Ciao!
Coraggio, paura, rassegnazione… ci sono molti sentimenti in questa storia, molti sentimenti forti che rispecchiano bene i suoi personaggi, a partire da Nemeria. Soprattutto in una situazione così critica come quella in apertura, quando la sua stessa vita è messa a dura prova, il suo segreto lo è, perché viene chiamata a decidere cosa deve fare fra la cosa più giusta e quella più… sicura in quel momento.
Dariush è indubbiamente una persona crudele, ma non mi sento di definirlo un villain, perché sono sicura che anche lui ha una storia complicata da raccontare. E’ un uomo che cerca di essere un leader, ma che sa di essere debole e quindi, per farlo, deve ricorrere al mezzo della forza. Sa di non essere nulla, soltanto il più forte di una banda di accattoni, e che la sua vita è appesa a un filo sottile come quello delle Parche. E’ insicuro e il suo nervosismo è evidente anche al resto della Famiglia, ma il suo essere un Dominatore lo protegge da qualsiasi ribellione. E’ un’eterna lotta per la sopravvivenza e questa volta è Hirad a pagarne il prezzo. Un prezzo altissimo, che non meritava, ma questa è la dura, cruda realtà delle cose.
Malgrado potrebbe essere difficile da credere, capisco, però, la reazione degli altri, la loro indifferenza di fronte all’umiliazione di un loro “fratello”. E’ pura e semplice paura, perché, in fondo, sono soltanto dei ragazzini cresciuti troppo in fretta.
MA (c’è sempre un ma, ci hai fatto caso?) per fortuna c’è ancora qualcuno che ricorda i valori che contano: Altea e Nemeria. Il tentativo delle due di scherzare e risollevare l’umore di Hirad mi ha fatto una tenerezza assoluta, con le loro utopie per il futuro. E’ un tocco di ironia a spezzare un capitolo che, altrimenti, sarebbe stato pesante, un altro segno distintivo del tuo stile sempre più maturo.
Infine, la sequenza con Noriko. Mi chiedo sempre che cosa pensi questa ragazza, è davvero impenetrabile, ma è anche questo il suo fascino. Al contrario di Nemeria, è assennata e sa sempre cosa è giusto e cosa sbagliato, o perlomeno dà l’impressione che sia così. Forse, in questo momento, sostituisce un po’ Ehteram come guida e “spalla su cui piangere”, quando finalmente la nostra piccola protagonista si deciderà a fidarsi di lei (capisco sia dura visto quello che è accaduto alle persone che ama).
Bellissima l’atmosfera della città in festa, mi sembrava davvero di essere lì, a perdermi nei riflessi della luce che emanano i fanoos, il vento che mi accarezza le spalle, stordita dai mille profumi che si sprigionano dalle bancarelle dei venditori ambulanti, come l’uomo burbero e gentile che mi ha ricordato tanto Bacht di Iadera che le offre qualcosa da mangiare, invece di cacciarla via come fanno tutti gli altri. E’ un po’ la differenza fra vedere ed osservare.
Però, anche in tutta questa magia c’è qualcosa di… marcio, qualcosa che la rovina irrimediabilmente, ricordandoci che Nemeria non è mai al sicuro: il misterioso predone nero. Questa volta, tuttavia, sarà Noriko a salvarla, un gesto insolito, è vero, ma che immagino sia solo il primo di una lunga serie che darà inizio a un nuovo rapporto fra le due.
Perché, anche se durante la disperata fuga nelle catacombe non lo avrei mai detto, alla fine Nemeria torna a casa. La sua nuova casa.
Viviana |