Recensioni per
L'avventura mancante
di Joseph Bell

Questa storia ha ottenuto 9 recensioni.
Positive : 9
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
18/03/11, ore 17:58

Ah, ci siamo! Finalmente. Questa è la parte più appassionante della storia, ed anche il titolo del capitolo rivela subito quanto importante sia questo brano nell'ambito della risoluzione di un intricatissimo mistero che ha coinvolto, apparentemente, più generazioni. "L'avventura mancante" ci viene narrata infine dall'acuta e brillante voce del barone Verner, e viene chiarificata dalle domande piuttosto spontanee del signor Donovan, il quale si trova sperduto in mezzo a questo mare di informazioni proprio come il Lettore, giunge quasi a rappresentarlo, nell'ambito del dipanarsi della storia. Un espediente narrativo eccellentemente portato sino alla fine.
La storia, che rischierebbe di trasformarsi in un surreale ammasso di informazioni senza capo né coda, risulta invece un ottimo saggio di accuratezza storica e documentazione, attività che, probabilmente, dovrebbe essere alla base della genesi di qualsiasi lavoro, per quanto amatoriale. La vostra sapienza, che deriva dalla cultura generale quanto da una raccolta successiva di informazioni, rende questo romanzo un esempio di vicenda costruita talmente bene, e dipanata in modo così fluido, che le note iniziali che avete apposto risultano assolutamente doverose, in quanto il Lettore potrebbe aver l'impressione che tutto ciò sia realmente accaduto.
Lasciate infine che vi dica nuovamente quanto il vostro stile sempre dinamico e brillante conferisca alla narrazione - che rischierebbe di divenire noiosa - un taglio decisamente piacevole, e di semplice lettura. La vicenda è spiegata in modo molto chiaro.
E adesso... non ci rimane che leggere ciò che manca del resoconto di Watson, non è vero, Sir?
Non vedo l'ora!

Recensore Veterano
18/03/11, ore 17:51

Voi sapete quanto io adori il primo paragrafo di questo capitolo. Sembra quasi di trovarsi di fronte al paesaggio che descrivete, ammantato di un'aura magica, risalente ai tempi antichi. Sembra di respirare quell'aria nebbiosa e densa di mistero. Il vostro stile è, come sempre, eccezionalmente figurativo, e colmo di una eleganza intrinseca, naturale, che conferisce spontaneità e fluidità alle più complesse descrizioni.
E poi, voi sapete quanto mi sia simpatico il barone Verner. Non so perchè, certo, ma è qualcosa di istintivo, sicuramente, un'affinità... sì, bene, *ridacchia profusamente* Scusatemi, riprenderò subito il mio contegno professionale.
Il personaggio del barone è caratterizzato in modo eccellente. Ha tutti quei tratti necessari ad assimilarlo, nella mente del Lettore, ad un parente del fu Sherlock Holmes, come voi avete saputo sapientemente rimarcare attraverso il giudizio imparziale del nostro Donovan: il comportamento a tratti entusiasta, a tratti frivolo ma terribilmente acuto. Il contegno disinvolto ma dal sarcasmo brillante e marcato. Eppure, l'originalità è indubbia: e soprattutto lo scenario nel quale lo troviamo è assai diverso dallo smog giallogrigio di Londra.
Mi si permetta poi di aggiungere come egli sia un indubbiamente esperto narratore di storie straordinariamente interessanti.
L'incontro tra Verner e Donovan è descritto in modo ammirevole: il pensiero del nostro impiegato non prende mai il sopravvento sui dialoghi, che rimangono il filo conduttore della vicenda, i veri ed unici rivelatori, ora, del termine della storia (visto che solo attraverso il barone ci sarà dato di conoscere i risvolti più oscuri dell'accaduto). Eppure lo sconcerto viene trasmesso a chi legge attraverso una vena di surrealtà, abilmente inserita nell'espressione della stravaganza di Verner.
Il prossimo capitolo - ho l'impressione - sarà altamente rivelatore.
E questo vostro romanzo è - l'ho già detto? lo ripeto - brillante!

Recensore Veterano
18/03/11, ore 17:43

Caro Sir! Perdonatemi se non ho recensito prima i nuovi capitoli della vostra stupenda fanfiction. Sfortunatamente, a volte, la mia goffaggine Tobiasica mi impedisce di rammentare le cose più importanti. Ma, giungiamo al punto. Questo capitolo è forse importante quanto irritante. Oh, sì, nel senso buono, però, credetemi: è la vostra abilità che emerge, paragrafo dopo paragrafo. La vostra sapiente arte di brillante narratore riesce a far rimanere il Lettore col fiato sospeso, pagina dopo pagina.
Il nostro Donovan ha necessità di informazioni, ed agisce, pur non essendone pienamente consapevole, come un vero Holmes, raccogliendo frammento dopo frammento, e mettendo insieme il tutto con disciplina e metodo (grazie soprattutto all'aiuto della buona Bess). E' determinato a giungere in fondo alla vicenda (lo state mantenendo perfettamente in-character, pur essendo un personaggio originale, completamente vostro insomma, riuscite a non fargli nascere spiacevoli sdoppiamenti di personalità, rischio che compare sempre in casi simili).
E grazie alla sua costanza, ecco l'informazione: il nome dell'erede di Verner.
Informazione essenzialissima, mi si perdoni il Manzonismo. In quanto al personaggio, egli è davvero intrigante, se ben ricordo *fa una risatina*
Al prossimo capitolo! Ed ancora, complimenti per questa eccellente opera che ci state donando.

Recensore Veterano
04/02/11, ore 16:35

Viaggio in Italia!
L'avevate detto, che avremmo viaggiato parecchio: e chi si aspettava di attraversare non solo le braccia d'acqua che avrebbero condotto in Europa, ma anche Paesi interi, sino a giungere nella Penisola?

E qui, abbiamo il gran cimento, Sir: vi state addentrando in territori inesplorati. La smetterò con le metafore: sì, state avventurandovi nella voce narrante del dottor John Hamish Watson.
E, good Heavens, ci state riuscendo anche con eleganza, raffinatezza ed eccellente vividezza! Mi sembra proprio di leggere qualche racconto di Doyle, con lo stile onesto, solido, tranquillo di Watson che accompagna il Lettore nell'esplorazione di fenomeni la cui stranezza è enorme. E qui abbiamo un fatto strano sin dall'inizio: dunque, il nostro buon dottore era a conoscenza del fatto che Holmes non fosse morto nelle cascate Reichenbach, in Svizzera.
E poi, vedo che esiste un altro massiccio da scalare (non me ne vogliate, signor Holmes, sono solo una giovine irrispettosa; intendevo dire che rappresentate un ostacolo ai dilettanti che vogliano scrivere in materia Holmesiana), nella persona del caro Mycroft, che finalmente fa la sua comparsa per annunziare al dottore... che egli è diretto proprio dove voleva andare, ovvero in Italia, dove avrebbe potuto raggiungere il suo amico e collega, Sherlock Holmes. Posso farvi le mie congratulazioni per la voce sottilmente ironica, vagamente irritata ed annoiata al pensiero del troppo dinamismo di coloro che gli stanno intorno, di Mycroft? E' perfetta.
In quanto a Verner... suscita in me grande simpatia, se non altro per la sua aria così spigliata e naturale, non priva di una certa ironia, naturalmente.

Eccellente il colpo di scena finale, che vede il messaggio cifrato falso ed un irritatissimo Holmes a constatare che ora non solo lui è in pericolo, ma anche il fratello, il nostro Verner ed ovviamente l'incauto e fantasioso Boswell.
Ma, lasciatemelo dire: per Giove, quella nota finale di Watson, quando ho letto per la prima volta il capitolo, mi ha colmata di indignazione, al pensiero che, effettivamente, la storia potesse essere terminata qui. Ma, ovviamente, vi sarà un seguito, che mi auguro pubblicherete presto, non è vero?

Ancora complimenti per il vostro stile colto e raffinato, per la vostra fantasia, e per questo romanzo - perchè altrimenti non si può definire - che state condividendo con noi.

Recensore Veterano

Cielo, Sir, ma dove li trovate, questi titoli così artistici? E per artistici, intendo un connubio di perfettamente adeguati e creativi, sia ben chiaro.

A parte le mie considerazioni del tutto gratuite, e le mie domande pressochè inutili... il nostro povero signor Donovan! Giusto Cielo, dove l'ha condotto la fatica di quel viaggio e di tutte quelle elucubrazioni. Ma fortunatamente l'amorevole cura della madre e i rimedi tradizionali italiani della buona Bess lo rimetteranno in piedi in men che non si dica (la reazione della madre di Sam al buon effetto del preparato di Bess è semplicemente geniale, nella sua naturalezza, così come la pronuncia buffa del nome dell'ingrediente dello stesso Donovan - ancora i miei vivissimi complimenti, Sir!).

E poi, ovviamente, ci sono le lettere.
Quindi Holmes è giunto in Italia, presso i Verner. Eccellente il linguaggio utilizzato nella redazione dei documenti, sembravano proprio manoscritti dell'Ottocento. Siete proprio abile, Sir, a dare solamente spezzoni d'informazione al Lettore, che non potrà far altro che continuare la lettura. Così come farò anche io, perchè condivido, in un certo senso, l'ansia del signor Donovan e sicuramente la sua curiosità!
Ottimo lavoro, come sempre - ma non debbo certo dirvelo io!

Recensore Veterano
04/02/11, ore 16:15

Sir! Aggiornate così in fretta, che io, al di sotto della catasta di codice informatico che sto scrivendo, non son riuscita a tenervi dietro con le recensioni! Spero che mi perdonerete per il ritardo. Ma ora passerò subito a commentare questo eccellente capitolo.

Innanzitutto, permettetemi di dirvi che mai titolo di capitolo è stato più adatto. Sì, perchè qui, con la vostra maestria di Narratore, voi mostrate al devoto lettore "un po' di luce"... ma solamente un po', appunto. Il vostro stile è degno di un vero romanzo: contribuisce a mantenere lo scorrere degli eventi il più naturale possibile. La caratterizzazione dei personaggi è veramente ottima, e si sta mantenendo con solidità e profondità lungo lo svolgersi dei fatti.

La mia immedesimazione nel signor Donovan, tanto per cominciare, sta diventando sempre più pronunciata. Egli non è quello che, in gergo, si dice un personaggio piatto, privo di vita, ma anzi, risulta così sfaccettato, così naturalmente curioso, e così umanamente riflessivo, da apparire il più reale possibile. Le sue reazioni, ad esempio nel ripensare al milite in piedi nel salotto devastato della sua vecchia dimora (prima una ironica ilarità, forse reazione al fatto che l'ignaro soldato lo aveva appunto minacciato con la sua arma e poi addirittura colpito... e poi una empatia derivante dalla più palpabile umanità con la quale avreste mai potuto definirlo)... oppure nel vedere Bess e Charles addormentati.

E poi... i misteriosi documenti, scritti sia in Italiano che in Inglese, eh? Per Giove, questo si prospetta l'inizio di un mistero in piena regola. Chiunque ne avrebbe guadagnato, innanzitutto, un bel mal di testa (bene, con la complicità del piccolo Charles, ma si sa, lui non ha colpa; l'uomo diviene cattivo solo da adulto, grazie al Cielo).
Un'ultima nota, per poi proseguire al prossimo capitolo: i dettagli storici sono sempre eccezionalmente curati: complimenti, Sir!

Recensore Veterano
19/01/11, ore 17:36

Ah! Riecco qui il nostro Donovan, con la sua curiosità, un pizzico di incoscienza, tanta avventura ed il buon senso della cara Bess!
Innanzitutto: congratulazioni, Mr. Donovan! Che bel bambino! *sorride e giunge le manine* Ah! Come son felice per voi.

... no, perdonate, Sir, sto bene. Ora inizierò a recensire come si deve.
Indicherò e svilupperò uno per uno i punti che hanno maggiormente colpito la mia immaginazione.
- La contestualizzazione
Una prova di limpidezza di stile, se posso dare la mia opinione, Sir. Fare un salto così ampio nella narrazione, riuscirvi elegantemente e senza spaesare il lettore è un'impresa che voi avete compiuto in scioltezza. Vediamo il nuovo lavoro di Donovan, la nuova abitazione della sua famiglia, il neonato bambino, e la questione dei documenti, che si ripropone con veemenza all'improvviso...
- Dialoghi
Sono spontanei eppure ben ragionati. Non sono mai superflui (come troppo spesso accade nelle storie dei dilettanti) eppure conservano quella naturalezza che li rende attinenti al personaggio. L'istintiva sicurezza di Bess, per esempio. La sobria ironia di Donovan. La maggiore veemenza del soldato. Veramente eccellenti!
- Trama
Si sta facendo sempre più interessante, senza ombra di dubbio. Ora il nostro ha recuperato i documenti: ma di cosa si tratterà, infine? L'interrogativo rimane sempre, pressante e forte, a ronzare nella mente del Lettore: cosa avrà nascosto in quella cassetta il dottor Watson? Quali scritti? Quali misteri?
Si suppone che il Lettore riesca presto a dare una risposta a questa domanda.

Recensore Veterano

Eccomi qui per il primo capitolo. Cosa dire? I personaggi sono interessantissimi, così come l'ambientazione,  che sta rinnovando e rendendo originale una storia che avrebbe potuto costituire la solita rivisitazione di un clichè.
Come sempre, procediamo in modo ordinato. Elencherò i punti che mi hanno colpita in maggior misura di questo capitolo.
- Sam Donovan: il protagonista.
Il signor Donovan è un personaggio molto sfaccettato, tratteggiato in modo tale che la sua immagine risulta vivida sin dal primo paragrafo. La sua familiarità con i colleghi, il vago cinismo che aleggia tra di loro mentre commentano gli accadimenti, lo rendono sin dall'inizio molto umano. La moglie, Bess, dal passato estremamente interessante, nella sua genuinità d'emozioni, con le sue paure, perplessità, e col divertimento nello scoprire che no, il marito non conosce affatto nè Sherlock Holmes nè il dottor Watson, contribuisce a costruire quest'atmosfera di realtà. (tra l'altro, Sir, *getta la maschera di austera recensitrice per un attimo* Posso farvi i miei complimenti per l'ammirevolmente subitaneo stacco tra la conversazione leggera ed il bombardamento aereo? Brillante! Mette un gran senso d'ansietà.)
- Gli anni '40: lo scenario.
Mi sembra quasi di vederlo in bianco e nero, dico sul serio. I modi, gli scenari descritti, i termini utilizzati, gli argomenti di conversazione... tutto è funzionale ad uno scopo ben preciso e meravigliosamente raggiunto, qui. Non sono un'esperta di storia, purtroppo, ma questa, come ho potuto rilevare grazie a ricerche passate, è scrittura davvero ottimamente documentata.
- Oswald Cullen: l'anziano funzionario di banca.
Mi è rimasta impressa sin dall'inizio, questa persona. Forse per le sue affermazioni pronunziate con decisione, forse per la sua aria austera e seria. E' di sicuro un personaggio dalla sagoma imponente e molto seria, anche se compare per così poco.

Penso che la domanda che sorga spontanea sia: quali documenti avrà mai nascosto il dottor John Hamish Watson in quella cassetta di sicurezza?
I Lettori non dovranno attendere a lungo per saperlo, spero.

Recensore Veterano
12/01/11, ore 16:44

Mi si permetta di essere la prima a commentare l'inizio della pubblicazione di questa accattivante fan-fiction, che ho avuto l'onore di veder nascere. Un piccolo consiglio ai Lettori che possano scorgere questa recensione: seguite la storia, non vi deluderà.
Ma andiamo con ordine, punto per punto. La premessa, ed i documenti ivi acclusi.
Chiunque si diletti di narrativa, anche amatoriale, sa perfettamente come sia necessario contestualizzare le storie, per tratteggiare, intorno al Lettore, lo scenario e renderlo più credibile, più solido nell'immaginazione. Questi documenti sono redatti accuratamente, ragionati, formulati con la massima puntualità per sembrare il più possibile realistici. Il lessico è ben definito, le date sono ponderate e scelte con cognizione di causa per integrarsi nell'ambientazione.
Sono il perfetto preludio a ciò che seguirà, ne sono certa.
Ossequi, Sir Bell! Fornirò il mio commento anche al prossimo capitolo.
Miss Bellis