Ciao, carissima!
Eccomi qua con la recensione!
Letto e riletto piu' volte, tra ieri e oggi.
E inizio col dirti che mi e' piaciuto tantissimo.
Che te la cavavi egregiamente a descrivere le scene di assalto e battaglia lo si era capito durante la parte del tentato rapimento di Chikako, ma qui...direi che ti sei addirittura superata.
Come si temeva, la trappola e' scattata...e proprio come aveva sostenuto Hijikata, non c'erano abbastanza uomini a fronteggiare la minaccia. E molti di quelli che c'erano...evidentemente non erano preparati per una cosa simile.
E i nemici, complice l'effetto sorpresa, compiono un autentico massacro.
Mi e' piaciuto il modo in cui hai rappresentato gli Shinobi. Cieche macchine di morte, spietate ed inarrestabili, che non si fermano di fronte. Quasi sfuggenti ed impalbabili nell'oscurita', come spiriti maligni.
Ed erano davvero cosi'.
Una volta che partivano all'assalto compivano autentici macelli. Non si fermavano davanti a nulla e non risparmiavano nemmeno donne e bambini.
Grandiosa come sempre la scelta di effettuare la battaglia in cornice notturna.
Col buio certe scene rendono al meglio.
Una situazione senza via di scampo, dunque.
E a chi rimane...non resta che rimboccarsi le maniche e darsi da fare.
Hijikata e Okita si buttano nella mischia e fanno una strage. Si battono come leoni. O come demoni.
Perche' a differenziare un guerriero da un ninja c'e' solo il codice d'onore, ma per il resto...un samurai e' un uomo raffinato che coltiva e si appassiona ad ogni arte, ma se occorre sa trasformarsi in una macchina omicida, incurante delle ferite e delle perdite.
E qui...massimo rispetto a Maeda e a suo figlio, che combattono senza risparmiarsi pur sapendo che hanno commesso un errore, e che il loro destino e' segnato.
Ma ci torniamo dopo.
E Takeko?
Qui rimane un po' in sordina, circondata dalle cortigiane fuori di se' dal terrore, conscia che li' fuori si e' scatenato l'inferno...e frustrata per il fatto che vorrebbe andar fuori a fare la sua parte e aiutare i compagni, secondo me. Ma...la sua parte la deve fare li'.
Conta solo proteggere la principessa, null'altro. E alla fine, nonostante tutti i morti...lei rimane illesa.
Missione compiuta, dunque.
E lasciati dire che sono rimasto davvero stupito.
Ti sorprenderai se ti dico qual'e' il personaggio che mi e' piaciuto di piu', in questo episodio.
Vuoi che te lo dica?
Natsuko.
Si, lei.
L'avevo giudicata un personaggio odioso, ma qui e' stata l'unica a non perdere la testa.
Hai quest'abilita'nel fare in modo che niente e' come sembri davvero, con i protagonisti che sul piu' bello si contraddicono oppure mostrano un'insospettata parte virtuosa.
Non si puo' essere mai sicuri di nulla, e non dai punti di riferimento. E va benissimo, credimi.
Per il resto...hai ritratto alla perfezione le fasi dello scontro con i suoi momenti di stallo, confusione, disperazione ed infine rimonta da parte degli eroi.
Vedere Hijikata e Okita insieme a un manipolo di coraggiosi che si fanno largo tra le file nemiche a suon di fendenti...sembrava di vedere una scena d'annata di 300 di Zack Snyder, col rallenty ogni volta che una testa o un arto che si staccava...
Idem per la pioggia di frecce infuocate.
E poi l'arrivo di Chikafusa alla testa dei rinforzi, come Gandalf alla guida dei cavalieri di Rohan...
Momenti spettacolari.
E veniamo alla scena del seppuku.
Ne hai dato una spiegazione piu' che esauriente, e ne ho gia' parlato io in un precedente intervento, quindi non mi dilunghero' piu' del necessario.
Ne approfitto piuttosto per dire la mia sulla triste sorte del dignitario del castello, Maeda, e di suo figlio.
Per noi occidentali una cosa simile e' profondamente ingiusta.
E anche io non posso fare a meno di pensarla uguale.
Era davvero giusto che morissero?
Per me no.
Hanno fatto un errore. Avevano garantito l'incolumita' per i loro ospiti e non hanno saputo tener fede al giuramento. Pero'...
Con la battaglia che hanno fatto hanno guadagnato gloria e onore piu' di cento uomini messi insieme.
Ma allora...perche'?
E' ingiusto. Profondamente ingiusto.
Ma era la loro vita. Erano le loro regole.
E loro due, con tutta probabilita' erano pronti a farlo senza nemmeno attendere l'ordine del loro signore.
Non l'ho trovata raccapricciante come scena, affatto.
Anzi...ho percepito un'aura di dignita'. E di orgoglio.
Hai descritto il rituale alla perfezione, persino nei minimi particolari. Anche quello, al pari di tutte le cose eseguite con l'etichetta e la formalita' di matrice nipponica, deve essere tutto perfetto.
Atteggiamento composto, volto sereno. Persino dopo la morte i lineamenti dovevano essere rilassati, altrimenti era disdicevole.
Alcuni si mettevano persino un filo di trucco.
Davvero incredibile.
Ed inconcepibile, per noi.
Ma loro avevano il culto della guerra, e la conservazione della vita non era contemplato.
Era roba da artigiani e commercianti, non da guerrieri.
Comunque andasse a finire, dovevano avere la morte gloriosa.
Un' onorevole uscita di scena.
E la cosa pazzesca era che alcuni lo facevano per il semplice motivo che non erano riusciti a morire in battaglia.
O semplicemente perche' non volevano piu' vivere. Avevano raggiunto tutto quello che potevano raggiungere, quindi, questa vita non gli interessava piu'.
Cercavano la morte
Un capitolo magistrale, davvero.
I miei piu' sinceri complimenti.
Alla prossima!
See ya!!
Roberto
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