Recensioni per
Fuoco nelle Tenebre - La Rinascita della Fiamma
di Himenoshirotsuki

Questa storia ha ottenuto 111 recensioni.
Positive : 111
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
21/03/17, ore 08:45
Cap. 7:

Uh, ma che caruccia che e' Airis. Donna di ferro all'esterno, ma sotto sotto e' una sentimentale. Chissa' poi se si tratta solo di preoccupazione per un amico o se c'e' anche qualcos'altro (io spero di si, li vedrei bene insieme).

E non solo questo, ma scopre anche di avere una data di scadenza! Dimmi la verita', ti stai divertendo a torturarla, eh?

E per oggi e' tutto. Ciao ciao!

Recensore Master
20/03/17, ore 22:14
Cap. 7:

Ciao!
Devo confessare che già dal titolo ho iniziato a tremare, perché ormai so che da te posso aspettarmi qualsiasi cosa, ma, per fortuna, alla fine si è rivelato abbastanza tranquillo.
E’ stato bello constatare che, alla fine, Airis è riuscita a imporsi e a convincere Arghail a fidarsi di lei. Mi piace il rapporto che ha con Hallende, malgrado si conoscano da pochissimo e non sappiano nulla l’una dell’altra. Spero che possa diventare per lei come la sorella che non ha mai avuto, un sostegno (femminile) nel lungo viaggio che la aspetta. Non so se questa sia la tua intenzione, ma a me sembra un po’ una versione “terrena” di Cyril.
Inoltre, ho visto che l’hai usata come pretesto per iniziare a parlare un po’ delle varie razze che popolano Esperya, immagino una premessa del lungo viaggio che ci aspetta in questa seconda parte di Fuoco. Brava!
Mi fa, invece, riflettere molto il fatto che ora la nostra ragazza abbia cambiato nome, per la terza volta, come le tre diverse identità che ha avuto: Caillean è la bambina, Airis la donna e il Generale, nonché il suo nome da Risvegliata ed infine Alana, la sua quarta e ultima possibilità. Il nome peggiore, fra l’altro (e so che condividi xD), ma mi piacerebbe sapere il significato di tutti e tre, dato che l’ho dimenticato.
La marcia è lunga e soffocante, le descrizioni non fanno che accentuare questa cappa quasi mortale, che per Airis peggiora a causa del vestito che è costretta a portare per celare la sua identità, mentre il mondo sembra immerso in un gelo che non vuole terminare.
Singolare e interessante (sì, lo so che lo dico spesso nelle recensioni, ma non è colpa mia se le tue storie mi appassionano!) che Arghail continui, nonostante tutto, a considerarla il suo Generale, fedele alle gerarchie dell’esercito, come se nulla fosse cambiato.
Ora torno ad Hallende, invece, visto che l’ultima parte del capitolo la riguarda. E’ vero quello che dice il comandante, che le due donne si assomigliano più di quanto possano credere. Mi piace anche il rapporto che quest’ultimo ha con la chierica, fatto di una complicità che si ha solo dopo aver passato tanto tempo insieme. Sono contenta, comunque, che fra le due ci sia una timida fiducia reciproca, abbastanza da potersi raccontare, da raccontare la propria storia, o perlomeno da iniziare a farlo.
“- La fiducia rende ciechi. –
- La fiducia è l'unica che può permetterci di camminare nel buio, Generale. Senza di essa qualsiasi battaglia è perduta e qualsiasi essere umano è solo. –“
Infine, un nuovo incontro con Cyril che, malgrado tutto, si sta sforzando davvero di stare accanto ad Airis e accompagnarla nella sua missione, soprattutto in un momento così delicato, quando la ragazza è ancora lacerata da dubbi ed incertezze. Perché la finzione deve essere semplicemente… perfetta, perché Lyssandra è scaltra e nessun dettaglio può essere lasciato al caso. Ma, d’altra parte, c’è un prezzo da pagare per ogni cosa e, nel caso di Airis, si tratta di una parola oscura e terribile come “decadimento”, i segni del tempo che avanza inesorabile.
"The East wind (storm) is coming. And things will never be the same again."
Viviana

Nuovo recensore
13/03/17, ore 16:42

Ciao Hime,
finalmente un capitolo sul passato, lo stavo aspettando. Per fortuna la prigionia di Airis\Caillean non è durata a lungo. Il racconto che hai fatto della sua sofferenza mi ha fatto venire la pelle d'oca. Quel mostro l'ha distrutta sia fisicamente, con quello che le ha fatto agli occhi, che emotivamente, essendo stata privata della sua famiglia e vedendo inoltre le atrocità che sono state compiute sul padre, al quale lei era profondamente legata. La cosa che mi ha fatto più arrabbiare è stata però il comportamento delle persone del villaggio e come la loro ignoranza e chiusezza hanno portato così tanta sofferenza ad Airis e alla sua famiglia. È bastato davvero poco al capo villaggio, un uomo profondamente malvagio anche più di Lysandra che ha almeno subito delle vessazioni per diventarlo, manipolare la popolazione. Hai mostrato come la follia di un uomo è realizzabile a causa dell'ignoranza di molti. Per fortuna quando le cose, che già buone non erano, si stavano per mettere ancora peggio, è arrivato qualcuno a salvare Airis, anche se ciò non le ha evitato di uccidere per salvare se stessa, poi ha scoperto che l'uomo che l'ha salvata altri non è che il Cavaliere del Lupo , grande amico del padre, che le fa l'offerta di addestrarla, gli racconta di come fosse valoroso e giusto il padre e le da una buona notizia, che pare accendere anche in Airis la speranza, sua madre è viva e non l'ha abbandonata (l'ho sempre sperato visto che la sua morte non era mai stata dichiarata apertamente e d'altronde quello psicopatico del capo villaggio non l'avrebbe mai uccisa). Penso comunque che la madre troverà una persona abbastanza cambiata dalla bambina di prima. Inoltre Airis non ha voluto raccontare a nessuno cosa ha subito e probabilmente non lo farà mai anche se spero che un giorno lo faccia con Ledah. Sono curiosa di leggere dell'incontro commovente e drammatico con la madre e dell'addestramento che la porterà ad essere la persona che è nel presente. Al prossimo capitolo!

Recensore Junior
10/03/17, ore 12:55

Ciao carissima! Complimenti come sempre per la puntualità (invidiabile) con cui aggiorni!
Che dire...un capitolo decisamente intenso!
I flashback sul passato della protagonista mi avevano incuriosita moltissimo già nel primo libro, quindi sono contenta di vedere questa cosa protratta anche nel secondo. Povera Airis, è stato straziante vederla maltrattata in quel modo. Il fatto che ora sia cieca e non riesca ad avere una percezione precisa di quello che la circonda ha reso tutto ancora più angosciante. Credo però sia fondamentale per comprendere meglio il personaggio del "presente"...in fondo siamo ciò che siamo anche a causa di quello che viviamo nel passato.
A questo proposito, mi chiedo se non abbia deciso di abbandonare il suo vecchio nome proprio per chiudere una porta sul suo passato ed iniziare un'esistenza nuova nell'esercito. O forse dietro vi è un motivo pratico che ancora non conosciamo? Anche la decisione di intraprendere una strada faticosa come quella del soldato, ha rappresentato sicuramente un cambio radicale nella sua vita. Insomma, vista così, sembra che sia rimasto ben poco della piccola Caillean nell'eroina che abbiamo imparato a conoscere...ma sono sicura che qualcosa di quella "dolcezza" è rimasto.
Aspetto come sempre il seguito con ansia :)
Un abbraccio!!!

Recensore Veterano
09/03/17, ore 15:06

La prima parte è stata terribile!
Le sevizie, le torture fisiche e psicologiche della povera bambina, il suo dolore, il suo degrado e la sua umiliazione sono state descritte in maniera così incisiva ed efficace che ho letto a fatica il paragrafo, disgustata dall'atteggiamento del capo villaggio e addolorata per quella situazione invivibile e insostenbile. Non saprei nemmeno come descriverla, tanto lo strazio è indicibile e indimenticabile e tu sei riuscita a renderlo perfettamente dando alla prima parte della storia un'atmosfera cupa, orrenda e tremenda, simile a quella in cui ora si trova Ledah (il parallelo tra i due è inquietante). Il fatto che poi la bambina subisca tutto questo per una motivazione sciocca e bigotta rende il tutto ancora più schifoso e insopportabile: ho detestato nel profondo quel viscido approfittatore e sarei ben contenta a saperlo morto tra atroci sofferenze (sebbene certe cose non si debbano pensare, ma è una persona talmente abietta e meschina che non riesco ad immaginarmi un futuro diverso pe lui).

Di contro, la seconda parte è stata più delicata e luminosa, grazie alla figura Davsten e di Fijit, due persone buone, giuste e misericordiose in un mondo brutto e desolante; sono stata una ventata di aria fresca e hanno subito reso l'atmosfera molto più vivibile.
Se nella prima parte mi sono immaginata un antro scuro, di umida pietra e angoli sordidi; la seconda parte me la sono immaginata in una stanza bianca e luminosa, e la piccola distesa in un letto dalle lenzuola bianche e i capelli rosso fuoco sparsi sul cuscino come i raggi di un sole nascente (tipo risveglio di Frodo dopo la scalata fino al vulcano, per intenderci, ma senza capelli rossi). 
Anche in questo caso sei riuscita a rendere molto bene le emozioni, la angoscia della bambina e il dolore e la rabbia che devono ancora essere metabolizzate, la comprensione e la pietà di Dravsten, l'abnegazione della donna e il suo affetto per la bambina. Sebbene tu non le abbia dichiarate esplicitamente sei riuscita a renderle con le loro parole, i loro gesti o brevi accenni.
Mi domando se Caillean sia riuscita a metabolizzare il tutto e a trasformare quella rabbia in qualcosa di costruttivo e produttivo, se sia riuscita a perdonare quegli uomini e a non trasformarsi in una macchina da guerra. Il fatto che sia diventata Cavaliere denota che, almeno in apparenza, sembra aver seguito il consiglio di Davsten (a tal proposito, bellissima frase) ma dentro di lei potrebbe essere rimasto ancora qualcosa di irrisolto.

Ora, mi sono fatta alcune pare mentali, e mi sono chiesta se Caillean non abbia fatto di tutto per diventare Cavaliere in modo da onorare il padre, e lo sia diventata per lui, in un certo senso (dal  momento che pur avendone le caratteristiche non era stato nominato tale) e che quindi abbia concluso un qualcosa che era rimasto incompleto; un'altra cosa che ho notatato è stato che lei viene chiamata Aisir Lullabyon (lo stesso cognome di Davsten) e mi sono chiesta se lui l'abbia adottata e lei ne abbia acquisito il cognome o abbia deciso di chiamarsi così in suo onore, per ringraziarlo di averla salvata (sia in senso letterrale, salvandole la vita; sia in senso metaforico, salvandola moralmente e dal turbone nero di pensieri rabbiosi di vendetta e sconforto che chiunque avrebbe dopo un'esperienza simile).

In quest'ultimo periodo la mia vena pseudo-psicologica sta prendendo il sopravvento troppo spesso e tendo a dare interpretazioni pseudo-psicologiche di tutto quello che leggo, ambendo presuntuosamente ad analizzare i personaggi e a comprenderne la pische e il carattere, o i pensieri e le emozioni che li hanno portati a determinate decisioni, ma mi faciliti  enormemente il compito descrivendo così magnificamnete ogni più piccola sfumatura, ogni guizzo del pensiero e ogni emozione (quasi che li stessi provando io), coinvolgendomi completamente e lasciandomi senza fiato.
Davvero tanti complimenti, questo stile di scrittura che hai adottato recentemente mi piace molto, mi sembra più efficace grazie alla sua spruzzata di poesia e a scelte evocative molto ben congegnate, che trasmettono subito ciò che vuoi dire grazie alle metafore che creano.
Un altro capitolo stupendo, insomma, anche (e forse soprattutto) per la forza e la violenza con cui sei stata capace di descrivere una realtà cruda e meschina, mitigata, a volte (e per fortuna), da qualche anima buona.

Ho finito con il mio ennesimo sproloquio ^^
Ayr

Recensore Master
09/03/17, ore 06:08

Ma che bel capitolo allegro! Proprio quello che mi ci voleva per tirarmi su di morale a quest'ora.

Scherzi a parte, questo capitolo mi ha dato i brividi. Mi ricordavo che Airis non aveva avuto una bella vita, ma questo...beh, è sconvolgente. Non solo ha perso i genitori, ma l'hanno anche accecata e tenuta in una cella buia e puzzolente per chissà quanto, senza neanche nutrirla come si deve. Poverina. Una roba del genere la augurerei solo al mio peggiore nemico.

Per fortuna alla fine è arrivato qualcuno a salvarla. Il Generale Davsten mi piace un sacco, sembra proprio un bel personaggio. Spero di rivederlo in qualche altro flashback.

E per oggi è tutto. Alla prossima!

Recensore Master
08/03/17, ore 21:15

Ciao!

Dato che ci sono diversi filoni, a questo punto della storia, quando apro un nuovo capitolo non so mai cosa aspettarmi, chi mi troverò davanti e in che situazione. E, ovviamente, quando quello precedente si conclude con un cliffanger, so che difficilmente verrò accontentata.

Tutto questo sproloquio-premessa, in realtà, per cercare di superare il trauma derivato dal frammento di memoria che si snoda lungo questo quinto. Anche i precedenti con Caillean lo erano, ma, ogni volta che aggiungi un pezzo alla sua storia, sposti anche un pochino più avanti l’asticella del limite e, come per Ledah (quante somiglianze fra loro due!), superata l’ondata di dolore, rimane solo un grande, gigantesco senso di ingiustizia. La sua perdita, così terribile, così profonda e la salvezza, proprio quando sembrava destinata a rimanere sul fondo del pozzo fino alla fine dei suoi giorni, anche se non dopo e a prezzo di numerose, ulteriori sofferenze, come l’incontro con l’elfo. Tutto questo, mentre è perennemente immersa in una tenebra senza fine, bruciando come una fiamma a causa di una colpa che non ha, finita in qualcosa di molto più grande di lei per ragioni che, in fondo, si sono rivelate sempre più futili.

Infine, il primo spiraglio di luce dopo tanto tempo: l’incontro con il generale Davsten Lullabyon, l’uomo che le darà una seconda possibilità (a ben vedere, alla fine, ne avrà avute ben quattro, il doppio di una persona normale. Immagino sia stata speciale fin dall’inizio, destinata a qualcosa che trascende la sua condizione di umana mortale qualunque). E’ la prima persona dolce che incontra dopo tanto tempo, una figura positiva nettamente contrapposta a quella negativa che è il capovillaggio, che è un po’ la sua… nemesi.

La rivelazione finale, la madre di Caillean si è salvata, la sua famiglia non è del tutto perduta, per quanto profondamente lacerata, non fa che aumentare questa contrapposizione. Nel frattempo, però, attraverso il generale e la storia di Keine, fai un bellissimo excursus sulla condizione umana e sul libero arbitrio, mostrandoci un’altra faccia della medaglia: da fedele soldato semplice a uomo costretto ad arruolarsi in un mondo (quello simil-medievale) dove, per una persona qualunque, le possibilità si limitavano a poco altro.

Malgrado tutto, c’è amore ovunque. Amore di un padre per la propria figlia, profondo e indiscriminato come dovrebbe essere sempre. Talmente tanto da dare la vita per lei e terminare i propri gloriosi giorni su una picca, come un furfante qualunque.

Saprà Caillean andare oltre il senso di colpa che ora la sta divorando come un cancro?

“Solo se tu dici che impossibile allora sarà impossibile, Caillean. In questo mondo non esiste niente di più potente della volontà umana. Se lo desideri davvero, se questo è ciò che vuoi diventare, io ti aiuterò, ma prima devi perdonare te stessa per quello che ti hanno fatto. Solo allora potrai tornare a vedere”

Viviana

Nuovo recensore
02/03/17, ore 13:29

Inizio col dirti che mi è piaciuta molto la scena iniziale in cui Baldur rimprovera i due ragazzini. Sembrano una vera famiglia, Mirya è la madre premurosa che li protegge e lui il padre severo che li rimprovera. Per quanto riguarda il nuovo personaggio che hai introdotto, il mago Nyi, devo dire che non mi fido di lui ( ma forse sbaglio ad essere così diffidente, d'altronde ha dimostrato di essere sinceramente dispiaciuto per la morte dell'amico ). Inotre nonostante il capitolo inizi con il racconto del passato di Zefiro d'altra parte ci hai permesso di inquadrare anche Melwen. Lei sembra evidentemente cresciuta e maturata a causa degli eventi drammatici che ha dovuto subire. Nonostante infatti resti ancora una bambina, è anche evidente che è pronta a prendersi le sue responsabilità. Insomma sembra molto cambiata dal primo libro, in cui era una bimba capricciosa, pronta a 'maltrattare' in ogni occasione il povero Ledah. Sono molto curiosa infine di vedere come approfondirai il tema della magia al quale avevi accennato nel primo libro con Ledah (anche lui appartiene ai Dominatori o agli Arcanes?). Non vedo l'ora di leggere il tuo prossimo capitolo *-*, a presto!

Recensore Master
26/02/17, ore 09:13

Un capitolo molto ricco, soprattutto dal punto di vista emotivo. Abbiamo la povera Myria che è consapevole della necessità di doversi separare dai suoi due figlioli ma al tempo stesso ne è devastata, e Zefiro e Melwen che cercano di passare del tempo assieme prima che ciò accada. Apprezzo molto i capitoli del genere, visto che servono a costruire i personaggi e a renderli in qualche modo più umani. Mi hai proprio scaldato il cuore, cara Hime (posso chiamarti così?). Il finale però mi ha fatto venire fame. Lo so che probabilmente sto esagerando, ma sentir parlare dei profumi di tutta quella roba mi ha davvero messo appetito. Meglio che vada a cercare qualcosa da mettere sotto i denti prima che sia troppo tardi. A presto!

Recensore Veterano
25/02/17, ore 12:21

Eccomi di nuovo qui, a romperti le scatole e a lasciare la mia fantasmagorica recensione piena di stelline, cuoricini e arcobaleni! *.*

Innanzitutto ho tirato un enorme sospiro di sollievo quando ho letto che Zefiro e Melwen sono riusciti a uscirne sani e salvi, mi sono mlto preoccuopata per loro (forse non hai livelli di Baldur e Myria, ma comunque tantissimo...soprattutto per il fatto che con te non si sa mai che cosa aspettarsi).
I due bambini sono personaggi meravigliosi: la loro innocenza, la loro spontaneità e la loro sincerità sono una ventata di primavera in quest'atmosfera cupa, tetra e tesa in cui la guerra incombe minacciosa; il loro rapporto è genuino, semplice e bellissimo, senza doppi fini e molto profondo.
Zefiro è dolcissimo e ha l'indole del cavaliere senza macchia e senza paura, leale, onesto e giusto (ce lo vedrei troppo bene con un'armatura e una spada, pronto a soccorrere chi è in difficoltà) e il fatto che questa predisposizione sia ancora acerba e spontanea lo rende ancora più tenero e adorabile.
Melwen, invece, da un certo punto di vista mi è sembrata più matura: ha perso in parte quell'innocenza di bambina e accetta con consapevolezza la decisione che gli adulti hanno preso per lei; è una bambina che è dovuta crescere in fretta, che deve mostrarsi forte e sicura sebbene dentro di lei sia molto fragile e delicata (fortunatamente c'è Zefiro a sostenerla e a farla ritornare bambina, facendole prendere una pausa dal mondo delle responsabilità, dei problemi e della guerra troppo grande e pesante per lei, ma in cui è inevitabilmente coinvolta).
Sono personaggi bellissimi e interessanti, con molte sfaccettature e sfumature diverse e più volte mi sono domandata come sarebbe una storia incentrata solamente su di loro, sul loro percorso di crescita e sulle loro esperienze (pensaci, mi piacerebbe un sacco leggere una sorta di spin-off su di loro ^^)

Passando al nuovo, misterioso personaggio: quando ho letto la descrizione mi sono immaginata un Hobbit e mi è subito venuto in mente Peregrino Tuc, sebbene Nyi sembri decisamente meno svampito e bonario ma più intelligente, scaltro e subdolo. Ha un qualcosa che non mi convince appieno, non mi dà l'idea di essere affidabile e non mi fido molto a lasciarle la piccola Melwen (non da sola, almeno). Come Baldur sono piuttosto diffidente nei confronti dei lancia-incantesimi, soprattutto se si prensentano a volto coperto.
Baldur è un altro di quei personaggi adorabili, l'essenza del vero nano: scontroso, brontolone e irascibile, ma sotto sotto è tenero e dolce pure lui, sebbene non voglia darlo a vedere.

Spero che Zefiro possa andare con Melwen e che la loro amicizia continui, mi sono troppo affezzionata a quei due combina guai e mi spiacerebbe se fossero costretti a dividersi.

Aspetto trepidante il tuo prossimo capitolo ^^

Ayr
 

Recensore Junior
25/02/17, ore 11:29

Rieccomi!
Che dire, tutto e bene quel che finisce bene? Ammetto che nel secondo capitolo mi ero presa un colpo, ma alla fine sia Zefiro che Melwen stanno bene. Capisco la preoccupazione degli adulti, in fondo. Già troppe persone hanno perso la vita ingiustamente, è normale voler "proteggere" i bambini ad ogni costo. L'amicizia tra i due, tra l'altro, trasmette una tenerezza incredible...non so se effettivamente Zefiro potrà partire con la sua amica, o se alla fine dovranno accettare l'idea di restare separati (non per sempre, spero), ma sento che se rimanesse solo tutta la sua innocenza e dolcezza andrebbe presto svanendo. Sembra quasi che Melwen riesca a tenerlo lontano dalle cose cattive del mondo, mi spiego?
Per quanto riguarda il nostro nuovo personaggio, voglio aspettare ancora un po' per riuscire ad inquadrarlo. La prima impressione è stata, come dire, "strana": non mi ha trasmesso l'idea di un personaggio totalmente positivo, eppure sembra essere "necessario", forse per portare ad una svolta importante nella storia di questi personaggi.
Aspetterò con ansia il seguito! Nel mentre devo proprio dirtelo, Baldur è uno dei miei personaggi preferiti! Burbero e arrabbiato all'apparenza, ma in fondo sappiamo tutti che è uno tenero XD chissà quanto si è spaventato per i due pargoli!
Ti mando un abbraccio! Alla prossima! :D

Recensore Master
24/02/17, ore 21:18

Ciao!
Dopo lo scorso, traumatico capitolo, finalmente ne arriva uno “tranquillo” che, fra l’altro, si ricollega anche al secondo, mostrandoci cosa è successo dopo il crollo nella Vecchia Alabastria. E’ stato un… sollievo constatare che i bambini sono vivi, sani e salvi, anche se per Myria e gli altri sono colpevoli di un grave reato. Sinceramente, la loro reazione (Myria e Baldur, una coppia-non coppia male assortita che più non si può) mi è parsa quasi esagerata, come quella di tutti i genitori, visto che, in fondo, si tratta solo di due bambini. E’, vero, Melwen è una maga acerba, ma molto potente, per questo necessita di un po’ di attenzione in più, però lei non ne è consapevole, quindi…. come si può biasimarla se si comporta come ogni sua coetanea, di Alabastria e di qualsiasi altra città?
Zefiro, invece, è dolcissimo, piccolo e grande al tempo stesso, un bambino che cerca di conservare la sua innocenza infantile in un mondo che, invece, sembra fare di tutto per portargliela via prematuramente. Il suo rapporto con Melwen è quello che solo due piccoli possono avere, senza tutta la malizia che c’è nelle amicizie degli adulti, lo vivono con la spontaneità tipica della loro età che li rende tanto apprezzati dai tuoi lettori.
Nyi è un uomo curioso, ma interessante. Mi dà l’impressione di nascondere molti segreti, di non essere totalmente dalla loro parte, sembra uno di quei personaggi un po’ loschi necessari per lo svolgersi della trama, ma che non piacciono a nessuno. Uno di quelli pronti a pugnalarti alle spalle e venderti al miglior offerente. Dove l’ha trovato, Nordri?
Ma, soprattutto, Melwen non è al sicuro con lui, però…. ha un’altra alternativa?

Comunque, mi fa piacere che, finalmente, la magia sia entrata in Fuoco. L’aveva già fatto, ovviamente, ma ora è al centro di un intero filone. Dopotutto, è dalla magia che tutto è iniziato (l’esplosione) e sospetto fortemente che sarà grazie o per colpa della magia che tutto avrà fine. SENTO che il libro è importante.
A presto,
Viviana

Recensore Master
18/02/17, ore 16:49
Cap. 4:

Ciao, eccomi di nuovo qui. Bel capitolo, Ledah mi mancava. Ed è sempre lui, anche se lo vediamo in veste di prigioniero e non più di carnefice.
Per inciso, tutte le volte che sento uno dei soprannomi di Airis io mi esalto :')
Sinceramente ho dei grossi vuoti di memoria riguardo il primo capitolo della serie, e questo capitolo mi permette di annotarmi qualcosa in più sul conto della famiglia di Ledah e, soprattutto, di suo padre.
Anche la parte di Airis mi è piaciuta. E sì, non lo avevo ancora del tutto realizzato, ma fa strano vederla non più cieca. Comunque mi sembra che stia già cominciando a riprendere il controllo, anche se la vedo ancora un po' (giustamente) spaesata. È tempo di cominciare a raccogliere i pezzi.
Per ora ti lascia con un caloroso: complimenti! Spero di vedere presto l'aggiornamento.
Talia.

Nuovo recensore
13/02/17, ore 22:50
Cap. 4:

Questo è il capitolo che ho preferito più di tutti! Oltre al fatto che ci sono entrambi i miei personaggi preferiti, ho adorato il parallelismo, ho adorato la sofferenza eroica di Ledah così come ho adorato quella di Airis (avevo sperato inutilmente che le conseguenze della sua reincarnazione nel nuovo corpo non si facessero già sentire e mi chiedo come farà ad arrivare fino alla fine), mi chiedo in ultimo se Arghail (che devo dire a primo impatto mi piace molto e spero che Airis non sbagli a riporre la sua fiducia in lui) giocherà un ruolo importante nella sua missione. Un'ultima cosa, riprenderai in alcuni capitoli anche il passato di Ledah e Airis perché mi è sembrato fosse rimasto in sospeso o forse mi sbaglio. È tutto, alla prossima!

Recensore Veterano
13/02/17, ore 14:38
Cap. 4:

LEDAH LEDAH LEDAH LEDAH!!!!!!!!

Non so se ho mostrato in maniera univoca il mio entusiasmo a riguardo, ma mi hai fatto immensamente felice: dopo un anno di astinenza il mio elfo preferito è tornato!!!  (A parte che scritto così può dare l'impressione di altro...ma sono stata davvero in astinenza :'( )
Avrei preferito una situazione più idilliaca e piacevole, che so mentre se ne stava bello e tranquillo ad ammirare il tramonto, ma non si sarebbe accordata con il personaggio e soprattutto con te che adori far soffrire i tuoi personaggi e metterli in situazioni sempre più brutte e complicate.
La parte iniziale lasciava presagire che non se la passasse proprio bene e che non ci sarebbero stati romantici tramonti, ma man mano si andava avanti nella lettura, man mano la sitauzione si faceva più grigia, desolta e dolorosa: Il modo in cui hai descritto l'amosfera pesante e opprimente che circonda Ledah è meravigliosa e coinvolgente: le metafore che hai utilizzato e il senso di impotenza e dolore fisico e mentale che permea tutta la prima parte sono densi, concreti; h<span 128,="" 128)\"="" style="font-family: verdana; font-size: 12px; background-color: rgb(255, 255, 255);">ai reso perfettamente la citazione: "Mostrami un eroe e io ti scriverò la tragedia."
Non contenta hai svelato l'identità del suo "dolce" paparino: niente poco di meno che il dio delle tenbre e degli inferi, che ha deciso di usare il corpo del figlio per poter tornare forte e potente come un tempo. In questo punto mi sono chiesta se davvero sia possibile trattare un figlio in questo modo, se la crudeltà possa veramente raggiungere livelli così indicibili e atroci: incatenare e torturare il sangue del proprio sangue, farlo soffrire a tal punto da piegarlo al proprio volere e renderlo remissivo e obbediente...è inconcepibile, almeno dal mio punto di vista!
Un'altra domanda che mi sono fatta, e di cui forse posso trovare la risposta nella storia precedente è: perché gli dei danno una così grande importanza a qualcosa come le vicende degli uomini? Perché Aesir ci tiene a rimanere su questa terra? Perché si intromettono in questo modo nelle vicende umane, che cosa ci guadagano, si tratta forse di una guerra più grande combattuta sul terreno dei mortali? E se sì, perché proprio questa scelta? Perchè sconvolgere le vite di poveri esseri che hanno già i loro problemi e renderli mere pedine della volontà e dei capricci di qualche dio?
Come ciliegina sulla torta, ecco che Aesir rivela che Aisir è morta, giusto per dare il colpo di grazia tanto all'elfo quanto a noi lettori (che in realtà sappiamo che lei non è morta, non del tutto e non nell'accezione che intendiamo, almeno...ma che ci immedesimiamo nel povera Ledah che vede anche l'ultima ragione di vita, l'ultimo baluardo e l'ultimo pilastro che lo sosteneva, crollare miseramente)

La parte di Aisir è stata meno intensa, emotivamente parlando, ma anch'essa è pregna di segreti e misteri: ci si potrà davvero fidare di Arghail? Sarà davvero sicuro rivelare tutto senza essere presa per matta?
Anche il nostro Generale è in una situazione complicata: in primis, deve dare spiegazioni, che non può dare, a fatti evidenti e che non potranno essere nascosti per troppo tempo, e come se non bastasse ha anche una missione impossibile da compiere, rintracciare l'amato Ledah (amato sia da lei sia da me, a quanto pare..) e salvarlo dalle grinfie dei suoi amorevole genitori, evitando che si trasformi in Aesir II la Vendetta, ah e il tutto entro sei mesi...
Ribadisco il fatto che complicare la vita a questi poveri cristi sembri il tuo passatempo preferito...