoro). Come si fa a non amarli? Mi piace il modo in cui Haren, per quanto abbia un non so che di sinistro e che mi convince poco, si sia fissato sulle potenzialità di Vasia. Continua a studiarla e a giocare con lei dal primo momento in cui l’ha vista, e se all’inizio il suo interesse mi sembrava un po’ strano (lei e Dareg sono i figli del guerriero leggendario che ha visto scomparire cinque anni fa, okay, ma non può essere l’unica giustificazione), adesso mi sembra un elemento inscindibile dal suo carattere: Haren è quel tipo di personaggio a cui bisogna stare parecchio attenti, è imprevedibile e non sai se fidarti o meno di lui, se fartelo stare simpatico o no, se aspettarti cose buone o cattive dal suo operato. Forse è per questo che fra tutti costituisce quello che mi intriga di più, è un’eterna incognita.
Ci hai mostrato in modo un po’ più chiaro l’ambiente dei Mattatoi, che già dal nome non suonano proprio rassicuranti, ma ora capisco perché Dareg insistesse tanto con il ribellarsi alla loro politica. Diciamo che il posto e il suo carattere confliggono terribilmente. Non so perché ma mi hanno ricordato molto l’atmosfera che si respira negli addestramenti su “L’attacco dei giganti” (ho questa visione di Venasta che assomiglia un po’ alla città dell’anime, non chiedere XD).
Ho adorato la reazione di Vasia alla vista della ragazzina che viene picchiata. Anche se non è intervenuta hai reso ancora una volta molto bene la forza del suo legame con Dareg, e devo dire che ho apprezzato parecchio il fatto che fosse propensa a ribellarsi agli ordini di Haren solo per far valere il suo senso di giustizia (bravaH, così si fa).
La questione della guerra si fa molto più spinosa: la Falda, come anticipato dal capitolo precedente, è riemersa e ora Haren deve affrettarsi a partire (e convincere Vasia a seguirlo). Il modo di fare del Re continua a non piacermi, pare che qualunque decisione prenda cozzi con gli intenti e i piani di Haren, che di certo ha l’aria di uno ben più abituato alla guerra ed esperto di tattiche. Io mi fiderei di lui, così, a naso.

Strinse le mani intorno al legno del mobilio fin quando le nocche non sbiancarono; solo allora si tolse la maschera dal viso e si lasciò cadere, avvilito, sulla poltrona.

Qui mi ha fatto pena a caso. Povero, quel cretino del Re non lo ascolta mai è.é Gli meno io (?)
Rileggendo comunque ho notato un errore:

«Li hai dato una caramella. --> “gli” hai dato una caramella

Ho adorato la parte con cui hai chiuso il capitolo (tensione Vasia-Haren over 9000, sì). È incredibile quanto lei sia disposta a rischiare qualunque cosa pur di rivedere Dareg, questa cosa mi uccide e io ho un pessimo (nel senso che sono particolarmente vulnerabile) rapporto con le dinamiche tra fratelli. Io non arriverò sana alla fine di questa storia, lo sento.
Mi fermo qui con le considerazioni, complimentissimi per il capitolo, mi è piaciuto davvero tanto.

Alla prossima!

Trix

Recensore Master
23/12/17, ore 15:02

Buon pomeriggio.
Un capitolo che mi è piaciuto molto; pieno di azione, e con personaggi sprezzanti, e pronti a tutto pur di mettere in risalto le loro capacità.
Oh, che tipi tosti!
Il racconto come sempre è ben scritto e noto tutto l'impegno che impieghi nella scrittura di ogni capitolo.
Benissimo, complimenti, sempre molto interessante ^^
Tanti auguri di buon Natale e di buone feste anche a te e a tutti i tuoi cari ^^
Buon proseguimento di giornata e a presto :)

Ciao! Rieccomi qui. Allora, hai descritto perfettamente tutte le conseguenze che porta la guerra e un assedio di lunga durata: stanchezza, frustrazione per non poter fare di più, la "claustofobia" di essere intrappolati in un luogo senza via di uscita, a parte la morte, paura della morte, l'impotenza di vedere i propri compagni morire davanti ai propri occhi e la consapevolezza che magari fra qualche ora subirai la stessa sorte. Mettendoli insieme si crea un mix micidiale, soprattutto anche a causa della serenità con cui gli abitanti di Aertha affrontano la situazione, che porta gli animi a surriscaldarsi: se da un lato si comprende lo stress psicologico a cui Dareg è sottoposto e che lo porta a scagliarsi contro un suo sottoposto, dall'altro credo che siano proprio i superiori a cercare di dover dare il buon esempio o si rischia il "caos". Dareg comunque pian piano sta accettando il proprio ruolo (non sprizza gioia da tutti i pori, è visibilmente terrorizzato da essere il responsabile delle vite dei suoi uomini), forse anche un po' inconsapevolmente secondo me, ma nello stesso tempo la guerra e i suoi orrori lo stanno sopraffacendo, tanto da rendersi conto che nella foga di tutti quei combattimenti, il viso di Vasia sta cominciando a sparire. Però sono d'accordo con Dareg, combattere non dovrebbe essere un lavoro nè una guerra dovrebbe essere vista come un elemento quotidiano della vita di un uomo, si sono talmente abituati e assueffati a combattere i mostri, a sopravvivere che si sono dimenticati come si vive davvero (ovviamente non per loro scelta, ma è stata una conseguenza sul lungo periodo): la prova palese è quando Dareg si rifiuta di abbracciare Tarse, impaurito di affezionarsi ad una persona che potrebbe essere uccisa poco dopo.
Spero davvero che l'ottimismo di Vasia non scompaia mai e che contagi un pochino anche Liov, sono uno l'antitesi dell'altro, cavolo. Liov è così spaventato nel provare sentimenti, anzi nel poter essere libero di provare sentimenti, che ad ogni piccola gioia di Vasia lui si allontana di scatto, come se avesse paura di esserne contagiato. E la magia. Non mi aspettavo nella storia la magia, o almeno non così da vicino e tangibile per i protagonisti. Escludo che sia qualcosa con bacchette e incantesimi, forse una magia più rude ed elementale come il mondo a cui apparteneva un tempo?
Il capitolo è davvero un susseguirsi di emozioni, si passa dal gelido inverno di Velenia (lo posso dire: winter is here), ai concitati avvenimenti dell'assedio con annesso sangue, sudore, polvere. Finirà mai l'assedio? E Dareg ne uscirà integro?
Alla prossima e buon Natale e Anno Nuovo! Spero di riuscire a passare prima del 2018.
Florence

Recensore Veterano
20/12/17, ore 19:07

Scuse immense per il ritardo, innanzitutto, come ti avevo già accennato ero convinta di aver recensito, ma gli esami mi rincoglioniscono abbastanza e quindi probabilmente nella mia testa credevo di averlo fatto. BENE! Ma non perdiamoci d’animo, in fondo ho solo l’alzheimer a 22 anni appena compiuti. Ma veniamo al capitolo: torniamo a Venasta, con Vasia, che da un po’ di tempo mi chiedevo che fine avesse fatto o cosa provasse a proposito della dipartita del fratello. Ovviamente, come c’era da aspettarsi, non ha preso molto bene che Dareg sia stato costretto ad allontanarsi, specie considerando il loro essere così affiatati e abituati a contare l’uno sull’altra. Mi sorge spontaneo chiedermi quanto effettivamente ci metteranno a ricongiungersi – immagino parecchio, credo mi avessi accennato qualcosa.
La presenza di Haren è sempre una piacevole sorpresa, per me, ho una predilezione innata per questo personaggio – come sai, la ship con Vasia è potente in me.

«Tu cosa vedi, Vasia?»
Vasia allontanò lesta lo sguardo dal suo volto per posarlo sulla linea blu che segnava l’inizio e la fine di tutto. «Non vedo» fu la risposta. Cercò di trattenere le lacrime, ma quelle uscirono prepotenti. Serrò i pugni. «Sono troppo lontana. Non lo vedo.»


Ah, i feels, quelli brutti. Mi si è stretto il cuore, povera! E, comunque, sappi che ho fatto i salti di gioia nel notare particolari come “il cuore che le accelera” o il fatto che Haren le abbia proposto di armarsi. Panico. Posso dire che non vedo l’ora?
Bellissima la descrizione del tremila Guerrieri che attraversano la piana, ho avuto la piena percezione del luogo attraverso gli occhi di Dareg. Hai questa capacità di evidenziare la maestosità e l’immensità dei luoghi in un modo che non può fare altro che meravigliarmi. È facilissimo per il lettore trovarsi lì con i soldati – e ammetto di essere parecchio in ansia per la loro sorte, devo dire che “suicidari” non è un termine incoraggiante.

non c’erano Gabbiani Lottatori a solcare il cielo. Chissà perché quella rivelazione lo rattristò.

E insomma, Dareg, credo che tu abbia appena avuto nostalgia di casa.
Miva non sembra dargli tregua, comunque, e a essere sincera mi domando cosa possa volere esattamente da lui, perché si interessi alla sua sorte. Noto che comunque quanto capitato a Dareg a Venasta non gli abbia insegnato granché, rimane sempre il solito scapestrato a cui non piace vivere che risponde male ai suoi superiori. Dall’andazzo che tira pare che le cose non si metteranno molto bene per lui – perché finora andavano alla grande, eh! Mi sa che l’Arantar, per dirla nella lingua del dolce Stil Novo, sarà una bella spina nel culo. Quel Joel glielo conferma, perfetto :D
Nota di merito per il finale: hai stravolto la calma dell’intero capitolo in pochissime righe, complimenti. La Falda sta riemergendo e questo significa solo Botte, sangue, acido muriatico, benzina combustibile (?) che gli scontri sono iniziati a tutti gli effetti. Panico totale, adesso Dareg dovrà davvero dimostrare di sapersela cavare sul campo di battaglia e quanto ci tiene effettivamente a sopravvivere e rivedere Vasia. Si prospettano un bel po’ di problemi :D

Mi fermo qui e mi scuso ancora per la mia estrema rincoglionitudine (?) Di nuovo complimenti per il capitolo 😊

Alla prossima,

Trix

Recensore Master
19/12/17, ore 12:38

Eccomi alfine per lo scambio di recensioni, scusa il ritardo.
Innanzitutto spero mi perdonerai qualora dovessi confondere i nomi, perché già dall’introduzione mi sono ritrovata davanti ad una carrellata di luoghi che ha mandato in confusione il mio cervello. Ah, non sono proprio fatta per ricordare certe cose… faccio già fatica con la geografia terrestre y_y
A parte gli scherzi e nomi a parte, mi è piaciuta la descrizione dell’ambient iniziale, la viuzza che si srotola davanti alle rovine di Barak-Arout e da lì la panoramica fatta su Venasta. Molto suggestiva. Lo stesso vale per il secondo paragrafo, in cui descrivi la “vita” nel rione settentrionale a quell’ora del mattino, con le donne a sbattere gli stracci e gli uomini già spariti al lavoro. È molto carino perché fai davvero vivere il mondo che hai creato, aggiungendo questi particolari che danno sicuramente colore e aiutano nell’immedesimazione.
Prima di passare a Vasia, c’è la mia sorpresa nello scoprire che è passato tempo (anni addirittura!) dal prologo [Cinque anni erano già passati dall’investitura del Tredicesimo Re della Casa di Venasta]. Questo decisamente non me l’aspettavo, ma ancora di meno mi aspettavo la morte (facciamo sparizione vah, io ancora voglio credere che sia solo disperso nel Volor e prima o poi faccia ritorno in un qualche cliff hanger strappalacrime) di Thereg. Cioè, avevo il sospetto che non sarebbe stato così facile la sua incoronazione e che, anzi, non sarebbe toccata a lui la corona, però mi dispiace il fatto che proprio la sua progenie sia finita a diventare la servitù per i Mataj, con Vasia che anzi non sembra nemmeno vista di buon occhio e suo fratello allo sbando. Sob, Therry (?) ci hai abbandonato troppo presto, torna!
Mi fa piacere ritrovare Haren, che, non so… per ora ancora non ho ben inquadrato. Il fatto che non le dica di più di suo padre, del fatto che sia stato lui a decapitare il Bizar e compiere il volere del Dodicesimo Re mi dà da pensare. Mi chiedo quindi se sia perché ci sia molto di più da raccontare di quanto non ci sia stato mostrato nel prologo e, in effetti, a ben pensarci ci sono ben cinque anni di cui non sappiamo niente, c’è un Re che non è Thereg (NOOOOO!) a governare Venasta e c’è quindi una scelta dietro di fare proprio di questa figura il re.
Trovo molto interessanti certe tue invenzioni, il fatto che i nomi dei lavori, dei ruoli, delle città sia tutto completamente inventato da te. In particolare mi è piaciuta l’ora cieca.
Per quanto riguarda i due personaggi protagonisti (Vasia e, per traslato, Dareg) ancora non mi esprimo se non con il fatto che mi mettono addosso una gran pena. Sia per la questione di Thereg, sia per Dareg e il suo stato miserabile che pesa su se stesso, ma ancora di più sulla povera Vasia. In un mondo come questo (in una città come Venasta) dove vince il più forte e la compassione praticamente non esiste, non si prospetta niente di buono per nessuno dei due… se poi ci si mette il fatto che i cinque anni sono già passati e il Volor si sta per riaprire, mi spiace ancora di più per loro.
In un ultimo, il fatto che tu abbia scelto un fiore come simbolo della casata di Venasta mi incuriosisce e mi chiedo se, prima o poi, tu dia una qualche spiegazione sul perché è proprio il papavero a rappresentarla.

Recensore Master
17/12/17, ore 22:07

Ciao, eccomi a lasciarti già subito la recensione approfittando della serata. Anzitutto grazie per la mappa, all'inizio. Non so come tu abbia fatto a farla, ma per esperienza so che mettersi a disegnare qualcosa per una propria storia è tutto tranne che semplice. Io per lo schizzo di una casa fatto con paint ci persi l'anima (ed era una cosa davvero da nulla...). Ti ringrazio per averla fatta e messa perché, come per la legenda delle varie gerarchie e dei personaggi, aiuta a orientarsi anche visivamente e non solo attraverso le tue parole.

Devo ammettere che in questo caso ho fatto leggermente più fatica a seguire gli eventi e non tanto perché è poco chiaro ciò che accade, ma perché ho trovato dispersivo il saltare da una "scena" all'altra per poi tornare su quella precedente. Questo capitolo si divide sostanzialmente in due parti. Una è quella con Haren e Vasia e l'altra con Dareg (più in secondo piano) e Miva. Stavolta più che concentrarti sui due fratelli, hai puntato il focus su Miva e Haren, il che mi è piaciuto. Personalmente non amo il narratore onnisciente perché lo trovo troppo dispersivo, ma in questo caso aiuta di più a calarsi nel contesto politico e fantastico di questo universo. E infatti, la parte con Haren è stata davvero molto interessante e tutte le fila che da lui partono e si tendono in più direzioni. Dal dialogo con il Re, sino a portare Vasia dove forse lei neanche pensava d'andare. Il problema forse è che questi salti da una scena all'altra, sono sì molto cinematografici, ma nello scritto secondo me rendono un po' meno. Alla fine stordisce un po' questo andare e venire e non aiuta nel calarsi emotivamente e completamente nel testo. Probabilmente per la fruibilità del testo e del susseguirsi degli eventi, avrebbe aiutato di più una divisione netta tra la parte con Haren e quella con Miva, come hai già fatto. Anche se capisco le ragioni che ti hanno spinta a fare questa scelta. Se non ho interpretato male, il capitolo è scandito dalla Falda che emerge, è lei a dettare i ritmi degli eventi. Prima Haren e la sua normalità a corte, poi gettati sul campo di battaglia dove sta per succedere qualcosa e quindi si torna a Venasia per le macchinazioni di Haren, e così ancora fino alla fine del capitolo. Il perno di tutto è la Falda che riemerge e ciò che gira attorno a questo evento su più livelli. Se così è, capisco le tue motivazioni e probabilmente hai fatto anche bene a impostare il capitolo così. Ma come dicevo, tra il narratore onnisciente che non è il mio preferito e questi salti... mi sono trovata poco coinvolta nei fatti accaduti.

Questo però non mi ha impedito d'essere ancora molto interessata. Anche se meno in rilievo, Dareg e Vasia vengono approfonditi ulteriormente e con la loro storia, lo è anche il loro rapporto. Ciò che Haren si ritrova a capire riguardo al loro legame, viene interpretato secondo quella che è la visione del personaggio della realtà ed è quindi tutto filtrato dai suoi occhi. Personalmente non credo che il loro legame sia un ostacolo, ma che anzi sarà un vantaggio. Allo stesso tempo però, e pur non avendo ancora capito bene di cos'è fatta questa minaccia (ma l'ho intuito vagamente), mi rendo conto di qual è il contesto socio culturale di questo universo. Un certo addestramento, una cultura delle armi. Tutto si basa sulla sopravvivenza. Ogni cosa. E di conseguenza ogni traccia di umanità viene estirpata nelle persone che poi andranno a combattere. Non importa che siano donne o uomini, nessuna traccia di legame. Una maniera di approcciarsi alla guerra e all'esercito molto brutale, ma che non so... mi ha ricordato certe cose viste in Star Trek (lo so che non c'entra nulla, ma ci sono concetti e specie sul "Bene dei molti" che sono i fondamenti della società vulcaniana - scusa io sono una trekkies sfegatata!).

Beh, ho fatto durare la recensione anche troppo.
Al prossimo capitolo.
Koa

Recensore Junior
17/12/17, ore 17:08

Ehi, rieccomi! Mi spiace di leggere come un bradipo, è passato davvero troppo tempo dall'ultima recensione. Comunque, in questo capitolo (scritto benissimo) troviamo il proseguo della battaglia e l'attesa snervante di Dareg che si ritrova sotto i riflettori in senso quasi del tutto negativo. Adoro le competizioni e i diverbi tra i personaggi, li caratterizzi davvero bene. Amo sempre di più questa coppia di fratelli vincenti! Questo capitolo si conclude con un colpo di scena, o meglio, l'arrivo del "figlio di Cahar", mi chiedo cosa ci porterà questa nuova presenza...qualche problema?
Ti saluto e ti auguro buona scrittura!

Recensore Master
12/12/17, ore 09:14

Ciao scusa la mia lunga assenza, ma ho passato un periodo a dir poco rocambolesco!

Dareg sta crescendo moltissimo. Mette da parte se stesso per essere un tutt'uno con i suoi uomini, per raggiungere un obiettivo comune. Vasia stenterà a riconoscerlo quando lo vedrà!
Mi è piaciuto moltissimo come hai descritto l'atmosfera cupa e fangosa, fredda...

Mi ha sorpreso il personaggio di Cora. È decisamente più complesso di come ci si potrebbe aspettare. È acuta e scaltra, conosce il mondo... ed è presa da Haren.
Vasia è forse il suo opposto e credo che fra loro possa nascere della rivalità.
Con i soliti immancabili complimenti mi congedo e spero di andare avanti più celermente!^^
Un abbraccio
Eilan

Recensore Veterano
12/12/17, ore 00:26

Ciao! Dopo secoli sono tornata. Il capitolo come i precedenti è scritto perfettamente e tiene con il fiato sospeso, inoltre si scopre qualcosa in più sugli Araknaa, in qualche modo hanno costretto i Felichi (che quindi non sono lì per loro volontà, ma sarebbero una sorta di schiavi) a seguirli e a combattere una guerra che non è la loro: c'è un piano ben preciso dietro gli attacchi delle creature. Bisogna solo riuscire a comprenderli e forse dovrebbero pensare fuori dai soliti schemi di sopravvivenza e riflettere su una nuova strategia, come cerca di fare Dareg, provando a convincere il Felico di unirsi a loro invece di combattere su fronti diversi. Certo, non è semplice uscire da una mentalità tenuta per decenni ma a questo punto credo che sia una situazione a "la va o la spacca", o si vince o si perde. Aertha con la sua decisione forse ha decretato la sua fine, ovviamente spero di sbagliarmi (e anche molto). Spero di riuscire a leggere il prima possibile gli ultimi tre capitoli, all prossima!
Florence